Capitolo “COMUNICATO N.33” TER

01.02.2004 – aggiornato 02.04.2004

(le aggiunte alla prima edizione di questo testo sono in carattere Courier New)

PARTE 1a

(…)

LA VERITA' È RIVOLUZIONARIA E VERRA' ALLA LUCE !

 

PARTE 2a

(…)

Come già avevo fatto con il comunicato n.8 del 11 aprile 2003 (pubblicato in “Su Gazetinu” n.12 del luglio 2003) evidenzio qui alcuni tratti significativi che secondo me sono assolutamente incentrati anche sulle attività di “controllo mentale totale” (ora parziale, perché ho sviluppato nel tempo varie forme e metodi di resistenza) sulla mia persona. Riassumendo, questa attività, secondo la mia ricostruzione, ha queste tappe:

1.     Installazione nei miei padiglioni uditivi impianti sottocutanei di ricetrasmissione, durante l’unica operazione in anestesia totale della mia vita (alla quale non era stata ammessa a presenziare alcuna mia persona di fiducia, cosa che avevo chiesto sin dall’inizio ai sanitari); 10 gennaio 1996. CTO Torino.

2.     Avvio delle trasmissioni (con attivazione segnale radio) da parte di una “psicologa” di Padova, circa il 15-16 gennaio 1996, CTO Torino.

3.     Primi condizionamenti psicologici, giugno-settembre 1996, carcere di Novara, sezione giudiziaria.

4.     Sequestri fraudolenti posta e furto documenti pacco postale, giugno-settembre 1996, carcere Novara.

5.     Trasferimento a Opera, settembre 1996 (dove stavano detenute mia moglie e la mia convivente lì giunta da Ferrara nel maggio 1996), e attività di spionaggio, controllo sociale aggiuntivo, provocazioni, furto di documenti, aggressioni, allo scopo di piegarmi.

6.     Inizio utilizzo dei miei pensieri allo scopo di creare allarmismo e provocazioni nel paese, sicuramente dal 1999.

7.     Inizio attività di disturbo mentale mentre scrivevo, parlavo o studiavo, e sognavo, che ho accertato dal novembre 1999.

8.     Trasferimento a Biella e mia riassegnazione nel circuito EIV (ex massima sorveglianza) dove ero sino al 4.1.1996 (Novara), dopo una mia lunga lotta e mobilitazione in tal senso.

9.     Provocazioni mirate e controllo illegale da parte delle guardie della sezione, della mia corrispondenza (da me denunciato nel luglio 2001 e nel novembre 2001 ai dirigenti di istituto, in tre occasioni).

10.  Inizio disturbi uditivi estemporanei, agosto 2000.

11.  Inizio disturbi uditivi estemporanei e forti disturbi al lessico nelle conversazioni, dicembre 2000.

12.  Inizio attacco uditivo, istigazione al suicidio, offese ed ingiurie, minacce, attraverso queste apparecchiature, con la immediata percezione della lettura del pensiero, e con capacità di trasmissione di sensazioni di dolore, fremiti, vibrazioni elettriche e corporee, contemporanea assunzione senza averne coscienza di stupefacenti e psicofarmaci, maggio-giugno 2002, Biella-Livorno (dove ero stato repentinamente “ricoverato” in osservazione psichiatrica dopo le mie denunce in tal senso del 24.5.2002). Permanenza in atti. Reati che individuo nel c.p. in:

·          Omicidio tentato

·          Istigazione al suicidio

·          Associazione a delinquere di stampo mafioso

·          Offese, ingiurie, minacce

·          Violenza privata

·          Abuso di potere su arrestati e detenuti (608 cp)

·          Sostituzione di persona

·          Offesa a corpo politico, giudiziario e amministrativo

·          Allarmismo

·          Alto tradimento

·          Eversione (di destra)

 La posta in gioco non pare solo personale (mia identità politica) e politico generale ma anche generale carceraria e quindi sociale (il controllo mentale totale, il controllo e l'interferenza ed il sabotaggio dei computer dei prigionieri -lo fanno anche ad altri, riscontrato).

                Ho riscontrato nel tempo che altri detenuti sopportano disturbi del genere e si tratta in tutti i casi (almeno 4 sicuri) di altri detenuti che hanno subito operazioni chirurgiche alla testa. E tra l’altro ho appurato che è oggigiorno usanzanei centri clinici carcerari di operare anche per piccoli interventi di ortopedia o alle mani, in anestesia totale, i detenuti.

       L’ultimo accertamento medico del 28.2.2004 (impedenzometria) porta al riscontro che l’orecchio destro, al quale sento di più (come dimostra l’audiometria che non riscontra invece differenze di reazione soggettive ai toni nelle due orecchie se non una minima differenza in negativo del sinistro rispetto all’orecchio destro), non risponde ai toni somministrati, reagendo con minime vibrazioni attorno allo zero (0) alla Timpanometria, il che dimostra la presenza di apparecchi uditivi, DI CUI NON HO MAI SAPUTO DA NESSUNO MI FOSSERO STATI INSTALLATI, nei miei padiglioni uditivi.

Cerco qui di spiegare perché credo si tratti di una gigantesca operazione del IV corpo d'armata (i carabinieri dei Ros) o del Sismi-Sisde-Cesis-ex-Ucigos, forse con la collaborazione o il “controllo” dell'Ugap e del DAP (come per lo più affermano di essere, insieme alla Dia, proponendomi 50 milioni di euro per starmene zitto e di andare all'estero.

–ci devono andare loro perché punto A) moriranno con l'ergastolo perché con questo sistema hanno ucciso centinaia di detenuti e punto B) se non andranno in galera li troverò io e per  loro sarà peggio–

Questa è la mia analisi e non posso pensare certo diversamente se non che si sia cercato negli anni passati (soprattutto 1997 e 2000-2001)  di architettare una riedizione di una tipica mistificazione controrivoluzionaria quale fu la gestione mediatica della campagna repressiva dopo l’azione di Aviano (cfr. il mio documento del 1998 “A proposito delle chiacchiere di un coccodrillo infame sull’azione antimperialista delle BR contro la base USAF di Aviano”), allo scopo di continuare a nascondere la verità scandalosissima sul tentato omicidio, la violenza privata continuata, la tortura psicologica, la privazione di elementari diritti (colloqui ecc.) e le torture via radio e lo spionaggio cui sono fatto oggetto da anni e che sto denunciando in quanto esplicitamente da me compresi sin dall’estate del 2002.

Se la mia analisi è corretta vorrebbe dire che ci sono oltre a risibili giustificazioni inquisitorie, politiche, ideologiche e “generali”, tipiche di un regime fascista in costruzione   –motivate invece che a colpire la lotta armata in quanto tale, l’area dei Carc come “partito legale” della lotta armata, follia politica di regime e travisamento storico usato sin dagli anni ’70 nella guerra sporca della borghesia–    come in passato l’area dei Comitati contro la repressione (ai quali aderivo a pieno titolo) documentate e combattute anche in diritto dall’avv.Pelazza in difesa dei compagni arrestati a Parigi lo scorso giugno 2003 come spiegato in ‘Rapporti Sociali’ n.34–  anche tanti e tali interessi a volermi impedire il nuovo processo , da spiegare il fatto di come sia stato possibile che sul piano  giudiziario-carcerario si siano unite forze volte a questo obiettivo e  che a tale scopo -con l'aiuto di confidenti carcerari e traditori- si è cercato, dopo aver verificato l’impossibilità di una collaborazione e dopo averne spiato in ogni modo ogni scritto ogni parola ed ogni pensiero, di montare un progetto di annientamento di un comunista, attraverso la distruzione della vita della persona, attraverso  un isolamento crescente e attraverso una raccolta di dati inediti –per mezzo del controllo mentale e delle provocazioni e affermazioni improvvise volte a spiare il pensiero di risposta immediato– che dovrebbe servire ad armare una specie di vendetta storica principalmente contro le realtà antagoniste, operaie e proletarie, della solidarietà contro la repressione, alle quali ho contribuito nei 20 anni di militanza precedenti a questa   detenzione, come ho già scritto nella  mia controinchiesta e nei miei comunicati, denunce e documentazione  su quanto sto subendo.

Rappresento l'uso che fanno della tecnologia informatica e spionistica per far capire che secondo me quanto subisco fa parte di un progetto politico ben più ampio di settori deviati della borghesia imperialista e forse della stessa frazione al potere (governativa) che miravano ad accumulare conoscenze in questa direttrice -con la scusa della difesa della nazione -basi militari- e dell'occidente -dopo il 11 settembre- onde gestire chissà quale progetto di demonizzazione del movimento di classe a partire dai prigionieri rivoluzionari.

Questo sarebbe anche dimostrato da coincidenze ripetute tra i miei contatti epistolari dal 1998-1999 in poi (fino al giugno 2000 dal febbraio 1994 io e tutti i miei coimputati meno uno eravamo privi di censura) e l'avverarsi di inchieste mirate a gruppi o persone legati a questi miei rapporti pressocché pubblici connessi esclusivamente a fattori affettivi e personali o di solidarietà o di circolazione dei materiali (traduzioni, interventi pubblici, ecc.) che realizzo in carcere sin dall'inizio di questa carcerazione.

Mi riferisco per quanto ho potuto ricostruire a varie "indagini":

-la montatura torinese su Cantarella , riproposta sui media nel 2000, dopo 7 anni, con la falsa notizia delle “cartine” geografiche a casa mia.

-la montatura sul nesso ipotizzato dagli inquirenti, con gli Nta (la bufala della testina rotante e dei “legami” ideologici con me ed i compagni delle Br-Pcc processati con me).

- la montatura del 19 ottobre 1999 e la sua riedizione del 2002 e nel giugno 2003 in Italia e a Parigi con l’arresto del compagno Maj; la prima montatura fu interrotta con l’archiviazione nel 2001 subito dopo la mia presa di posizione critica verso le posizioni della commissione preparatoria del npci.

- la montatura del gennaio 1999 contro prigionieri di Trani e compagni di varie città.

- la montatura contro Antonio Lago Iglesias arrestato su mandato della polizia francese e spagnola nel luglio 2002, ed i compagni della solidarietà verso i prigionieri del PCE( r ) e dei Grapo.

- le numerose montature e provocazioni contro proletari comunisti ecc. Affermo queste cose perché ho riscontrato troppo spesso che vi sono coincidenze tra quanto leggo (giornali e riviste) e quanto accade di lì a qualche settimana o mese.

Cose molto simili mi accadono sul piano della vita quotidiana carceraria.

Tutto questo a prescindere dalla coscienza che ho maturato solo dopo il 10-12 maggio 2002, di avere una microspia nel cervello o di essere controllato comunque mentalmente con chissà quali schifezze, nonché dello storpiamento       costante dei miei pensieri (in pratica spessissimo mi stupisco di dover 'correggere' i miei stessi pensieri come se qualche infame sbirro malefico si fosse messo a lavorare di gran lena per farmi impazzire o 'cambiare idee'.

Le "voci" dei torturatori in qualche modo mi confermano questi nessi, però solo con moderazione (onde non farmi 'suicidare', come se io mi sentissi colpevole del loro spionaggio o delle loro sublimazioni distorsive e della merda che cercano di mettermi nella testa da anni) e solo DOPO che io vengo a sapere di queste cose.

Quindi comunque potrebbe trattarsi appunto anche di NAZISTI in contatto con strutture dei servizi (Sisde per es.) che a loro volta informerebbero con circolari allucinanti gli organi interessati per loro ad essere informati.

Una specie di golpe strisciante avverrebbe insomma dietro una destabilizzazione sistemica al contrario, cioè controrivoluzionaria.

Per tutti un esempio incredibile: poco prima del suicidio inspiegabile di un aeroamatore sul Pirellone di Milano, mi venne proprio in mente questo 'pensiero' che avrebbe potuto accadere qualcosa anche sul palazzo della Regione di Milano. Ora questo 'pensiero' mi venne immediato senza nesso ad un mio ragionamento in questo senso, mentre un detenuto comune che poi capii essere colluso alla custodia, avanzava l’argomento, passeggiando, dell’11 settembre. Quando ho poi letto dopo alcune settimane del fatto del Pirellone rimasi sconcertato ma pensai ad una coincidenza, tuttavia di coincidenze del genere ne sono avvenute via via col tempo molte altre, sicché mi sono convinto che io sono CERTAMENTE sottoposto a controllo mentale totale e ad INTERFERENZE E SOFISTICAZIONI E MODIFICAZIONI del mio stesso pensiero tramite tecniche di radio-ipnosi, di rilassamento, di provocazione con sublimazioni oniriche o di provocazione con immediata proposta di argomenti improvvisi, tali per cui qualche infamissima persona si specializzata nel:

                A)           creare delle provocazioni nella mia testa

                B)             'raccogliere' un risultato evidentemente manomesso del mio pensiero

                C)            'girarlo' ai servizi segreti o a chissà chi altro.

Le 'tesi' sulla lotta armata agitate da magistrati ed inquirenti da anni sono spesso fantasiose ed allucinanti, tese troppo spesso a criminalizzare i comunisti che fanno politica alla luce del sole e a quelli che cercano nella clandestinità di costruire un nuovo partito comunista, legandole ad episodi di lotta armata, fatti con i quali logicamente non hanno nulla a che vedere per diversità ideologica.

Tuttavia vi sono state negli anni delle smagliature che mi permettono in qualche modo di fare un'ipotesi su questa provocazione:       

1.     Quando nel settembre 1996 vidi mia madre a colloquio, e la pregai di insistere presso il direttore di Novara Fragomeni (che fu anche direttore a Biella dal giugno al dicembre 1996), di accettare la mia istanza del 17 luglio 1996 di tornare alla sezione B dove stavano gli altri compagni con i quali ero insieme fino al mio gesto del 4.1.1996 (e con i quali avevo condiviso anche pochi giorni prima del fatto le proteste per far togliere un compagno dall’isolamento giudiziario cui era costretto dal direttore), questo Le rispose innanzitutto che la responsabilità era del DAP (all’epoca dell’ufficio, la dr.ssa Rizzi), secondariamente che per il DAP io ed altri 7-8 prigionieri politici tra cui un compagno anarchico che era lì alla sez.A (io chiedevo di tornare alla B), costituivamo un “problema” per il DAP in quanto eravamo prigionieri irriducibili ma senza appartenenza ad alcuna organizzazione e quindi di maggiore difficoltà di “gestione”. Oggigiorno le “puttane” (così si definiscono loro, anche in dialetto veneziano alcune, nei loro tentativi di blandimento ed “aggancio mentale”, affermando a volte anche di essere trattenute a forza da 2 anni in una “caserma” per effettuare queste operazioni) che mi torturano insistono spesso su questo stesso concetto, come se appartenessero proprio al DAP, allo scopo di spingermi a “chiedere i giorni” (cosa che mi è stata più volte proposta da vari appartenenti al DAP –direttore di Spoleto, ispettore, psicologa, ispettore Gambella di Biella, ecc.- o comunque a “togliere il disturbo”, come se ci fosse qualcosa di particolare nella mia prigionia, o come se la mia prigionia dipendesse da me; ossia in tempi infami come questo, essere persone con una dignità e dei princîpi propri non viene considerata una cosa accettabile da questo sistema. Oltre a criteri politici ed ideologici (sono contro la logica premiale e collaborativa al “trattamento” carcerario dei “benefici” e vi ho pensato solo, per la gravità della situazione che vivevo e la condizione di parziale dipendenza psichica e biologica da chi mi torturava con questo sistema, tra il settembre e il novembre 2002) sono in attesa della revisione del mio processo, chiesta a gran voce da 45 paesi europei (Consiglio d’Europa) su sentenza della CEDU e quindi non si capisce perché lo Stato fascista italiano, se aderisce a convenzioni ed organizzazioni internazionali che hanno il diritto ad interferire con la sua amministrazione della “giustizia”, non debba assumersi le proprie responsabilità. La cosa ridicola è che questi “infami” (così si definiscono loro nei loro interventi, dopo che nei primi due mesi si erano qualificati come ufficiali Digos ed ufficiali dei carabinieri) e queste “puttane” che mi torturano parlano proprio come se loro stessi fossero “lo Stato” e la cosa purtroppo è forse plausibile. Vediamo perché.

2.     Ho letto solo sei mesi fa alcune relazioni, scorrendole velocemente, della “Commissione stragi”, che da tempo chiedevo all’esterno, sulla base dell’indice della Commissione della precedente legislatura, ad un amico che mi manda documenti su internet. Leggendo la famosissima e pluridecorata “audizione” del “prefetto” Ferrigno dell’ex-Ucigos (antiterrorismo del Viminale), ho potuto “apprezzare” alcuni omissis abbastanza strani in quanto secondo un lettore modesto in materia come me non mi pareva vi fossero chissà quali aspetti importanti. Ora, questo “stratega” della controrivoluzione preventiva, rilevava la “pericolosità” dei Carc, non si capisce perché, sulla base di un documento del 1996 della “Cellula per la costituzione del p.c.c.”. Accennando in particolare ad un documento (secondo lui clandestinissimo, in realtà circolante quasi pubblicamente come moltissimi documenti di questo gruppo) che io avevo effettivamente letto a Novara nell’estate del ’96 e che, spedito insieme a molte altre carte e riviste a casa, era stato asportato dal pacco con alcune carte giudiziarie (gli atti relativi alla mia querela al pm Fabbro di Pordenone), tant’è che mia madre venne rimborsata all’epoca dalle Poste con 110.000 lire italiane. È forte in me la tentazione, non avendo voluto detto “prefetto” indicare pubblicamente in detta “Commissione stragi” come e dove avessero potuto assumere ad atti giudiziari detto scritto, di pensare che probabilmente le spie che mi spiano tuttora il pensiero, all’epoca segnalarono la presenza di queste carte nel pacco in partenza dal magazzino del carcere di Novara, con libri ed altro, cosìcché qualcuno alla stazione ferroviaria di Novara o Mestre potesse aprire il pacco, prendere quello che gli interessava, e farlo proseguire nel viaggio senza disturbo. Infatti in quella “audizione” il prefetto Ferrigno non dice a che proposito o titolo fa questo “assioma” criminalizzante dei Carc a proposito della “Cellula”. Che la mia persona sia stata oggetto di attenzioni in relazione alle montature contro i Carc, è dimostrato anche dall’articolo del terminale dei servizi “Gomez” sull’”Espresso” del 8.7.1999, che diceva che io ero sotto controllo dei “servizi” (come, se non avevo all’epoca neppure la “censura” sulla posta, toltami nel 1994 assieme a due dei miei tre coimputati, e rimessami nel 2000 all’arrivo a Biella) in relazione al fatto che in passato ero stato coimputato del compagno Maj (in un’altra montatura). Direttore del carcere di Novara era, ancora una volta, Fragomeni. E in quell’estate mi sparirono 16 lettere e una raccomandata (per la raccomandata esiste il processo a Novara del 4.12.1998 con il patteggiamento a 10 mesi del responsabile della censura, che però, avvalendosi del fatto che io –forse condizionato in tal senso- non mi costituii parte civile, poté omettere di dare spiegazioni sul chi fossero i destinatari della mia posta trattenuta illegalmente.  Sempre a Novara nel settembre 1996, strano risulta un fonogramma del 21.9 al DAP del direttore che in relazione a quella raccomandata dichiara al DAP che io mi trovavo (SIC) in una “condizione di destabilizzazione interiore” (lo psicologo Regini di Venezia che mi incontrò il 30.9.1996 non la pensa così) e che tale raccomandata l’avevo sicuramente letta e buttata via io (SIC) sulla base di “elementi non surrettizi”. Questo significa forse che Fragomeni sapeva che io avevo buttato veramente un’altra raccomandata di mia madre, dopo averla letta, alcune settimane prima ? Come faceva a saperlo ? Non avevo la censura, e in cella in quel momento non c’era nessuno. Forse mi spiavano l’immondizia ? Non credo. O più probabilmente essendo un dirigente di 9° livello, sapeva direttamente i miei pensieri, giorno per giorno, dai miei torturatori, come a volte questi mi dicono per costringermi ad “arrendermi” perché altrimenti “mi rovinerebbero” (SIC) facendomi prendere ergastoli per reati che non ho commesso ma che loro pensano io abbia effettivamente commesso in passato ?

3.     Una prima esemplificazione di questo genere di provocazioni ed allarmismi creati dalla destra (che dal 1996 al 2001 controllava il Comitato di controllo sui servizi segreti con l’attuale ministro degli esteri Frattini) la ho ricostruita anni dopo sulla base dei miei ricordi, dei metodi che ho via via compreso di provocazione di chi mi spia, e di alcune coincidenze. Si tratta di questo.

Chi mi tortura via radio, soprattutto fino al 2001 ma episodicamente anche dopo (di recente con il caso di Giuliano Ferrara che riportò pubblicamente di essere stato minacciato da un lavavetri o qualcosa del genere, bé solo pochi giorni prima in cella mi lasciai andare ad alcune esternazioni contro questa spia della borghesia nella classe operaia torinese degli anni ’70; poi con il caso dell’allarmismo sul Vaticano, pochi giorni prima avevo pensato o fatto in cella una battuta sul fatto che avremmo fatto abbeverare i nostri cavalli in Vaticano o qualcosa del genere), cerca di “usare” i miei pensieri per creare “allarmismi”.

È come se un gruppo di “gossip” dei servizi si fosse messo a spiarmi il cervello con l’aiuto di qualcuno dei servizi, o meglio come se qualcuno dei servizi, che mi spia nelle carceri con questo sistema, passasse “informazioni” a pagamento a questi “gossip” utilizzando anche altri detenuti in contatto radio o diretto con ufficiali o agenti “gestiti” da questi servizi nelle carceri. Infatti a volte si autoqualificano come “infami” e “pentiti” di malavita in servizio alla magistratura emergenziale (al sistema di protezione, per sua natura segreto, che utilizza sistemi tecnologici anche sconosciuti agli altri corpi di polizia): un frutto “maturo” della immonda politica emergenziale del “pentitismo” che, con gente come Maniero e molti ex mafiosi, ha superato e di molto le bassezze dei primi Fioroni, Peci, Savasta e via discorrendo.

Anche per questo motivo sono molto stanco dopo 2 anni di questo “trattamento”. Però lo “spionaggio” del mio cervello sarebbe iniziato nel 1996 con l’appoggio di un gruppo legato al Ministero di Grazia e Giustizia di Psicologia di Padova. Dicevo un primo elemento di forte dubbio in tal senso viene nel 1999, durante l’assalto imperialista degli eserciti e aviazioni NATO e USA sulla Jugoslavia. All’epoca lessi delle dichiarazioni di questo Frattini (“Gazzettino” del 4.4.1999) che metteva in relazione, assurdamente, un gruppetto che bruciava auto di americani e sedi DS, con i Carc. All’epoca mi sembrò una cosa folle e del tutto ingiustificata né spiegabile con elementi di indagine, come si dimostrò anche nel 2001 con l’archiviazione (a settembre, ma resa nota a dicembre del 2001) di questa montatura. Però con il tempo ho ripensato a quel periodo. Io ho sempre ricevuto tutta la stampa dei Carc, con rari sequestri illegali di qualche numero, e questo è normale per un comunista prigioniero. Però è vero che all’epoca ero molto contento che nella mia zona di provenienza geografica (il “Nord-Est”) vi fosse chi metteva in pratica dei contenuti di “guerra alla guerra” anche verso questo partito al governo di traditori della stessa concezione di pace della Costituzione e della ideologia del movimento operaio storico. Però da qui, al mettere insieme questi due elementi, ce ne passa. Nello stesso periodo (come già all’inizio del 1996) iniziavo a subire strane cefalee, evidentemente non si limitavano più a spiarmi ma iniziavano anche a trasmettermi messaggi subliminali. Ma Frattini fece proprio un’accusa, un “parallelo” tra queste due realtà così distanti (come anche i recenti arresti di alcuni studentelli che si sono detti responsabili di questo ex-NTA che si è rivelato un gruppetto) dei “NTA” (che all’epoca erano molto “pompati” sui media, per esempio alla fine del 1997 con una “lista” incredibile di “nomi” di personaggi “sotto il mirino” del “terrorismo”) e dei Carc, che sono un’organizzazione che lotta alla luce del sole per la ricostruzione del partito comunista italiano. Poi col tempo appunto mi sono accorto di altre similitudini e coincidenze tra pensieri diversi che mi venivano o cose che leggevo, e provocatori “allarmismi” di questo genere.

Ora ho la certezza che questo gruppo di “gossip” abbia deciso per fini di eversione dell’ordine costituzionale di “usare” la mia testa per fare allarmismi e montature sempre più verosimili(come la falsa rivendicazione agli “NTA” della bomba di Venezia del 8.8.2001, che per poco ingannava anche me), montature la cui origine è segreta e deve rimanere segreta (di qui la decisione di Berlusconi nel 2001 di rinviare di 15 anni la secretazione di indagini sul “terrorismo”, decisione stranissima perché di gran lunga più lunga dela durata di una singola legislatura, che al limite potrebbe essere di sua competenza, e strano che la sinistra non abbia detto nulla a tal proposito); certezza che potrò dimostrare solo se mi fanno in fretta (sto aspettando almeno da agosto 2003 l’ultima istanza in tal senso) la perizia con il “sintonizzatore universale”, gli accertamenti che ho chiesto per verificare la presenza di mircrochip sottocutanei, o se ammetteranno l’uso da parte di servizi segreti nelle carceri (o di ROS, GOM o chicchessia) di microfoni direzionali puntati sui singoli prigionieri nelle carceri abbinati a sistemi computerizzati di decodifica del pensiero.

In questo senso va detto che, a parte le genuine azioni della guerriglia delle BR-PCC e di altri gruppi effettivamente proletari e sovversivi, siamo in presenza di una “strategia della tensione” che è costellata di azioni molto strane e spesso nemmeno rivendicate, che potrebbero essere stragiste ma che poi non lo sono, e che fa da contraltare all’incrociarsi di fenomeni eversivi di destra (come “Forza Nuova”, storicamente legata al GI5-GI6 inglese), congregazioni di “borghesia nera” e strutture dei servizi.

In tutti i casi si è trattato di azioni tese a liberare la borghesia imperialista dai problemi sorti dallo scandalo di Tangentopoli ed altri simili, così come di tenere sotto pressione la classe operaia e l’autonomia di classe giustificando la militarizzazione sociale e i poteri di “emergenza” da riprodurre in eterno sotto la direzione del Blocco Emergenzialista.

Un quadro di queste azioni (cui ho aggiunto alcune delle montature giudiziare e mediatiche contro il movimento comunista) sarebbe impossibile da effettuarsi, ma in termini sintetici lo ho qui rappresentato:

 

I riferimenti in verde sono alle campagne mediatiche, quelli in bluastro alle montature ed operazioni contro il movimento antagonista ed i prigionieri rivoluzionari, i riquadri in arancione alle operazioni di falso allarmismo, quelli in giallo ad operazioni di terrorismo stragista o nero, anche riferibili ad appartenenti ai servizi o a forze dell’ordine.

 

Dati i limiti della detenzione, è probabile che mi sarà impossibile una ricostruzione pubblica più ampia finché sarò carcerato, in ogni caso queste cose come quelle che seguono sono sufficienti a farmi optare per la decisione dello sciopero della fame fino alla morte od all’ottenimento degli obiettivi sanitari, giuridici e politici che ne sono insiti, che mi prefiggo e che sono noti al movimento di classe e in misura ridotta anche all’opinione pubblica.

 

4.        La prima smagliatura è data dalle notizie della “Stampa” del 14 gennaio 2000 (organo della FIAT di Torino, città dove sono stato operato in anestesia totale per 7 ore nel 1996) del tutto inutili se reale frutto di indagini, indizianti secondo me di essere state fatte pubblicare apposta per “farmele leggere” e spiare la “preoccupazione” che avrei potuto avere per possibili ulteriori montature ai danni dei prigionieri  rivoluzionari e della solidarietà nei loro confronti (reale primo obiettivo delle provocazioni che questi maiali mi sparano nell’udito oramai da 2 anni). Tale tattica degli apparati controrivoluzionari è stata da me oramai capita, tanto che da tempo quando sul quotidiano che leggo (che cambio apposta spesso) appaiono paginoni su certe cose, nemmeno li leggo (es. gli ultimi paginoni di Manconi, ex-“garantista” ed ora distributore di compiti agli inquirenti di regime, sull’”Unità” dello scorso gennaio).

 

5.        La seconda è stata il fallimento della provocazione della spia tedesca Manfred S…. che fondò in Germania con i soldi del Sismi tra la fine degli anni 80 e l'inizio degli anni 90 una rivista 'reihe texte', letta dai prigionieri rivoluzionari italiani sin dall'inizio, provocazione che consisteva proprio nel creare una tesi di analogia tra realtà diverse (con molte delle quali dopo il 1995 io entrai in rapporto nell'ambito della mia attività di solidarietà e studio internazionalista, oltre alla realtà passata dei comitati contro la repressione per la quale ero già stato carcerato ed assolto) non già, come erano, sul terreno della solidarietà ai prigioneri e dello studio della loro esperienza passata di

lotta, bensì ipotizzando progetti politici 'terroristici' inesistenti. Questa provocazione è fallita nel dicembre 2000 grazie ai compagni svizzeri di Aufbau che la hanno denunciata pubblicamente e su Internet.

Ho iniziato a pensare che ci fosse un nesso tra questa provocazione del SISMI e dei servizi segreti tedeschi e ciò che subisco riflettendo sul dato concreto di 'a chi' interessava effettivamente lo scioglimento della 'Piattaforma 19 gugno' al di là delle reali motivazioni ideologiche che mi avevano portato a dare solidarietà, uscendone come altri militanti prigionieri rivoluzionari europei, ai prigionieri del Pce(r)-Grapo che stavano conducendo una lotta ideologica contro le posizioni di una frazione dissidente del Pce(r). In effetti a guadagnarci è stata solo la repressione che in Europa dopo pochi mesi (maggio 2002) si è ritrovata allineata a livello U.E. (che è ben altra cosa del Consiglio d'Europa responsabile delle deliberazioni nel merito delle sentenze della Corte Europea dei Diritti Umani che si è pronunciata anche contro la Turchia nei casi di Oçalan e di L.Zana) alla follia della 'guerra senza fine' dei torturatori nazisti yankee che a Guantanamo alle Maldive ed in molti paesi musulmani ed africani conducono campi di concentramento e di tortura scientifica con scanner cerebrali e sofisticate sostanze biochimiche (cfr.Liberazione 7.5.03), ed a luglio del 2002 è scattata la seconda tappa dell’attacco spagnolo e francese al PCE ( r ) con l’arresto anche di un compagno dell’AFAPP - Associazione dei Familiari dei Prigionieri Politici con cui ero in rapporto, sequestrandomi periodicamente le sue lettere e sequestrandogli le mie sin dal suo arresto.

 

6.   La terza smagliatura è stata nel volermi 'associare' (in questo senso anche le dichiarazioni alla stampa di Frattini contro i Carc, di cui dicevamo sopra) agli Nta sin dal 1999 senza alcuna prova né dato di condivisione ideologica precisa. Ciò allo scopo di 'destabilizzare' non certo me impaurendomi per questi articoli (che anzi a me mi lasciavano in quanto tale imperturbabile) bensi' gli Nta, che avevano per esempio su alcune questioni una ideologia diversa dalle posizioni che io pubblicamente portavo avanti (per tutte il loro riferirsi al MRTA peruviano che io, in linea con la politica del PCP, considero combattenti revisionisti e strategicamente opportunisti). Da notare che nell'estate 1997, quando si cominciava a parlare di Nta, subii una grave provocazione mediatica, in contemporanea dalla mia cella di Opera sparì una cartella di articoli di giornale sulla presa dell'ambasciata giapponese di Lima in Perù da parte del MRTA. Forse all'epoca il controllo mentale su di me era ancora agli antipodi, perché non mi fu sottratto un bloc notes di appunti sullo stesso argomento.

Questo tentativo è avvenuto anche nel 2001 (...) quando a Venezia vi è stata una azione gestita con un volantino inusuale quanto a termini e lunghezza diretta a colpire il Tribunale, firmata da varie sigle oltre che dal Nta, allora fu il pm Papalia a rilasciare dichiarazioni su di me che rasentano la follia, e che non erano giustificate da nessuna iscrizione a registro (Il Giornale, 12.8.2001) che sintomaticamente furono accompagnate lo stesso giorno da dichiarazioni su un altro detenuto biellese (un confidente noto in molte carceri, come venni a sapere dal giugno 2002 in poi), su un altro quotidiano (La Stampa, 12.8.2001). In qualche modo cercavano di accusarmi informalmente di questa azione per la quale poi è stato arrestato solo un neofascista veneziano.

Forse per sanare questa lacuna dal 26.11.2001 al 15.10.2002 risulto essere stato indagato per questa organizzazione dalla Procura di Pordenone, senza che me ne fosse stata data alcuna comunicazione, in relazione ad un amico nativo del Friuli con il quale lavoravo in libertà, siamo stati tutti prosciolti mediante archiviazione. Ne parlai di questa provocazione mediatica, all’on.Russo Spena, nel febbraio 2003, ma non mi risulta abbia parlato o scritto di questa cosa.

Di tale fatto inquisitorio ho dato conoscenza al movimento di classe appena lo ho saputo (settembre 2002) sin dalla 2a edizione della mia controinchiesta, pubblicando la mia querela alla Procura Generale di Trieste contro il pm Montrone del “pool antiterrorismo veneto-friulano” e contro agenti Digos di Pordenone.

 

7.     La quarta smagliatura che ho rilevato è stata in relazione al 'caso Pegna', ossia benché né la mia corrispondenza ne' la sua fosse sottoposta a censura, una mia lettera finisce sui giornali nel 2002 durante l'arresto-farsa ai suoi danni. Vi è da dire che a Trani nel gennaio 1999, subito dopo l'edizione del progetto di manifesto programma del nuovo pci, al cui dibattito io negli stessi giorni avevo appena contribuito con uno scritto, viene avviata un'indagine contro all'epoca membri dei Carc di alcune città; io mi scrivevo con un solo prigioniero di Trani, appunto Pegna, solo dall'anno prima, dopo alcuni anni che non mi scrivevo lì con nessuno, perché Michele era stato trasferito lì da Carinola solo dalla primavera del 1998.

Di tale fatto non informai nessuno perché questo sospetto mi è sorto solo recentemente rianalizzando la vicenda Pegna in relazione alla mia situazione e lotta contro la tortura.

Da ricordare come elemento di coincidenza anche il mio coinvolgimento mediatizzato nel clamore mistificante della provocazione contro Michele Pegna (il cui corpo secondo i torturatori a Livorno sarebbe stato “buttato nel cemento” ed io avrei fatto “la stessa fine”), ed anche il mio coinvolgimento, di cui i torturatori mi parlavano a Livorno, nella vicenda del “comunicato” attribuito falsamente a compagni prigionieri a Trani, (coinvolgimento che tuttavia non viene gestito processualmente anche se ne ho parlato con i compagni, e quindi essendo sotto controllo mentale gli “investigatori” SISDE, SISMI, CESIS, ROS, ex-Ucigos e Digos lo sanno), perché altrimenti crollerebbe la montatura costruitavi sui giornali con la falsa notizia secondo cui questo testo sarebbe stato trovato nei giorni immediatamente successivi all’azione, (il che concorda con la politica di provocazione fatta contro i prigionieri rivoluzionari a partire dagli articolo mediatici del maggio-luglio 1999 -anche su di me-). Si trattava del testo del  comunicato in copia dell’azione D’Antona, con l’accorgimento da me usato di usare un corpo molto piccolo e di mettere “Md’A” laddove c’era il nome di questo signore per ridurre la quantità di pagine complessiva, ribattuto al computer, comunicato che avevo ricevuto dall’esterno non essendo all’epoca sottoposto a censura e dato che era pubblicato in copia fotostatica -e come testo ribattuto e pieno di errori- su internet in “cafèEuropa” come avevo letto su “Panorama” (altra testata che non a caso pubblicava spesso false notizie sui prigionieri e sui comunicati di rivendicazione), e che avevo spedito in varie carceri ad altri prigionieri verso la fine di luglio – inizio di agosto del 1999, quindi certo dopo un certo periodo dai fatti. Questa montatura del “comunicato ritrovato” è costata un provvedimento di custodia cautelare a 4 compagni di Trani poi trasferiti a Carinola, Sulmona e Livorno.

 

8.     La quinta smagliatura che mi porta anch'essa a pensare al controllo mentale è data da una provocazione di un detenuto comune che poi ebbi la certezza essere un confidente, che mi sfuggì con un repentino trasferimento di sezione appena dopo il 19 ottobre 1999 (data della montatura contro i Carc), il quale nel luglio di quell'anno mi fece una sibillina domanda -citandomi un'articolo dell'Espresso che lui poi mi avrebbe mandato e che io non conoscevo, che parlava anche di me a proposito delle montature inquisitoriali che venivano affacciandosi ancora una volta contro l'area dei Carc- articolo che a suo dire avrebbe parlato di "una 'tipografia' dei detenuti di Alessandria"; ora, pochi giorni dopo la provocazione del 19 ottobre 1999 (che a Venezia sui media fu gestita facendo riferimento alla mia persona come ex-coimputato di un indagato in libertà, cercando di terrorizzare lui ed altri con il falso titolo che erano stati 'arrestati'), sul "Corriere" appare un articolo che per la prima volta pubblicizza i rapporti familiari di un aderente ad un gruppo di solidarietà internazionalista che aveva sede nel quartiere "alessandrino" di Roma. Di qui la 'lampadina' della provocazione di luglio 1999, prova del fatto che gli 'inquirenti' ed i servizi segreti utilizzano detenuti comuni con larga agibilità e credibilità costruita a tavolino, come spunto di indagini contro i comunisti. Infatti nell'articolo non c'era alcun riferimento ad alcuna 'tipografia' e tantomeno alla città di Alessandria. Di tale fatto informai compagni e compagne di detenzione ed avvocati.

   Un altro elemento che fece parte delle torture livornesi fu la mia amicizia e il passato processo in comune con il compagno Maj.

   Dato l’episodio precedente, poi, riporto un episodio che mi ha fatto riflettere. Oltre ad essere oggetto delle “accuse” durante queste torture, senza peraltro alcun particolare di interesse, c’è la mancata consegna di “Resistenza” proprio il mese in cui fu individuato a Parigi. Quando vogliono vedere cosa penso di un certo gruppo di compagni, mi fanno mancare un numero del loro giornale (ne ricevo di diverse realtà) per vedere anche come opero, se mi interesso a recuperarlo o meno.

 

9.        Anche la sesta smagliatura riguarda il Perù, quindi “Sendero Luminoso” (nome mediatico del        PC del Perù che guida la guerra popolare), che gli organi di sicurezza di USA ed UE responsabili dell’aberrazione giuridica e storica (crimine contro l’Umanità) delle “Liste nere” delle organizzazioni “terroristiche” giudicano appunto “terroristi”. Alla Rivoluzione peruviana ed alla guerra popolare ho dedicato molto tempo nel mio lavoro di traduzione e studio in questa carcerazione per la sua importanza che secondo me è storicamente provata come lotta di liberazione popolare da regimi dittatoriali e filo-imperialisti, vendipatria e responsabili di crimini contro l’Umanità.

Questo perché nel giugno del 2002 allorquando fui trasferito da Livorno, mi furono sottratti con l'inganno che mi sarebbero stati spediti dopo, e che non potevo portare nulla oltre le due borse di ordinanza (quando ben sapevano che la traduzione era straordinaria e che ero tradotto solo io e che quindi lo spazio nel furgone c'era, e quando spesso a livello EIV, il DAP dà ordine alle guardie di farci portare tutto con noi) dei documenti contenuti in due cartelle che erano depositate in magazzino, e ciò avvenne stranamente in un giorno feriale pochi minuti prima delle 8.

Contemporanemante da Biella si iniziarono i preparativi dei pacchi con 150 miei libri, riviste ed altro; arrivò tutto meno una cartina geografica politica e artistica del Perù che avevo fatto riportando le località ove avvenivano azioni riportate dalla stampa, che doveva servire al libro che ho scritto sulla guerra popolare tra il 2001 e il 2002.

E nelle perquisizioni a casa di mia madre e mia del marzo 2002, non a caso andarono a sequestrare delle vecchie lettere dell'esule peruviano L.A.Borjia con cui avevo in passato collaborato al suo giornale, “El Diario Internacional”.

 

10.     Questa questione dei miei rapporti  “internazionali” è stata oggetto di astuta ed oscura demonizzazione da parte del regime sin dal mio arrivo nel carcere di Biella e successivamente, contestualmente all’inizio della tortura ai miei danni nella primavera-estate 2002, coincidente con la messa in isolamento del compagno e combattente arabo prigioniero in Francia Georges Abdallah aderente alla Piattaforma 19 giugno 1999, e dei prigionieri spagnoli del Grapo e del Pce( r ) aderenti alla Piattaforma 19 giugno 1999 sino al novembre 2001; il trattamento di tortura ai miei danni è iniziato nel maggio 2002, dopo nemmeno un paio di mesi da due appelli pubblici di solidarietà con le prigioniere palestinesi di un carcere israeliano; i miei torturatori mi danno regolarmente scosse elettriche via radio alle pareti dentali ed altri disturbi in particolare quando penso o parlo o scrivo “male” degli USA o di “Israele”. Evidentemente esistono dei contatti extralegali tra organi investigativi e carceri, attorno alla mia persona, anche per quanto riguarda i semplici rapporti di solidarietà con prigionieri politici di altri paesi. Che sono l’aspetto più colpito dalla censura nei miei riguardi dopo il maggio 2002 e quindi dopo la Lista UE contro “il terrorismo” (che dovrebbe comprendere, oltre ad Al Qaeda, solo ed esclusivamente gli USA e i paesi responsabili di bombardamenti su popolazioni civili, in primis Israele e Turchia).

La montatura sul “Corriere della sera” del 25.3.2004 (“fuga di notizie gravisima” secondo Alfredo Mantovano di A.N., forse per coprire il fallimento di questa montatura), riguardante le calunnie di un detenuto tunisino, Jelassie Riadh, riguardano in realtà un altro aspetto biellese, la mia amicizia, dal giugno al settembre 2002, con Mokhtar Bouchoucha, con cui studiavo grammatica e socializzavo. L’indicare, enfatizzandoli, i miei sentimenti nell’immediato della prima notizia generica e senza dettagli, del primo aereo sulle due torri, serve ora ad attaccarmi per impedire alla mia lotta di acquisire l’importanza che ha per la stessa democrazia nel nostro paese, questa sì attaccata da un golpe strisciante dei ROS e delle forze dell’ordine speciali, che non hanno mancato di ripetere montature e provocazioni contro l’avvocato che ha inteso difendere la mia lotta e le mie denunce. Forse questo “fatto” servì al direttore Linguaglossa di Biella a giustificare la sua provocatoria frase su Bin Laden (cui ho risposto anche politicamente e pubblicamente sin dal comunicato n.8 del 11.4.2003 in cui ricordavo tutta una serie di episodi legati alle torture che subisco) e il successivo trasferimento di Mokhtar a Nuoro con gran gioia (ma celata) di alcuni confidenti e spioni detenuti comuni in quella sezione.

Questi indizi coincidenti con sequestri riguardanti il Perù e la questione internazionale possono essere stati collegati ad ulteriori provocazioni, oppure sono stati guidati da interessi oscuri poiché è noto universalmente sia il ruolo di Israele, sia che Fujimori e Montesionos sono criminali di guerra che hanno goduto per 10 anni di tutto l'appoggio necessario contro la guerra popolare da parte sia degli USA sia dei carabinieri italiani che hanno lavorato a consulenze sulle terribili carceri peruviane e sui metodi controrivoluzionari, anche dopo il 1986 (stragi dei prigionieri in coincidenza con il congresso dell'Internazionale socialista a Lima) e anche dopo il 1991 (avvento del boia Fujimori al potere). Coincidenza vuole che l'ex carabiniere confidente appoggiato dallo Stato nella sezione per prigionieri rivoluzionari di Biella pareva fosse molto "incazzato" con me perché sostenitore del PCP, dato che sembrerebbe che costui, dal passato certo non pacifista oltre che essere un grandissimo fascistone, era stato amico di una spia del regime, prete italiano, caduta durante una azione dell'Esercito Popolare di Liberazione del Perù. Così come coincidenza vuole che Biella sia città gemellata ad una importante città peruviana e che l'episcopato biellese sia spesso "all'opera" in quel paese dove da sempre la chiesa cattolica collabora con le dittature, diversamente da altri paesi come il Salvador, la Colombia, il Guatemala ecc., dove i preti, appoggiando le lotte sociali e i rivoluzionari, vengono assassinati dai gruppi paramilitari.

Questo sesto filone di coincidenze mi è sembrato alla luce della concatenazione degli eventi e del trattamento che subisco, importante da segnalare a futura memoria qualora io non riesca a condurre questa lotta contro il sistema di tortura e controllo mentale, da vivo, fino alla vittoria.

11.     Allucinanti offese e stravolgimenti circa la famiglia della mia ex-moglie e i miei rapporti sentimentali (con corredo di cazzate circa la da loro asserita scomparsa di una compagna mia ex convivente, con cui non abbiamo più rapporti da 2 anni). Che non a caso hanno trovato una conferma nella provocatoria uscita di “Repubblica” a dicembre 2003 che attribuiva falsamente a lei la decisione di divorziare (mentre sono stato io a proporglielo) costrinbgendo il comune avvocato a far pubblicare immediata smentita. A che scopo questa provocazione, se non per causare ricadute sulla mia credibilità politica e umana in ambito carcerario e forse istituzionale mentre insistevo a Biella per questa perizia con il sintonizzatore universale ? L’archiviazione del GIP biellese è del 15.1.2004.

12.     Vari aspetti e stravolgimenti inerenti miei presunti “reati” e processi passati, che potrebbero interessare seriamente solo a dei folli che si illudessero di potermi “ricattare” o a dei giornalisti free-lance che si illudessero di fare qualche “scoop” o più probabilmente a dei manigoldi abbastanza ignoranti di politica che avessero in appalto queste torture ai miei danni allo scopo di costringermi alla resa. (Che beninteso un ispettore di Spoleto mi aveva proposto –rischiando seriamente una mia reazione fisica- nel novembre 2002 allorquando –poi ammise- “uno stupido” gli aveva detto di chiedermi se volevo essere “trasferito in una sezione di tipo diverso”; aspetto che denunciai a direttore e magistrato di sorveglianza, che potrebbe dimostrare che in coincidenza dell’inizio del mio uso dello sciopero della fame per avere gli accertamenti che chiedo da 2 anni, settori deviati dello Stato o uomini dei servizi o dell’UGAP inseriti qui a Spoleto, avrebbero voluto verificare se il mio sciopero della fame aveva natura principalmente conflittuale o vittimistica. Verifica effettuata con la mia dura risposta immediata, che, anche a seguito del colloquio del 2.12.02 con il Magistrato di sorveglianza, che si disse disponibile a concedermi alcuni accertamenti, (all’epoca si parlava di RMN specifica –venne fatta generica il 28.2.03- e di potenziali evocati –che non vennero effettuati-), vide la montatura contro Pegna (anche all’epoca si parlò di “inchiesta bruciata” da parte di alcuni “investigatori” controrivoluzionari) con il tentativo di criminalizzare ulteriormente la mia persona forse per impedirmi questi accertamenti, come ora con la montatura su “Al Qaeda”. 

13.     Nei giorni immediatamente precedenti le operazioni controrivoluzionarie contro la organizzazione rivoluzionaria proletaria BR-PCC, a torto storico definita “terroristica” dagli USA, le “voci” battevano e ribattevano il chiodo dei miei rapporti “milanesi” augurandosi invano che io pensassi qualcosa di negativo per qualcuno di questa città (in pratica nominavano ripetutamente un amico che mi veniva a trovare a colloquio ed alcuni altri compagni della solidarietà). Il 22 ottobre, avveniva c.v.d. un “blitz” di sole perquisizioni a compagni ed aree del movimento dei centri sociali di quella città, poi ridimensionato dagli inquirenti e giustificato con la necessità di “non archiviare” un’inchiesta su di una azioncina incendiaria fallita alla sede Cisl di Milano di 3 anni e passa prima !  Negli stessi giorni veniva arrestato il mio avvocato Trupiano da agenti mascherati ROS-DIA. Trupiano veniva poi scarcerato dal GIP all’inizio di novembre 2003, per totale insussistenza di indizi. Queste coincidenti operazioni, contemporanee a quella contro le BR-PCC, avrebbero dovuto servire nella mia analisi, a queste spie infami, a costruire una repressione nei miei confronti, privo di difensore, se solo fosse stata trovata qualche carta “compromettente” a cui alludevano questi cani malati (in particolare “cercavano” di sapere se e dove fosse reperibile il mio documento sulla campagna controrivoluzionaria del 1993-1994 su Aviano, “A proposito delle chiacchiere di un coccodrillo infame attorno alla azione antimperialista contro la base USAF di Aviano del 2.9.1993” del 1998, che non è in mio possesso). In questo senso anche la “lettera” che questo “coccodrillo infame” ha inviato al “Manifesto” sull’articolo del 2.9.2003, pubblicata proprio nei giorni immediatamente precedenti (il 18.10.2003) con un debito commento dell’articolista. Tali “carte” avrebbero dovuto servire nelle loro “mire” a mettermi “in cattiva luce” (chissà perché, se le ho scritte io) con il movimento, orchestrando una operazione coperta da una operazione più pesante. Ma non avrebbero trovato nulla. Questi cani fanno spesso esplicito riferimento nelle loro provocazioni cicliche, ad un mio documento che circolò internamente al movimento nel 2002, passando la censura, e venendomi sequestrato con TUTTI i miei scritti il 20.3.2002 subito dopo l’azione Biagi (restituitomi in copia ex art.258 cpp solo nel giugno 2003 con quasi tutte le altre carte in copia), forse allo scopo di cercare di “drammatizzare” psicologicamente la mia persona con queste infamie degne dei peggiori inquisitori della Vandea. Le varie operazioni nel merito sono fallite, tuttavia l’attacco a Trupiano, teso sostanzialmente a farlo desistere dal difendermi in questa battaglia che porto avanti contro le torture elettroniche, si è ripetuto in alcune occasioni e lo ho qui contestualizzato in quanto coincidente a questo “inizio autunno” da cappa di piombo della borghesia al servizio degli interessi della borghesia e della guerra imperialista della borghesia.

 

 

Altri 'indizi' del trattamento di tortura, distruzione di identità, alterazione del pensiero, istigazione al suicidio, ecc., che subisco ininterrottamente a livello subliminale, ritengo dall'operazione del 10.1.1996 e dalla successiva sospetta da me attivazione da parte di una presunta signora 'psicologa' della protesi audiologica o della microspia innestatami fraudolentemente, e a livello esplicito dal maggio 2002 (episodicamente con 'preparazioni' sin dal dicembre 2001), li ho menzionati in vari scritti. Mi riprometto di proseguire il lavoro di ricostruzione mentale di questa enorme provocazione indegnissima di un paese civile (quale infatti l'Italia non è certo più se mai lo è stato) qualora nel movimento di classe emerga la necessità che io faccia dei resoconti più dettagliati di quali pensieri strani ed in quali occasioni e con quali coincidenze mi furono innestati e 'registrati' da questi torturatori.

 

LA SOLIDARIETA' È UN'ARMA DI LIBERAZIONE DEGLI OPPRESSI E DEGLI SFRUTTATI.

LA VERITA' È RIVOLUZIONARIA ED È INFINITAMENTE CONOSCIBILE DALLE MASSE.

Saluti comunistiPaolo Dorigo,

militante comunista marxista-leninista-maoista prigioniero,

CR Spoleto, EIV,

01.02.2004 - 04.04-2004

 

 

 

 

 

 

 

 



 

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