In molte comunicazioni email nel 2005 e 2006 ho ripetutamente denunciato di essere venuto a conoscenza che nella "sinistra" ufficiale a Venezia si è dato lavoro di responsabilità (ufficio Casa del Comune), spazi e pure agibilità politica, a "pentiti" che in passato avevano militato nel movimento della lotta di classe e nelle sue organizzazioni armate e che, una volta arrestati, avevano denunciato fatti, veri ed anche falsi, e fatto arrestare centinaia di lavoratori e lavoratrici.

In particolare si trattava all'epoca in quelle denunce, relativamente al Comune di Venezia, di antonio savasta e di michele galati, relativamente all'agibilità, di fabiana chiarin.

In seguito, il primo sarebbe tornato nella capitale (sotto falso nome), il secondo non lavorerebbe più lì, la terza, non farebbe più parte del movimento.

Successivamente, il sig. d'elia, di prima linea tra i più in vista, già dissociato, è entrato in parlamento coi radicali, ed è diventato nientepopodimeno che segretario della camera dei deputati, quella ove lavora fausto bertinotti.

Ma non è finita: si è saputo che roberto del bello, anch'egli usufruente della legge sulla dissociazione, e condannato a 4 anni e mezzo credo nel processo taliercio, ha avuto enorme spazio nei media in quanto messo da un sottosegretario (agli interni, cioè alle Questure, Prefetture, caserme di polizia, lager per stranieri, permessi di soggiorno ecc.) di "Rifondazione", a compiere mansioni di segretario. Poi sarebbe stato dimesso.

Mentre d'elia sarebbe al suo posto.

La destra si è infuriata, ma come, un terrorista in Parlamento. Del resto non sono pochi gli "ex" tra le fila di AN e simili. Ma ciò che conta è che nella sinistra antagonista, e dai e dai, si è instillato perdonismo e dimenticanze sull'argomento.

Ripetiamo: prima linea era una occ, dal 1980 non ha più operato militarmente e in sua vece sino al 1984 sono stati attivi i colp, a parte due militanti dei colp (argano e pegna) e uno di pl (bonicelli) che hanno continuato in altra forma in carcere la loro militanza fino alla scarcerazione o fino ad un certo punto, di questi gruppi non esiste più nulla. Qualcuno che vi ha militato (nei gruppi collaterali) magari ha rivisto la propria posizione politica in chiave pur sempre miliatrista ma magari ml. Ma per il proletariato, sono organizzazioni decedute.

Con l'aggravante (per p.l.) di essersi dissociata come "partito".

Non ci interessa ciò che dice segio e ciò che scrivono in generale pentiti e dissociati, sono fuori dalla nostra prospettiva di liberazione del proletariato.

Ci interessa dire e ripetere che hanno avuto grancassa a più non posso, spazi e libri in importanti editrici, lavori in amministrazioni pubbliche. Una specie di "premio" SOFT rispetto a quelli già erogati dallo stato ad altri assassini patentati di povera gente o di altri come loro, quali maniero e simili.

E poi qualcuno dice che in Italia non esiste questione morale ?
 

Paolo Dorigo, 5-8-2007