(IN)GIUSTIZIA?
L'ex ministro della Giustizia - si è dimesso qualche giorno 
fa dopo che gli sono state notificate indagini a suo carico 
per sei capi di imputazione diversi - Don Clemente 
Mastella, insieme con il suo esercito di ben tre senatori, 
minaccia sfracelli per il governo se, il 22 gennaio 
prossimo, il centro(falsa)sinistra non voterà compatto una 
risoluzione di appoggio alla condotta sin qui tenuta 
dall'ex guardasigilli e dal suo partito, decapitato dalle 
inchieste giudiziarie - oltre a Don Clemente sono 23 gli 
esponenti dell'Udeur attualmente sotto inchiesta della 
magistratura, compresa la di lui moglie presidentessa del 
Consiglio regionale della Campania, indagata per ben sette 
ipotesi di reato diverse.
Il politico pretofilo si permette di ricattare il 
Mortadella dall'alto del suo monumentale 1,4 per cento alle 
ultime elezioni, cifra che non gli avrebbe neppure potuto 
permettere di entrare con i suoi tirapiedi in parlamento - 
visto che esiste uno sbarramento al due per cento alla 
Camera e al tre per cento al Senato, ma evidentemente 
questo vale solo per taluni - e costringe gli alleati a 
sostenerlo in questa sua battaglia contro i giudici; prima 
De Magistris a Catanzaro, ora il tribunale di Santa Maria 
Capua Vetere stanno scoperchiando un sistema di potere 
clientelare che vede il ras di Ceppaloni il vero padrone di 
certe zone della regione.
Sembra che sia l'Idv, dell'ex pm fascista Antonio Di 
Pietro, sia il Pdci non intendano votare una schifezza del 
genere (il Pdci non votò, a differenza dell'Idv, neppure il 
famigerato indulto voluto dal sindaco di Ceppaloni) e 
potrebbe essere finalmente la volta buona che il governo 
cade.
Resta da chiedersi: quale Paese può definirsi civile se il 
ministro della Giustizia, indagato per sei reati, pretende 
una mozione di sostegno alle sue malefatte e 
contemporaneamente il viceré della regione Sicilia, 
condannato a cinque anni per favoreggiamento alla mafia, 
può tranquillamente restare al suo posto, nonostante 
l'interdizione dai pubblici uffici?
Torino, 20 gennaio 2008