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La pena di morte e il nuovo fascismo italiano

DI PIETRO DUCE ? NO GRAZIE

Da quando ci fu “Tangentopoli”, con il commissario di polizia Di Pietro, mulo abruzzese, a fare da Pubblico Ministero, con l’utilizzo dei computers nelle aule di giustizie, riprese con vigore il fenomeno dei suicidi carcerari, specie eccellenti.  Ma la questione suicidi divenne di massa e si pensò che chi si suicida abbia una grande vergogna, e non magari una grande dignità come spesso è, e si fuse la questione della dignità in quella della colpa, così prevalse questa, paese clericale e semifeudale, e nessuno se ne preoccupò più di tanto. Anche perché in Italia mancano sia un quotidiano che stampi integralmente le sentenze penali e di sanzione in campo civile, sia un mensile che dia le notizie di ogni decesso non naturale, nomi e cognomi compresi, di modo di permettere a chi avesse perso di vista un amico, almeno di saperlo, che è deceduto.

La questione dei passaggi di carriera seguì subito a ruota. La burocrazia di Stato, nella logica del cane non mangia cane, non mise in discussione certo i propri arzigogolati concorsi coi quali i boiardi del regime vatican-mafioso hanno occupato ed occupano da secoli le cariche vuoi dello Stato Vaticano, vuoi dello Stato Sabaudo (le due anime reazionarie ma di foggia diversa che sono alla base del capitalismo della seconda tarda metà dell’ottocento in Italia).

 

La questione dei passaggi di carriera è presto detta. Uno fa il concorso per ufficiale di polizia o maresciallo dei carabinieri (sulla cui correttezza di impianto storico del concorso avrei parecchio da dire, e ne dirò, avendo acquistato il testo e studiato la materia), poi, magari sceglie tra rapinatore della Uno bianca, gestore di un giro di prostituzione o di armi legato a qualche clan mafioso, oppure pm. E diventa pm. Poi, una volta pm, chiede di diventare gip.

 

Spieghiamo la differenza.

Nell’ordinamento penale italiano, il pubblico ministero è colui che rappresenta la pubblica accusa. Ma da quando ci si è liberati del codice procedurale penale Rocco-mussolini, il processo penale italiano si è avvicinato di più alla Costituzione (quella che ancora su molte cose ci difende tutti-e almeno a livello di principio fondativo della società, e che quelli come Segni e Borghezio e Di Pietro e perché no Papalia e Berlusconi vorrebbero “cambiare”), e così la pubblica accusa è solamente una PARTE DI 2 PARTI DEL PROCESSO, CHE SI DEVE SVOLGERE IN EQUITA’.

Pretendere ottenere e praticare come fece il pm di Pordenone, Antonello Maria Fabbro, sposo di una avvocata nello stesso suo foro, che divenne gip poi a Treviso per incompatibilità geografica, ma sulla cui persona si alzarono nubi ben più che di critica procedurale in almeno due gravi processi, significa aver passato il guado, essere passati DA PARTE A GIUDICI.

 

La differenza non è poca.

 

E dimostra che il nostro paese è ancora semi-feudale, è un argomento in più a questa tutt’altro che reprentina tesi, che ho sollevato pubblicamente in un capitolo di un documento processuale nel 2004, che in tanti, vuoi tra i benpensanti, vuoi tra i compagni impegnati ad esagerare per opportunismo il ruolo centrale del centro imperialista, nascondendo che la maggioranza del proletariato è A SUD NEL MONDO, vuoi ad esagerarne gli aspetti tecnologici industriali in luogo di quelli sociali e storici, dimenticano.

 

ORA, di Pietro vuole che chi ha avuto condanne non entri in Parlamento.

Giusto.

E NEMMENO I MAGISTRATI DI OGNI ORDINE E GRADO, GLI AVVOCATI (OSSIA GIURISTI) SI’ PER LA LORO NATURA DI DIFESA DEI CITTADINI, I NOTAI NO, GLI INDUSTRIALI NO, I FINANZIERI NO,  I PADRONCINI IN NERO NO, LE PORNOATTRICI E PORNOPROFESSIONISTE NO, DI OGNI ORDINE E GRADO, FINCHE’ NON SARA’ CONSIDERATO LECITO IL MERETRICIO, IL VENDERSI,  E NO TUTTE LE PERSONE CON INCARICHI DI QUALUNQUE GENERE, IN PARICOLARE POLIZIOTTI, CARABINIERI E UFFICIALI, GENERALI DELL’ESERCITO, NE’ PROFESSIONISTI INFORMATICI E DELLO SPIONAGGIO, CHE POTREBBERO AVERE POSSIBILITA’ INCOMPATIBILI CON IL CONFRONTO DEMOCRATICO !!!

VEDIAMO SE I PARTITI AVRANNO ABBASTANZA CITTADINI DA METTERE IN LISTA.

 

Paolo Dorigo

15-11-2006

55° giorno di sciopero della fame IGNORATO DAL REGIME E DA CHI SI FINGE ALL’OPPOSIZIONE E NON VUOLE AMMETTERE CIO’ CHE PAOLO E L’AVae-m DENUNCIANO