Giovanni Senzani certamente è persona di cultura, tanto che insegna in carcere l'italiano al killer fascista Ali Agca, invece di strozzarlo (se lo strozzava non avrebbero potuto tacere che non era solo l'attentatore di Wojtila ma anche un nazifascista turco dei "Lupi Grigi" condannato oltre al resto, per l'omicidio di un giornalista progressista).

Lo è se si pensa che faceva il criminologo. I più pensano che i criminologhi siano una categoria valida ed importante. Ho i miei dubbi. Conducono i criminali con cui hanno a che fare professionalmente, o a divenire pentiti, o a suicidarsi, o a prendere altri anni e decenni di galera. Se anche Senzani fosse stato un'eccezione, all'epoca in cui lavorava al DAP ed era contemporaneamente un BR fiorentino, è ben strano che al contempo fosse anche il marito della sorella di Fenzi, che dovendo ancora "saltare il fosso", comunque era in carcere, e comunque esisteva una incompatibilità con il mestiere del genero. Ma l'Italia, si sa, a volte è garantista, mentre manda al massacro. E' garantista anche se obbligata da lotte e rapporti di forza, a volte, ma in quel caso non c'era alcuna lotta o rapporto di forza per cui non dovesse essere sollevata una incompatibilità da parte di pluriomicidi borghesi fascisti che gestivano i carceri speciali.

Fatto sta che lavora al DAP fino a quando va clandestino, e gestisce (dicono le cronache processuali) la campagna D'Urso, cioè il sequestro e successiva liberazione di un dirigente penitenziario responsabile di decidere (come Eichmann ai tempi di Hitler) le deportazioni dei proletari nei circuiti carcerari.

Il fatto è che Senzani ha molti ergastoli, e dalla fine degli anni '90, circa dopo un quindici anni, va tranquillo in semilibertà a fare l'editore.

Un altro fiorentino, compagno Br irriducibile per condizione e scelta di vita, non può nemmeno ricevere in carcere il giornale locale di Firenze, La Nazione, ma lui, Senzani, capo della "scissione" che dette vita alle "Br-Partito guerriglia del proletariato metropolitano" (dicembre 1981), dopo aver dovuto spiegare la allegra gestione della campagna Cirillo (assessore campano, gestita in maniera mercenaria), può tranquillamente fare l'editore a Firenze, la sua città.

Il punto tuttavia non è solo questo, ma anche che cosa precedette la scarcerazione di tutti i militanti prigionieri delle Br-Pg condannati all'ergastolo, e di tutti i militanti del "Collettivo Wotta Sitta", per semilibertà. Dato che ufficialmente non sono dei "pentiti". La legge Gozzini del 1986 prevede che i benefici penitenziari sono concedibili SOLO SE NON vi sono altre cose da scoprire in ordine ai reati per i quali una persona è stata condannata, E SOLO SE vi è collaborazione da parte del detenuto.

I passi sono questi:

marcata divisione dai militanti Br-pcc nelle carceri (anni 80)

uscita del libro per Controinformazione internazionale, in cui si discetta dal carcere della condotta delle Br-pcc stesse (1989)

ritrovamento di moltissime armi in Sardegna appartenenti alle Br-Pg (1995)

trasferimenti a Carinola e Trani sezione ordinaria (anni 90, prima e dopo il 1995)

concessione benefici e semilibertà (a partire dal 1995 sino al 2000)

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(pagina del 18-1-2010)