Mail di G.B.

 04 giu 2005, 03:14:16

Da “La Repubblica”

Appena venti giorni fa il Garante per la privacy aveva messo in
guardia contro l'utilizzo degli strumenti per controllare a distanza
i lavoratori. E ora si scopre che ad impiegare i microchip nascosti
nei tesserini di riconoscimento è l'azienda fondata dal presidente
del Consiglio.....

Secondo il sindacato, nel tesserino di riconoscimento c'è uno
strumento per controllare gli spostamenti dei lavoratori "Microchip
spia per dipendenti" la Cgil denuncia Mediaset di LUCA FAZZO MILANO -
Appena venti giorni fa il Garante per la privacy aveva messo in
guardia contro l'utilizzo degli strumenti per controllare a distanza
i lavoratori. E ora si scopre che ad impiegare i microchip nascosti
nei tesserini di riconoscimento è l'azienda fondata dal presidente
del Consiglio. Ieri mattina Mediaset e tre società controllate dalla
holding del Biscione (Videotime, Rti e la Elettronica Industriale)
sono state denunciate dalla Cgil per comportamento antisindacale al
Tribunale del Lavoro di Milano. I vertici di Mediaset sono accusati
di avere inserito nei nuovi badge con banda magnetica distribuiti
alla fine del 2004 ai circa 2.500 dipendenti, un microcircuito Rfid
("Radio Frequency Identification"). È un chip di ultima generazione
che viene utilizzato in genere per i controlli sugli spostamenti
delle merci e degli oggetti (è un Rfid, per esempio, a far funzionare
il Telepass ai caselli autostradali) ma che il gruppo del Biscione
applica invece alle persone: in questo modo, secondo il sindacato,
Mediaset potrebbe seguire in diretta e archiviare in banca dati tutti
gli spostamenti dei suoi dipendenti sul luogo di lavoro. Una specie
di Grande Fratello aziendale in grado di pedinare passo per passo
ogni lavoratore. Ieri, alla notizia della denuncia, Mediaset
manifesta "stupore". "Per due volte - spiegano i portavoce di Cologno
Monzese - abbiamo rassicurato a voce e per iscritto i sindacati
sull'utilizzo di queste tecnologie. Si tratta semplicemente di un
chip che agevola gli spostamenti interni. Noi lo chiamiamo chip di
prossimità: le porte si aprono da sole all'avvicinarsi del dipendente
senza bisogno di strisciare la tessera, le sbarre dei parcheggi si
alzano da sole. Ammesso, e non concesso, che queste tecnologie
consentano un controllo a distanza, Mediaset non è interessata a
utilizzarlo. Ci risulta peraltro che in numerose altre aziende questa
tecnologia venga impiegata senza problemi". Ma i rappresentanti della
Cgil in Mediaset, evidentemente, non si sono convinti della totale
inoffensività del nuovo marchingegno elettronico. Ed è scattata la
denuncia contro l'azienda per violazione dell'articolo 28 della legge
300 del 1970, lo Statuto dei Lavoratori. La legge vieta espressamente
i controlli a distanza dell'attività lavorativa mediante impianti
audiovisivi ed altre apparecchiature; ed è proprio questa norma,
secondo i sindacalisti, ad essere violata dall'introduzione del nuovo
tesserino. "Il badge introdotto lo scorso anno e consegnato a ciascun
dipendente, che è tenuto a tenerlo con sé negli spazi aziendali,
consente un controllo a distanza dell'attività dei lavoratori", si
legge nella denuncia firmata dagli avvocati Mario Fezzi, Stefano
Chiusolo e Maurizio Borali. E ancora: "Un badge contenente il chip
Rfid consente al datore di lavoro di ricostruire i movimenti di ogni
dipendente nell'arco dell'intera giornata lavorativa. In tal modo
sarà possibile sapere quanto tempo ogni dipendente è rimasto alla
propria postazione lavorativa, quanto tempo è stato in bagno o in
mensa o alla macchinetta del caffè, quali e quanti colleghi di lavoro
siano entrati in contatto con lui, quanto a lungo si sia intrattenuto
nei locali sindacali, se abbia o meno partecipato alle assemblee
sindacali, eccetera". Per spazzare via i dubbi sulle reali finalità
dell'innovazione, sostengono gli avvocati del sindacato, sarebbe
bastato che Mediaset rendesse noto l'elenco delle antenne piazzate
all'interno degli uffici e dei reparti che rilevano la "presenza" del
lavoratore dotato dei nuovi tesserini. Ma i vertici dell'azienda -
secondo quanto si legge nella denuncia - hanno sempre rifiutato di
fornire questo elenco.

Fonte articolo www.repubblica.it