Comunicato stampa                                Palermo, 18 giugno 2006

 

Call centerà“precarizzazione assoluta”

Adesso basta!

 

Sosteniamo la rivolta dei precari scoppiata nei call center di tutta Italia, dalla Cosmed e Alicos di Palermo ai precari di Catania,  all’Atesia di Roma… contro le condizioni di supersfruttamento di questa “tipologia” di lavoratori.

La  precarizzazione di tutti i lavoratori è l’intento di chi ha approvato la legge 30 e di tutti coloro che non la vogliono abolire, dal neo segretario nazionale della Cisl Bonanni alla Cgil che a parole dice di volerla abolire ma nei fatti la introduce nei vari contratti che firma, vedi il vergognoso accordo con Cisl e Uil siglato con l’azienda Atesia dell’11 aprile scorso che di fatto licenzia 900 lavoratori, ne “stabilizza” pochissimi a 650 euro mensili lordi e per tutti gli altri? precarietà a piene mani: contratti di inserimento, apprendistato professionalizzante e LAP- lavoro a progetto, senza nessuna possibilità di trasformazione del contratto a tempo indeterminato, insomma senza diritti!

 

A Palermo da giorni i precari Cosmed scioperano contro il tentativo di ridurre il compenso a chiamata di 10 centesimi con la conseguente diminuzione della retribuzione mensile di almeno 100 euro, contro le minacce dei padroni di non rinnovare i contratti in scadenza e soprattutto per la stabilizzazione, da LAP (tipologia di contratto stipulato in modo illegittimo dalle aziende che invece sfruttano questi lavoratori e lavoratrici obbligandoli a mansioni proprie di un lavoro subordinato) a lavoratori subordinati.

 

La novità starebbe nella circolare 17/2006 del ministero del lavoro (che risale all’ex ministro Maroni e che viene fuori solo ora per la rivolta dei precari!) per fare “chiarezza” nel “far west” del precariato come lo definisce il sole24ore! Se la Cgil da un lato per voce di qualche sindacalista fa l’ingenua “l’accordo era stato firmato sul presupposto che i contratti di collaborazione fossero legittimi…”, i padroni dall’altro sanno bene di operare nell’“illegalità” come si evince dalle parole di Costamagna - presidente di Assocontact, associazione nazionale dei contact center in outsourcing -: “Ci sono non poche imprese piccole  e medie che hanno lavoro al confine fra due tipologie [in bound e outbound] per questo motivo pensiamo ci voglia elasticità e che ci debba essere il tempo per adeguarci alle nuove regole”. (sole 24 ore del 15 giugno).

 

“Lavoro al confine fra due tipologie” per noi significa  STABILIZZAZIONE PER TUTTI I PRECARI!

 

ABOLIRE LA LEGGE 30!

 

Slai Cobas per il sindacato di classe

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