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Ho accettato questo incarico pochi giorni fa, ad estradizione, almeno virtualmente, già concessa.

Questa la successione dei fatti, tutta documentata.

*** ***, cittadino italiano nato in provincia di ******* nel 1974, laurea in medicina e chirurgia, ma residente da anni in *** alla via ***, nel giugno del 1999 scopre, e denuncia il fatto ai Carabinieri, che ignoti avevano forzato la propria cassetta postale e si erano appropriati di fatture commerciali, tra cui una bolletta telefonica. Dopo qualche giorno cominciò a ricevere bollettini postali di pagamenti rateali per presunti acquisti presso diversi esercizi commerciali. Segue nuova denuncia. Nel novembre del 2002, ancora ignoti fecero irruzione nella predetta sua abitazione, impossessandosi anche di alcuni documenti di identità ed estratti conto bancari. Segue ulteriore denuncia.

Da premettere che *** è da sempre studioso del mondo arabo ed islamico in particolare, verso cui non ha mai nascosto la sua simpatia. Da qui nasce la sua forte amicizia con un giovane medico tunisino, tale Wissen H'Tira che da anni viveva e lavorava a Londra, col quale *** riesce a provare di aver avuto un ultimo incontro in *** in data 28 ottobre 2002, proprio nella stessa data, come apprenderà in seguito, in cui la Pubblica Accusa inglese gli contesterà di essere stato a Londra ed aver effettuato numerose transazioni bancarie illecite.

Subito dopo tale data il medico tunisino scompare letteralmente, salvo farsi vivo con l'amico italiano nel febbraio del 2003, allorquando lo invita in Tunisia in quanto lo notizia che gli era capitato qualcosa di molto grave, tale da indurlo a non tornare più in Inghilterra. Incontratisi i due a Monastir (Tunisia), confida all'amico italiano di essere stato catturato a Londra da da alcuni poliziotti statunitensi, di essere stato imbarcato su un volo con destinazione verso una prigione popolata da detenuti di lingua araba. Il viaggio avvene con altri due nordafricani minuti di passaporto britannico, anche loro letteralmente rapiti. Durante il suo soggiorno in carcere Wissen subisce angherie, umiliazioni e violenze inenerrabili, il tutto finalizzato a fargli rendere dichiarazioni accusatorie nei confronti di presunti terroristi operanti nel Regno Unito. Poi il suo rilascio, Wissen non riesce a ricostruire con esattezza il posto (la nazione) in cui è stato incarcerato, anche perchè è stato tenuto quasi sempre incappucciato. Ricorda che il volo è durato molte ore, si dimostra ancora terrorizzato, visibilmente provato anche nel fisico, riferisce all'amico che venne rimesso in libertà, riportato a Londra, in quanto nei suoi confronti non era emerso alcun indizio di colpevolezza. In buona sostanza, e con ogni probabilità, c'era stato uno scambio di persona.

Fu allora che *** si rivolse ad un suo amico giornalista, Robert Wightman, che lavorava per il quotidiano Daily Mirror. Questi inizialmente era entusiasta di denunciare pubblicamente questa turpe storia, forte anche della disponibilità del tunisino a farsi intervistare, nonchè della collaborazione anche del Prof. Hamad Redissi, docente di scienze politiche presso l'Università di Tunisi, profondo studio dei rapporti e della spaccatura fra Islam ed Occidente, il quale fornì utili informazioni su casi simili a quello di Wissen e di cui era venuto a conoscenza.

Senonchè, anche il giornalista inglese esce di scena facendo perdere ogni contatto.

In Tunisia, *** fu suo malgrado trattenuto per quattro mesi, nel corso dei quali fu sottoposto ad estenuanti interrogatori parte delle locali autorità. La domanda più frequente era se avesse avuto o meno rapporti con ebrei e che voli di linea normalmente usasse. Alla fine, rivoltosi all'Ambasciata italiana, riuscì a tornare in Italia.

Nel frattempo, ed a sua insaputa, la pubblica accusa inglese aveva già chiesto ed ottenuto nei confronti di *** *** un ordine di carcerazione dove gli venivano contestati i reati di associazione a delinquere finalizzato al riciclaggio internazionale di denaro di illecita provenienza. Ad *** venivano contestate decine e decine di transazioni bancarie fatte sotto altro nome, ma non venivano riportate con esattezza nè la sua data di nascista, nè il suo codice fiscale!

Stesso reato è stato contestato a suo fratello *** ***, *** *** *** *** *** ***, la cui richiesta di estradizione è stata rigettata lo scorso 21 febbraio dalla Corte di Appello di *******.

Quella avanzata nei confronti di *** ***, viceversa, sta seguendo il suo iter presso il Giudici dell'8° Sezione della Corte di Appello di ***, i quali, come è noto, non possono entrare nel merito della vicenda, ma debbono limitarsi ad appurare la regolarità formale della richiesta.

*** *** è ora detenuto presso il carcere di Poggioreale in attesa della decisione.

Da qui il suo appello a non scomparire nel nulla. Egli è infatti certo che se estradato, subirà la stessa sorte del suo amico tunisino. Egli è vittima di un colossale equivoco che prende spunto proprio dal furto e dalla contraffazione dei suoi documenti personali, e si trova, pertanto, vittima di un meccanismo più grande di lui.

Il difensore.

Avv. Vittorio Trupiano