News-anarcotico] Dal lager di San Michele (AL) 24 giugno 2006
Da: spaziodocumentazione

Diffondiamo il testo di una lettera scritta a metà giugno da Antonino 
Faro, attualmente detenuto presso il carcere di San Michele 
(Alessandria).


SUL LAGER DI SAN MICHELE


Noi, detenuti sottoposti a regime E.I.V., nel carcere di San Michele, 
viviamo in una situazione detentiva particolare. Da quando è stata 
istituita questa sezione, circa un anno e mezzo, le condizioni in cui 
ci 
troviamo sono quelle dell'isolamento. Non abbiamo nessuna possibilità 
di 
effettuare attività sportive, ricreative, culturali. Non ci è permesso 
frequentare né la biblioteca, né la scuola. Le ore d'aria (4 al giorno) 
si svolgono in un cubicolo di cemento di dimensioni offensive per la 
nostra dignità personale. Venticinque metri quadrati sono lo spazio che 
abbiamo a disposizione. Questo quadrato di cemento è circondato da mura 
altissime, che non ci permettono di vedere neanche il sole. I colloqui 
con i familiari, gli amici, le compagne sono possibili soltanto il 
lunedì, circostanza assurda se si pensa che è un giorno lavorativo, e 
tutte le persone internate qua hanno gli affetti, i propri cari 
distanti 
centinaia di chilometri.
Siamo in cinque in questa sezione, due sottoposti ad isolamento diurno 
da vari mesi, e inoltre c'è un ragazzo somalo in sciopero della fame da 
venti giorni, in segno di protesta per questo regime, ingiustificato, a 
cui siamo sottoposti da sempre. La volontà di annullamento 
dell'individuo, di oppressione, di sopruso è palese. Le responsabilità 
vanno ricercate, senza ombra di dubbio, nel volere della direzione del 
carcere. Con questa nostra lettera vorremmo rompere l'isolamento che ci 
circonda. Per questo facciamo affidamento a voi, e a tutti quelli che 
considerano il carcere l'espressione più schifosa e vigliacca di questa 
società assassina. Auspichiamo che le nostre condizioni vengano rese 
pubbliche, e che ci sia informazione e sostegno, secondo le modalità 
che 
ognuno ritiene più opportune. Queste nostre rivendicazioni possono 
apparire parziali, riformiste, ma è sicuro che per noi hanno un valore 
molto diverso. Per noi il carcere non è da riformare, da rendere più 
umano ma da abbattere. Difatti piccole "vittorie" come avere libero 
accesso a tutte le attività sportive, culturali, etc...non cambieranno 
questo posto, che resterà sempre un lager punitivo. Ma il nostro 
quotidiano viverci subirà, significativamente, un cambiamento in 
positivo. Niente di più, niente di meno.
Con questo salutiamo tutti e tutte, con la speranza che la vostra 
solidarietà si faccia sentire.

I detenuti della sezione E.I.V. San Michele
Ciise Maxanied, Bonamici Giuseppe
Faro Antonino