ONG QUANDO REPORTER SENZA FRONTIERE COPRE LA CIA *

Reporter senza frontiere ha in Francia una onorevole reputazione, tanto che i media latino-americani la accusano di essere al soldo della NED/CIA. L’associazione raccoglie oltre 2 milioni di euro presso il pubblico francese per venire in aiuto dei giornalisti perseguitati nel mondo. In realtà solo il 7% del bilancio generale di RSF è dedicato alla sua missione principale. La vera attività dell’associazione, è la lotta contro i regimi progressisti latino-americani (Cuba, Haïti, Venezuela).

 

da RESEAU VOLTAIRE

per motivi tecnici non sono stato in grado per tempo di tradurre anche le note contenute nei link numerici sottolineati; (rispetto alla critica qui fatta dal traduttore –dal francese all’italiano- ai termini “Senza frontiere”, c’è da dire sia che tale espressione si attaglia oggi solo alla classe operaia mondiale, sia che la dipendenza economica dal mondo occidentale di fronte all’oppressione esercitata da questo mondo soggetto al dominio del capitale, sulla maggioranza stragrande della popolazione mondiale, la rende ipocrita e fasulla) ndT.

Robert Ménard, direttore di Reporter  senza frontiere 

All’epoca del processo a L’Avana, nel 2003, Nestor Baguer ha pubblicamente chiamato in causa Robert Ménard, che ha accusato di collusione con i servizi segreti statunitensi. Nello stesso periodo, Reporter “senza frontiere” (R”SF”) [virgolette del traduttore, ndT dal 1994], di cui M. Ménard è il direttore esecutivo, ha condotto una campagna contro il governo cubano, che lo accusa di imprigionare i giornalisti dissidenti. Da allora, la polemica non ha cessato di inasprirsi fino a quando la giornalista statunitense Diana Barahona, del Northern California Media Guild, fece un passo in avanti accusando Reporter “senza frontiere” di essere finanziata dalla NED/CIA e di scrivere i suoi rapporti sotto l’influenza dell’amministrazione bush [minuscolo del traduttore, ndT].

Noi abbiamo girato questa controversia sul nostro sito spagnolo, Red Voltaire, e abbiamo rifiutato di averlo fatto senza sfumature. In effetti, l’inchiesta del nostro corrispondente canadese, Jean-Guy Allard, e le verifiche del nostro ufficio francese, mostrano che il finanziamento diretto di R”SF” da parte della NED/CIA è anedottico e recente, sicché egli non ha potuto avere peso sulla sua attività. Noi presentiamo le nostre scuse a Reporter “senza frontiere”. Noi rifiutiamo, tanto più che questo errore maschera dei fatti molto più sorprendenti.

Inizialmente convinta per inviare dei giornalisti a testimoniare l’azione delle ONG umanitarie, Reporter “senza frontiere” è passata a diventare una organizzazione internazionale di sostegno ai giornalisti perseguitati [il testo originale usava il termine repressi, ma essendo il giornalismo un’attività SEMPRE legittima, la parola non è congrua: repressione di reati, persecuzione della classe operaia e dei popoli oppressi e dei democratici e giornalisti indipendenti dal capitale, in ogni loro coerente attività, rifiuto del concetto di reato politico quando non trascende nel complotto oscuro, ndT]. L’associazione è stata riconosciuta di utilità pubblica per decreto del Primo ministro Alain Juppé, il 19 settembre 1995. Questo statuto gli ha dato un accesso più facile ai finanziamenti pubblici che rappresentano, negli ultimi conti pubblici [1]  778 000 € [circa 1 miliardo e mezzo di lire italiane, ndT].  Loro provengono dai servizi del Primo ministro francese, del ministero francese degli Affari esteri, dell’Agenzia intergovernativa francofona, della Commissione europea, dell’OCSE-OCDE e dell’UNESCO. R”SF” può anche contare su mecenati privati (FNAC, CFAO, Hewlett Packard*, Fondazione Hachette, Fondazione EDF etc.) per circa 285 000 €. Ad ogni buon modo, l’essenziale del bilancio proviene dalla generosità del pubblico, notoriamente al momento della vendita dell’album annuale per la libertà di stampa e di operazioni speciali, ossia 2 125 000 € su di un bilancio totale di  3 474 122 €.

Ora, l’attività concreta di Reporter “senza frontiere” è molto più allineata di quanto i donatori credono di finanziare. I fondi di assistenza ai giornalisti oppressi, vale a dire il pagamento di onorari di avvocati dei giornalisti imprigionati, il sostegno materiale alle loro famiglie [ed a loro stessi speriamo, ndT], lo sviluppo delle Case dei giornalisti, tutto questo rappresenta il cuore dell’attività ufficiale dell’associazione e la ragione della generosità del pubblico non costituiscono che il … 7% del bilancio generale !  Voi avete ben letto: per 1 € dato ai giornalisti perseguitati, solo 7 centesimi arrivano a destinazione [più o meno come per tutti i giri di denaro capitalista soprattutto fatti passare per contributi al benessere sociale,basti pensare agli stipendi da almeno 5 mila € al mese ai medici “volontari” che vanno in Africa, con i quali si potrebbero pagare stipendi di formazione a 10 medici africani ogni mese; ma questo introduce un altro argomento, lo sfruttamento gratuito dei “tirocinanti” nella medicina e nei settori “scientifici”,  ndT]

Dove finisce dunque il resto ?

La vera attività di Reporter “senza frontiere” è quella di condurre delle campagne politiche su obiettivi determinati. [Non sappiamo se anche contro la sterilizzazione forzata di 250.000 donne peruviane indie, almeno, ndT]

Loro sarebbero legittime se, come la Fondation Soros [2], non strumentalizzassero la libertà di stampa al punto di evocarla per giustificare delle gravi violazioni del diritto internazionale.  A titolo d’esempio, R”SF” si è felicitata del sequestro del presidente costituzionale di Haiti da parte delle Forze speciali statunitense, con l’appoggio della logistica francese [3], a causa del fatto che Jean-Bertrand Aristide sarebbe stato un predatore della libertà di stampa; un qualificativo puntellato da una visione troncata degli avvenimenti che mirava a far passare il presidente haitiano come il mandante della morte di giornalisti.  È d’obbligo osservare che, così facendo, Reporter “senza frontiere” sosteneva mediaticamente una operazione in cui il governo francese si era fuorviato, mentre quello stesso governo francese sovvenzionava l’associazione.

Il carattere ideologico delle campagne di Reporter “senza frontiere” arriva persino al ridicolo. Così l’associazione si è indignata del progetto di legge venezuelano mirante a sottoporre i media al diritto generale, ma non so è preoccupata del ruolo del magnate dei media audiovisivi Gustavo Cisneros e del ruolo delle sue catene televisive nel tentativo di colpo di Stato militre per rovesciare il presidente costituzionale Hugo Chavez [4].

 

 

* In Italia, Hewlett Packard è da sempre (fine ’70 inizio ’80) presente nel settore informatico di ingegnieri, architetti, costruttori edili, ospedali, settore scientifico. Questa particolare propensione di HP per i numeri e le formule matematiche gli permise di essere tra i migliori produttori dei primi personal computer, nel tempo in cui i linguaggi interpretati e compilati risentivano di più del know how specifico dei singoli produttori. Dipendente dalla casa madre forse ancor più della stessa IBM, non è stata mai altrettanto trasparente della IBM rispetto all’opinione pubblica, proprio per la sua propensione ad essere in nicchie ad altissima composizione organica di capitale, particolarmente nel settore medico, e molto meno nel settore manifatturiero. Sono stato cliente HP nel 1983 e 1984 acquistando direttamente o in famiglia personal scientifici che sono serviti alla formazione del mio più piccolo fratellino, ora scienziato.  [nota del traduttore, ndT]

 

 

 

Manifesto di una campagna anticubana di R”SF”

Realizzato dall’agenzia Rampazzo & Associés

In definitiva a proposito di Cuba c’è da dire che la polemica si è cristallizzata, tanto è vero che R”SF” ha fatto della denuncia del regime castrista l’asse principale delle sue campagne. Secondo l’associazione, i 21 giornalisti imprigionati nell’isola sarebbero stati accusati abusivamente di spionaggio a favore degli usa e sarebbero in realtà vittime della repressione governativa. Per lottare contro questo governo, R”SF” ha organizzato diverse manifestazioni, di cui una è andata male, il le 14 aprile 2003 davanti  all’ambasciata di Cuba a Parigi. Nel suo entusiasmo, l’associazione ha ugualmente turbato la sessione della Commissione dei diritti dell’uomo, nella sede dell’ONU a Ginevra. I suoi militanti avevano preso parte alla presidenza libica della Commissione e molestato dei diplomatici. Di conseguenza, Reporter “senza frontiere”  è stata sospesa per un anno dal suo status di osservatore al Consiglio economico e sociale (Ecosoc) dell’ONU.   Robert Ménard non ha mancato di stigmatizzare la deriva di questa commissione,  secondo lui si trova nelle grinfie degli specialisti stessi delle violazioni dei diritti dell’uomo. Pertanto, le sanzioni verso R”SF” sono stati votati dagli Stati perfettamente democratici come l’Africa del Sud, il Brasile, o il Benin.

Interrogato al telefono, Robert Ménard ricusa gli allegati secondo cui R”SF” sarebbe stato comperato dal denaro della NED/CIA [5] per condurre una campagna contro Cuba. Lui spiega che l’associazione ha richiesto una sovvenzione all’Agenzia statunitense per venire in aiuto ai giornalisti perseguitati in Africa e che in questo caso ella ha raccolto in definitiva solo 40 000 dollari alla metà di gennaio 2005.  È provato.

Proseguendo la discussione, M. Ménard rifiuta analogamente le accuse del nostro collaboratore Jean-Guy Allard, all’epoca giornalista nell’agenzia nazionale Granma Internacional. Nella sua opera, Le Dossier Robert Ménard. Pourquoi Reporters sans frontières s’acharne sur Cuba, costui relaziona i legami personali stretti che il direttore esecutivo dell’associazione intrattengono con gli ambienti dell’estrema destra anticastrista a Miami**, notoriamente con Nancy Pérez Crespo. Alzando la voce, ci accusa di progettare dei presupposti ideologici sulle cose, mentre lui e la sua associazione si atterrebbero alla più grande neutralità.  Poi, ci accusa di dar credito a della propaganda comunista (sic).

La cosa è stata verificata, Robert Ménard frequenta bene l’ambiente dell’estrema destra di Miami e di R”SF” è ben finanziata dalle lobbyes anticastriste per condurre la campagna contro Cuba.  Nel 2002, Reporter senza frontiere ha firmato un contratto, di cui i termini non sono noti, con il Centro per una “libera Cuba” in seguito al quale ha ricevuto una prima sovvenzione di 24.970 €. Questa è aumentata a 59 201 € per il 2003. L’ammontare per il 2004 non è noto. [raffinazione dell’attività, ndT]

Il Centro per una « libera Cuba » è una organizzazione creata per rovesciare la rivoluzione cubana e restaurare il regime del [dittatore borghese filoamericano, ndT] Battista [6]. Questo centro è presieduto dal padrone del Rhum Bacardi, diretto dall’ex terrorista Frank Calzon, ed articolato in un ufficio della CIA, la “Casa Libera” [7].

Il contratto firmato con il Centro per una “libera Cuba” è stato negoziato nel 2001 con la responsabile dell’epoca di questa organizzazione: Otto Reich, il campione della contro-rivoluzione in tutta l’America latina [8]. Lo stesso Otto Reich, diventato segretario di Stato aggiunto per l’emisfero occidentale, fu l’organizzatore del colpo di Stato mancato contro il presidente eletto Hugo Chavez ; poi, diventato emissario speciale del presidente bush, supervisiona l’operazione di sequestro del presidente Jean-Bertrand Aristide.

R”SF”, questo è il  7 % de sostegno ai giornalisti oppressi ed il 93 % di propaganda imperiale statunitense.

Thierry Meyssan
Journaliste et écrivain, président du Réseau Voltaire

 

**  [che sono in rapporto anche con i giri mafiosi fascisti milanesi rifacentesi all’impostazione americanista della mafia siciliana, giri soprattutto milanesi ma anche veneti, allineati sulla destra più oscena nella nostra area geopolitica libanesi fascisti  e turchi compresi,  che sono stati anche  impegnati contro ETA in Spagna negli anni ottanta,  e ad Opera in altri carceri contro il sottoscritto e non solo tra il 1997 e il 2005; in un caso un “malavitoso” fascista veneto è stato infiltrato dal DAP a Biella giusto per facilitare le guardie al mio trasferimento con tortura, e lo stesso si scriveva ed era amico di un malavitoso fascista all’epoca detenuto a Voghera, che è il primo nella agenda di Merlino di cui al libro Strage di Stato, il quale peraltro era in amicizia anche con un ex-brigatista proveniente in origine dalla malavita, ndT]