Sent: Tuesday, March 06, 2012 5:57 AM
Subject: Diamo voce a Tobia!

 
diamo voce a Tobia! 
Tobia Imperato, uno degli arrestati per la resistenza No Tav allo sgombero
della Maddalena, è ormai al quarto giorno di sciopero della fame.
In carcere aveva già perso cinque dei suoi 89 chili, in tre giorni di
digiuno ne ha persi altri quattro. Il giudice gli impone il divieto di
comunicare all’esterno in qualsiasi modo: non può scrivere lettere o mail,
non può telefonare.
Un’imposizione odiosa che rende i suoi domiciliari quasi peggiori del
carcere, dove poteva scrivere e ricevere visite.
Chi lo costringe a scegliere tra il silenzio e il carcere sarà obbligato a
sentire la risacca profonda della sua protesta.
Ha fatto richiesta di poter essere visitato da un medico ma sinora il
giudice non ha risposto.
Alcuni amici e compagni hanno pensato di proporre a tutti un’azione di
sostegno alla sua lotta di libertà.
Diamo voce a Tobia!
Tutti sono invitati a scrivergli, inviando ovunque copia della lettera.
Potete scrivere ad anarres@inventati.org. Tutte le lettere gli saranno
inoltrate.

http://anarresinfo.noblogs.org

TOBIA IMPERATO E’ AL TERZO GIORNO DI SCIOPERO DELLA FAME

 
Tobia Imperato, uno degli arrestati del 26 gennaio scorso, in arresti 
 domiciliari dal 13 febbraio, con il divieto di comunicare con persone 
 diverse da quelle che con lui coabitano, ha iniziato sabato 3 marzo uno sciopero della fame.

 Tobia protesta contro il rigetto delle richieste di autorizzarlo ad 
 assentarsi da casa per andare a lavorare presso l’Istituto Piemontese 
 per la Storia della Resistenza e della Società contemporanea, dove 
 lavora da tempo come bibliotecario, e a comunicare con persone estranee 
 al suo nucleo familiare.
 

 La sua attuale situazione di isolamento, imposta e mantenuta ad oltre
 8 mesi dai fatti che gli vengono contestati,  si rivela per certi versi
 deteriore rispetto  alla sua  precedente situazione carceraria, dove 
 almeno poteva scrivere lettere all’esterno, e sembra dettata, al pari di
 quella degli altri indagati, da una logica esclusivamente punitiva, del
 tutto sganciata da quei principi generali, di adeguatezza e idoneità,  
 che regolano l’applicazione delle misure cautelari nel nostro codice di 
 rito.
 

 La misura cautelare è stata imposta a Tobia perchè, secondo l’accusa,
 egli si sarebbe contrapposto ad un poliziotto nel corso dello sgombero 
 del presidio della Maddalena il 27 giugno 2011.
 

 In realtà, nelle foto prodotte dalla Polizia si vede unicamente un 
 contatto tra la mano di Tobia e l’avambraccio di un operatore delle 
 forze dell’ordine. Attraverso la testimonianza di una altro manifestante
 presente al fatto e il reperimento di un filmato scaricato dal web è 
 stato possibile ricostruire integralmente la scena.
 

 Il contatto in questione avviene su un ripido pendio a fianco 
 dell’autostrada  ed è preceduto da un intervento piuttosto rude di 
 alcuni poliziotti che hanno appena buttato per terra un manifestante con
 le mani alzate. Il contatto dura solo un paio di secondi, senza che si 
 possa apprezzare alcun intento violento da parte di Tobia.
 

 Tobia ha sostenuto, con dichiarazione spontanea resa in 
 interrogatorio, di essersi aggrappato al poliziotto perchè stava 
 scivolando all’indietro. In effetti, dal filmato si vede che, 
 immediatamente dopo aver appoggiato la mano sul poliziotto, egli cade 
 all’indietro e scivola giù per la scarpata.
 

 Resta veramente difficile comprendere come per una vicenda di questo 
 spessore si possa decidere di richiedere e di applicare una misura 
 cautelare.
 

 Movimento NO TAV