Importante per due aspetti: 1° perché non volevano che mi ricordassi di inserirlo, né di scansionarlo. Questo sia a Spoleto che a Biella (una volta che lo riebbi in fotocopia delle carte sequestratemi a Biella).  2° perché invece la mia opinione sul mrta era ancora più drastica, e siccome il mio fisico e cervello doveva ancora trovare evidentemente risposte adeguate al controllo mentale iniziato nel gennaio 1996, testimonia che ai miei torturatori nazisti-in-ogni-caso, interessava “difendere” l’ “onore” del MRTA, il che è quasi una prova, non tanto soggettiva, essendo poche e deboli le aree opportuniste che in Italia si sono fatte promotrici di questo, quanto della tecnica di ganzer e dei cc, di creare contraddizioni logiche e politiche nel mio pensiero, cosa che comunque è sostanzialmente fallita, ma che in alcuni casi ha lasciato delle tracce..

* per esempio anche nella terminologia, GPR anziché GP, ove la R di rivoluzionaria può in qualche modo trarre in inganno i giovani sulla bontà del mrta revisionista armato,  e nelle concessioni politiche

** che rimandano a concezioni che sin dal 1989-1990 io avevo ben chiare, e molto diverse.

Testo di Paolo Dorigo del:

25-27 dicembre 1996

NOTE SULL’AZIONE ALL’AMBASCIATA GIAPPONESE A LIMA DEL MRTA

L’operazione politico-militare di un gruppo guerrigliero peruviano, il Movimento Revolucionario Tupac Amaru, ha dimostrato innanzitutto alcune cose:

-         che in qualunque situazione sociale, anche nelle più disperate condizioni di vita del popolo,. come quella attualmente vissuta dal popolo peruviano, gli interessi della borghesia imperialista, degli sfruttatori, dei complessi militari legati direttamente a questi, combaciano con quelli dellemaggiori potenze economico-politico-militari del mondo, USA, RFT e Giappone in testa. Costoro se sono tra loro concorrenti in molti campi, d’altronde non hanno difficoltà ad unirsi quando si tratta di difendere i regimi a loro dipendenti complessivamente.

Infatti nell’ambasciata di Lima vi erano uomini del potere economico; funzionari ufficiali e “di servizio” (CIA) presso le ambasciate; giudici abituati a processare da mascherati, i combattenti rivoluzionari; capi della polizia e delle strutture anti-guerriglia; membri della famiglia del “presidente” Fujimori; ministri peruviani; numerosissimi ambasciatori di tutto il mondo; e via dicendo. Tutti costoro stavano “innocentemente” consumando gli sfarzi di una “festa” nel corso della quale proseguire nelle proprie diversificate e numerose attività di sfruttamento del popolo peruviano, nell’elogiare ipocritamente gli “aiuti” del Giappone al Perù.

-         che in qualunque luogo, il più protetto, la guerriglia può attaccare, colpire ed umiliare il feroce dei regimi al servizio del potere della borghesia imperialista locale e multinazionale.

-         Evidenzia l’enorme abisso che distingue l’umanità e la correttezza dei guerriglieri, al cospetto degli stessi torturatori dei loro compagni prigionieri** (tanto che può essere considerata persino eccessivamente premurosa verso questo tipo di ostaggi) giungendo inoltre a liberare persino la madre e la sorella del dittatore Fujimori, quello stesso dittatore che da anni fa arrestare, torturare ed uccidere i familiari stessi dei prigionieri.

Detto questo, occorre precisare alcune cose.

Il MRTA è, per sua stessa origine, espressione di un gruppo nato e formatosi all’interno della sinistra (aprista borghese) della capitale limegna e di poche altre importanti città, è un gruppo che cerca da quindici anni di utilizzare la guerriglia metropolitana e quella rurale** come mezzo di pressione e/o contrattazione con il potere politico nazionale. Spesso ha cercato di intavolare mediazioni con il governo per favorire la cessazione della guerra popolare rivoluzionaria (GPR)* in corso.

Paradossalmente, questa azione di guerriglia, così precisa e potente ed insieme “umana” (finora sono stati liberati 550 ostaggi senza alcuna contropartita), vuole essere un modo di uscire da quel “fiume di sangue”, così i giornali borghesi chiamano il processo in corso della GPR, dimenticando però che fu proprio alle sue origini che l’MRTA sperimentò la necessità della violenza rivoluzionaria nella lotta sociale e politica allorquando l’occupazione della Cromotex* fu fatta cessare a suon di raffiche di mitra da parte delle truppe al soldo dei padroni.  L’MRTA chiedendo la liberazione di tutti i 500 “suoi” prigionieri nelle carceri, soprattutto peruviane, fa un pessimo servizio alla verità storica che vede oltre 6.000 militanti [e presunti tali, *] del P.C.P. nelle stesse carceri in condizioni analoghe ed anche peggiori di quelle vissute dai prigionieri del MRTA.

I mass-media, al servizio della borghesia imperialista, silenziando sistematicamente (e deformando con l’aiuto dal P.C.P. e dall’Ejercito Popolar de Liberacion (E.P.L.), e dovendo dare ora un risalto così grande, essendo a rischio la vita dei “suoi” stessi uomini, a questa azione di guerriglia, contribuisce oggettivamente al consolidamento del potere della borghesia imperialista (quale che sia la fine di Fujimori in seguito a questa operazione) e al mantenimento delle condizioni terribili di vita (ai limiti della sopravvivenza) che il popolo peruviano è costretto a conoscere.

Liberando gli ambasciatori occidentali e l’ambasciatore cubano, e mantenendo in ostaggio quello giapponese e quelli sudamericani, i combattenti del MRTA mirano a ridurre la portata globale della loro azione, il significato più importante, che forse nemmeno loro avevano preso in considerazione, e cioè l’attacco internazionale alla borghesia di tutto il pianeta; una guerriglia all’altezza della “globalizzazione capitalistica” !

Al momento non sappiamo come si concluderà questa operazione.

Victor Polay e gli altri combattenti del mRTA sono sempre nelle carceri, e un fatto è certo: 6.000 e più combattenti e militanti del P.C.P. e dell’E.P.L. tuttora prigionieri, in condizioni di annientamento e con loro AbimaelGuzman Reynoso, Presidente Gonzalo, non usciranno dalle carceri certo grazie a questa operazione, né il popolo peruviano avrà una vita dignitosa grazie a questa operazione.

L’unico modo di essere conseguenti, giunti a questo punto, sarà per i combattenti del MRTA quello di ottenere quanto richiesto all’inizio (la liberazione dei propri compagni), oppure quello di attendere l’attacco delle forze imperialiste rendendo più alto possibile il prezzo politico (in vite umane dei rappresentanti della borghesia imperialista giapponese e latino-americana) per la dittatura borghese-militare di cui Fujimori è rappresentante. [descrizione della società non tipica mia *]

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Ecco che, stranamente, così come si accusavano ipocritamente le BR nel nostro paese, all’indomani del sequestro Moro con cui avevano dato inizio alla gloriosa Campagna di Primavera, di condurre una “guerra privata” contro lo Stato (ed il Partito-Regime di allora, la DC), così oggi nessun giornale borghese accusa l’MRTA di condurre una guerra privata, e parla pure (dopo anni di ignobile silenzio) delle carceri Peruviane, della miseria, della dipendenza dagli interessi occidentali e nipponici, il tutto mescolato a falsificazioni, diffamazione dei rivoluzionari (soprattutto del P.C.P. da loro chiamato “Sendero Luminoso”) e strafalcioni degni dei peggiori fogli parrocchiani.  Colossale l’accusa del docente di Siena, Melis, che accusa il P.C.P. di arricchirsi col narcotraffico, quando è noto a tutti che questa è invece l’attività principale dell’esercito e delle sue ramificazioni, e che le finanze del P.C.P. sono tutt’altro che paragonabili a quelle dei cartelli del narco-traffico, essendo la ricchezza di questo Partito sedimentata dal proprio radicamento nel proletariato e nel popolo peruviano.

carcere di Opera-MI, Paolo Dorigo, prigioniero politico, membro della Comision de Movilizacion Mundial per salvare la vita del Presidente Gonzalo (1996-1998).