Subject: Alcune riflessione sul documento del maggiore dei Carabinieri Rosario Castello

 

Il documento Riflessioni sull'utilizzo delle armi non letali del maggiore dei carabinieri Rosario Castello preso nel sito http://www.carabinieri.it/Internet/Editoria/Rassegna+Arma/2003/4/Informazioni+e+Segnalazioni/01_Rosario_Castello.htm

pone alcune rilfessioni in quanto potrebbe aiutarci a capire la situazione ed a agire.
Quando comincia con classico della strategia militare Sun Tzu, ci fa capire che l'attuale situazione è una guerra non dichiarata da parte di alcuni apparati dello stato. Il maggiore Rosario in questo scritto afferma "Quando duemila anni fa circa, Sun Tzu affermò che per annientare il nemico non era necessario distruggerlo fisicamente, ma annientare la volontà di vincere, forse non immaginava ancora la possibilità di impiegare un'arma non letale". Certo fà ridere parlare di armi di non letali, ma qualè lo scopo della rotura tenologica se non quella di annientare la volontà di una persona. Queste armi sono politicamente convenienti da parte degli apparati dello stato, in quanto possono evitare inultili spargimenti di sangue con tutti gli incovenienti a livello mediatico e politico che si anno (vediamo il attualmente il caso Birmania cosa vuol dire una repressione alla luce del sole e davanti ai media internazionali). C'è lo svantaggio della loro proliferazione, visto la loro efficacia (perciò anche da parte di gruppi crminali/mafiosi.
Perciò siamo di fronte a strumenti per un conflitto a bassa/media intensità.
Diceva Sun Tzu che combattere e vincere cento battaglie non è prova di suprema eccelenza la suprema abilità consiste nel piegare la resistenza/volontà del nemico senza cobatttere.
Perciò è un problema politico.
Davanti a questo la risposta non può che essere conteporaneamente che sul piano, politico, ideologico.
Essere coscienti che facciamo parte di una battaglia più generale. la battaglia dell'emancipazione delle classi subalterne che hanno la loro ideologia, la loro prassi che sono in constrasto con la prassi e ideologia delle classi dominanti.
Marco Sacchi

COMMENTO

Osservando i dati di fatto (indagini, FATTI LIBERTICIDI, omicidi di compagni arrestabilissimi ed invece assassinati da parte dei CC, battute di spirito, tecniche che usano, ed inoltre le cose che i CC “special-deviati” continuano ad urlare durante la tortura, le coincidenze (l’ex carabiniere Marino Sacchetti capo della “Brigata Brenno” ed il prete suo amico bergamasco giustiziato come spia da un battaglione del EPG in un villaggio peruviano, la sua concordanza di intenti con un ex dissociato di pl, l’essere lui protetto da vari personaggi che avrebbero invece dovuto unirsi per cacciarlo dentro un cesso, il silenzio di tutto il movimento o quasi sul libro Il Prometeo incatenato), verrebbe da pensare che i CC tengono in ostaggio la società, la politica, ecc.

A questo portano conferma alcuni dati: il medico ergastolano del bacio di Andreotti, detenuto a Spoleto, dichiarava nel dicembre 2002 al sottoscritto che un alto ufficiale dei CC lo aveva consultato circa le mie denunce. A tutt’oggi però i CC non si sono mai interessati ufficialmente al caso e nei vari interrogatori brevi (a parte il primo, lungo ed infruttoso, del pm di Biella nell’agosto 2002) e formalmente dovuti nel merito delle mie querele, c’era sempre la presenza di ps e mai di cc.

Inoltre nella perquisizione del gennaio 2005 della DIA-Digos di Firenze, era presente un capitano dei CC – ROC di Pisa, il quale si avvedeva di non sfogliare attentamente SOLO LA CARTELLA DELLA CONTROINCHIESTA (appunti e basi per scritti).

Questi ed altri indizi mi conducono alla volontà di denunciare loro, i membri dei ROS-ROC, compresi quelli operativi qui a Mira, in una caserma decisa di costruire proprio subito dopo il mio arrivo a Mira (1992), e divenuta operativa circa nel 1995, come gli autentici conduttori all’esterno del carcere, dopo la delega ai GOM mentre ero in carcere, delle torture di MK Ultra condotte sulla mia persona.

Paolo Dorigo, 9-10-2007