Da un dossier sulla devianza del 1998 circa

 

4. Come è cambiato il panorama dei mondo della prostituzione

      Il panorama del mondo della prostituzione è venuto a cambiare nel corso del tempo: le fonti concordano nel descrivere gli anni 70 e l'inizio degli anni 80 come un periodo di alti guadagni per prostitute indipendenti, in cui la figura del protettore non sarebbe più stata necessaria per garantire l'accesso alla strada, sempre meno conteso mentre un numero crescente di donne trova il modo di esercitare in casa, ricorrendo agli annunci come strumento per raggiungere i clienti. Questo infatti è il periodo in cui si è venuto a formare il già citato Comitato per i diritti civili. Nel contempo sulla strada sono apparse nuove figure: i transessuali, che nella loro transizione da un'identità maschile a una femminile spesso non trovano altra possibilità di sopravvivenza economica se non la strada, e le eroinomani, per le quali è la droga, da procurarsi a prezzi esorbitanti sul mercato nero, a fare le funzioni del «pappone» che richiede sempre più soldi. Praticamente le uniche italiane giovani che si sono dedicate alla prostituzione di strada in questi ultimi decenni sono state le tossicodipendenti, ed è un fenomeno che si ritrova anche negli altri stati dell'Europa occidentale.

   Dalla fine degli anni 80 è in aumento la componente straniera della prostituzione: lo si può dire con certezza per quella di strada  l'unica chiaramente osservabile e raggiungibile dai servizi del privato sociale e del volontariato, ma probabilmente anche per la prostituzione che si svolge al chiuso, benché l'estensione e le caratteristiche del fenomeno dei bordelli illegali non sia nota né sia stata fatta oggetto di stime. Invece, per quanto le stime siano difficili e da prendere cum grano salis, la presenza straniera nelle strade è ritenuta quantificabile intorno alle 20.000 donne dall'istituto di ricerca Parsec [19981, mentre gli operatori sociali del progetto Europap [19951 affermano che le straniere raggiungono ormai il 60% delle prostitute attive in Italia.

     Gli ingressi di donne soprattutto dall'Africa (Nigeria, Ghana e Camerun) o dall'Est Europa (Albania, Serbia e Ucrania immigrate illegalmente o in possesso di visti scaduti - come i visti turistici e quelli emessi allo scopo di visitare luoghi sacri, che durano soltanto tre mesi, o anche visti di semplice transito - avviene in un contesto di crisi economica nei paesi di origine, di accresciuta possibilità di movimento internazionale, di enormi differenziali di guadagno per gli stessi lavori tra Italia ed Europa dell'Est o Terzo Mondo. Tale situazione di illegalità si somma alle difficoltà di chi si trova in un paese straniero di cui non conosce la lingua e gli usi, facilitando il controllo di queste donne da parte degli sfruttatori.

Una parte di queste donne, probabilmente maggioritaria per quanto riguarda chi proviene dall'Africa e praticamente totalitaria per le albanesi, sono ostaggio di organizzazioni di micro e macrocriminalità che organizzano il loro ingresso in Italia con complicate strategie di scali internazionali, passaggi di frontiera clandestini e sbarchi in zone non controllate e con l'aiuto di documenti falsi, e le controllano o con violenze quotidiane o con un «debito», mai da loro sottoscritto, di cui pretendono il pagamento. Viene loro sequestrato il passaporto per scoraggiare la loro fuga, ma la minaccia più grande che impedisce la denuncia in entrambe le situazioni è quella di nuocere ai componenti della famiglia rimasti in patria. Anche chi non è stata attirata con la falsa promessa di un lavoro regolare, difficilmente ha pensato di dover esercitare la prostituzione nelle condizioni estremamente brutali della strada (anche se una parte di queste donne vengono-immesse nei circuiti dei night club ed egualmente sfruttate).

    Il loan, cioè il «prestito», è il meccanismo cui sono sottoposte le nigeriane, che una volta arrivate in Italia vengono costrette a pagare a colei che chiamano Madam o Maman, decine di milioni: le prime cifre ne indicavano trenta, ora si parla di un'ottantina, una cifra inedita nella letteratura straniera, che fa pensare a una maggiore facilità di guadagno per A meretricio nel nostro paese rispetto ad altre nazioni d'Europa. Questo loan è il «rimborso» dovuto per il viaggio e l'avviamento all'esercizio della prostituzione; ulteriori estorsioni cui non possono sottrarsi sono i prezzi esorbitanti che devono pagare per l'alloggio (in genere appartamenti condivisi con la Maman), il vitto e il luogo in cui esercitano. Il ripagamento del debito, la cui cifra esatta viene rivelata solo in Italia, quando non vi è più possibilità di sottrarvisi, è però una possibilità concreta nell'arco di 12-18 mesi (Olivero 1997) o due-quattro anni. Il pagamento avviene inviando rimesse in Nigeria, in modo che ogni traccia di costrizione venga cancellata [IN REALTA’ OGNI TRANSAZIONE SU ESTERO NON AVREBBE PROBLEMI AD ESSERE REGISTRABILE E ANZI PARREBBE DOVEROSO PER POTER RISALIRE A CERTI TRAFFICI, DIRE CHE COSI’ verrebbe cancellata ogni traccia SA DI ASSOLUZIONE PER LA LATITANZA ISTITUZIONALE ITALIANA FATTA SUI-SULLE MAGNACCIA-SCHIAVISTI, AL CONTEMPO MASCHERATA DA BLITZ SU PERSONE CONOSCIUTE CHE OGNI GIORNO BATTONO LA STESSA STRADA] . Anche gli spostamenti e l'attività delle nigeriane non sono sorvegliati, a differenza di quanto accade con le straniere dell'Est nelle mani di sfruttatori connazionali o di organizzazioni composte di elementi di diversi paesi. Anche gli sfruttatori di altre nazionalità comunque hanno l'accortezza di non effettuare in pubblico l'appropriazione del denaro guadagnato dalle donne, rendendo difficilissimo raccogliere prove del loro ruolo.

       I metodi di azione degli sfruttatori albanesi, che attirano le donne (per lo più ragazze giovani) fingendosi innamorati e dipingendo un quadro roseo della vita che faranno in Italia, sono invece basati su una coercizione particolarmente efferata che prevede uno stupro «iniziatico» per abbattere l'autostima delle ragazze, cresciute in una cultura in cui l'onore delle donne e il loro valore sociale sono legati alla verginità prematrimoniale. Questo fornisce anche la garanzia che le ragazze non possano tornare indietro poiché, ormai infamate, non verranno più accolte dalle proprie famiglie di origine.

     É stata scoperta anche l'organizzazione di aborti clandestini per le immigrate irregolari. Alcune situazioni di violenza estrema in cui le donne sono tenute prigioniere, comprate e vendute dai diversi sfruttatori e sottoposte alle loro sadiche violenze hanno fatto chiedere e ottenere la condanna dei colpevoli per schiavitù, un articolo del codice penale che era in disuso da decenni.

     Mentre la malavita dell'Est è percorsa da lotte intestine che lasciano sul campo morti e feriti, l'assenza di conflitto con le mafie italiane in situazioni in cui il territorio è controllato da esse fanno pensare che vi siano accordi di spartizione con la criminalità organizzata, anche se è vero che il fenomeno della prostituzione di strada straniera è molto più diffuso nelle regioni del Centro-Nord che al Sud. L'accumulazione di capitale permesso dallo sfruttamento delle prostitute viene reinvestirto nel traffico di droga, che fonti affidabili indicano come molto più redditizio, oppure in quello di armi.

    Ad essere rimasta indipendente e autonoma sulla strada è solo la prostituzione maschile omosessuale e transessuale, benché spesso costretta a spostarsi dalle lotte per il territorio tra le diverse componenti della prostituzione di strada. E un'altra differenza rispetto al decennio precedente è che mentre alla metà degli anni 80 il mercato di servizi sessuali era vantaggioso per l'offerta, che controllava prezzi e prestazioni imponendo ai clienti l'uso del profilattico, una barriera psicologica ancora prima che sanitaria e contraccettiva (infatti i tassi di sieropositività tra le prostitute non tossicodipendenti sono molto bassi), proprio l'aumento di quest'offerta con gli arrivi di donne straniere ha provocato l'aumento della concorrenza sulle modalità di effettuazione della prestazione ed il crollo dei prezzi. Quanto all'uso del preservativo, le donne costrette alla prostituzione vengono strettamente controllate proprio attraverso il numero di preservativi forniti dagli sfruttatori e consumati, in base ai quali si tiene la contabilità dei guadagni. Questo è un terribile incentivo a cedere alle pressioni dei clienti e avere rapporti non protetti per tenere per sé parte del denaro guadagnato.

    Il mutamento nella faccia della prostituzione di strada, con una presenza sempre più provocatoria (abiti succinti o nudità) di trans e straniere di colore ha suscitato un allarme in molti degli abitanti delle strade dove è praticata la prostituzione, con manifestazioni organizzate a Torino, Genova, Roma, Mestre, Modena da cittadini che chiedevano un'azione pubblica per far cessare il fenomeno nella loro zona. A queste richieste, e in reazione all'aumento di questa nuova componente della prostituzione, i sindaci di molte e importanti città, sia di destra che di sinistra, hanno risposto a partire dall'estate del 1994 con l'impiego di vigili urbani per multare prostitute e clienti per atti osceni in luogo pubblico, disturbo alla quiete pubblica e varie infrazioni al codice della strada, oltre che sequestrare i veicoli di questi ultimi (provvedimento che non ha ottenuto l'appoggio della magistratura), minacciandoli di rivelare le circostanze di queste infrazioni alle famiglie. Massicci spostamenti da un luogo all'altro della prostituzione di strada sono stati innescati da queste multe a Milano, Firenze, Padova, Verona, Catania, Rimini, Bolzano e altre città minori. In alcuni luoghi, come Mestre, gli enti locali, attraverso progetti ad boc («Città e prostituzione») hanno tentato di far dialogare le parti e raggiungere un accordo che coinvolga in prima persona anche le prostitute, per mettere in atto una zonizzazione informale che rispetti gli interessi di tutte le parti in gioco.