24 settembre 2009    VIVA LA GUERRA POPOLARE DEL PERU'  VIVA IL PARITO COMUNISTA DEL PERU' VIVA IL MARXISMO-LENINISMO-MAOISMO VIVA IL PRESIDENTE GONZALO VIVA IL MAGISTRALE DISCORSO DEL 24 SETTEMBRE 1992

Luis Arce Borja ha superato se stesso. Dopo essersi profittato per anni della "fama" del Partito Comunista del Perù e del Pensiero del Presidente Gonzalo, scatenando scandalismi diretti a colpire la solidarietà verso la Guerra Popolare del Perù allorquando non passava per il suo vaglio (e giungendo per alcuni anni a disinformare abbastanza compiutamente anche il sottoscritto), Luis Arce Borja ora si permette l'infamia di offendere e dare del "traditore" al Presidente Gonzalo.

Borja, che prima affermava che il PCP non si chiamava "Sendero Luminoso" e che questo era il nome dato dai giornalisti borghesi al PCP, ora chiama il PCP "Sendero Luminoso". Allora chi è che tradisce ?

A prescindere dalla "veridicità" o meno delle lettere ed appunti che sarebbero del Presidente Gonzalo, e che Elena Iparaguirre ha pubblicato sotto forma di libro, va detto che la Iparaguirre da alcuni anni ha sposato l'area della "soluzione politica" diretta attualmente da "Artemio", e non si trova più nello stesso carcere del Presidente Gonzalo da alcuni anni.

Che poi questo libro sia stato represso e che i suoi autori ed editori siano stati incarcerati, dimostra proprio a che livello di scontro si sia in Perù: ma se anche fosse come dice Borja, un libro "soluzionista", perché reprimerlo ?

Va detto anche che il fatto che l'avv.Crespo abbia "difeso" nel recente processo del 2004-2005, il Presidente Gonzalo, non significa, proprio per i limitati diritti di cui godono i prigionieri politici e di guerra in Perù, che questo avv.Crespo abbia alcuna "delega politica" dal Presidente Gonzalo.

Ma precisiamo comunque che, sin da quando è uscita la montatura delle "lettere di pace" (del cui rinnegamento da parte del Partito Comunista del Perù sin dall'ottobre 1993, oggi il Borja è amnesico), si è chiarito, come in ogni processo rivoluzionario, che a rappresentare la Guerra Popolare non è la "figura" del Presidente fondatore del Partito, (che venne catturato il 12 settembre 1992 e che il 24 settembre 1992 poté, unica volta in 17 anni, prendere la parola davanti ai giornalisti, riaffermando la Guerra Popolare ed il marxismo-leninismo-maoismo), ma bensì il Partito stesso, che ha organi effettivi e dirigenti il processo rivoluzionario, il quale certo non è diretto oggi in Perù da "Artemio", come sostengono non a caso i trotskisti di "correo vermello".

Ma oggi Borja si è dimenticato del fuoco con cui difendeva il Presidente Gonzalo dalla montatura delle "lettere di pace". Ciò che non ha capito Borja, è che in ogni caso, le "lettere di pace" o "soluzioni politiche" promosse dal carcere o costruite falsamente dalla controrivoluzione, sono illegittime ed incapaci di fermare la rivoluzione proletaria e la Guerra Popolare. Ciò che Borja ha dimenticato, è che il "pensiero gonzalo" vive nella Guerra Popolare a prescindere dalle condizioni di sopravvivenza e di tortura sotterranea imposte al Presidente Gonzalo.

Ciò che dimenticano tutti i cantori delle "soluzioni politiche" è che queste cose la Chiesa le ha sempre costruite sin dalla conquista dell'America Latina, solo che all'epoca esisteva la pena di morte, e non era possibile sopravvivere per molti anni in carcere.

Ciò che conta precisare ancora, è che periodicamente, proprio per l'ENORME seguito che ha la Guerra Popolare in Perù diretta dal PCP, i media si spingono in teorie scientifiche diffamatorie studiate caso per caso, momento per momento, utilizzando prigionieri sottoposti precedentemente a lavaggio del cervello (vedasi Feliciano dopo 6 anni di trattamento speciale -1999/2005, usato come "testimone della corona" contro il suo stesso Partito).

Questo dimostra SOLAMENTE che il livello di scontro tra rivoluzione e controrivoluzione è così alto in Perù, che vengono attuate scientificamente pratiche controrivoluzionarie di diffamazione addirittura superiori per qualità e persistenza a quelle utilizzate in Italia tra il 1978 e il 1989 ed in Germania negli anni '70.

Che oggi Luis Arce Borja si spinga a definire "traditore" il Presidente Gonzalo, è un fatto che si commenta da solo.

Che la Guerra Popolare in Perù continui incessante e con crescenti successi, è un fatto indiscutibile che Borja nasconde e travisa, ora che si è ritagliato uno spazio "democratico" come voce al servizio della borghesia.

Cosa di cui non ci possiamo stupire.