In questa pagina nonsi parla di cose Sensazionali o di Calunnie, ma di Falsità od Omissioni difensive nella vicenda plurocessuale e pluritorturatoria (tra isolamento, pestaggi di guardie, tortura tecnologica subliminale e tortura tecnologica esplicita e tortura psico-fisica “usuale”), commesse da AVVOCATI.

La risposta che la Verità delle torture inflitte alla persona di Paolo Dorigo, così come a chissà quanti altri prigionieri, chiarirà che le posizioni di “utilità” prese da TERZE PERSONE nelle vicende processuali SCAVALCANDO i SOGGETTI politici delle vicende politiche e di guerriglia che le hanno generate, sono in assoluto ed erano SBAGLIATE.

Questo genere di disgrazie commesse da avvocati, sono avvenute spesso e volentieri nelle vicende processuali dei prigionieri politici, finanche al lasciare andare definitive le posizioni di prigionieri non più in linea con altri. Ma anche quando sono avvenute, non giustificano l’abbandono dell’UNICA CENTRALITA’ di ogni prigioniero comunista, LA CLASSE OPERAIA.

IL FINE NON GIUSTIFICA I MEZZI ANCHE NEL METODO, ma molti avvocati amano le eccezioni. Ed invece le eccezioni sono tali solo in circostanze vissute dai protagonisti, e non da TERZE PERSONE.

 

Nel 1992 un avvocato che qui non viene menzionato per nome, chiamato telefonicamente ad acquisire informazioni su A.D.L., (che già “di naso” avendolo conosciuto anche se in una sola occasione, Paolo considerava un infiltrato nell'area rivoluzionaria), rispose a Paolo che “dava priorità alle esigenze dei detenuti”. In pratica A.D.L. era fiduciario di almeno due prigionieri all’epoca, dei quali la moglie era tutrice. Questo “fugava ogni dubbio” ai prigionieri stessi. Un anno dopo, poco prima del suo arresto, Paolo raccoglieva l'informazione che "già dal 1990" A.D.L. era sospettato di essere un infiltrato !   Per questo, dandosi per l'A.G. la certezza della colpevolezza di Paolo nella vicenda di Aviano, accadeva che dopo l'arresto di Paolo la moglie di un appartenente alle FF.OO., madre di uno dei bambini di una delle scuole di cui la madre di Paolo era direttrice, le diceva che "suo figlio è caduto in una trappola".

 

Nel dicembre 2003, l’avv.Palumbo fece sapere a Paolo che aveva lui risposto, per entrambi, circa l’articolo di Repubblica sul divorzio consensualmente chiesto da Paolo e dalla sua prima moglie Alberta Biliato, al Tribunale di Milano, articolo e lettera che Paolo non ha mai potuto leggere, che asseriva a quanto pare, che Paolo avrebbe deciso di chiedere il divorzio ad Alberta in ragione della sua richiesta di semilibertà. Tale interesse così “acuto” di un importante quotidiano nazionale come Repubblica, legato alla fazione sionista della borghesia italiana, per un piccolo fatto privato di due prigionieri che non ne hanno chiesto certo pubblicità, non si spiega se non con l’interesse della DIGOS nazionale (che già aveva imbeccato storta Repubblica nel maggio 1999 sulla “coppia veneto-friulana” Dorigo-Di Lenardo, coppia inesistente in quanto diversamente poste le identità di un militante comunista e di un militante dichiarato BR-PCC, e peraltro funzionale a dare “legittimità” al gruppo pilotato dai servizi probabilmente SISDE, NTA-PCC) di rendere difficile invece proprio il divorzio consensualmente chiesto. Nella sua risposta, l’avv.Palumbo omise di chiarire che il divorzio era nato dalla mancanza di esplicitazione solidale circa le torture denunciate da Paolo, da parte della moglie, che in quanto già semilibera dal maggio 2002 (stessa data in cui iniziano a torturare esplicitamente Paolo) avrebbe potuto rischiare qualcosa a denunciare torture carcerarie fatte dal DAP sul marito con protesi fraudolentemente innestategli nel gennaio 1996.

 

Nel 2004, l’avv.Trupiano e l’avv.Simpatico, per questioni di “opportunità”,  non portarono ai media la contestazione di Paolo relativa al “come” veniva raccontata ai media l’azione di guerriglia firmata PCC-BR contro la base di Aviano del 2-9-1993. Azione non cruenta nei risultati, ma certo non una “bottiglia molotov”. Chiestoglielo un’ennesima volta in occasione di un’udienza al TDS di Perugia del dicembre 2004, l’avv.Simpatico dava una sbrigativa risposta che alludeva a motivazioni che avrebbe poi spiegato a Paolo, il quale col tempo la risposta se l’è data da solo. E cioè che è stata decisa a tavolino da una massa di pezzi di merda, chiunque TERZE PERSONE esse siano,  la ricostruzione fasulla dell’azione di Aviano, che Paolo documenterà dopo che sarà stato fissato il nuovo processo, sulla base dei soli atti giudiziari del primo processo.

 

Nel 2006, poco prima di morire, l’avv.Battain, stimatissimo da Paolo,a sua richiesta sul perché non rivolgersi ad un perito per refertare le lastre TAC del settembre e novembre 2005,  gli disse che il perito medico-legale che in precedenza aveva chiesto le TAC, era in pensione. Nel 2008 Paolo è venuto a sapere che tale perito non è affatto andato in pensione.

 

LA VERITA’ E’ RIVOLUZIONARIA ED INFINITAMENTE CONOSCIBILE.