www.paolodorigo.it(traduzione del 6-4-2006)
DICHIARAZIONE DEL Comitato di Appoggio alla Rivoluzione Peruviana del Cile:ELEZIONI NO ! GUERRA POPOLARE SI’ !(25/03/2006)(passaggi in maiuscolo, del traduttore)“Il popolo non può servire ai suoi sfruttatori ed oppressori, non può aiutarli a risolvere i loro “problemi”, non può avallare il loro sistema sociale, ed ancor meno servire per eleggere un altro governo più affamatore e più genocida; poiché questo non è il suo cammino né serve ai loro stessi interessi.L’unica cosa oggi è Non Votare ! è l’unica risposta veramente popolare davanti alle elezioni dello Stato reazionario, affamatore e genocida.
Partido Comunista del Perú. 1985”
L’esperienza dimostra che con le elezioni borghesi, il popolo non riceve alcun beneficio; e sono stati i successivi governi peruviani da Belaunde sino a Toledo, incaricati a trasformare questa affermazione in una verità universale. Però in particolare, sin dalle elezioni del 1990, si è dimostrata un’altra verità, la manipolazione straniera delle elezioni, che sebbene sia caratteristica di ogni paese semicoloniale come il Perù, dal 1990 è conseguenza del più diretto intervento nord-americano verso la guerra sporca contro il popolo peruviano. Vediamo alcuni fatti esemplari. Nel 1990, l’ancora presidente Alan Garcia, pose agli ordini di Fujimori il suo capo del Servizio di Intelligence Nazionale, Generale Diaz, per sostenere attivamente la campagna della seconda rielezione. Nel 1992, agenti nordamericani ‘commissionarono’ il colpo di Stato di Fujimori, puntando ad eliminare la ‘indisciplina’ della democrazia parlamentare e ‘legalizzare’ il genocidio. Nel 1993, Fujimori fu presentato nelle Nazioni Unite, per parlare sulla “resa di sendero” e sulle ‘lettere di pace’ attribuite in una rozza montatura al Presidente Gonzalo; però alla fine dell’anno un militare nordamericano Watson condusse operazioni controinsurrezionali. Nel 1994, il capo del comando sud dell’esercito nordamericano presente a Lima, condusse nuove operazioni contro la guerrA POPOLARE e prepararono le elezioni del 1995. Nel 2000, sconfitta e putrefazione del governo Fujimori [CADUTO GRAZIE ALLA LOTTA POPOLARE], sfocia in un grottesco ballottaggio; prepararono la sua fuga, la Organizzazione degli Stati Americani monitorò il ‘processo di transizione’ a partire dalla sua Missione di Alto livello installata con una Segreteria Permanente a Lima, promuovendo l’immagine meticcia di Toledo. Montesinos finì in Venezuela e Fujimori fu assegnato all’esilio in Giappone. Elezioni attualiSulle controversie pubbliche tra governo ed ‘opposizione’, tra partiti borghesi e tra candidati, si impongono le istruzioni dell’imperialismo yankee. Nel 2005 l’imperialismo promosse il ritorno di Fujimori, come una possibilità elettorale; dimostrato dalle circostanze del suo viaggio in Cile e per la cecità con cui il governo di Toledo, contemplò l’uso illegale, che fece Fujimori, dei programmi gratuiti della televisione. I sondaggi lo portarono al ballottaggio con la candidata ‘democratico cristiana’ Lourdes Flores ed i fujimoristi dichiararono che quando fosse giunto a Lima sarebbero arrivati a migliaia all’aeroporto per impedire la sua cattura. Uno specialista in sondaggi, dell’Università di Lima, avvertì che la popolarità di Fujimori (15 %) si debba al fatto che molta gente lo vede “come qualcuno che rimane ai margini di questa classe politica”, dei Toledo, Garcia, ecc., colma di sconfitte. Aggiunse che “più del 60 per cento percepisce Fujimori come un corrotto”. Allora, dice che si candiderebbe, che con il 15 % passerebbe al ballottaggio però che il 60 % non lo avrebbe mai votato. Che le Università siano state utilizzate come ‘istituzioni scientifiche’ capaci di fare inchieste serie, dimostra incidentalmente, come corrompono una cerchia di intellettuali facendoli arretrare al mercenarismo. Però ciò che è centrale è che l’opinione dello specialista, si colloca dentro la logica dei fatti. È a causa di questo ritorno traumatico e di un ballottaggio non certo, che si è potuta presentare la occulta decisione di lasciare a Fujimori, fuori dalla carriera politica, (trattenuto in Cile sotto minaccia di estradizione), ma non eliminato come alternativa di governo.Facciamo questa valutazione perché Fujimori ha delineato due cose: da un lato un patto con il governo di Toledo per il quale si cambia un ordine di arresto in un rinvio a giudizio, ed in cambio lui si assoggetta alla giustizia peruviana (dichiarazione pubblica del suo avvocato a Lima); questo esprime una forma di procedere che cerca di legittimare il loro ingresso in Perù. D’altra parte, ha denunciato Toledo come colpevole della ripresa del “terrorismo”, di non aver fatto caso alle “ronde contadine” (masnade controrivoluzionarie create dalle Forze Armate) che denunciarono tale ripresa e che al contrario sono state perseguitate ed abbandonate, questa accusa è appoggiata da alcuni militari, ed è un criterio comune con gli Humala, cosa che esprime un altro modo di procedere, di cercare l’appoggio di settori delle FF.AA., senza scartare il colpo di Stato. Sono due posizioni che non si escludono. In questa circostanza ha senso porre come centro della lotta del popolo la necessità di estradarlo ? Incentrare nel chiedere l’estradizione è seminare nel popolo la fiducia nel vecchio Stato e del suo putrido potere giudiziario. Solo il popolo sarà capace di applicare una autentica giustizia. Ciò che conta è smascherare i governi del Messico, Cile, Giappone (che furono parte del piano di ritorno), e dello stesso Perù, come pezzi dell’ingranaggio imperialista oppressore, che lo protegge
oggi come futura alternativa di governo per cui se fosse estradato, ciò sarebbe funzionale a svolgere qualche ruolo assegnatogli; in ogni caso il suo destino non sarebbe peggiore di quello di Alan Garcia, o di Pinochet.Fujimori restò così l’aspettativa ed i sondaggi non tardarono ad includere Ollanta Humala. Il candidato dell’APRA, Alan Garcia (un ex presidente genocida degli anni ’80 – RESPONSABILE TRA L’ALTRO DELL’ASSASSINIO DEI 300 COMBATTENTI PRIGIONIERI DI LURIGANCHO, EL FRONTON E SANTA BARBARA IL 19 GIUGNO 1986, E DI ALTRI FATTI ANALOGHI DEL 1985, OLTRE CHE DI GENOCIDI DI CONTADINI, LAVORATORI E STUDENTI) la candidata Lourdes Flores, denunciò il governo di Toledo, per avergli dato copertura giornalistica, “andando a letto con il nemico”, dichiarò che “la riapparizione elettorale di Humala riflette lo scontento della popolazione di fronte al sistema democratico. È una irruzione di qualcuno che mette in discussione il sistema alle sue radici”, ed indipendentemente dalla “interessata” denuncia che fece la governativa “Commissione per la verità e la riconcilazione’, contro Humala per violazione dei Diritti dell’Uomo, questo genocida che si è legalmente candidato con la UPP (Unión Por el Perú), partito creato con il servo dell’imperialismo Pérez de Cuellar (ex segretario generale dell’ONU) nel 1995. In una intervista con la BBC nel gennaio del 2005, quando chiesero a Ollanta che opinava sulla presa del commissariato di Andahuaylas da parte di suo fratello Antauro, egli dissero “Mi ha mostrato con l’opinione favorevole qualsiasi riscatto della sovranità popolare per parte dei partiti politici, movimenti od associazioni di forze vive della società”, “la popolazione ha il diritto ad esercitare il diritto costituzionale alla insurrezione popolare” [DETTO DA OLLANTA, POPULISMO REAZIONARIO PER MASCHERARE UN PROGETTO DI COLPO DI STATO REAZIONARIO CON UN FALSO APPOGGIO DI MASSA APPARECCHIATO PER L’OCCASIONE], perché “la democrazia è stata rubata al popolo peruviano”. “Vedendo le cose, potrebbe accadere che il popolo abbia perduto una opportunità di fare uso del suo diritto alla sovranità popolare ed a recuperare la sua democrazia, ed a revocare un cattivo presidente, delegittimatosi e si è posto, in qualche modo, ai margini della legalità”, termina dicendo che “si inizia una nuova tappa”. Ciò che sta facendo il genocida Humala è dire alle Forze Armate che perdettero una opportunità di destituire Toledo. Allo stesso modo Fujimori sta bussando alle porte delle caserme cercando appoggio. Che cosa potremmo dedurre da ciò ? Ciò che è decisivo è che il ruolo delle FF.AA. nella politica nazionale, questa è una terza verità evidente agli occhi del popolo dal 1982, anno in cui le FF.AA. fecero ingresso direttamente e crudelmente a scontrarsi con la guerra popolare. Ogni potere si sostiene con le armi, ogni Stato si basa su un esercito. Questa legge sociale negata ipocritamente dai “democratici liberali” è rimasta allo scoperto e oggi la gente la può comprendere con gran facilità. E poiché è una legge sociale il Partito Comunista del Perú definì apertamente e chiaramente che per trasformare la società peruviana occorre distruggere il vecchio Stato oppressore e questo non si fa con le belle maniere o con Forum pieni di fumo, per sognare in “altri mondi possibili”; distruggere la oppressione, che è un fatto materiale, esige la distruzione dell’esercito reazionario, il mezzo materiale che lo sostiene; e per metterlo in pratica iniziarono la guerra del popolo, costruendo al suo interno l’Esercito guerrigliero Popolare e le Basi di Appoggio (regioni con potere popolare), che sono espressione del Nuovo Stato democratico popolare. Migliaia di vite e di sangue versato, palpitano nella costruzione di questo Nuovo Stato che si sostiene anche con le armi ma ove ad impugnarle è il popolo, per difendere i suoi interessi e senza alcun fine mercenario.L’8 gennaio 2006, il settimanale peruviano “5to Potere”, pubblicò una intervista ad un ex Comandante Generale della aviazione Alfredo Palacios Dongo. Gli chiesero sugli ex militari incorporati nelle liste elettorali: “Penso che (i partiti politici)
non li stiano considerando affatto, per la lotta contro il terrorismo, già avendo dei militari nelle liste ci sarebbe un po’ più di forza in questa idea”. [IMPORTANTE: IN AMERICA LATINA NON SI SONO DIMENTICATI I COLPI DI STATO COME INVECE IN ITALIA HAN DIMENTICATO I TENTATIVI IN TAL SENSO, E FA ANCORA SCANDALO CHE DEI MILITARI PARTECIPINO ALLE ELEZIONI POLITICHE]. “Penso che questo governo abbia fatto molto danno per quanto riguarda le FF.AA., la ripresa del terrorismo che non si vuole riconoscere, e pertanto, non ha applicato nessuna strategfia antisovversiva” [QUI LA FALSITA’ E FAZIOSITA’ DEI BORGHESI REAZIONARI: IL PIU’ GRANDE ESERCITO LATINOAMERICANO IMPEGNATO DA 26 ANNI IN TUTTO IL TERRITORIO, METROPOLITANO E RURALE, A COMBATTERE CON OGNI MEZZO E CON CENTINAIA DI MIGLIAIA DI PARAMILITARI SPESSO ARRUOLATI A FORZA, CONTRO LA PIU’ IMPORTANTE GUERRA POPOLARE DEL MONDO, NON FAREBBE GIOCO CITARLO DA PARTE DI QUESTO POLITICO, E GIOCANO A RINFACCIARSI LO “SCANDALO” DEL PERSISTERE ED ESTENDERSI DELLE BASI DI APPOGGIO E DELLA GUERRA POPOLARE, NON VOLENDO AMMETTERE AL POPOLO LA FORZA PERDURANTE DI QUESTE, A SCOPO DI IMMAGINE MONDIALE ANCHE] Così registra questo militare, il fatto che i piani contro la Guerra Popolare stanno fallendo, e che questo è il problema che hanno. Cosa si comprende da tutto questo ? Innanzitutto che la guerra popolare che sorse nel 1980 non ha cessato di essere il suo problema principale, e questo si deve a quei comunisti, combattenti e popolo cosciente che continuarono, a dispetto di quelli che li invitavano a lasciare le armi ed indipendentemente dalla squallida montatura che pretendeva di presentare il Presidente Gonzalo come un traditore. Secondo, che sia Fujimori che gli Humala non scartano il colpo di Stato, la ‘marcia popolare’, ‘il diritto costituzionale alla insurrezione’, però Humala ha detto che ora ‘c’è una nuova tappa’, le elezioni; e mentre Fujimori sta ad attendere in Cile, in Perù i militari vanno a candidarsi per assicurarsi l’annientamento della incontenibile guerra popolare. Terzo, le classi degli oppressori e le FF.AA. stanno divise in fazioni e gruppi, che si uniscono temporalmente o lottano tra di loro, creando oggi un completo quadro pericoloso per la loro democrazia borghese. Quarto, non c’è lista di candidati che non contenga personaggi coinvolti nel genocidio e nella corruzione, che altro potrebbero dimostrare le iene grondanti del sangue del popolo ?In sintesi, queste elezioni sono già sputtanate. I fatti hanno parlato per 26 anni di guerra popolare e continueranno a farlo fino alla conquista del potere in tutto il paese. Fiducia, fiducia nelle masse popolari e nei comunisti CHE CONDUCONO LA GUERRA POPOLARE. Il popolo ed anche le più giovani generazioni, sapranno discernere tra le vie che gli si presentano davanti, tra “il buon ordine” e la “sacrosanta legge” di una democrazia borghese affamatrice imposta da una minoranza corrotta e genocida o il “demonizzato” e tante volte condannato “terrorismo” di una massa di poveri sul piede di guerra, che nonostante le gravi difficoltà, si solleva testarda, una volta ed un’altra volta ancora, per tornare a crescere, attuando il compito di distruggere questo caduco ordine e sostituirlo con una società senza sfruttamento ed oppressione, guidati dalla inestinguibile luce del Presidente Gonzalo.Comité de Apoyo a la Revolución Peruana. CARP – Chile. Santiago de Chile, Marzo, 2006.