VERGOGNA!!!

 

Genova, 14 dicembre 2007: la Corte d'Assise d'Appello

pronuncia la sentenza del processo contro i 25 imputati per

i fatti accaduti a Genova nel luglio 2001, in contemporanea

con la riunione del G8: 10 di questi sono accusati

di 'devastazione e saccheggio', oltre a svariati altri capi

di imputazione, mentre gli altri 15 solo di reati 'minori'.

Il verdetto vede giudicati 24 colpevoli - condannati a

complessivi 108 anni di carcere, con pene variabili dagli

undici anni comminati all'anarchica Marina Cugnaschi di

Lecco, ai sei mesi dati allo spezzino Mauro Degli

Innocenti - mentre l'unica assoluzione riguarda la

sudafricana Nadia Sanna che, secondo quanto stabilito dai

giudici e riportato dal quotidiano torinese "La Stampa" del

giorno successivo a pagina 20, <si trovava nelle vicinanze

di un'auto in fiamme, ma non in azione>.

Crediamo sia interessante far notare come il "Corriere

Mercantile", storico quotidiano genovese che dedica ben due

pagine alla questione, nomina tutti i condannati,

specificando anche l'entità della pena inflitta loro, ma

si 'dimentica' di menzionare le generalità della ragazza

assolta: ci viene il sospetto che forse l'ex quotidiano

degli armatori avrebbe gradito una condanna generale, senza

alcuna eccezione, per continuare a criminalizzare l'intero

movimento contro la riunione degli otto grandi predoni

della terra.

I commenti alla sentenza sono molto variegati.

Gli anarchici, che hanno sempre sostenuto la lotta dei dei

loro compagni, hanno accolto la notizia organizzando un

corteo - formato da una cinquantina di compagni - da piazza

Raibetta a piazza De Ferrari, passando per piazza Cavour -

alla cui testa c'era uno striscione nero con la scritta

gialla "Luglio 2001-Dicembre 2007. Governo dei padroni.

Polizia assassina".

La falsa sinistra ha insistito, per dirla con le parole di

Marco Rizzo del Pdci, <sulla follia di una sentenza che

profuma di vendetta sociale>; non molto dissimili le

reazioni della senatrice di Rc-Se Heidi Giuliani (la madre

di Carlo) che ha puntato il dito contro la magistratura che

<ha giudicato i ragazzi come delinquenti abituali> e che,

secondo il suo collega di partito Vittorio Agnoletto,

<rischia di essere un precedente per tutti i conflitti

sociali>.

Per la "destra moderata" prende la parola l'ex sindaco

della città - Giuseppe Pericu, Pd quota Ds - che invita a

<rispettare il lavoro dei magistrati aspettando la

commissione>: né più né meno che un plauso all'operato

della magistratura borghese per essere giunta, come

continua lo stesso ex primo cittadino genovese, <alla

conclusione di un processo molto complicato; poco o nulla

importa, a questo signore, che il processo sia stata una

pagina vergognosa per tutta la magistratura borghese

italiana, visto che si è rivolto esclusivamente contro i

manifestanti e non già anche contro le "forze dell'ordine"

i cui responsabili della piazza di quei giorni sono stati

tutti promossi ad alti incarichi istituzionali,

evidentemente per i 'meriti acquisiti sul campo' (sic!).

La "destra radicale", per bocca dell'avvocato - pisano di

nascita ma genovese di adozione - Alfredo Biondi, esponente

forzitaliota, fa i complimenti ai giudici per la <sentenza

emessa in un processo difficile>.

La destra fascista applaude a scena aperta: il capogruppo

nazialleato in regione Liguria - Gianni Plinio - esplode in

un liberatorio <ecco verità e giustizia>, che detto da un

notorio fascista suona leggermente sinistro (chiediamo

scusa per il gioco di parole), mentre l'altro esponente di

un cartello fascista, l'ex picchiatore Francesco Storace,

ne approfitta subito per chiedere di togliere dalle aule

del Senato la targa che ricorda Carlo Giuliani.

Agli esponenti della destra fascista va ricordato che,

secondo i dettami della Costituzione della Repubblica

borghese italiana, essi non avrebbero neppure il diritto di

parola, tantomeno personaggi come Plinio che, tra le sue

assidue frequentazioni, ne vanta una con un senatore

genovese - abitante nel quartiere chic di Albaro - che è

famoso per girare armato di pistola, e per utilizzarla in

occasione di incontri per lui poco piacevoli.

 

Torino, 15 dicembre 2007