TORTURA ELETTRONICA FINALIZZATA ALLA MORTE COMMISSIONATA AD AGENTI SPECIALI PER VILE DENARO DA MERDE CHE ANZICHE' REGOLARSI DA SE' I PROPRI CONTI DELEGANO A SBIRRI, LORO COLLEGHI DI NATURA,  IL LAVORO SPORCO

la Repubblica - Sabato, 19 agosto 2000 - pagina 22
Il cappellano ai Papa-boys: venite qui a protestare Le cifre del disagio
CARCERI, SUICIDIO A REBIBBIA UN GIOVANE DETENUTO SI IMPICCA A ROMA, UN ALTRO TENTA IL SUICIDIO A REGGIO EMILIA. INTERROGAZIONI DI CENTO E DE LUCA

ROMA - Finito in carcere per la prima volta a 34 anni, il 12 luglio scorso, tre giorni dopo il Giubileo dei detenuti. Gli deve essere sembrata una beffa a Maurizio Totaro, la cella per quegli stupidi piccoli furti, roba di sei, sette anni fa. Sperava nell' amnistia che gli avrebbe cancellato quegli otto mesi di pena. Invece non è arrivato nulla. Non solo, Maurizio quei mesi rischiava di farli proprio tutti, fino all' ultimo spicciolo visto che per qualche intoppo burocratico non erano scattati per lui neppure i benefici di legge che prevedono gli arresti domiciliari per pene al di sotto dei tre anni. Lo aveva ripetuto anche alla madre, una settimana fa, il giorno dell' ultimo colloquio: "Io qui dentro non ce la faccio". L' altra notte ha preferito legarsi intorno al collo strisce di lenzuolo. E mettere così fine alla sua vita di recluso nel carcere di Rebibbia. I suicidi in carcere sono spesso e solo una statistica. Questo, nato dalla disperazione e dalla delusione per un giubileo mai arrivato, fa paura. Il direttore del penitenziario Massimo di Rienzo è rientrato immediatamente dalle ferie. Il cappellano don Sandro Spriano ha fatto qualcosa di più: si è rivolto a quel milione e passa di giovani pellegrini in marcia su Roma e li ha invitati ad investire parte di questo giubileo giovanile per protestare davanti al carcere per "ricordare che esiste la salvezza che arriva da Gesù Cristo". L' invito arriva tramite una lettera che ieri pomeriggio il cappellano ha consegnato durante un incontro di catechesi in carcere fra dodici giovani pellegrini pisani e un gruppo di detenuti sotto i trenta anni. "Mi spiace rovinare un po' la vostra gioia e la vostra felicità - scrive don Spriano - ma questa notte un altro giovane di 34 anni, arrestato e portato in carcere il 12 luglio di questo anno giubilare, ha deciso di morire impiccandosi nella sua cella solitaria di Rebibbia". Questa volta la struttura del carcere pare proprio non avere responsabilità anche se è stata avviata un' inchiesta. Quel giovane, che era stato operato da poco e per questo aveva una cella tutta per sé, piuttosto "non ha sopportato il peso dell' esclusione e della sofferenza. Possono finalmente giubilare tutti coloro, e sono tanti, che invocano la certezza della pena, tutti i giusti che invocano la pena di morte per eliminare i delinquenti, i potenti che sognano il carcere per tutti i poveri cristi, tutti i benpensanti che sogghigneranno... se l' è cercata. Ma voi no, vi prego. Siete qui per riconoscere e ricevere la salvezza da Gesù Cristo, il Verbo fatto Carne. Non conservatela gelosamente per voi, venite a gridarla e a testimoniarla anche dentro il carcere e soprattutto nel mondo libero (si fa per dire) perché della morte di Maurizio non sono colpevoli gli operatori del carcere, ma siamo responsabili tutti noi che predichiamo una giustizia senza misericordia". I giovani hanno applaudito e hanno portato fuori, nelle piazze di Roma l' appello del cappellano. è polemico padre Spriano, "il mio appello ai giovani del Giubileo è una provocazione rispetto a questa voglia di buttare in carcere chi ha rubato quattro soldi, perché questo sono la maggior parte dei detenuti". Ha paura che questa morte nasca dalla disperazione calata sulle carceri dopo l' inutile dibattito su indulto e amnistia. Teme le imitazioni, quelli che possono pensare di trovare con il suicidio una via d' uscita. Un timore che era stato denunciato anche il giorno di Ferragosto durante la visita del senatore Manconi nel carcere di Pisa: molte lettere dal carcere stanno parlando di voglia di morire. E ieri per protesta e disperazione ha tentato il suicidio anche un altro detenuto a Reggio Emilia. C.C, dentro per rapina, voleva andare al funerale del padre, aveva chiesto un permesso di due giorni ma il giudice aveva concesso solo sei ore. Ora è fuori pericolo. Ce n' è abbastanza per riscaldare nuovamente il clima fra i sindacati della polizia penitenziaria. E i parlamentari. I Verdi Paolo Cento e Athos De Luca hanno presentato due interrogazioni al ministro Fassino. Troppi suicidi e casi di autolesionismo, "è necessario un intervento immediato per risolvere i problemi di sovraffollamento" e "incrementare le misure alternative alla detenzione".