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mail La Conscience 03-02-2006
 
 
ELEZIONI IN PALESTINA : UNA VITTORIA PER LA DEMOCRAZIA
LA COMUNITA’ INTERNAZIONALE DI FRONTE ALLE PROPRIE RESPONSABILITA’
GUPS . UNIONE GENERALE DEGLI STUDENTI DELLA PALESTINA DELLA FRANCIA
ELEZIONI LEGISLATIVE NELLA PALESTINA OCCUPATA: UNA VITTORIA PER LA DEMOCRAZIA PALESTINESE
 
La GUPS si felicita del buon svolgimento delle elezioni legislative in Cisgiordania e nella striscia di Gaza.
Malgrado gli ostacoli dell’occupazione israeliana, specie ad Al Quds (Gerusalemme), gli elettori palestinese hanno votato in massa, significando al mondo l’attaccamento del nostro popolo alla democrazia. La Palestina conferma così il proprio statuyo, acquisito da 10 anni, di democrazia senza Stato.   Ella si propone come la prima alternativa democratica e pacifica della regione.   Fatah, il Movimento di Liberazione Nazionale della Palestina, passa la mano dignitosamente. [ a parte che nel caso Sa’adat e dei compagni FPLP lasciati nelle mani degli anglo-americani, direi]      L’unilateralismo israeliano, sostenuto dagli Stati Uniti e dall’Europa, ha discreditato la linea del compromesso promosso dal presidente Mahmoud Abbas.   Hamas, Movimento della Resistenza Islamica, conclude così con una vittoria il suo ingresso nel giogo democratico, eletto sul programma della « la riforma e del cambiamento », dopo aver osservato per circa un anno una tregua che « israele » non ha mai rispettato.  Hamas propone oggi una coesistenza pacifica dei due Stati se « israele » pone fine all’occupazione della Cisgiordania, della striscia di Gaza e di Al Quds. [ed ecco immediate le provocazioni dei coloni] 
L’Europa, gli Stati Uniti ed « israele » si trovano ora di fronte alle loro contraddizioni.
Malgrado ciò, gli Stati Uniti, l’Europa ed « israele », che si pongono quali promotori della democrazia attraverso il mondo, hanno immediatamente deplorato in termini tanto paternalisti quanto aggressivi, la vittoria di Hamas.  Così, queste potenze coloniali presenti e passate mostrano che preferiscono i loro alleati strategici tradizionali della regione, regimi autoritari e monarchie, a discapito di una Autorità Nazionale Palestinese integrante Hamas democraticamente eletta. Facendo ciò, rafforzano la teoria militarista dello chock delle civiltà, validando l’idea che ogni movimento politico di contestazione che si rivendichi Islamico costituisca una minaccia, mentre Hamas ha sin da subito invitato la comunità internazionale al dialogo ed alla cooperazione.
Rinunciare alla violenza e riconoscere lo Stato di « israele » …
Allineati dietro il governo israeliano, i cancellieri occidentali esigono da Hamas che rinunci alla violenza e riconosca « israele » , condizioni preliminari ad ogni cooperazione con questo movimento ed offre ogni aiuto al popolo palestinese in generale.  Hamas, ed i Palestinesi nel loro esempio, non sapranno accettare questi diktat ipocriti che mostrano ancora una volta la doppiezza dei pesi e delle misure in Europa e negli Stati Uniti.   Lo stesso rigore non è mai stato applicato ad « israele ».  Sharon seppellisce gli accordi di Oslo ?    Gli si propone il foglio di via.  Costui chiede delle contropartite israeliane alle riforme ed alla tregua dei Palestinesi ?    Si cantano le osanne dell’unilateralismo israeliano alle riforme ed alla tregua dei Palestinesi ?   Si cantano le osanne dell’unilateralismo israeliano dopo il ritiro di Gaza.   Quando il Parlamento europeo vota la sospensione dell’accordo di associazione UE/”israele” a causa delle violazioni ripetute dei diritti dell’Uomo da parte di questo Stato, non si trova più alcuno Stato europeo per far applicare questa prescrizione sortita da una istanza europea democraticamente eletta.
Mentre “israele” prosegue la violenza e non riconosce i diritti dei Palestinesi ?
Oggi, è “israele” che è all’origine della prima delle violenze, l’occupazione militare della Palestina e l’esilio forzato di milioni di Palestinesi.   Oggi è “israele” che, malgrado i compromessi consente ai successivi dirigenti palestinesi, rifiura di riconoscere il diritto incondizionato dei Palestinesi ad uno Stato vivibile e sovrano.
Oggi, è “israele” che, con l’estensione delle colonie e della costruzione del Muro dell’apartheid, scalfisce la Palestina della legge.
Delle loro sofferenze quotidiane, i Palestinesi hanno ritenuto che “israele” non avesse atteso l’elezione di Hamas per porre fine al « processo di pace ».
Sospendere l’aiuto all’Autorità Nazionale Palestinese non permetterà certo di far rinascere questo processo.
Ciò che manca è il coraggio politico di una Europa cosciente che la pace tra Palestinesi ed “israeliani”  passa per l’applicazione del diritto internazionale, e attraverso delle sanzioni contro “israele” mentre “israele” non rispetta il diritto.  Ciò che manca, è un governo francese che riconosca e faccia riconoscere che i suoi valori manifesti della libertà, dell’eguaglianza e della fraternità si applicano anche alla nazione araba palestinese.  Ma soprattutto, ciò che serve oggi, è la determinazione di un popolo palestinese sostenuta da quelli per cui la parola giustizia ha un senso, un popolo palestinese che continua, con voi, la sua resistenza 
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