ORA TOLGONO ANCHE LA PAROLA SINISTRA!

"Liberazione" del 26 febbraio si occupa - a pié di prima
pagina con richiamo in seconda - della prima uscita
pubblica, fuori dalla città di Roma, del candidato della
Sarc alla presidenza del Consiglio dei ministri, l'(in)
Fausto; lo fa attraverso la cronaca della giornata firmata
da Anubi D'Avossa Lussurgiu.
Verso la fine del pezzo si trova un passaggio che risulta
allarmante perché sembra sdoganare definitivamente
l'abbandono, da parte della Sarc, delle posizioni della
falsa sinistra pseudo-operaista borghese per assumere
quelle di una indistinto Arcobaleno; scrive il giornalista
del quotidiano di via del Policlinico: <sinistra è
continuità di "una scelta di parte", come recita il primo
slogan scelto dall'Arcobaleno>.
Insomma: siamo passati dalla situazione nella quale i Verdi
non volevano aderire ad una Cosa rossa egemonizzata dagli
eredi del PCI revisionista, a quella opposta per cui è la
Cosa rossa ad entrare in una coalizione egemonizzata dai
Verdi e dagli ex veltroniani di Sd, che non intendono
assolutamente sentir nemmeno parlare di sinistra.
Pensiamo di avere tutto il diritto di definire la
situazione paradossale: Rc-Se e Pdci rappresentano circa
l'80 per cento dei consensi raccolti dalla Sarc, e si
genuflettonoai voleri di una minoranza che da mesi sbraita
per ottenere tutto ciò che vuole: prima la sparizione della
falce e martello dal simbolo, poi la sovraesposizione nelle
candidature, adesso la sparizione della parola 'sinistra';
cosa altro pretenderanno questi signori da qui al voto di
aprile?
E soprattutto: a cosa saranno ancora accondiscendenti i
sedicenti 'comunisti' pur di preservare l'alleanza con
questi signori?

Torino, 26 febbraio 2008