Non comprendendo i torturatori la natura del nazifascismo, non possono certo comprendere di essere loro stessi dei nazi-fascisti, quindi nemmeno comprendono il senso dell'ironia e la forza degli anti-nazifascisti, e gli attribuiscono accuse "psichiatriche" e delirio ideologico, a ciò che invece è la loro ideologia della violenza posta sopra ogni cosa (e sintomaticamente la stessa del PD, della guerra in Iraq, della "educazione rigida", di certe scuole di pensiero cattoliche), violenza cioè sì levatrice della storia, ma dominata invece per i comunisti, dal materialismo dialettico unito dalla ragione della Storia, dei giusti, delle condizioni effettive sociali e di classe, della Vita.

Quindi è per questo che Canarini nel '99 fa da supporto alla repressione e demonizzazione mediatica dei prigionieri (Repubblica, Espresso, ecc.), acquisendo dei "punti" da giocarsi poi nel "cappello politico" del 2001 alla lotta ben più ampia del "movimento noglobal" scatenata dalle masse contro il G8.

Ed è per questo che coloro che si presentano come i maggiori difensori di Dorigo nel 2002-2005, cioè l'avvocato cui lui si è rivolto conoscendone le battaglie contro il 41 bis, e l'on.e poi sen.Russo Spena, in realtà, nel difenderlo tatticamente (il suo diritto ad un equo processo, che ora, ad un anno passato dalla sentenza di Cassazione in linea con la sentenza CEDU, nessuno vuole), affossano la sua lotta contro l'utilizzo delle torture tecnologiche nelle carceri e nella società, facendone SOLO una questione mediatica (il libro sulla tortura nel bel paese, e NON la operazione chirurgica). Per questo prima (2005) Paolo prende le distanze dai "26" che hanno seguito il padre in vita solo opportunisticamente (novembre 2004) e poi (dicembre 2007) Paolo prende le distanze anche dall'avv.Trupiano e dal sen.Russo Spena. Rimane che su questo punto i compagni del "Gatto selvaggio" estesero la critica al SRP, ma secondo Paolo questo non è corretto: il SRP ha accompagnato nella solidarietà militante e nel rispetto di posizioni non sempre uguali, Paolo, a prendere coscienza dell'enorme infamia che si sta consumando in Italia, e questo poiché qualcuno dal carcere sin dal 2000 andava dicendo in giro nel movimento che se Paolo fosse venuto a sapere di avere degli elettrodi in testa, si sarebbe ucciso per "disperazione", falsando la natura della "disperazione" e della protesta, invece. Invece è giusto essere disperati e lottare fino alla morte, in una infame società come questa, è giusto e necessario.

Inoltre nulla toglie al fatto che, come nella parabola del figliol prodigo, la maggioranza dei Br, la pressocché totalità dei piellini, colp, ecc., e la totalità dei fascisti dei Nar ecc. si siano ritrovati uniti al regime borghese con la dissociazione prima, con le soluzioni politiche poi, e con la copertura alla tortura di regime tecnologica ora, magari con la copertura di falsa sinistra e falsi sindacati rivoluzionari.