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MARGHERA NON SI TOCCA

SENZA EGUAGLIANZA NON C’E’ DEMOCRAZIA

La ricchezza e la caduta del muro di berlino nel veneziano hanno prodotto evidentemente piu’ danni che altrove, qui certe persone pensano che noi si possa vivere come presso gli antichi romani. In particolare l’ideologia, anche cacciariana, del nord-est zona liberata del mercato e della competizione che farebbe crescere una società diversa, non produce meno disperazione che altrove, né ha garantito sul piano complessivo la tenuta di una politica industriale seria e rispettosa degli impegni assunti sulla carta dalla classe capitalista. Questo il significato delle false battaglie ecologiste. E’ la classe operaia di Marghera che ha insegnato prima di chiunque altro in Italia cosa fosse la battaglia ecologica ! E le cose se non sono cambiate del tutto, in parte sono cambiate ! Anche per questo, forse, c’è chi acquista le fabbriche per poi farle affondare (americani qui, tedeschi altrove).

Dissolutezza culturale, tradimento, svendita, interessi e corruzione hanno segnato la vita di certe "politiche economiche" qui a marghera negli ultimi 15 anni, che sono state peraltro aggravate da due disgrazie nazionali per i lavoratori e le grandi masse che affluiscono in Europa da un mondo sconvolto dal neocolonialismo e dalla guerra: la concertazione (1993) e la legge che ha istituito la precarizzazione e la schiavizzazione del posto di lavoro (2002). Una disgrazia che è seguita a quella del 1984 (blocco della scala mobile). Per far tacere la protesta delle masse lavoratrici hanno dato spazio alle loro bugie sul "costo del lavoro", le cui "tasse" in realtà tornavano ai padroni sotto forma di "sovvenzioni" ed altro.

Da Biella a Terni, dalla Sicilia alla Lombardia, da Genova a Sesto S.Giovanni, da decenni assistiamo alla chiusura di fabbriche altamente competitive e per nulla superate (basti pensare alle acciaierie di Sesto, per fare un esempio storico, o alla Fila di Biella, acquistata da un altro gruppo finanziario per farla diventare l’imbra di se stessa con la conseguente perdita di posti di lavoro a centinaia e migliaia nel ciclo tessile e confezionista), a fusioni, vendite ed acquisti. La vita dei lavoratori non vale nulla, e la classe politica non ha avuto nemmeno la serietà della decenza dal momento che ha proceduto a lasciar fare, senza ricorrere mai alla salvaguardia del patrimonio economico nazionale industriale.

Del resto la speculazione finanziaria ed edilizia non hanno certo giovato alle tasche dei lavoratori, e nessuno può dire di arrivare alla fine del mese nella serenità di una vita di sacrifici comunque gratificata dalla certezza di un posto di lavoro dignitosamente vissuto !

Questa non è una condizione ovvia od inevitabile ma la conseguenza delle scelte che la classe borghese ed i suoi rappresentanti politici della I a come della II a repubblica hanno adottato, ben protetti, in questo, da una giustizia che si rivolge solo alle manifestazioni più evidenti di uno sfascio politico e morale che non ha precedenti, e che si spiega solo con l’essersi subordinata l’Italia alle politiche di guerra dell’imperialismo americano ed alle volontà rapaci di confindustria.

A Marghera adesso vorrebbero che ci accontentassimo di un accordo. Vogliamo assunzioni di responsabilità dello Stato che vanno un po’ oltre le promesse. I giovani sono disoccupati, i lavoratori fanno a concorrenza con gli immigrati a chi guadagna un posto di lavoro per qualche mese nei servizi, chi rompe le scatole o chi è troppo in gamba viene mobbingzzato e questo anche dentro le municipalizzate, diventate nel frattempo "aziende privatizzate" o a capitale misto, di "servizi" CHE COMUNQUE SONO PEGGIORATI IN QUALITA’ E ADEGUATEZZA ALLE MUTATE ESIGENZE DI UNA POPOLAZIONE sfruttata e oramai privata di qualsiasi certezza. Questa è una situazione gravissima, che non può essere risolta con poche parole.

Compagni e Compagne, l’unica garanzia è la coscienza operaia

Tutta la nostra solidarieta’ ed internita’ ai contenuti ed alle forme, qualsiasi siano e qualsiasi saranno, che la classe operaia di marghera sta attuando.

I blocchi delle portinerie del 21 settembre, del 23 settembre e del 13 ottobre, sono solo un segnale che se il potere politico ed economico non capira’, ci potra’ portare ad un nuovo gravissimo conflitto.

Marghera non si chiude !

Assunzione di responsabilità, non parole !

Requisizione del TDI !

Difesa delle fabbriche e delle imprese !

Impegno pubblico alla parità dei lavoratori dipendenti e delle imprese !

Nessuna latitanza di stato !

La lotta paga !

Comunicato del Coordinamento costitutivo SLAI COBAS per il sindacato di classe Marghera e provincia di Venezia - 19-10-2006 - fip - v.corridoni 4 - mira/ve

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