Comunicato n°17
Del 23-07-03

Capitolo WANTED
CHI MI STA TORTURANDO?

Mentre prosegue la lotta (e la resistenza) articolate in soli tre giorni e settimane di sciopero della fame per non indebolirmi troppo, continuo l'attesa per l'autorizzazione al medico di parte che, consultate le lastre della RMN si è detto disponibile, previa una visita accurata, a prescrivermi le visite specialistiche che i medici penitenziari mi negano (oltre a negarsi al semplice incontro il direttore sanitario di questa Cayenna) e che il Magistrato di Sorveglianza in data 18.6.03, presente il direttore di questo carcere, ha detto mi concederà solo se a richiederli sarà un medico e non solo io stesso. Di conseguenza il tempo slitta, e per esempio, la RMN effettuata "per immagini" e non funzionale al 28.2 è l'ultimo accertamento che mi è stato fatto su queste mie denunce. E' evidente, lo sarà quando la verità su questa mia storia sarà pubblica, che l'amministrazione penitenziaria SA, a qualche livello, di che cosa mi è stato fatto nel 1996 e dal 2002 in poi, e che prende tempo, proponendomi nel frattempo le più incredibili cose (prima la richiesta di grazia da parte di una volontaria, da me mai conosciuta di persona, poi profferta di "liberazione anticipata", quindi del "programma di trattamento"). Proposta che nella "logica" di chi gestisce il circuito EIV dovrebbe forse permettere una mia più rapida scarcerazione, prima che la verità si sappia, onde gestirla con meno scalpore possibile. No. Non solo sono un compagno, ma non sono nemmeno un fesso. La fine dello scienziato inglese pietra dello scandalo sulla guerra di aggressione all'Iraq ed ai suoi pozzi petroliferi, testimonia dell'esistenza anche nelle repubbliche democratiche più "illibate", come vuol mostrarsi il "Regno Unito", di servizi segreti di assassini di stato che non hanno certo problemi a risolvere qualsiasi questione nel più rapido dei modi. Se a farmi uscire non provvederà una rapida legislazione sulla revisione dei casi di Strasburgo cassati dalla CEDU, certo sconterò sino all'ultimo giorno di pena la condanna attuale e le prossime che arriveranno, sperando che le mie denunce, i miei sforzi, e la solidarietà di cui godo, siano sufficienti a portare a galla la verità ed a liberarmi dei microchip che mi hanno installato, o delle eventuali sostanze genetiche che mi hanno iniettato per rendere il mio pensiero intercettabile. Evidentemente, mentre mi torturano con la loro presenza occulta cerebrale, portano avanti la ricerca stessa e magari la iniziano su altri prigionieri. Quindi, i pazzi scatenati che hanno avviato questo progetto, cercano di sfruttare il tempo a loro disposizione al massimo, onde poter spingere il più in là possibile la loro ricerca e indagine. Se e come questa indagine-tortura sia collegata all'inchiesta "antiterrorismo" dei magistrati emergenziali italiani, è sospetto, anche perché non sono ancora stato querelato per calunnia da un organo della "giustizia" italiana (ultimo il pm di Bologna cui ho inviato una richiesta di dissequestro-esposto/denuncia assai "polemico", il 08.07.03 scorso).

Eccoci dunque al capitolo WANTED, che conclude la ricerca in quanto tale, dopodiché mi prenderò del tempo estivo per riprendere il mio studio/ricerca ideologico e per portare avanti una sistemazione degli appunti relativi proprio a questo argomento: STANARE i colpevoli di queste torture; "argomento" a cui mi sto dedicando da tempo e che devo riordinare e sistematizzare, dopo aver prodotto "svariate memorie" specifiche, non pubbliche perché coperte da segreto istruttorio, che ho già inviato alla Procura biellese (senza apprezzabili risultati), inerenti le coincidenze e gli indizi relativi alla struttura dell'amministrazione penitenziaria in relazione a questo sistema di tortura ed intercettazione radio (del microchip appostomi fraudolentemente nel capo o delle frequenze realizzate con particolari apparecchiature, afferente non alle mie conversazioni sole, ma al mio pensiero).


WANTED - CHI MI STA TORTURANDO?

Nel merito, vi sono le svariate denunce che ho rivolto a diverse autorità e personalità presso varie sedi giudiziarie; in alcuni casi (Biella. Livorno, Sulmona 950(03/RGNR non 92/03/RA ….) ottenendo dei labili riscontri, in altri una declaratoria di "non competenza", come dalla procura Generale di Torino, con assenza di risposta e successiva richiesta di spiegazioni, in altre, come Pordenone, una per ora sostanziale evasione di quanto chiesto a proposito di un loro illegale decreto di sequestro di corrispondenza non notificato …
Le autorità che ho denunciato sono:
- i Primi Ministri in carica da Dini in poi (Dini, Prodi, D'Alema, Berlusconi):
- i Ministri della Giustizia, i capi dei DAP, dal 1996 in poi, (Flick, Di Magio+, Margara, Diliberto, Caselli, Fassino, castelli, Tenebra);
- i vicedirettori del DAP (Mancuso Paolo, Di Somma), i capi dello SCOP-UGAP-GOM (Ragosa, Mattiello);
- i dirigenti del Comitato di Controllo sui servizi segreti (come Frattini,ecc.);
- i direttori carcerari Fragomeni, Fabozzi, Nastasia, Linguaglossa;
- i comandanti carcerari Savarino, Mazzotta, Verrengia;
- alcuni agenti di p.p. e ispettori (Gambella, ecc.) direttori sanitari (Calepini, ecc.);
- l'allora vicedirettore del carcere di Torino (Mazzini);
- i magistrati Papalia, Casson, Montone, Dodero;
- i dirigenti Digos di Torino dal 1996 in poi;
- agenti "antiterrorismo" attivi in servizi SISDE o SISMI o antiterrorismo (ex UCIGOS) o in strutture ROS dei CC o DIGOS, con rapporti certamente esistenti con apparati interni al Ministero della Giustizia, al DAP, alle strutture UGAP-GOM ed alle stesse strutture delle carceri ove sono "ospitato" (da ultimo Spoleto).

A queste autorità dovrò aggiungere, stante la situazione, anche:

- gli altri direttori carcerari

- gli altri direttori carcerari da me ritenuti forse ingenuamente del tutto estranei alla cosa, ma i cui silenzi e rimandi, e la cui indisponibilità a disporre la perizia con il sintetizzatore universale mi convincono a doverli includere nella lista dei possibili corresponsabili; è stato proprio il direttore di Spoleto, Padovani, a dichiarare, davanti al Magistrato di sorveglianza, (prima di fare la mossa del "programma di trattamento" che venne fatta tramite un anonimo agente della matricola, e che rifiutai di firmare "per accettazione"), che, se prima diceva che era "impossibile" che la mia denuncia fosse vera, adesso dice che è "possibile" ma che è "improbabile". Il prima e il dopo è la notizia dell'esistenza di M.K. Ultra (4 maggio 03).
- il capo dei ROS dei CC. Per due motivi: primo, che pare che nella primavera del 2002 uno dei "CC", si fosse recato con apparecchiature nella sezione EIV-1° di Biella; secondo, che nel novembre del 2002 a Spoleto è stato interrogato dai ROS un detenuto che in passato aveva fatto il medico, che mi aveva aiutato alcuni giorni nella mia ricerca sui medicinali psicofarmaci, al quale era stato chiesto se "secondo lui" fingevi i dichiaravo seriamente le miei denunce; infine poiché, non hanno fatto nulla all'atto della mia autodenuncia ai NAS nazionali (22.1.1003).
- il ministro delle Comunicazioni e il responsabile della polizia Postale di Roma e di Perugina perché eludono la mia autodenuncia inerente fatti di loro competenza (trasmissione illegale).

Il 27.2.03, infine, ho denunciato che tra i responsabili vi devono essere giocoforza psicologi esperti in fisiologia, psicologia della percezione, psicologia comparativa, psicologia cognitiva, psicologia psicometria, ipnosi e radioipnosi, nonché psichiatri ed esperti in sviluppo e programmazione in Java e C++, per il tipo di utilizzo che chi mi tortura delle "informazioni" che sono in loro possesso mano a mano che la tortura che mi si infligge continua, per la progettazione informatica del sistema di tortura, per le metodologie psicologiche e psichiatriche che sono utilizzate sin dal maggio 2002.
Ricordare inoltre l'articolo del 7.5.03 di "Liberazione" che parla della tecnologia in possesso della CIA, con uno "scanner cerebrale" raffinatissimo con il quale a Guantanamo e alle Maldive (dunque più d'uno) vengono analizzati i pensieri sotto tortura e trattamento allo SCC (succinilecolinecolide) - il trattamento da me subito in particolare a Livorno e metodologicamente analogo a questo - .
Le nuove denunce che dovrò inviare, saranno dirette a Novara e a Torino, Procura della repubblica, nonché a Bologna, nell'ipotesi che abbiano direttamente a che fare con le indagini "antiterrorismo" del Giovagnoli. A Novara perché fu lì che misteriosamente, a mia insaputa e mentre dormivo fui visitato da un otorinolaringoiatra, mentre non mi fu detto nulla a proposito a Novara né, dopo il successivo trasferimento a Torino, e di tale esame ho appreso solo dopo la visione di tutte le 110 pagine della cartella relativa a quei due ospedali (Novara e CTO di Torino) nel gennaio 1966 quando, come noto, fui operato poi a Torino in anestesia totale per due ore su un lasso di tempo di sette ore documentate. 110 pagine di cui nella mia cartella carceraria ve ne sono solo 36.
La circostanza che non mi fu detto nulla dei rischi all'eventuale sordità (ora sopraggiunte all'orecchio sinistro) testimonia del forse o meglio della probabilità e possibilità che mi sia appunto stato installato a mia insaputa un apparecchio e che di tale apparecchio si stato fatto un uso improprio.
(CFR. visita dal 4.1.96, cartella clinica Novara, medico dr. firma illeggibile, un medico della "clinica otorinolaringoiatrica dell'Università di Torino, direttore: F.Pia", che rileva i danni dell'incendio da me subito sotto l'aspetto della respirazione, ma non parla di quanto repertato all'ingresso, "L'obiettività dermatologica è caratterizzata da lesioni eritemato-vescico-bollose alle mani e da aree di cute bianco-giallastra e disepitelizzate ricoperte da lembi epidermici necrotici al collo, al mento e in regione latero cervicale e RETRO AURICOLARE SINITRA", dopodiché mi si inviava a Torino "per rischio gravi lesioni permanenti", non meglio precisate. Carte che io ho letto solo quest'anno avendole recuperate solo nel febbraio scorso mia madre.)

Va tenuto presente che si cerca subdolamente di farmi passare per "esaurito" e soggetto a "psicosi", in quanto questa è la norma per gli psichiatri, ma tale diagnosi non è stata fatta propria dallo psichiatra di Spoleto né dai medici che mi hanno incontrato in relazione ai procedimenti di Livorno (incendio materasso dell'11.6.2002) e Biella (aggressione al DIGOS, 4.4.02), e cioè gli psichiatri paladini di Livorno, Limonato di Ferrara e Crosignani di Torino, poiché diversamente non sarei stato imputato di questi reati. Diversamente, la tesi del "delirio" fu fatta propria dall'ex-ufficiale dell'esercito e responsabile psichiatrico del lager di Livorno dr.Berardini, che stranamente era in possesso di molti miei scritti politici AVUTI A TEMPO DI RECORD dal carcere di Biella (va ricordato che il mio ricovero fu disposto solo il giorno dopo la mia duplice aggressione ad agenti penitenziari del 24.5.02), che di "quadro di scompenso psichico" parlò lo psichiatra del CIM di Biella, dr.ssa Olivetto. Ma si era in presenza di una persona che non dormiva da quindici giorni: come pretendere un equilibrio psichico dopo quindici giorni di mancato sonno???

Questo porta decisamente male all'ambiente penitenziario piemontese e biellese dipendente in tutti i casi dal dirigente del PRAP Rizzo, cui l'allarmismo per il mio sciopero della fame per i compagni turchi del dicembre 2000, in tempi non sospetti alle mie denunce, a riguardarlo oggi fa pensare. E al dr. Fragomeni, che non a caso ho denunciato, il quale era responsabile di quanto poteva accadermi presso gli ospedali in cui ero ricoverato dopo il fatto del 4.1.96 (mia protesta con il fuoco).
A questo punto il silenzio giudiziario, le profferte "trattamentali" la perdurante "pericolosità" legata all'assegnazione a EIV ed alla censura, i sospetti dei magistrati verso di me, e il dato di fatto che sono tutt'altro che psicotico, messi insieme danno un unico risultato: è tutto vero, sanno e vogliono nascondere la verità.


Dopo quindici mesi di tortura esplicita psicologica e uditivo-cerebrale, oltre che capace di infierire dolori e sensazioni mediante impulsi radio interagenti con la corteccia, il problema pare essere "loro" e non mio, sia nel convincermi che devo rinunciare alle denunce (il leit-motiv degli ultimi due mesi di torture e proposte di corruzione molto cospicue quanto truffaldine) sia nel non aver costoro portato alcunché di concreto contro la mia persona sul piano giudiziario mentre invece si usa la mia persona e in genere i prigionieri politici (la solidarietà verso di loro) come argomento per criminalizzare, perquisire, minacciare decine e centinaia di compagni in tutta Italia. Ossia: mi si usa come punto di "verifica tecnologica" delle loro ipotesi o solo come "cavia comportamentale"? responsabilità specifiche secondo me non ve ne sono in senso di escludere le altre, oggi gli apparati repressivi del regime operano "di concerto" ed in tal senso la "straordinaria" dichiarazione del direttore di Spoleto Padovani che dichiarare che è il "vantaggio investigativo" a giustificare la sua interpretazione dell'art.38.7 correlato al 38.10 OP, per notificare la posta trattenuta … .

Ho già dedicato spazio nel comunicato n°8 alle "argomentazioni" per cui ritengo collegata alla magistratura la tortura che mi è inflitta. Esse si riferiscono sia alle "ipotesi" delle Autorità Giudiziarie di Pordenone e Torino (1993-1996 e successive) sia a quelle sufficientemente evidenziate sui media (sino all'attentato al Tribunale di Venezia ed all'azione Biagi delle Br-PCC per la quale venne saccheggiata la mia cella a Biella). Tali aspetti li ho evidenziati abbondantemente anche nei testi "Considerazioni oggettive" (parte 5a della mia I controinchiesta) e "Racconto vero" (parte 6°).
Posto che un eventuale microchip può essermi stato installato solo nel 1996, qual è stata la molla scatenante del trattamento che mi è riservato?
Temporalmente si tratta del periodo che va dall'agosto 2001 al dicembre 2001. Ossia: dopo Genova-G8, Tribunale di Inezia, 11 di settembre, collaborazionismo post-11 settembre, atto al trasferimento di un detenuto islamico lontano da Biella e a legittimare il trattamento particolarmente pesante nei miei confronti; in mezzo (fine novembre) un temperino sequestratomi in cella, al momento opportuno.
Ma solo una decisone dall'alto, e non un misero temperino può giustificare un temperino come quello che mi è riservato.
Così le stranezze della seconda perquisizione post-Biagi, quella torinese con il sequestro (solo a me), delle macchine da scrivere, e delle perquisizioni dei mesi precedenti, si vocifera di un fotocopiatore in sezione per copiare documentazione, per ore e ore …
E mi fa specie la non attuazione della perizia che ho chiesto sin dal novembre scorso 2002, da attuare con un sintonizzatore universale …
Due schiaffi a due agenti, che mi costano quasi la morte a Livorno, però non vengo denunciato. Ma non mi si fa la perizia che taglierebbe la testa al toro sia e come sia possibile che io abbia delle frequenze audio in uscita.
Torino, tra i moventi, allora? Così come Biella, Pordenone, Venezia, Bologna. Ce n'è abbastanza per capire che se le cose stanno così solo una verifica empirica potrebbe portare alla verità. Verifica che si può ottenere in due modi: o con la magistratura, che non fa nulla; o con i medici, e qui scattano i ritardi, le omissioni, gli ostacoli.
NON devo più "spiegare" come sia possibile che io sia torturato. L'ho fatto, perché alla denuncia andavano seguiti i contenuti:
Ma siamo all'inversione dell'onore delle prove. Siamo alla ragazza violentata che deve spiegare che forse è stata stuprata da tre bastardi perché portava le calze a rete … Siamo al detenuto che non è un cittadino, è solo oggetto di annientamento di Stato, che, nel silenzio, usa l'ignoranza e la stupefacente tecnologia per cercar di "sconfiggere il terrorismo" … Stupefacente. Un'infamia.

Né devo qui, l'ho già fatto altrove, spiegare gli esami e gli accertamenti, gli indizi (quei "grafoelementi" dell'EEG a 6-7 hz; il tester che dà un segnale solo su di me; le ambigue sagome del RMN). Gli accertamenti fatti alla cazzo (audiometria) o senza verificarne il significato (quel 5% di LUC-cellule non nucleate nell'esame del sangue del 5.02.03 - formula leucocitaria) da parte di un corpo medico carcerario che da per scontato che io sia un "visionario" anche quando insorgono cose (retinopatia intensiva in assenza di ipertensione, 3.12.01, o emorragia interna all'occhio destro, maggio 03 prima dello sciopero della fame, visitato dopo quindici giorni dall'inizio di questo, guarita in due mesi!) che non hanno spiegazione.

Domande e stranezze a cui il regime non presta attenzione. Sta operando al contrario, figurarsi se questo giustifica l'indagine che ho richiesto persino al Ministro, prima di denunciarlo!

Ora sappiamo che esiste M. K. Ultra, La7 ha fornito la cassetta della trasmissione, che è in circolazione ai destinatari di questo. Dalla trasmissione si deduce che l'esistenza di questi sistemi a microchip è datata al 1991, mentre sin dagli anni '50 esistevano sistemi di condizionamento mentale con raggi radio. La CIA, e quindi anche i vari CESIS, SISDE, SISMI, non possono non conoscere queste cose. E a capo dell'UGAP c'è l'ex SISDE Ragosa.
Trasferirmi a Spoleto anziché riportarmi a Biella, per due motivi: per meglio proseguire il trattamento di tortura, (per le particolari strutture esistenti in questo carcere 1° in Italia per detenuti di reati di mafia), che degli agenti dichiarano essere "il 1° carcere del mondo, il più avanzato" (certo esagerando, ma quanto?) nonché per impedirmi di tirare le somme delle cose a Biella nei confronti di certi collaborazionisti, messi apposta dai DAP tra i prigionieri rivoluzionari.
Tra i moventi, avevo calcolato anche la questione di Strasburgo cioè successiva al pronunciamento del Consiglio d'Europa che intimava il termine (ottobre 2002) all'Italia per il rispetto del giusto processo e la revisione del mio "caso" giudiziario (pronunciamento del 9.2.2002). Subito dop questo pronunciamento e contemporaneamente all'inizio delle torture, su Sette-Corriere della sera il giudice Lo Forte e poi sulla Stampa il giudice Grasso, entrambi antimafia, dichiaravano "terrificante" l'ipotesi che si tornasse al sistema processuale del 1989 anche per i reati di mafia, terrorismo, ecc. Quindi, subito dopo la preparazione delle due leggi in materia (C1225 e C 1447) da parte della Commissione Giustizia della Camera, nel settembre 2002, è il SISDE a fare allarmismi su "Repubblica" onde terrorizzare la classe politica per far sì che non adotti queste leggi.
Dietro tutto, l'enorme potere dell'antimafia? E' un'ipotesi da non sottovalutare, che può spiegare certe assegnazioni del DAP di "comuni" messi apposta a Biella.
Le DDA hanno giurisdizione ed usano sistemi di intelligence anche e soprattutto nelle carceri. Nel 1999 ad opera, nel "libro bianco", denunciavi che un detenuto per un sequestro era stato assassinato in carcere da agenti mascherati, riportando testimonianze dirette.
Anche questo potrebbe essere un movente.
Tutte le questioni tecnico-scientifiche che ho approfondito in questi mesi, l'uso negli Usa di M. K. Ultra, le neuroscienze, ecc., sono cose che non conoscevo. Giunsi il 23.5.02 3 n3i giorni precedenti, alla ipotesi del microchip sottocutaneo per esclusione logica di qualsivoglia altro strumento, dando non per scontato, ma per esperienza pratica, che non stavo inventandomi senza motivo alcun tragico mondo fantastico, e che tanto meno avevo voglia di espormi a denunciare una cosa del genere, cosa che feci dopo almeno 7 giorni di riluttanza, il 24.5.02.
Il direttore di Spoleto, Padovani, dice che "non siamo negli USA".
E' un'interessante analisi. Io invece pensavo negli ultimi anni che ne fossimo il 51° Stato, dopo l'Alaska …

Vi è un grande muro di gomma, dietro al quale chi mi tortura continua incessantemente a propormi harem, milioni di dollari, vantaggi di ogni genere che non mi interessano, purché "accetti" il dato di fatto e mi faccia operare senza scalpore. E' evidente che vogliono solo uccidermi o sequestrarmi e buttarmi in qualche segreta o fossa di cemento, poiché il loro trattamento porta qualsiasi persona alla speranza di uscire per non subire più questa cosa. Da parte mia, essendovi consapevolezza di ciò, non ci penso proprio di uscire prima del fine-pena. Lotto solo per dimostrare ciò a cui sono sottoposto sul piano medico e scientifico.
Non lotto come Don Chisciottte contro i mulini a vento …
Non invento nulla. E, una volta risolta questa questione, mi ricorderò chi mi ha negato la solidarietà con queste argomentazioni !!!

Vi è poi un motivo investigativo in più che un eventuale gruppo di ricercatori psichiatrici carcerari o antimafia potrebbe aver spinto alla tortura del sottoscritto, ed è l'esperienza variegata e molto ricca ed articolata che ho delle varie realtà carcerarie, essendo stato detenuto, anche se solo per 13 anni, sinora, in ben 15 carceri.

Chi sono i miei nemici nelle carceri. Può avere una qualche importanza, giustificare o spiegare ulteriormente la scelta su di me?
Non credo. Sono quelli di ogni rivoluzionario: i fascisti che hanno aggredito o ucciso compagni, gli agenti provocatori, gli spioni, i collaborazionisti, i confidenti, che magari si celano dietro "pedigree" malavitosi di tutto rispetto … all'apparenza.

In genere, non scendo sul terreno di provocazione propostomi, cerco di prevenirlo ed evitarlo, se posso. Se non posso, lo affronto. Ma qui sto indagando su sistemi di tortura applicati nelle carceri, che potrebbero essere all'origine di molti suicidi, e che sono usati anche grazie alla "pacificazione" data da sistemi di controllo nazisti ed invasivi in maniera totale. Non a caso, in certe carceri, come a Spoleto ed Opera, per esempio, i periodi delle provocazioni più dure erano quelli in cui certi provocatori "rischiavano". Lo sanno. Sanno tutto. Io faccio parte del sistema di questo loro "saper tutto"?
Non sono strumento involontario?
Ho pensato di uccidermi, per non esserlo. Ma direbbero infine che ero matto, che al secondo tentativo ci sono riuscito, e che le mie denunce erano aria fritta. Troverebbero l'inghippo per sottrarre ai miei famigliari la salma e la possibilità di indagini autonome dalle loro. Quindi non posso permettermi la protesta mortale. Potrei uccidere io, per richiamare l'attenzione? Non finirebbe nello stesso modo, anzi peggio, finirei definitivamente in un OPG, in letto di contenzione e imbottito di psicofarmaci da far schifo. Quindi la scelta di lotta che ho adottato è quella corretta.

CHI SONO, dunque, i miei torturatori, le mie torturatrici?

ALCUNI elementi:
hanno accesso alle carceri, o hanno persone all'interno che li informano, sanno di che posta ricevo il giorno prima che mi venga consegnata, ossia contemporaneamente alla censura, sanno il giorno prima o due giorni prima, di eventuali trasferimenti. Potrebbero essere la "segreteria particolare" della Direzione, o un ufficio dell'UGAP a Roma, o un ufficio di polizia o carabinieri o un servizio collegato al DAP. Ma una serie impressionante di piccole coincidenze, utili psicologicamente a fare impazzire il soggetto (come ne "La porta proibita" di Orson Welles e Joan Fontane), mi danno l'impressione che il coordinamento di chi mi tortura sia connesso direttamente al livello carcerario.

- conoscono dettagli a me ignoti della vita dei prigionieri (casi verificati avvenuti con altri prigionieri)
- non hanno ritegno in quanto ai metodi con i quali ottenere i loro scopi, cioè raccogliere la "reazione" del soggetto torturato alla loro provocazione (cfr. Capitolo Sistemi Usati …)
- hanno un odio, una motivazione personale, a volte dicono di essere agenti antimafia della DIA, altre volte di essere parenti e familiari di pentiti uccisi; la loro "motivazione" è pazzesca ed eccessiva, fino a restare anche 20 ore di seguito "collegati", finché non prendo sonno, se non dormo il pomeriggio. Per questo nelle denunce di Torino del 31.1.2003 avevo parlato tra i vari reati anche di "sostituzione di persona" così come di "alto tradimento".
- Sono giovani come esperienza, come fossero agenti di polizia penitenziaria durante un corso, infatti non sembravano almeno all'inizio, esperti di "terrorismo" e controguerriglia, a parte un caso o due di voci maschili, sufficientemente sicure (apparentemente) calma da poter essere appartenenti ad agenti di vecchia data; come se fosse plausibile che fossero studenti o ricercatori di qualche facoltà di psichiatria e psicologia o neuroscienze, entusiasti della loro "ricerca" e della possibilità di indagare nella mente di una persona per di più via radio, senza nulla rischiare (secondo loro).
- Inizialmente si trattava di voci femminili e maschili che mi parevano appartenere a funzionari del carcere di Biella (da dicembre 2001, primo ricordo, all'aprile 2002, secondo e terzo ricordo) sino al maggio 2002, permanenza in atti, quando invece subentrano due voci maschili che asserivano di essere detenuti comuni ma non del piano di sopra bensì del 3° 8in realtà i nomi da loro fatti sembravano scelti apposta tra quei pochi che conoscevo), e che mi perseguitavano senza motivo apparente provocando e offendendo senza lasciarmi la possibilità di dormire (14-23 maggio 2002 con certezza, forse già anche nei giorni precedenti, 10-12 e 13 maggio 2002). Questi "disturbi" avvenivano preferibilmente la sera e per tutta la notte. Il primo, più serio, attacco, avvenne mentre espletavo una funzione corporale in tutta tranquillità, in sera inoltrata, e i commenti si impicciavano di questa (masturbazione).
Nel primo periodo provocavano a casaccio, poi un po' alla volta "cercandomi", mentre ero praticamente sempre più stanco dalla privazione del sonno e dalle sostanze che il mio corpo produceva per restare in piedi, se non anche da sostanze narcotizzanti, su argomenti della mia vita sui quali non avevo e non ho alcunché da rimproverarmi, in maniera del tutto astrusa e sconvolgente, credo per tattica prestabilita, onde crearmi disistima.
Questi attacchi, con uso di psicofarmaci certo a partire dal 24.5, durarono in maniera massiccia per tutto il periodo livornese, in particolare dall'1 al 10 giugno, creandomi anche attacchi di cuore di cui non parevano preoccupati.
Dal 20 maggio c'è un primo "inserimento" di voci femminili che cercano di farmi sfogare (mi masturbai 9 volte in due giorni) l'eccesso di tensione, poi queste voci, a parte una o due volte, riappaiono dal 14-15 giugno 2002.
Nel periodo di tortura, soprattutto notturna (questo potrebbe far pensare all'uso di locali carcerari non utilizzabili allo scopo in orario giornaliero, o di locali ed uffici ministeriali dell'UGAP o del DAP - spesso dichiaravano di essere dell'UGAP specie nei mesi più recenti, quando credevano che stessi per cedere - ), usavano a Livorno i nomi di alcuni detenuti, uno a me noto ma che non conoscevo come voce, così come nei due casi citati a Biella, un latro che neppure conoscevo, più i nominativi di due sbirri, un CC ed un poliziotti che invece conoscevo perché impegnati nelle procedure di arresto del 1985 e 1993, ed il nominativo di un altro asserito carabiniere. Ora a Livorno, dopo lo scontro di una ventina di guardie nel primo pomeriggio del 12.6.02, quando fui riportato alla cella n°6 per subire una iniezione intramuscolare di un mix di psicofarmaci contro la mia volontà, fuori della cella nel corridoio c'era una persona sui 45 anni in tuta blu e bianca, alto circa 1.70, che mi sembrava proprio Paolo Ma stelloni ossia questo CC impegnato nel mio arresto dell'8.2.1985. Era alle dipendenze di Genzer quando questi era comandante dei ROS del Veneto (ora Genzer è capo dei ROS nazionali).
- Restando nell'ipotesi che a torturarmi siano veramente dei carabinieri, occorre ricordare che in vari episodi questi hanno effettuato inchieste INTERNAMENTE nelle carceri, con apparecchiature elettroniche.
- Dalle voci, si tratta di donne giovani o dalla voce giovane, non falsificate, diciamo dai 20-25 ai 35-40 anni al massimo, mentre le voci maschili appartengono a persone dai 35 i 48-50.
- Da come si esprimono e reagiscono alle mie attività, colloqui con altre persone, pensieri, studi, scritti e letture, sono antiislamici e filoamericani. Si incazzano molto quando sono contento per qualche azione di guerriglia, anche straniera, di liberazione del popolo palestinese od antiamericane in Irak o Afghanistan. Tacciono quando si evidenziano notizie di torture e maltrattamenti su persone "bianche" come per es. quell'americano islamico preso in Afghanistan, denudato e legato come un salame nel 2001, mentre non si scombinano se leggo di notizie legate a Guantanamo, alle Maldive o ad altri centri di tortura della CIA. Sembrano un po' alla volta sempre più sensibili a non farmi incazzare, e pare che non abbiano una cultura propria, una propria formazione e conoscenza storica ed ideologica. Questo dai commenti, domande e piccole provocazioni con cui cercano di accattivarsi nei momenti in cui pensano che io, rilassato, posso avere con un atteggiamento "disponibile" ( i medici direbbero con un atteggiamento collaborativo).
- Che possano essere ricercatori medici psichiatri o psicologi cognitivisti me lo dice il loro approccio paternalista quando si tratta di evidenziare miei strafalcioni o ignoranze in campo scientifico neurologico, per esempio mentre studio o leggo articoli scientifici; sono molte contente per es. quando studio la sessualità femminile, quasi gli servisse a rafforzare il loro "rapporto" con la "cavia" cioè con me, ridotto al rango di scimpanzé da laboratorio, secondo le loro intenzioni.
- Da qualche tempo fingono di essere veneziane, ossia si esprimono con frasi ffatte in veneziano, ma in realtà bleffano perché non conoscono o non usano termini propri veneziani ma solo frasi fatte, specie imprecazioni o modi di dire, che hanno evidentemente imparato da me; cosa che non facevano nel primo periodo di 12 mesi, e che fanno da solo un piao di mesi.
- Insistono molto, facendo bene la parte di certe persone di "sinistra" e di "cultura" diossina sul fatto che dovrei cercare di uscire, togliermi da questo impiccio e farmi i fatti miei. Sono cioè idealisticamente coinvolte dalla loro missione "antiterrorismo" sì da poter credere alla loro illusione che questa storia possa finire bene.
- Non parlano bene l'inglese, parlano solo minimamente il francese, non parlano lo spagnolo né il tedesco né l'arabo né il russo.
- Hanno una scarsa cultura giuridica, dicono che pensavano di essere nella "legalità" ad "intercettarmi ed interferire" nel mio pensiero.
- Non sono religiose/i praticanti, mentre lo sono sul piano dell'ipocrisia dei ben pensanti; gli dà fastidio se mi metto le mani nel naso, per es. ho l'impressione gli dia fastidio veramente, non si tratti di un loro mero esperimento "educativo".
- Non parlano mai con dialetti meridionali, anche se una di loro o due spacciano chiamarsi con nomi e cognomi meridionali (che non scrivo da nessuna parte perché potrebbe essere un loro gioco per coinvolgere qualcuno che non c'entra; a volte usano il romanesco. Usano permanentemente il verbo dialettale "sgamare", "sgamato", termine che per la prima volta avevo sentito usare da alcune guardie nell'ottobre 2000 durante una traduzione in ospedale, a Biella.
- Se studio psicologia o neuroscienze mi infastidiscono di più, perché, non essendo la mia "materia", devo spesso soffermarmi per verificare singoli punti o termini; viceversa se studio storia o marxismo sono più silenziosi e usano la tattica della sublimazione di pensieri che nulla c'entrano, per farmi perdere il filo, cosa che succede spesso e che non è naturale, perché diversamente che nella mia "normalità" (che identifico nel periodo di libertà), mi accorgo, che non sto pensando con la mia testa a cose che potrebbero essere collegate in qualche modo alla lettura appena fatta, e torno immediatamente al punto in cui avevo perso il filo. Recentemente, ho ripreso una buona capacità di studio, diversamente che nei primi 10-12 mesi di tortura. Anche l'ipertermia che è finita, è un segnale del passaggio di qualche sostanza nel mio corpo che mi faceva restare come in semi-ipnosi, e comunque condizionato per lungo tempo (dal maggio 2002 al marzo-aprile 2003) (cfr. capitolo Story Board).
- Riconoscono di avere compiuto, anche con l'aiuto di alcuni confidenti, carcerari, uno studio preliminare sulla mia persona, e dicono che in questi 7 anni e passa che mi "seguono" hanno raccolto molti miei oggetti persi o sottrattimi, in carcere. In effetti gli oggetti che ho perduto con la traduzione a Livorno e a Spoleto sono veramente eccessivi e molto personali (foto mia moglie, una borsetta, delle cartoline specifiche, un braccialettino di Clara, un copriletto cui tenevo, rammendato da mia moglie, drappo del Che …), a cui tenevo molto. Probabilmente per insistere sull'esperimento illusorio di "spersonalizzarmi".
- Come dicevo prima, sublimano il ricordo di persone o l'aspettativa di ricevere posta da una certa persona, il giorno prima, che tale lettera mi sia effettivamente consegnata, come se avessero accesso agli ambienti dei locali della censura il giorno prima della consegna della posta. Ossia, potrebbero essere persone dell'amministrazione penitenziaria della "Sorveglianza", o collegate ad una o più persone della sorveglianza, ed avere così notizie fresche da usare nelle loro provocazioni sublimanti. E' praticamente scientifico che se penso o meglio mi pare di pensare ad una persona, anche se non ho alcun motivo per farlo od alcun spunto, improvvisamente, diciamo nel pomeriggio di oggi, anche se da tempo non ricevo posta da questa persona, anche se non ho alcun motivo per farlo, improvvisamente, diciamo nel pomeriggio di oggi, anche se da tempo non ricevo posta da questa persona, all'indomani riceverò. E' un po' come se volessero usare ogni spunto per verificare il mio pensiero, ed è evidente che se come credo, sono persone dell'amministrazione carceraria insieme ad "investigatori" di altri corpi, la posta è uno dei loro "piatti forti", anche perché qui, come dicevamo, il direttore permette un abuso gravissimo, la mancata notifica dai trattamenti di corrispondenza, con la quale hanno di fatto azzerato la mia attività solidale di corrispondenza reciproca con numerosi prigionieri rivoluzionari di paesi stranieri. Forse questa indagini è stata legata a quella di Francia e Spagna contro il PCE(r), od è un proseguimento in qualche modo, delle provocazioni tentate dal SISMI sin dal '94, con il provocatore agente-doppio M.S., smascherato alla fine del 2000 dai compagni marxisti-leninisti svizzeri di "Aufbau" ? E' possibile, perché molta attenzione all'epoca il SISMI dava alla tesi (cui era dedito il lavoro di questa spia) del collegamento tra varie realtà assai diverse sul piano europeo e perché io ero (fino alla fine del 2001) uno dei prigionieri più attivi nell'ambito della Piattaforma19 giugno 1999 dei prigionieri rivoluzionari comunisti, antifascisti, antimperialisti, anarchici, europei come è riscontrabile dalla documentazione delle iniziative di lotta della Piattaforma stessa dal 1999 al 2001.
- A volte, quando "ci prendo", cala il panico, un bellissimo silenzio da parte dei miei torturatori. Cosa che è accaduta anche adesso.
- La ipnosi (cfr."mente e commerciale cervello" n. 4.2003), opera prevalentemente durante la fase delle onde theta ( 4-7 Hz). E tale frequenza è stata effettivamente riscontrata a sei mesi dall'inizio delle torture con l'elettroencefalogramma del 27.11.02. La radio-ipnosi esiste, vi sono specialisti che la hanno sperimentata ancora negli anni '70. Ciò che subii a partire dalla fase più "morbida" delle torture, cioè dopo la metà di giugno 2002, è compatibile con una semi-ipnosi, mentre ciò che subii dalla metà di maggio alla metà di giugno 2002 è una pratica di tortura mediante ipnosi quasi completa o trance o catalessi. Quindi vi sono specialisti psicologi ed ipnotismi oppure psichiatri tra chi mi tortura. E l'associazione Serenase-Entumin, sconsigliata è quella scelta dalla psichiatra biellese dr.ssa Olivetto per me il 24-25-26.5.02 (il Serenase che è un ipnotico viene potenziato dall'associazione con Entumin; doveva essere "una cosa leggera per dormire" in effetti dormii ma entrai in una specie di trance della quale solo i primi giorni livornesi per il cambio di ambienti, mi destarono per poi rientrarvi il 1.06.02 (in semi ipnosi)). Del resto ho già relazionato in altri scritti dalla psicologa di Padova mandata dal Ministero che attivò uno scatolino elettronico uscendo dalla camera d'ospedale, la metà di gennaio 1996; una psicologa c'è ad Opera che relaziona falsamente al direttore circa la mia non-produzione di cdrom nel 98-99; una psicologa che aveva già rapporti con confidenti per reati comuni, che insiste, dopo il colloquio per la autorizzazione al computer, nel carcere di continuare gli incontri, ottenendo un mio rifiuto alla fine del primo ed unico, nel cercere di Biella, molto interessata alla mia personalità, ben di più, direi che per una semplice prassi procedurale per il computer; colloquio avvenuto in sostituzione a quello da me rifiutato con uno psichiatra, colloquio deciso dal GOTT (ma per analoga procedura, qui lo psichiatra non c'entrava nulla, si vede che a Biella nel marzo 2002 nel GOTT c'era anche la psichiatra; GOT=Gruppo di Osservazione e Trattamento, responsabile delle attività ricreative culturali e ricreative, anche se il detenuto come nel mio caso, non accetta il "trattamento" né chiede la "liberazione anticipata").
Ho invece ricevuto copia della parte generale della tesi sulla devianza dl Prof. Turchi di Padova, dopo vari tentativi, quindi quell'elemento era una coincidenza e basta.
Ignoro il nominativo, non lo ricordo, della psicologa che venne a Torino; la psicologa di Opera si chiamava Grazia Arena; quella di Biella, Barbara De Marchi. LA prima e la terza, laureate a Padova.

Occorre una breve digressione. Nel campo della Psicologia, conta sempre di più la disciplina neuroscientifica, la ricerca atta a collocare le più diverse funzioni mentali nelle relative parti del cervello. L'uso di stimolazione elettronica transcranica sottoscalpo, è praticato per lavorare sulla memoria, sulla sua rimozione anche. Vittorino Andreoli, psichiatra, cita in un articolo ("Io donna", febbraio 03), il lavoro di ricercatori per poter "cancellare cattivi ricordi". E' chiaro che ricerche di questo genere afferiscono anche alla gestione del "trattamento dei criminali", nella estensione massimamente repressiva ed orwelliana del termine. Non a caso la cavia in "Terminale uomo" di Crichton, (l'attuale autore di "Prede" sulle nanotecnologie, che anticipa le ricerche scientifiche quanto alla conoscenza che di esse ne ha il pubblico), è un delinquente prelevato dal carcere. Ed è chiaro che una volta condannati in via definitiva si è criminali. Ma anche qui vi è un abuso nell'abuso, il 4.-10.1.1996 non ero ancora detenuto definitivo. Comunque vi è un'intromissione nella sfera del pensiero che nessun organismo preposto al controllo delle ricerche scientifiche e nessuna convenzione dei diritti umani permetterebbe. Vi è anche l'esistenza di "scanner cerebrali". A Biella un detenuto per reati comuni, con agganci nelle istituzioni, un apparente innocuo che per un certo periodo ha corrisposto con me eludendo le mie domande e questioni, mi chiese se conoscevo uno "scanner tridimensionale", insisteva, come se io dovessi conoscerlo, esistere negli USA. Non ne sapevo nulla, ne ho letto su "Liberazione" del 7.5.03. Questi "scanner cerebrali" permettono un qualcosa di più della rilevazione di EEG aventi linee in real-time usati per esempio dai ricercatori dell'Università di Torino- neuroscienze.
Del resto gran parte dei peggiori attacchi "uditivi" li ho avuti in fase di sonno e pre-sonno (ossia con frequenze cerebrali da 0,5-3 hz onde delta e 4-7 onde theta), quando ero, oltre che in semi-ipnosi, con la reattività abbattuta dal ronzio-acufene (rilevato il 19.8.02 a 1.Khz, in una situazione di semicoscienza dovuta appunto al sonno od alla fase di pre-sonno. E' a tali fasi, in particolare quella di pre-sonno che i ricercatori tedeschi dell'Università di Giessen, dedicano i propri studi con rilevazioni EEG su persone consenzienti, in real-time con stimolazioni anche al dolore (per es. una persona in ipnosi o trance non si accorge se qualcuno gli mette la mano nell'acqua bollente).
Alle motivazioni per cui una operazione di tortura come quella che subiscono debba avere necessariamente degli psicologi, neuroscienziati, radioipnotisti/e e psichiatri alle spalle, ho dedicato del resto la querela del 27.2.2003 sinora disattesa dall'A.G.Torinese ma inviata anche a Biella e Livorno. Tali ricerche sugli elettrodi di stimolazione cerebrale sono appunto portate avanti, oltre che al Besta di Milano, al Università di Torino, e a tali ricerche il neuroscienziato Frackowiack è stato al centro dell'attenzione nel recente convegno di Roma dell'ottobre 2002 (cfr. Repubblica del 6.10.2002). I cervelli rapiti, in Germania, dei compagni Raf, e le sperimentazioni, in Inghilterra, di Kevin Warwick, completano il quadro dello stato dell'arte più noto al riguardo. Quindi se da oltre 10 anni che ci sono ricerche su queste cose, e non si può escludere che giovani ricercatori siano stati ingaggiati dai servizi segreti o addirittura dall'amministrazione penitenziaria o che esista una convenzione tra strutture statali e università e ricercatori per tali attività, che può essere connessa anche alla Pscicobiologia, cioè in teoria i ricetrasmettitori potrebbero essermi stati inoculati geneticamente anziché materialmente, e negli ultimi 2-3-4 anni, e non nel 1996 stando a quanto emerso dell'esistenza di microarray, ossia "CHIP" al DNA. La psicobiologia studia in particolare la biologia in connessione alle funzioni cerebrali, e qui potremmo esserci proprio, dato che lo studio delle funzioni uditive (per es. del gatto) è tra i classici campi di ricerca della psico-neurologia. Peraltro il limite tra le neuroscienze e la psichiatria è abbastanza labile e le prime ricerche sulle frequenze elettriche cerebrali (da 0,5 a 32 hz) sono proprio state effettuate negli anni 50 dagli psichiatri.
Ho inviato le mie denunce anche al Comitato Etico (c/o Spallanzani) e al Comitato Bio/Etico e devo inviarle al Garante per la privacy, Stefano Rodotà.
L'infamia di chi mi tortura ricada su di loro pesante come una montagna!

Ho affrontato anche la questione dei collegamenti ai dispositivi agli infrarossi, allarmi e radiofrequenze presenti nelle carceri. Ciò potrebbe spiegare la riottosità nel corpo degli agenti della polizia penitenziaria e dei direttori carcerari a fare la ricerca con sintonizzatore universale sulla mia persona. Di "gabbia di Faraday" a mia protezione, non se ne parla nemmeno, perché insistono a cercare di farmi passare per "visionario".

Ho affrontato la questione che i torturatori usino frequenze radio che facciano ponte sulle antenne delle carceri o dei furgoni di traduzione (ironicamente il loro nome è "cellulari") o che addirittura siano "istituzionalmente segretamente" anche a tale scopo dedite, è documentato dall'esperimento condotto con le scorte di Spoleto-Pisa che il 27.11.02 spense le radio del furgone e le luci interne: sparì il segnale radio, ebbi pace per 10 secondi.

Un altro confidente, che ho accertato tale, non solo fece domande su una serie di questioni personali mie, attirando la mia attenzione sin dal suo arrivo, ma il suo distacco da me è più o meno contemporaneo all'inizio del trattamento più pesante delle guardie nei miei confronti con rapporti disciplinari e provocazioni del tutto gratuite, così com'è contemporaneo all'avvio ("notizie" di reato), il 26.11.01, di un procedimento, il 7917/01/PM/RGNR/Pordenone, di cui ho appreso solo casualmente l'esistenza, denunciandone una mancata notifica di sequestro in data 5.9.02 (cfr. nella IVa ed. Controninchiesta), in seguito alla repentina archiviazione, PRIMA dei termini di legge in data 15.10.02, da parte della stessa Procura della Repubblica di Pordenone. Chiedo allora l'allegazione agli atti di quel procedimento poiché è assai probabile che tra le vessazioni e l'inizio delle torture a mio danno, e questo procedimento, vi sia, oltre al nesso temporale, un'altra serie di indizi. Sono venuto a saper dell'archiviazione solo interessando gli avv. Battain di Venezia e Pili di Pordenone in data recentissima.

Questa attenzione particolare, al sottoscritto, giustificata per esempio dalla Direzione in relazione a visita psichiatrica per la procedura di autorizzazione all'uso di computer, appare a Biella molteplice e concorrente da varie entità (Direzione, custodia, confidenti), mentre si procede sostanzialmente da parte di un'entità non meglio definita ma INTERNA AL CARCERE per motivi oggettivi di necessità pratiche volte allo spionaggio mediante intercettazione delle frequenze emesse dalla mia persona, proprio dal dicembre 2001 al maggio 2002, preparatoria cioè all'inizio della tortura vera e propria che subisci ora. Tortura CAPACE DI CONDIZIONARE E LIMITARE L'AUTONOMIA MENTALE DELLA MIA PERSONA quantomeno fino al marzo-aprile di quest'anno, nonostante le denunce, anche grazie ad una perdita di memoria che pare riconducibile a qualche forma di narcotizzazione e/o di "stimolazione elettrica". Solo per questo vado precisando i ricordi e dando loro un valore esatto, un po' alla volta. Non credo che si possa dire a questo punto che tali "indagini" di giustizia pordenonesi fossero casualmente contemporanei a questa situazione.

Questi aspetti ed altri mi portano a conclusione che:
a) dopo l'11 settembre 2001 nelle carceri tra i detenuti lo schieramento "filo-americano" è stato soggettivamente coinvolto nello spionaggio di quei rivoluzionari solidali con singoli prigionieri islamici, destinando loro quello stesso trattamento di 'dispersione' che è stato destinato ai prigionieri islamici.
b) Chi mi tortura è a conoscenza di tutto quello che faccio, di ogni cosa che mi accade, ed è connesso all'amministrazione penitenziaria attraverso persone delegate ai rapporti con questo servizio di torturatori tecnologici, sia che si tratti di un corpo di polizia dell'amministrazione penitenziaria come UGAP o GOM, sia che si tratti di polizia politica o di altre strutture. Le mie denunce non vengono prese sul serio nel carcere perché si cerca di silenziarle ed evitare lo scandalo.
c) Le carceri oggi sono luoghi non solo di detenzione e di tortura fisica, come noto, ma anche di tortura tecnologica e sperimentale.
Ora il problema, è capire come mai, che cosa impedisce, alla magistratura di effettuare una verifica con sintonizzatore universale sulla mia persona, onde appurare la veridicità o meno delle mie denunce, vista la latitanza nel merito dell'amministrazione penitenziaria centrale, locale, e di quelle dell'amministrazione della medicina penitenziaria.
Una canzone di Guccini faceva..:"piccola città, bastardo posto", è probabile che certe nefandezze possano accadere solo in carceri posti in piccole località, lontane dal mondo. La localizzazione delle carceri, specie per detenuti "pericolosi", non è casuale, come non è casuale la COMPOSIZIONE delle sezioni. E non è casuale neppure che io sia certo, dopo un anno di dialoghi con altri prigionieri su certe cose, dell'esistenza di altri detenuti sottoposti a questo trattamento, considerati psicotici od esauriti, ed invece torturati nel silenzio di tutte le istituzioni.
Va considerato anche il vuoto di potere (carceri e giustizia) tra la fine del 1995 e l'inizio del 1996, fino alle dimissioni di Dini (11.1.96).

23.7.03 carcere di Spoleto, EIV

<< indietro