Ho due soli libri di Cesco a casa, fondamentale per noi di queste parti, Storia di uno sviluppo capitalistico - Porto Marghera e Venezia 1951-1973, uscito per i tipi di Editori Riuniti, [si badi, non Venezia e Porto Marghera !].

Un militante storico della sinistra autentica di Venezia, una persona che si è battuta per decenni, uno degli ultimi sopravvissuti di quella parte sana dei quadri del PCI, che aveva saputo dialettizzarsi al movimento della "nuova sinistra" tra i 60 ed i 70.

Un amico di Pizzinato, che era stato anche lui amico del "manifesto". Un militante del PCI vicino al "manifesto", a quell'area cioè che ha saputo dilapidare un enorme patrimonio politico sorto nel movimento operaio, correndo dietro ad infami postmoderni e nefasti dissociati, a falsi riformatori carcerari e a "nuovi artisti delle neuroscienze" che di nuovo nulla hanno. Ma con questo non si può certo imputare a Cesco le scelte nefaste del "manifesto", che si scrive MINUSCOLO e senza la dicitura, fasulla, "quotidiano comunista", giacché per dirsi comunisti si sta nella pratica come verifica della teoria, e non nei finanziamenti di stato o nelle estorsioni ai lettori ignari del prezzo del giornale.

è ora e tempo che il movimento operaio esca dal seminato, e lui non sarebbe contrario a questo.

Si preoccuperebbe che sia fatto seriamente, che si rispetti la libertà, e che si rispetti la cultura quella vera, e non si lapidino gli artisti che non si fanno proteggere dietro i campanili bizantini della degenerazione postmoderno-virtuale.

Un compagno da salutare. Che sarà sepolto domani, 30 gennaio, a Venezia.

A lui ed ai suoi cari il saluto di questo sito in trincea.