Autore:Josif Stalin

Da Wikisource AL 29-12-2009

W MARX W LENIN W MAO TSE-TUNG W ENGELS EVVIVA EVVIVA IL COMPAGNO GIUSEPPE STALIN TERRORE TERRORE DEI FALSI COMUNISTI TERRORE TERRORE DEI NAZISTI E DEI DEMOCRISTI !
Josif Stalin


 Opere

 Discorsi

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  • PARTE DEL RAPPORTO AL XVIII CONGRESSO DEL PC(b) dell'URSS, 1939, DI AUTOCRITICA PER GLI ECCESSI DELLE PURGHE, E DI RIVENDICAZIONE COMUNQUE DEL RAFFORZAMENTO DEL PARTITO, CHE LO PRESERVO' DALLE MERDE REVISIONISTE COME KRUSCEV PER ALTRI 17 ANNI. dalla edizione delle Opere scelte, Movimento Studentesco, Italia, 1972-1973, è visionabile in: http://www.paolodorigo.it/letture/opere-scelte-stalin.html

 

2 fonte riportata nel testo

Un inedito di Stalin Riteniamo utile pubblicare il discorso inedito di I.V. Stalin al Plenum del Comitato Centrale del PCUS del 16 ottobre 1952. Il discorso è riportato nel resoconto stenografico della seduta ad opera di L.N. Efremov ed è stato pubblicato da «Sovietskaja Rossija» il 13 gennaio 2000 e tradotto in italiano da Stefano Trocini. Dal verbale si può capire che gli avvenimenti relativi al XX Congresso del PCUS stavano già maturando prima della morte di Stalin e che la destra del partito stava già lavorando alla svolta del ’56.

Si è svolto dunque il congresso del partito. I lavori del congresso sono andati bene e a molti può sembrare che tra noi ci sia la più completa unità. E invece questa unità non c’è. Alcuni esprimono disaccordo con le nostre decisioni.

Si chiedono perchè abbiamo sensibilmente allargato la composizione del CC. Ma non è forse chiaro che occorreva introdurre forze nuove nel CC? Noi siamo vecchi, moriremo tutti, e allora, non dobbiamo forse pensare a chi consegneremo il testimone dela nostra grande causa? Chi la porterà avanti? Per questo occorrono persone, esponenti politici più giovani, fedeli. E cosa significa far crescere un esponente politico, uno statista? Per questo ci vuole un grande impegno. Occorrono dieci, anzi quindici anni per preparare un uomo di stato.

Ma non basta soltanto desiderarlo. E’ possibile preparare uomini politici ideologicamente temprati soltanto nell’attività pratica, nel lavoro quotidiano per applicare la linea generale del partito, per vincere l’opposizione di ogni genere di elementi opportunisti ostili, che tendono a frenare e minare l’opera di costruzione del socialismo. Gli esponenti politici di esperienza leninista, educati dal nostro partito, dovranno sconfiggere nella lotta questi tentativi ostili e conseguire il pieno successo nel raggiungimento dei nostri grandi obiettivi.

Non è forse chiaro che bisogna elevare il ruolo del partito, dei comitati di partito? Come si può trascurare il miglioramento del lavoro del partito tra le masse, come ci ha insegnato Lenin? Tutto ciò richiede un afflusso di forze giovani e fresche nel CC, che è il quartier generale dirigente del nostro partito. E così abbiamo fatto, seguendo le indicazioni di Lenin. Ecco perchè abbiamo allargato la composizione del CC. E anche il partito si è un poco ingrandito.

Ci chiedono perchè abbiamo liberato da importanti incarichi ministeriali illustri esponenti del partito e dello stato. Cosa possiamo dire a questo proposito? Abbiamo liberato Molotov, Kaganovic, Vorosilov ed altri dai loro incarichi ministeriali e li abbiamo sostituiti con nuovi funzionari. Perchè? Su quale base? Il lavoro di ministro è un lavoro duro. Richiede grande energia, concrete conoscenze e salute. Ecco perchè abbiamo liberato alcuni compagni meritevoli dagli incarichi ricoperti e abbiamo nominato al loro posto funzionari nuovi, più qualificati e intraprendenti. Sono persone giovani, piene di forza e di energia. Dobbiamo appoggiarli nel loro impegnativo lavoro.

Per quanto riguarda questi illustri esponenti politici e statisti, essi rimarranno tali, illustri esponenti politici e statisti. Li abbiamo nominati vicepresidenti del Consiglio dei Ministri. E così neppure io so quanti sono i miei vice.

Non possiamo non considerare il non corretto comportamento di alcuni illustri esponenti politici, se parliamo dell’unità nelle nostre azioni. Mi riferisco ai compagni Molotov e Mikojan.

Molotov è un compagno fedele alla nostra causa. Se lo chiami, sono certo che senza il minimo tentennamento egli sacrificherà la vita per il partito. Ma non si può ignorare certe sue azioni poco degne. Il compagno Molotov, nostro ministro degli esteri, in un ricevimento diplomatico, "tradito da qualche bicchierino" ha dato all’ambasciatore inglese il consenso alla pubblicazione nel nostro paese di giornali e riviste borghesi. Perchè? Su quali basi ha ritenuto di dover dare questo consenso? Forse non è chiaro che la borghesia è il nostro nemico di classe e che la diffusione della stampa borghese tra i cittadini sovietici non può fare nient’altro che danno? Se facessimo questo passo sbagliato esso eserciterebbe un’influenza dannosa, negativa sulle menti e sulla visione del mondo dei cittadini sovietici, porterebbe all’indebolimento della nostra ideologia comunista e al rafforzamento dell’ideologia borghese. Questo è il primo errore politico del compagno Molotov.

E che significa poi la proposta del compagno Molotov di dare la Crimea agli ebrei? Questo è un grave errore del compagno Molotov. Perchè lo ha fatto? Come ha potuto farlo? Su quali basi il compagno Molotov ha formulato una simile proposta? Da noi già esiste la repubblica autonoma degli ebrei. Non basta forse? Che questa repubblica si sviluppi. E il compagno Molotov non deve fare l’avvocato di pretese illegittime degli ebrei sulla nostra Crimea Sovietica. Il compagno Molotov si comporta in modo scorretto per un membro del Politburo. E noi respingiamo categoricamente le sue proposte cervellotiche.

Il compagno Molotov ha una così alta considerazione della propria consorte, che non facciamo in tempo a prendere una decisione nel Politburo su questo o quel problema politico e la cosa viene rapidamente a conoscenza della compagna Zemcuzina. Sembra che un filo invisibile colleghi il Politburo con la consorte di Molotov Zemcuzina e i suoi amici. E lei è circondata di amici di cui non ci si può fidare. E’ evidente che questo comportamento di un membro del Politburo è inammissibile.

Passiamo ora al compagno Mikojan. Egli arriva a contestare l’aumento dell’imposta agricola sui contadini. Chi è il nostro Anastas Mikojan? Cosa non gli è chiaro?

Il mujik è nostro debitore. Ai contadini ci lega una solida alleanza. Abbiamo concesso la terra ai colcos per l’eternità. Essi debbono dare allo stato il dovuto. Perciò non si può essere d’accordo con il compagno Mikojan.

A.J. Mikojan sale alla tribuna e si giustifica rimandando a certi conti economici.

Stalin (interrompendo Mikojan): Mikojan è un novello Frumkin. Guardate, si confonde da sè e vuole confondere anche noi in queste chiare questioni di principio.

V.I.Molotov sale alla tribuna, ammette i suoi errori, si giustifica e assicura che è stato e resterà un fedele discepolo di Stalin.

Stalin (interrompendo Molotov): Sciocchezze! Io non ho discepoli. Tutti noi siamo discepoli del grande Lenin.

Stalin propone di risolvere le questioni organizzative, di eleggere gli organi dirigenti del partito. Al posto del politburo si elegge il presidium del partito sensibilmente allargato, nonchè la Segreteria del CC del PCUS composta in tutto da 36 persone.

Nell’elenco, dice Stalin, ci sono tutti i membri del vecchio Politburo ad eccezione di A.A.Andrev. Quanto allo spettabile Andreev è tutto chiaro, egli è diventato completamente sordo, non sente niente, non può lavorare, deve curarsi.

Voce dalla sala: Bisogna eleggere il compagno Stalin Segretario Generale del CC del PCUS.

Stalin: No! Liberatemi dagli incarichi di Segretario Generale del CC del PCUS e presidente del Consiglio dei Ministri dell’URSS.

G.N.Malenkov (dalla tribuna): Compagni! Dobbiamo chiedere tutti al compagno Stalin, nostra guida e maestro, all’unanimità e all’unisono, di essere ancora Segretario Generale del CC del PCUS!

Stalin (dalla tribuna): Al Plenum del CC non servono gli applausi. Bisogna risolvere i problemi senza emozioni, in modo pratico. E io chiedo di essere liberato dagli incarichi di Segretario Generale del CC del PCUS e presidente del Consiglio dei Ministri dell’URSS. Io sono ormai vecchio. Non leggo i documenti. Eleggetevi un altro Segretario.

S.K.Timosenko: Compagno Stalin! Il popolo non capirà. Noi tutti come un sol uomo vi eleggiamo nostro dirigente, Segretario Generale del CC del PCUS. Non può esserci un’altra soluzione.

Tutti si alzano in piedi e applaudono calorosamente, appoggiando Timosenko. Stalin rimane a lungo in piedi guardando la sala, poi fa con la mano un gesto di disappunto e si siede.

NOTE (della redazione di «Sovietskaja Rossija»)

L’affermazione di Stalin sulla mancanza della piena unità in seno alla dirigenza del partito ebbe un’evidente conferma dopo la sua morte. Il gruppo che prese il sopravvento, ignorando le norme della democrazia di partito e sovietica, restrinse drasticamente la composizione degli organismi dirigenti e fece di tutto per sbarazzarsi delle forze giovani e altamente qualificate promosse dal XIX congresso del PCUS.

Quando parla degli amici della moglie di Molotov, P.S. Zemcuzina, Stalin si riferisce ai circoli nazionalistici ebraici, sui quali l’allora ambasciatore di Israele in URSS Golda Meir esercitava una notevole influenza..

Frumkin M.I., menzionato da Stalin, si iscrisse al partito dal 1898 e dopo la rivoluzione d’Ottobre fu vicecommissario del popolo per le derrate alimentari, presidente del comitato rivoluzionario della Siberia, commissario del popolo al commercio con l’estero e commissario del popolo per le finanze. Fu esponente attivo dell’opposizione di destra.

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  • {{Testo|URSS - 14 ottobre 1952, Discorso al XIX Congresso del PCUS -GIà PC(b)DELL'URSS-})

dal sito Scintilla rossa

DISCORSO DI G. V. STALIN pronunciato il 14 ottobre 1952

Compagni!

Permettetemi di esprimere a nome del nostro congresso a tutti i partiti e raggruppamenti fratelli, i cui rappresentanti hanno onorato il nostro congresso con la loro presenza o che hanno fatto pervenire al congresso messaggi di saluto, il ringraziamento per gli amichevoli saluti, per gli auguri di successo, per la loro fiducia.

Ci è particolarmente care questa fiducia, che significa da parte loro precisa volontà di appoggiare il nostro partito nella lotta per un luminoso avvenire dei popoli, nella sua lotta contro la guerra, nella sua lotta per il mantenimento della pace.

Sarebbe un errore pensare che il nostro partito, divenuto una forza potente, non abbia più bisogno di appoggio. Questo non è vero. Il nostro partito, il nostro paese sempre ebbero e avranno bisogno della fiducia, della simpatia e dell’appoggio dei popoli fratelli degli altri paesi. La particolarità di questo appoggio consiste nel fatto che ogni appoggio alle pacifiche aspirazioni del nostro partito nel suo sforzo per il mantenimento della pace da parte di qualsiasi partito fratello, significa, nel medesimo tempo, un appoggio dato da quello stesso partito al proprio popolo nella sua lotta per il mantenimento della pace.

Quando gli operai inglesi, nel 1918 e 1919, durante l’intervento armato della borghesia inglese contro l’Unione Sovietica, organizzarono la lotta contro la guerra, con la parola d’ordine “Giù le mani dalla Russia”, questo fu in primo luogo un appoggio alla lotta del loro popolo per la pace e, in secondo luogo, un appoggio all’Unione Sovietica.

Quando il compagno Thorez o il compagno Togliatti dichiararono che i loro popoli non faranno la guerra contro i popoli dell’Unione Sovietica, questo è in primo luogo un appoggio agli operai e ai contadini di Francia e d’Italia che lottano per la pace e, in secondo luogo, un appoggio alle aspirazioni pacifiche dell’Unione Sovietica.

Il carattere particolare di quest’appoggio reciproco si spiega con il fatto che gli interessi del nostro partito non solo non sono in contraddizione, al contrario si fondono con gli interessi dei popoli amanti della pace. Per quanto concerne l’Unione Sovietica,i suoi interessi sono inseparabili in generale dalla causa della pace in tutto il mondo.

Naturalmente il nostro partito non può rimanere in debito verso i partiti fratelli, ed esso stesso deve dare a sua volta il suo appoggio a loro e ai loro popoli, nella loro lotta per la liberazione, nella loro lotta per il mantenimento della pace. Come noto, il nostro partito agisce cosi.

Dopo che il nostro partito ebbe preso il potere nel 1917 ed ebbe adottato una serie di misure concrete per la liquidazione dell'oppressione dei capitalisti e dei grandi proprietari fondiari, i rappresentanti dei partiti fratelli furono orgogliosi del coraggio e dei successi del nostro partito e gli diedero il titolo di”reparto d'assalto” del movimento operaio rivoluzionarlo mondiale. Con ciò essi esprimevano la speranza che i successi del “reparto d'assalto" avrebbero reso meno grave la situazione dei popoli che si trovavano ancora sotto il giogo del capitalismo. Io penso che il nostro partito ha corrisposto a tali speranze, particolarmente durante il periodo della seconda guerra mondiale, quando l’Unione Sovietica annientando la tirannide fascista tedesca e giapponese, ha liberato i popoli dell’Europa e dell’Asia dalla minaccia della schiavitù fascista. Certo, era molto difficile adempiere questo compito d'onore, quando il “reparto d'assa1to” era il solo, l'unico, quando doveva adempiere a questo compito di avanguardia quasi solo. Ma oggi non è più così; oggi la situazione è completamente diversa. Oggi, che dalla Cina alla Corea, dalla Cecoslovacchia all'Ungheria sono sorti nuovi “reparti d'assalto” - i paesi di democrazia popolare - oggi è diventato più facile per 11 nostro partito condurre la sua lotta e anche il lavoro procede con maggiore slancio.

Una particolare attenzione meritano quei partiti comunisti, democratici, operai e contadini che non sono ancora giunti al potere e continuano a lavorare sotto il tallone delle draconiane leggi borghesi. Per essi, evidentemente, il lavoro è molto più difficile. Tuttavia il loro lavoro non è cosi difficile come fu per noi comunisti russi, sotto il regime zarista, quando il più piccolo movimento in avanti veniva considerato come il più grave dei delitti. Tuttavia i comunisti russi hanno tenuto duro, non hanno avuto paura delle difficoltà e hanno ottenuto la vittoria. La stessa cosa avverrà per questi partiti.

Perché il lavoro di questi partiti non sarà così difficile come quello dei comunisti russi all'epoca dello zarismo?

In primo luogo perché essi hanno di fronte a sé l'esempio di lotte e di successi come quelli dell'Unione Sovietica e delle democrazie popolari. Di conseguenza possono trarre insegnamento dagli errori e dai successi di questi paesi e rendere così più facile il proprio lavoro. In secondo luogo perché la stessa borghesia, il nemico principale del movimento di liberazione, è divenuta un'altra, si è trasformata in modo molto profondo, è divenuta più reazionaria, ha perso i legami col popolo e, di conseguenza, si è indebolita. Si comprende che questo fatto deve rendere più facile l'azione dei partiti comunisti e dei partiti democratici.

Prima, la borghesia si permetteva di fare del liberalismo, difendeva le libertà democratico-borghesi e, in tal modo, si creava una popolarità. Oggi del liberalismo non è rimasta traccia: non vi è più "libertà individuale” e i diritti della persona sono riconosciuti solo a chi ha il capitale, mentre tutti gli altri cittadini sono considerati come grezzo materiale umano, buono soltanto per essere sfruttato.

Viene calpestato il principio dell'uguaglianza dei diritti degli uomini e delle nazioni: esso è sostituito dal principio dei pieni diritti solo per la minoranza degli sfruttatori e dalla mancanza di diritti per la maggioranza sfruttata dei cittadini.

La bandiera delle libertà democratico-borghesi la borghesia l'ha buttata a mare; io penso che tocca a voi, rappresentanti dei partiti comunisti e democratici, di risollevarla e portarla avanti, se volete raggruppare attorno a voi la maggioranza del popolo. Non vi è nessun altro che la possa levare in alto.

Prima Ia borghesia era considerata la guida della nazione: essa difendeva i diritti e l'indipendenza della nazione e li poneva “al di sopra di tutto”. Ora non vi è più traccia del "principio nazionale”, oggi la borghesia vende i diritti e l'indipendenza della nazione per dei dollari.

La bandiera della indipendenza nazionale e della sovranità nazionale è stata gettata a mare: non vi è dubbio che questa bandiera toccherà a voi di risollevarla e portarla in avanti, a voi rappresentanti dei partiti comunisti e democratici, se volete essere i patrioti del vostro paese, se volete essere la forza dirigente della nazione. Non vi è nessun altro che la possa levare in alto.

Tale è oggi la situazione. Si comprende che tutte queste circostanze devono rendere più facile il lavoro dei partiti comunisti e democratici, che non sono ancora giunti al potere. Di conseguenza ci sono tutte le condizioni per prevedere il successo e la vittoria del partiti fratelli nei paesi dove domina ancora il capitalismo.

Viva i nostri partiti fratelli! Lunga vita e salute ai dirigenti del partiti fratelli! Viva la pace fra i popoli! Abbasso i fomentatori di guerra!

 



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