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[News-anarcotico] GIORNATE DI MARZO |
http://www.bellaciao.org/it/article.php3?id_article=12908 E' un'assassina-è una madre-è una ragazza.Nel giro di 24 ore apprendiamo: non è un'assassina-non è più madre-n=on è più una ragazza.Parlo della cronaca in cui una diciassettenne pugliese , fuggita peramore con il suo compagno in un casale di campagna senza luce e acqua,non è più accusata di maltrattamenti alla figlia di pochi mesi, labimba è morta per ben altre cause: il danno è stato fatto.Quante precauzioni dalla stampa vengono prese in tema di violenza,quando chi deve pagare il conto alla giustizia, è tutelato dal poteredel denaro, dal potere politico, dal potere mediatico ed infine dalpotere maschile? Nell' eterogeneo universo della violenza si pensasempre che ci sia chi agisce e chi è agito: spesso i ruoli si invertonoe da torturato si diventa torturatore. Quando il protagonista diventa"la protagonista", ecco allora arrivare la notizia come liberazione pertutti: le donne sono anche violente, torturatrici, belligeranti,assassine.. L'esasperazione, la rabbia, ma anche la rassegnazione sonofiglie della violenza , arrivano a diventare praticabili deliri: ilmale di vivere non è più una momentanea lucida o confusa follia ma unprogetto quotidiano. Io sono vessata ed oppressa? Bene-male per te, ioti opprimo e reprimo come posso.Delle manifestazioni di ieri contro la guerra o del presidio a Milanoa San Vittore, i giornalisti ne parleranno poco, loro sono diventatiuna categoria "precaria" e rivendicano il contratto e oggi sono insciopero.Si è proposto in rete di raccontarla noi questa giornata. Poidi fatto non ci sono state azioni "distruttive" in Italia il 18 marzo,ci siamo fatti in decine di migliaia una bella passeggiata di sabato,come tante altre volte con le assenze non giustificate, gli assentitemevano "disordini e infiltrazioni".Anche dalle copertine deiquotidiani "comunisti" nostrani, già da ieri era sparita la ribellionefrancese alla legge sulla precarietà lavorativa per i giovani: certo è= che, la protesta è stata dilagante in tutta la Francia,la Sorbona èchiusa a tempo indeterminato. In Francia, mi raccontava RobertoFerrario venuto da Parigi a Roma per il nostro Collettivo Bella Ciaoitaliano, non ci sono come da noi sigle associazioni partiti epartitini nel movimento, il movimento si accorpa e unisceimprevedibilmente e a volte anche molto violentemente. I giovanifrancesi non accettano questa nuova legge , quì in Italia la cosciamogià l'in-flessibile legge Biagi e tutti i suoi corollari sullaprecarietà, la stiamo conoscendo sempre meglio...Quì da noi sembra chealcuni non riescano a tollerare i nazifascisti, gli xenofobi e irazzisti che fanno altre passeggiate dalle nostre, impuniti come chi liprotegge e magari pure li candida.Ma cosa c'entra tutto questo con la guerra? E allora lo ricordo, perchi non lo sapeva, che il 18 marzo si è manifestato nel mondo contro laguerra e ci siamo sentiti uniti a tante altre piazze in nome della"libertà uguaglianza fratellanza".Ma come dovremmo resistere e sopravvivere non-violentemente a questosciopero perenne della ragione?Dobbiamo ritornare o meglio rimanere nel silenzio confinante dei media?Dobbiamo comunicare in altro modo il nostro rifiuto del potere?Dobbiamo sentirci sempre dur* poch*e pur*?Le domande aumentano in proporzione alla repressione.La stampa tutta, come il sistema, si schiera, emargina, accusa iviolenti siano essi con le pance piene sia con le pance vuote: testecalde, pericolose.Siamo ancora una volta davanti a risposte violente, molto violente.Ed io, come altri resistenti ostinati,a passeggiare reggendostriscioni, con la mia manina di donna in nero che dice "articolo 11l'Italia rifiuta la guerra". Non basta.Qui l'incubo si è fatto tragica realtà, nessuno avrebbe pensato che in = tempi così brevi avremmo dovuto scegliere se vivere o sopravvivere aquesta devastata rappresentazione della politica.Al 9 aprile ci pensano tutti, ognuno a modo suo.Il potere come la guerra è globale.Doriana Goracci