Capitolo 
		“COMUNICATO N.33” TER
		
		01.02.2004 
		– aggiornato 02.04.2004 
		
		(le 
		aggiunte alla prima edizione di questo testo sono in carattere Courier 
		New)
		
		PARTE 1a
		
		(…)
		
		LA VERITA' È RIVOLUZIONARIA E 
		VERRA' ALLA LUCE !
		
		 
		
		PARTE 2a
		
		(…) 
		
		Come già avevo fatto con il comunicato n.8 
		del 11 aprile 2003 (pubblicato in “Su Gazetinu” n.12 del luglio 2003) 
		evidenzio qui alcuni tratti significativi che secondo me sono 
		assolutamente incentrati anche sulle attività di “controllo 
		mentale totale” (ora parziale, perché ho sviluppato nel tempo varie 
		forme e metodi di resistenza) sulla mia persona. Riassumendo, questa 
		attività, secondo la mia ricostruzione, ha queste tappe:
		
		1.    
		Installazione nei miei padiglioni uditivi impianti sottocutanei 
		di ricetrasmissione, durante l’unica operazione in anestesia totale 
		della mia vita (alla quale non era stata ammessa a presenziare alcuna 
		mia persona di fiducia, cosa che avevo chiesto sin dall’inizio ai 
		sanitari); 10 gennaio 1996. CTO Torino.
		
		2.    
		Avvio delle trasmissioni (con attivazione segnale radio) da parte 
		di una “psicologa” di Padova, circa il 15-16 gennaio 1996, CTO Torino.
		
		3.    
		Primi condizionamenti psicologici, giugno-settembre 1996, carcere 
		di Novara, sezione giudiziaria.
		
		4.    
		Sequestri fraudolenti posta e furto documenti pacco postale, 
		giugno-settembre 1996, carcere Novara.
		
		5.    
		Trasferimento a Opera, settembre 1996 (dove stavano detenute mia 
		moglie e la mia convivente lì giunta da Ferrara nel maggio 1996), e 
		attività di spionaggio, controllo sociale aggiuntivo, provocazioni, 
		furto di documenti, aggressioni, allo scopo di piegarmi.
		
		6.    
		Inizio utilizzo dei miei pensieri allo scopo di creare allarmismo 
		e provocazioni nel paese, sicuramente dal 1999.
		
		7.    
		Inizio attività di disturbo mentale mentre scrivevo, parlavo o 
		studiavo, e sognavo, che ho accertato dal novembre 1999.
		
		8.    
		Trasferimento a Biella e mia riassegnazione nel circuito EIV (ex 
		massima sorveglianza) dove ero sino al 4.1.1996 (Novara), dopo una mia 
		lunga lotta e mobilitazione in tal senso.
		
		9.    
		Provocazioni mirate e controllo illegale da parte delle guardie 
		della sezione, della mia corrispondenza (da me denunciato nel luglio 
		2001 e nel novembre 2001 ai dirigenti di istituto, in tre occasioni).
		
		10. 
		Inizio disturbi uditivi estemporanei, agosto 2000.
		
		11. 
		Inizio disturbi uditivi estemporanei e forti disturbi al lessico 
		nelle conversazioni, dicembre 2000.
		
		12. 
		Inizio attacco uditivo, istigazione al suicidio, offese ed 
		ingiurie, minacce, attraverso queste apparecchiature, con la immediata 
		percezione della lettura del pensiero, e con capacità di trasmissione di 
		sensazioni di dolore, fremiti, vibrazioni elettriche e corporee, 
		contemporanea assunzione senza averne coscienza di stupefacenti e 
		psicofarmaci, maggio-giugno 2002, Biella-Livorno (dove ero stato 
		repentinamente “ricoverato” in osservazione psichiatrica dopo le mie 
		denunce in tal senso del 24.5.2002). Permanenza in atti. Reati che 
		individuo nel c.p. in:
		
		·         
		Omicidio tentato
		
		·         
		Istigazione al suicidio
		
		·         
		Associazione a delinquere 
		di stampo mafioso
		
		·         
		Offese, ingiurie, minacce
		
		·         
		Violenza privata
		
		·         
		Abuso di potere su 
		arrestati e detenuti (608 cp)
		
		·         
		Sostituzione di persona
		
		·         
		Offesa a corpo politico, 
		giudiziario e amministrativo
		
		·         
		Allarmismo
		
		·         
		Alto tradimento
		
		·         
		Eversione (di destra)
		
		 La posta in gioco non pare 
		solo personale (mia identità politica) e politico generale ma anche 
		generale carceraria e quindi sociale (il controllo mentale totale, il 
		controllo e l'interferenza ed il sabotaggio dei computer dei prigionieri 
		-lo fanno anche ad altri, riscontrato).
		
		                
		Ho riscontrato nel tempo che altri 
		detenuti sopportano disturbi del genere e si tratta in tutti i casi 
		(almeno 4 sicuri) di altri detenuti che hanno subito operazioni 
		chirurgiche alla testa. E tra l’altro ho appurato che è oggigiorno 
		usanzanei centri clinici carcerari di operare anche per piccoli 
		interventi di ortopedia o alle mani, in anestesia totale, i detenuti.
		
		       L’ultimo accertamento medico del 
		28.2.2004 (impedenzometria) porta al riscontro che l’orecchio destro, al 
		quale sento di più (come dimostra l’audiometria che non riscontra invece 
		differenze di reazione soggettive ai toni nelle due orecchie se non una 
		minima differenza in negativo del sinistro rispetto all’orecchio 
		destro), non risponde ai toni somministrati, reagendo con minime 
		vibrazioni attorno allo zero (0) alla Timpanometria, il che dimostra la 
		presenza di apparecchi uditivi, DI CUI NON HO MAI SAPUTO DA NESSUNO MI 
		FOSSERO STATI INSTALLATI, nei miei padiglioni uditivi.
		
		Cerco qui di spiegare perché 
		credo si tratti di una gigantesca operazione del IV corpo d'armata (i 
		carabinieri dei Ros) o del Sismi-Sisde-Cesis-ex-Ucigos, forse con la 
		collaborazione o il “controllo” dell'Ugap e del DAP (come per lo più 
		affermano di essere, insieme alla Dia, proponendomi 50 milioni di euro 
		per starmene zitto e di andare all'estero.
		
		–ci devono andare loro perché 
		punto A) moriranno con l'ergastolo perché con questo sistema hanno 
		ucciso centinaia di detenuti e punto B) se non andranno in galera li 
		troverò io e per  loro sarà peggio–
		
		Questa è la mia analisi e non 
		posso pensare certo diversamente se non che si sia cercato negli anni 
		passati (soprattutto 1997 e 2000-2001)  di architettare una riedizione 
		di una tipica mistificazione controrivoluzionaria quale fu la gestione 
		mediatica della campagna repressiva dopo l’azione di Aviano (cfr. il mio 
		documento del 1998 “A proposito delle chiacchiere di un coccodrillo 
		infame sull’azione antimperialista delle BR contro la base USAF di 
		Aviano”), allo scopo di continuare a nascondere la verità 
		scandalosissima sul tentato omicidio, la violenza privata continuata, la 
		tortura psicologica, la privazione di elementari diritti (colloqui ecc.) 
		e le torture via radio e lo spionaggio cui sono fatto oggetto da anni e 
		che sto denunciando in quanto esplicitamente da me compresi sin 
		dall’estate del 2002. 
		
		Se la mia analisi è corretta
		vorrebbe dire che ci sono oltre a risibili giustificazioni 
		inquisitorie, politiche, ideologiche e “generali”, tipiche di un regime 
		fascista in costruzione   –motivate invece che a colpire la lotta 
		armata in quanto tale, l’area dei Carc come “partito legale” della lotta 
		armata, follia politica di regime e travisamento storico usato sin dagli 
		anni ’70 nella guerra sporca della borghesia–    come in passato l’area 
		dei Comitati contro la repressione (ai quali aderivo a pieno titolo) 
		documentate e combattute anche in diritto dall’avv.Pelazza in difesa dei 
		compagni arrestati a Parigi lo scorso giugno 2003 come spiegato in 
		‘Rapporti Sociali’ n.34–  anche tanti e tali interessi a volermi 
		impedire il nuovo processo , da spiegare il fatto di come sia stato 
		possibile che sul piano  giudiziario-carcerario si siano unite forze 
		volte a questo obiettivo e  che a tale scopo -con l'aiuto di 
		confidenti carcerari e traditori- si è cercato, dopo aver verificato 
		l’impossibilità di una collaborazione e dopo averne spiato in ogni modo 
		ogni scritto ogni parola ed ogni pensiero, di montare un progetto di 
		annientamento di un comunista, attraverso la distruzione della vita 
		della persona, attraverso  un isolamento crescente e attraverso una 
		raccolta di dati inediti –per mezzo del controllo mentale e delle 
		provocazioni e affermazioni improvvise volte a spiare il pensiero di 
		risposta immediato– che dovrebbe servire ad armare una specie di 
		vendetta storica principalmente contro le realtà antagoniste, operaie e 
		proletarie, della solidarietà contro la repressione, alle quali ho 
		contribuito nei 20 anni di militanza precedenti a questa   detenzione, 
		come ho già scritto nella  mia controinchiesta e nei miei comunicati, 
		denunce e documentazione  su quanto sto subendo.
		
		Rappresento l'uso che fanno 
		della tecnologia informatica e spionistica per far capire che secondo me 
		quanto subisco fa parte di un progetto politico ben più ampio di settori 
		deviati della borghesia imperialista e forse della stessa frazione al 
		potere (governativa) che miravano ad accumulare conoscenze in questa 
		direttrice -con la scusa della difesa della nazione -basi militari- e 
		dell'occidente -dopo il 11 settembre- onde gestire chissà quale progetto 
		di demonizzazione del movimento di classe a partire dai prigionieri 
		rivoluzionari.
		
		Questo sarebbe anche 
		dimostrato da coincidenze ripetute tra i miei contatti epistolari dal 
		1998-1999 in poi (fino al giugno 2000 dal febbraio 1994 io e tutti i 
		miei coimputati meno uno eravamo privi di censura) e l'avverarsi di 
		inchieste mirate a gruppi o persone legati a questi miei rapporti 
		pressocché pubblici connessi esclusivamente a fattori affettivi e 
		personali o di solidarietà o di circolazione dei materiali (traduzioni, 
		interventi pubblici, ecc.) che realizzo in carcere sin dall'inizio di 
		questa carcerazione.
		
		Mi riferisco per quanto ho 
		potuto ricostruire a varie "indagini": 
		
		-la montatura torinese su 
		Cantarella , riproposta sui media nel 2000, dopo 7 anni, con la falsa 
		notizia delle “cartine” geografiche a casa mia.
		
		-la montatura sul nesso 
		ipotizzato dagli inquirenti, con gli Nta (la bufala della testina 
		rotante e dei “legami” ideologici con me ed i compagni delle Br-Pcc 
		processati con me).
		
		- la montatura del 19 ottobre 
		1999 e la sua riedizione del 2002 e nel giugno 2003 in Italia e a Parigi 
		con l’arresto del compagno Maj; la prima montatura fu interrotta con 
		l’archiviazione nel 2001 subito dopo la mia presa di posizione critica 
		verso le posizioni della commissione preparatoria del npci.
		
		- la montatura del gennaio 
		1999 contro prigionieri di Trani e compagni di varie città.
		
		- la montatura contro Antonio 
		Lago Iglesias arrestato su mandato della polizia francese e spagnola nel 
		luglio 2002, ed i compagni della solidarietà verso i prigionieri del 
		PCE( r ) e dei Grapo.
		
		- le numerose montature e 
		provocazioni contro proletari comunisti ecc. Affermo queste cose perché 
		ho riscontrato troppo spesso che vi sono coincidenze tra quanto leggo 
		(giornali e riviste) e quanto accade di lì a qualche settimana o mese.
		
		Cose molto simili mi accadono 
		sul piano della vita quotidiana carceraria.
		
		Tutto questo a prescindere 
		dalla coscienza che ho maturato solo dopo il 10-12 maggio 2002, di avere 
		una microspia nel cervello o di essere controllato comunque mentalmente 
		con chissà quali schifezze, nonché dello storpiamento       costante dei 
		miei pensieri (in pratica spessissimo mi stupisco di dover 'correggere' 
		i miei stessi pensieri come se qualche infame sbirro malefico si fosse 
		messo a lavorare di gran lena per farmi impazzire o 'cambiare idee'.
		
		Le "voci" dei torturatori in 
		qualche modo mi confermano questi nessi, però solo con moderazione (onde 
		non farmi 'suicidare', come se io mi sentissi colpevole del loro 
		spionaggio o delle loro sublimazioni distorsive e della merda che 
		cercano di mettermi nella testa da anni) e solo DOPO che io vengo a 
		sapere di queste cose.
		
		Quindi comunque potrebbe 
		trattarsi appunto anche di NAZISTI in contatto con strutture dei servizi 
		(Sisde per es.) che a loro volta informerebbero con circolari 
		allucinanti gli organi interessati per loro ad essere informati.
		
		Una specie di golpe 
		strisciante avverrebbe insomma dietro una destabilizzazione sistemica al 
		contrario, cioè controrivoluzionaria.
		
		Per tutti un esempio 
		incredibile: poco prima del suicidio inspiegabile di un aeroamatore sul 
		Pirellone di Milano, mi venne proprio in mente questo 'pensiero' che 
		avrebbe potuto accadere qualcosa anche sul palazzo della Regione di 
		Milano. Ora questo 'pensiero' mi venne immediato senza nesso ad un mio 
		ragionamento in questo senso, mentre un detenuto comune che poi capii 
		essere colluso alla custodia, avanzava l’argomento, passeggiando, 
		dell’11 settembre. Quando ho poi letto dopo alcune settimane del fatto 
		del Pirellone rimasi sconcertato ma pensai ad una coincidenza, tuttavia 
		di coincidenze del genere ne sono avvenute via via col tempo molte 
		altre, sicché mi sono convinto che io sono CERTAMENTE sottoposto a 
		controllo mentale totale e ad INTERFERENZE E SOFISTICAZIONI E 
		MODIFICAZIONI del mio stesso pensiero tramite tecniche di radio-ipnosi, 
		di rilassamento, di provocazione con sublimazioni oniriche o di 
		provocazione con immediata proposta di argomenti improvvisi, tali per 
		cui qualche infamissima persona si specializzata nel:
		
		                A)           
		creare delle provocazioni nella mia testa
		
		                B)            
		 'raccogliere' un risultato evidentemente manomesso del mio pensiero
		
		                C)            
		'girarlo' ai servizi segreti o a chissà chi altro.
		
		Le 'tesi' sulla lotta armata 
		agitate da magistrati ed inquirenti da anni sono spesso fantasiose ed 
		allucinanti, tese troppo spesso a criminalizzare i comunisti che fanno 
		politica alla luce del sole e a quelli che cercano nella clandestinità 
		di costruire un nuovo partito comunista, legandole ad episodi di lotta 
		armata, fatti con i quali logicamente non hanno nulla a che vedere per 
		diversità ideologica.
		
		Tuttavia vi sono state negli 
		anni delle smagliature che mi permettono in qualche modo di fare 
		un'ipotesi su questa provocazione:        
		
		1.    
		Quando nel settembre 1996 vidi mia madre a colloquio, e la pregai 
		di insistere presso il direttore di Novara Fragomeni (che fu anche 
		direttore a Biella dal giugno al dicembre 1996), di accettare la mia 
		istanza del 17 luglio 1996 di tornare alla sezione B dove stavano gli 
		altri compagni con i quali ero insieme fino al mio gesto del 4.1.1996 (e 
		con i quali avevo condiviso anche pochi giorni prima del fatto le 
		proteste per far togliere un compagno dall’isolamento giudiziario cui 
		era costretto dal direttore), questo Le rispose innanzitutto che la 
		responsabilità era del DAP (all’epoca dell’ufficio, la dr.ssa Rizzi), 
		secondariamente che per il DAP io ed altri 7-8 prigionieri politici tra 
		cui un compagno anarchico che era lì alla sez.A (io chiedevo di tornare 
		alla B), costituivamo un “problema” per il DAP in quanto eravamo 
		prigionieri irriducibili ma senza appartenenza ad alcuna organizzazione 
		e quindi di maggiore difficoltà di “gestione”. Oggigiorno le “puttane” 
		(così si definiscono loro, anche in dialetto veneziano alcune, nei loro 
		tentativi di blandimento ed “aggancio mentale”, affermando a volte anche 
		di essere trattenute a forza da 2 anni in una “caserma” per effettuare 
		queste operazioni) che mi torturano insistono spesso su questo stesso 
		concetto, come se appartenessero proprio al DAP, allo scopo di spingermi 
		a “chiedere i giorni” (cosa che mi è stata più volte proposta da vari 
		appartenenti al DAP –direttore di Spoleto, ispettore, psicologa, 
		ispettore Gambella di Biella, ecc.- o comunque a “togliere il disturbo”, 
		come se ci fosse qualcosa di particolare nella mia prigionia, o come se 
		la mia prigionia dipendesse da me; ossia in tempi infami come questo, 
		essere persone con una dignità e dei princîpi propri non viene 
		considerata una cosa accettabile da questo sistema. Oltre a criteri 
		politici ed ideologici (sono contro la logica premiale e collaborativa 
		al “trattamento” carcerario dei “benefici” e vi ho pensato solo, per la 
		gravità della situazione che vivevo e la condizione di parziale 
		dipendenza psichica e biologica da chi mi torturava con questo sistema, 
		tra il settembre e il novembre 2002) sono in attesa della revisione del 
		mio processo, chiesta a gran voce da 45 paesi europei (Consiglio 
		d’Europa) su sentenza della CEDU e quindi non si capisce perché lo Stato 
		fascista italiano, se aderisce a convenzioni ed organizzazioni 
		internazionali che hanno il diritto ad interferire con la sua 
		amministrazione della “giustizia”, non debba assumersi le proprie 
		responsabilità. La cosa ridicola è che questi “infami” (così si 
		definiscono loro nei loro interventi, dopo che nei primi due mesi si 
		erano qualificati come ufficiali Digos ed ufficiali dei carabinieri) e 
		queste “puttane” che mi torturano parlano proprio come se loro stessi 
		fossero “lo Stato” e la cosa purtroppo è forse plausibile. Vediamo 
		perché.
		
		2.    
		Ho letto solo sei mesi fa alcune relazioni, scorrendole 
		velocemente, della “Commissione stragi”, che da tempo chiedevo 
		all’esterno, sulla base dell’indice della Commissione della precedente 
		legislatura, ad un amico che mi manda documenti su internet. Leggendo la 
		famosissima e pluridecorata “audizione” del “prefetto” Ferrigno dell’ex-Ucigos 
		(antiterrorismo del Viminale), ho potuto “apprezzare” alcuni omissis 
		abbastanza strani in quanto secondo un lettore modesto in materia come 
		me non mi pareva vi fossero chissà quali aspetti importanti. Ora, questo 
		“stratega” della controrivoluzione preventiva, rilevava la 
		“pericolosità” dei Carc, non si capisce perché, sulla base di un 
		documento del 1996 della “Cellula per la costituzione del p.c.c.”. 
		Accennando in particolare ad un documento (secondo lui clandestinissimo, 
		in realtà circolante quasi pubblicamente come moltissimi documenti di 
		questo gruppo) che io avevo effettivamente letto a Novara nell’estate 
		del ’96 e che, spedito insieme a molte altre carte e riviste a casa, era 
		stato asportato dal pacco con alcune carte giudiziarie (gli atti 
		relativi alla mia querela al pm Fabbro di Pordenone), tant’è che mia 
		madre venne rimborsata all’epoca dalle Poste con 110.000 lire italiane. 
		È forte in me la tentazione, non avendo voluto detto “prefetto” indicare 
		pubblicamente in detta “Commissione stragi” come e dove avessero potuto 
		assumere ad atti giudiziari detto scritto, di pensare che probabilmente 
		le spie che mi spiano tuttora il pensiero, all’epoca segnalarono la 
		presenza di queste carte nel pacco in partenza dal magazzino del carcere 
		di Novara, con libri ed altro, cosìcché qualcuno alla stazione 
		ferroviaria di Novara o Mestre potesse aprire il pacco, prendere quello 
		che gli interessava, e farlo proseguire nel viaggio senza disturbo. 
		Infatti in quella “audizione” il prefetto Ferrigno non dice a che 
		proposito o titolo fa questo “assioma” criminalizzante dei Carc a 
		proposito della “Cellula”. Che la mia persona sia stata oggetto di 
		attenzioni in relazione alle montature contro i Carc, è dimostrato anche 
		dall’articolo del terminale dei servizi “Gomez” sull’”Espresso” del 
		8.7.1999, che diceva che io ero sotto controllo dei “servizi” (come, se 
		non avevo all’epoca neppure la “censura” sulla posta, toltami nel 1994 
		assieme a due dei miei tre coimputati, e rimessami nel 2000 all’arrivo a 
		Biella) in relazione al fatto che in passato ero stato coimputato del 
		compagno Maj (in un’altra montatura). Direttore del carcere di Novara 
		era, ancora una volta, Fragomeni. E in quell’estate mi sparirono 16 
		lettere e una raccomandata (per la raccomandata esiste il processo a 
		Novara del 4.12.1998 con il patteggiamento a 10 mesi del responsabile 
		della censura, che però, avvalendosi del fatto che io –forse 
		condizionato in tal senso- non mi costituii parte civile, poté omettere 
		di dare spiegazioni sul chi fossero i destinatari della mia posta 
		trattenuta illegalmente.  Sempre a Novara nel settembre 1996, strano 
		risulta un fonogramma del 21.9 al DAP del direttore che in relazione a 
		quella raccomandata dichiara al DAP che io mi trovavo (SIC) in una 
		“condizione di destabilizzazione interiore” (lo psicologo Regini di 
		Venezia che mi incontrò il 30.9.1996 non la pensa così) e che tale 
		raccomandata l’avevo sicuramente letta e buttata via io (SIC) sulla base 
		di “elementi non surrettizi”. Questo significa forse che Fragomeni 
		sapeva che io avevo buttato veramente un’altra raccomandata di mia 
		madre, dopo averla letta, alcune settimane prima ? Come faceva a saperlo 
		? Non avevo la censura, e in cella in quel momento non c’era nessuno. 
		Forse mi spiavano l’immondizia ? Non credo. O più probabilmente essendo 
		un dirigente di 9° livello, sapeva direttamente i miei pensieri, giorno 
		per giorno, dai miei torturatori, come a volte questi mi dicono per 
		costringermi ad “arrendermi” perché altrimenti “mi rovinerebbero” (SIC) 
		facendomi prendere ergastoli per reati che non ho commesso ma che loro 
		pensano io abbia effettivamente commesso in passato ?
		
		3.    
		Una prima esemplificazione di questo genere di provocazioni ed 
		allarmismi creati dalla destra (che dal 1996 al 2001 controllava il 
		Comitato di controllo sui servizi segreti con l’attuale ministro degli 
		esteri Frattini) la ho ricostruita anni dopo sulla base dei miei 
		ricordi, dei metodi che ho via via compreso di provocazione di chi mi 
		spia, e di alcune coincidenze. Si tratta di questo.
		
		Chi mi tortura via radio, soprattutto 
		fino al 2001 ma episodicamente anche dopo (di recente con il caso di 
		Giuliano Ferrara che riportò pubblicamente di essere stato minacciato da 
		un lavavetri o qualcosa del genere, bé solo pochi giorni prima in cella 
		mi lasciai andare ad alcune esternazioni contro questa spia della 
		borghesia nella classe operaia torinese degli anni ’70; poi con il caso 
		dell’allarmismo sul Vaticano, pochi giorni prima avevo pensato o fatto 
		in cella una battuta sul fatto che avremmo fatto abbeverare i nostri 
		cavalli in Vaticano o qualcosa del genere), cerca di “usare” i miei 
		pensieri per creare “allarmismi”. 
		
		È come se un gruppo di “gossip” dei 
		servizi si fosse messo a spiarmi il cervello con l’aiuto di qualcuno dei 
		servizi, o meglio come se qualcuno dei servizi, che mi spia nelle 
		carceri con questo sistema, passasse “informazioni” a pagamento a questi 
		“gossip” utilizzando anche altri detenuti in contatto radio o diretto 
		con ufficiali o agenti “gestiti” da questi servizi nelle carceri. 
		Infatti a volte si autoqualificano come “infami” e “pentiti” di malavita 
		in servizio alla magistratura emergenziale (al sistema di protezione, 
		per sua natura segreto, che utilizza sistemi tecnologici anche 
		sconosciuti agli altri corpi di polizia): un frutto “maturo” della 
		immonda politica emergenziale del “pentitismo” che, con gente come 
		Maniero e molti ex mafiosi, ha superato e di molto le bassezze dei primi 
		Fioroni, Peci, Savasta e via discorrendo.
		
		Anche per questo motivo sono molto stanco 
		dopo 2 anni di questo “trattamento”. Però lo “spionaggio” del mio 
		cervello sarebbe iniziato nel 1996 con l’appoggio di un gruppo legato al 
		Ministero di Grazia e Giustizia di Psicologia di Padova. Dicevo un primo 
		elemento di forte dubbio in tal senso viene nel 1999, durante l’assalto 
		imperialista degli eserciti e aviazioni NATO e USA sulla Jugoslavia. 
		All’epoca lessi delle dichiarazioni di questo Frattini (“Gazzettino” del 
		4.4.1999) che metteva in relazione, assurdamente, un gruppetto che 
		bruciava auto di americani e sedi DS, con i Carc. All’epoca mi sembrò 
		una cosa folle e del tutto ingiustificata né spiegabile con elementi di 
		indagine, come si dimostrò anche nel 2001 con l’archiviazione (a 
		settembre, ma resa nota a dicembre del 2001) di questa montatura. Però 
		con il tempo ho ripensato a quel periodo. Io ho sempre ricevuto tutta la 
		stampa dei Carc, con rari sequestri illegali di qualche numero, e questo 
		è normale per un comunista prigioniero. Però è vero che all’epoca ero 
		molto contento che nella mia zona di provenienza geografica (il 
		“Nord-Est”) vi fosse chi metteva in pratica dei contenuti di “guerra 
		alla guerra” anche verso questo partito al governo di traditori della 
		stessa concezione di pace della Costituzione e della ideologia del 
		movimento operaio storico. Però da qui, al mettere insieme questi due 
		elementi, ce ne passa. Nello stesso periodo (come già all’inizio del 
		1996) iniziavo a subire strane cefalee, evidentemente non si limitavano 
		più a spiarmi ma iniziavano anche a trasmettermi messaggi subliminali. 
		Ma Frattini fece proprio un’accusa, un “parallelo” tra queste due realtà 
		così distanti (come anche i recenti arresti di alcuni studentelli che si 
		sono detti responsabili di questo ex-NTA che si è rivelato un gruppetto) 
		dei “NTA” (che all’epoca erano molto “pompati” sui media, per esempio 
		alla fine del 1997 con una “lista” incredibile di “nomi” di personaggi 
		“sotto il mirino” del “terrorismo”) e dei Carc, che sono 
		un’organizzazione che lotta alla luce del sole per la ricostruzione del 
		partito comunista italiano. Poi col tempo appunto mi sono accorto di 
		altre similitudini e coincidenze tra pensieri diversi che mi venivano o 
		cose che leggevo, e provocatori “allarmismi” di questo genere. 
		
		
		Ora ho la certezza che questo gruppo di 
		“gossip” abbia deciso per fini di eversione dell’ordine costituzionale 
		di “usare” la mia testa per fare allarmismi e montature sempre più 
		verosimili(come la falsa rivendicazione agli “NTA” della bomba di 
		Venezia del 8.8.2001, che per poco ingannava anche me), montature la cui 
		origine è segreta e deve rimanere segreta (di qui la decisione di 
		Berlusconi nel 2001 di rinviare di 15 anni la secretazione di indagini 
		sul “terrorismo”, decisione stranissima perché di gran lunga più lunga 
		dela durata di una singola legislatura, che al limite potrebbe essere di 
		sua competenza, e strano che la sinistra non abbia detto nulla a tal 
		proposito); certezza che potrò dimostrare solo se mi fanno in fretta 
		(sto aspettando almeno da agosto 2003 l’ultima istanza in tal senso) la 
		perizia con il “sintonizzatore universale”, gli accertamenti che ho 
		chiesto per verificare la presenza di mircrochip sottocutanei, o se 
		ammetteranno l’uso da parte di servizi segreti nelle carceri (o di ROS, 
		GOM o chicchessia) di microfoni direzionali puntati sui singoli 
		prigionieri nelle carceri abbinati a sistemi computerizzati di 
		decodifica del pensiero.
		
		In questo senso va detto che, a parte le 
		genuine azioni della guerriglia delle BR-PCC e di altri gruppi 
		effettivamente proletari e sovversivi, siamo in presenza di una 
		“strategia della tensione” che è costellata di azioni molto strane e 
		spesso nemmeno rivendicate, che potrebbero essere stragiste ma che poi 
		non lo sono, e che fa da contraltare all’incrociarsi di fenomeni 
		eversivi di destra (come “Forza Nuova”, storicamente legata al GI5-GI6 
		inglese), congregazioni di “borghesia nera” e strutture dei servizi.
		
		
		In tutti i casi si è trattato di azioni 
		tese a liberare la borghesia imperialista dai problemi sorti dallo 
		scandalo di Tangentopoli ed altri simili, così come di tenere sotto 
		pressione la classe operaia e l’autonomia di classe giustificando la 
		militarizzazione sociale e i poteri di “emergenza” da riprodurre in 
		eterno sotto la direzione del Blocco Emergenzialista.
		
		Un quadro di queste azioni (cui ho 
		aggiunto alcune delle montature giudiziare e mediatiche contro il 
		movimento comunista) sarebbe impossibile da effettuarsi, ma in termini 
		sintetici lo ho qui rappresentato:
		
		
		
		 
		
		I riferimenti in verde sono alle campagne 
		mediatiche, quelli in bluastro alle montature ed operazioni contro il 
		movimento antagonista ed i prigionieri rivoluzionari, i riquadri in 
		arancione alle operazioni di falso allarmismo, quelli in giallo ad 
		operazioni di terrorismo stragista o nero, anche riferibili ad 
		appartenenti ai servizi o a forze dell’ordine.
		
		 
		
		Dati i limiti della detenzione, è 
		probabile che mi sarà impossibile una ricostruzione pubblica più ampia 
		finché sarò carcerato, in ogni caso queste cose come quelle che seguono 
		sono sufficienti a farmi optare per la decisione dello sciopero della 
		fame fino alla morte od all’ottenimento degli obiettivi sanitari, 
		giuridici e politici che ne sono insiti, che mi prefiggo e che sono noti 
		al movimento di classe e in misura ridotta anche all’opinione pubblica.
		
		 
		
		4.       
		La prima 
		smagliatura è data dalle notizie della “Stampa” del 14 gennaio 2000 
		(organo della FIAT di Torino, città dove sono stato operato in anestesia 
		totale per 7 ore nel 1996) del tutto inutili se reale frutto di 
		indagini, indizianti secondo me di essere state fatte pubblicare apposta 
		per “farmele leggere” e spiare la “preoccupazione” che avrei potuto 
		avere per possibili ulteriori montature ai danni dei prigionieri  
		rivoluzionari e della solidarietà nei loro confronti (reale primo 
		obiettivo delle provocazioni che questi maiali mi sparano nell’udito 
		oramai da 2 anni). Tale tattica degli apparati controrivoluzionari è 
		stata da me oramai capita, tanto che da tempo quando sul quotidiano che 
		leggo (che cambio apposta spesso) appaiono paginoni su certe cose, 
		nemmeno li leggo (es. gli ultimi paginoni di Manconi, ex-“garantista” ed 
		ora distributore di compiti agli inquirenti di regime, sull’”Unità” 
		dello scorso gennaio).
		
		 
		
		5.       
		La seconda è 
		stata il fallimento della provocazione della spia tedesca Manfred S…. 
		che fondò in Germania con i soldi del Sismi tra la fine degli anni 80 e 
		l'inizio degli anni 90 una rivista 'reihe texte', letta dai prigionieri 
		rivoluzionari italiani sin dall'inizio, provocazione che consisteva 
		proprio nel creare una tesi di analogia tra realtà diverse (con molte 
		delle quali dopo il 1995 io entrai in rapporto nell'ambito della mia 
		attività di solidarietà e studio internazionalista, oltre alla realtà 
		passata dei comitati contro la repressione per la quale ero già stato 
		carcerato ed assolto) non già, come erano, sul terreno della solidarietà 
		ai prigioneri e dello studio della loro esperienza passata di
		
		lotta, bensì ipotizzando 
		progetti politici 'terroristici' inesistenti. Questa provocazione è 
		fallita nel dicembre 2000 grazie ai compagni svizzeri di Aufbau che la 
		hanno denunciata pubblicamente e su Internet.
		
		Ho iniziato a pensare che ci 
		fosse un nesso tra questa provocazione del SISMI e dei servizi segreti 
		tedeschi e ciò che subisco riflettendo sul dato concreto di 'a chi' 
		interessava effettivamente lo scioglimento della 'Piattaforma 19 gugno' 
		al di là delle reali motivazioni ideologiche che mi avevano portato a 
		dare solidarietà, uscendone come altri militanti prigionieri 
		rivoluzionari europei, ai prigionieri del Pce(r)-Grapo che stavano 
		conducendo una lotta ideologica contro le posizioni di una frazione 
		dissidente del Pce(r). In effetti a guadagnarci è stata solo la 
		repressione che in Europa dopo pochi mesi (maggio 2002) si è ritrovata 
		allineata a livello U.E. (che è ben altra cosa del Consiglio d'Europa 
		responsabile delle deliberazioni nel merito delle sentenze della Corte 
		Europea dei Diritti Umani che si è pronunciata anche contro la Turchia 
		nei casi di Oçalan e di L.Zana) alla follia della 'guerra senza fine' 
		dei torturatori nazisti yankee che a Guantanamo alle Maldive ed in molti 
		paesi musulmani ed africani conducono campi di concentramento e di 
		tortura scientifica con scanner cerebrali e sofisticate sostanze 
		biochimiche (cfr.Liberazione 7.5.03), ed a luglio del 2002 è scattata la 
		seconda tappa dell’attacco spagnolo e francese al PCE ( r ) con 
		l’arresto anche di un compagno dell’AFAPP - Associazione dei Familiari 
		dei Prigionieri Politici con cui ero in rapporto, sequestrandomi 
		periodicamente le sue lettere e sequestrandogli le mie sin dal suo 
		arresto.
		
		 
		
		6.   La terza smagliatura è 
		stata nel volermi 'associare' (in 
		questo senso anche le 
		dichiarazioni alla stampa di Frattini 
		contro i Carc, di cui dicevamo sopra) 
		agli Nta sin dal 1999 senza alcuna prova né dato di condivisione 
		ideologica precisa. Ciò allo scopo di 'destabilizzare' non certo me 
		impaurendomi per questi articoli (che anzi a me mi lasciavano in quanto 
		tale imperturbabile) bensi' gli Nta, che avevano per esempio su alcune 
		questioni una ideologia diversa dalle posizioni che io pubblicamente 
		portavo avanti (per tutte il loro riferirsi al MRTA peruviano che io, in 
		linea con la politica del PCP, considero combattenti revisionisti e 
		strategicamente opportunisti). Da notare che nell'estate 1997, quando si 
		cominciava a parlare di Nta, subii una grave provocazione mediatica, in 
		contemporanea dalla mia cella di Opera sparì una cartella di articoli di 
		giornale sulla presa dell'ambasciata giapponese 
		di Lima in Perù 
		da parte del MRTA. Forse all'epoca il controllo mentale su di me era 
		ancora agli antipodi, perché non mi fu sottratto un bloc notes di 
		appunti sullo stesso argomento. 
		
		Questo tentativo è avvenuto 
		anche nel 2001 (...) quando a Venezia vi è stata una azione gestita con 
		un volantino inusuale quanto a termini e lunghezza diretta a colpire il 
		Tribunale, firmata da varie sigle oltre che dal Nta, allora fu il pm 
		Papalia a rilasciare dichiarazioni su di me che rasentano la follia, e 
		che non erano giustificate da nessuna iscrizione a registro 
		(Il Giornale, 12.8.2001) che 
		sintomaticamente furono accompagnate lo stesso giorno da dichiarazioni 
		su un altro detenuto biellese (un confidente noto in molte carceri, come 
		venni a sapere dal giugno 2002 in poi), su un altro quotidiano (La 
		Stampa, 12.8.2001).
		In qualche modo cercavano di 
		accusarmi informalmente di questa azione per la quale poi è stato 
		arrestato solo un neofascista veneziano.
		
		Forse per sanare questa 
		lacuna dal 26.11.2001 al 15.10.2002 risulto essere stato indagato per 
		questa organizzazione dalla 
		Procura di Pordenone, 
		senza che me ne fosse stata data alcuna comunicazione, in relazione ad 
		un amico nativo del Friuli con il quale lavoravo in libertà, siamo stati 
		tutti prosciolti mediante archiviazione. 
		Ne parlai di questa provocazione 
		mediatica, all’on.Russo Spena, nel febbraio 2003, ma non mi risulta 
		abbia parlato o scritto di questa cosa.
		
		Di tale fatto inquisitorio ho 
		dato conoscenza al movimento di classe appena lo ho saputo (settembre 
		2002) sin dalla 2a edizione della mia controinchiesta, 
		pubblicando la mia querela alla Procura 
		Generale di Trieste contro il pm Montrone del “pool antiterrorismo 
		veneto-friulano” e contro agenti Digos di Pordenone.
		
		 
		
		7.     La quarta smagliatura 
		che ho rilevato è stata in relazione al 'caso Pegna', ossia benché né la 
		mia corrispondenza ne' la sua fosse sottoposta a censura, una mia 
		lettera finisce sui giornali nel 2002 durante l'arresto-farsa ai suoi 
		danni. Vi è da dire che a Trani nel gennaio 1999, subito dopo l'edizione 
		del progetto di manifesto programma del nuovo pci, al cui dibattito io 
		negli stessi giorni avevo appena contribuito con uno scritto, viene 
		avviata un'indagine contro all'epoca membri dei Carc di alcune città; io 
		mi scrivevo con un solo prigioniero di Trani, appunto Pegna, solo 
		dall'anno prima, dopo alcuni anni che non mi scrivevo lì con nessuno, 
		perché Michele era stato trasferito lì da Carinola solo dalla primavera 
		del 1998.
		
		Di tale fatto non informai 
		nessuno perché questo sospetto mi è sorto solo recentemente 
		rianalizzando la vicenda Pegna in relazione alla mia situazione e lotta 
		contro la tortura.
		
		Da ricordare come elemento di coincidenza 
		anche il mio coinvolgimento mediatizzato nel clamore mistificante della 
		provocazione contro Michele Pegna (il cui corpo secondo i torturatori a 
		Livorno sarebbe stato “buttato nel cemento” ed io avrei fatto “la stessa 
		fine”), ed anche il mio coinvolgimento, di cui i torturatori mi 
		parlavano a Livorno, nella vicenda del “comunicato” attribuito 
		falsamente a compagni prigionieri a Trani, (coinvolgimento che tuttavia 
		non viene gestito processualmente anche se ne ho parlato con i compagni, 
		e quindi essendo sotto controllo mentale gli “investigatori” SISDE, 
		SISMI, CESIS, ROS, ex-Ucigos e Digos lo sanno), perché altrimenti 
		crollerebbe la montatura costruitavi sui giornali con la falsa notizia 
		secondo cui questo testo sarebbe stato trovato nei giorni immediatamente 
		successivi all’azione, (il che concorda con la politica di provocazione 
		fatta contro i prigionieri rivoluzionari a partire dagli articolo 
		mediatici del maggio-luglio 1999 -anche su di me-). Si trattava del 
		testo del  comunicato in copia dell’azione D’Antona, con l’accorgimento 
		da me usato di usare un corpo molto piccolo e di mettere “Md’A” laddove 
		c’era il nome di questo signore per ridurre la quantità di pagine 
		complessiva, ribattuto al computer, comunicato che avevo ricevuto 
		dall’esterno non essendo all’epoca sottoposto a censura e dato che era 
		pubblicato in copia fotostatica -e come testo ribattuto e pieno di 
		errori- su internet in “cafèEuropa” come avevo letto su “Panorama” 
		(altra testata che non a caso pubblicava spesso false notizie sui 
		prigionieri e sui comunicati di rivendicazione), e che avevo spedito in 
		varie carceri ad altri prigionieri verso la fine di luglio – inizio di 
		agosto del 1999, quindi certo dopo un certo periodo dai fatti. Questa 
		montatura del “comunicato ritrovato” è costata un provvedimento di 
		custodia cautelare a 4 compagni di Trani poi trasferiti a Carinola, 
		Sulmona e Livorno.
		
		 
		
		8.     La quinta smagliatura 
		che mi porta anch'essa a pensare al controllo mentale è data da una 
		provocazione di un detenuto comune che poi ebbi la certezza essere un 
		confidente, che mi sfuggì con un repentino trasferimento di sezione 
		appena dopo il 19 ottobre 1999 
		(data della montatura contro i Carc), 
		il quale nel luglio di quell'anno mi fece una sibillina domanda 
		-citandomi un'articolo dell'Espresso che lui poi mi avrebbe mandato e 
		che io non conoscevo, che parlava anche di me a proposito delle 
		montature inquisitoriali che venivano affacciandosi ancora una volta 
		contro l'area dei Carc- articolo che a suo dire avrebbe parlato di "una 
		'tipografia' dei detenuti di Alessandria"; ora, pochi giorni dopo la 
		provocazione del 19 ottobre 1999 (che a Venezia sui media fu gestita 
		facendo riferimento alla mia persona come ex-coimputato di un indagato 
		in libertà, cercando di terrorizzare lui ed altri con il falso titolo 
		che erano stati 'arrestati'), sul "Corriere" appare un articolo che per 
		la prima volta pubblicizza i rapporti familiari di un aderente ad un 
		gruppo di solidarietà internazionalista che aveva sede nel quartiere 
		"alessandrino" di Roma. Di qui la 'lampadina' della provocazione di 
		luglio 1999, 
		prova del fatto che gli 'inquirenti' ed i servizi segreti utilizzano 
		detenuti comuni con larga agibilità e credibilità costruita a tavolino, 
		come spunto di indagini contro i comunisti. Infatti nell'articolo non 
		c'era alcun riferimento ad alcuna 'tipografia' e tantomeno alla città di 
		Alessandria. Di tale fatto informai compagni e compagne di detenzione ed 
		avvocati. 
		
		   Un altro elemento che fece parte delle 
		torture livornesi fu la mia amicizia e il passato processo in comune con 
		il compagno Maj. 
		
		   Dato l’episodio precedente, poi, 
		riporto un episodio che mi ha fatto riflettere. Oltre ad essere oggetto 
		delle “accuse” durante queste torture, senza peraltro alcun particolare 
		di interesse, c’è la mancata consegna di “Resistenza” proprio il mese in 
		cui fu individuato a Parigi. Quando vogliono vedere cosa penso di un 
		certo gruppo di compagni, mi fanno mancare un numero del loro giornale 
		(ne ricevo di diverse realtà) per vedere anche come opero, se mi 
		interesso a recuperarlo o meno. 
		
		 
		
		9.       
		Anche la sesta 
		smagliatura riguarda il Perù, 
		quindi “Sendero Luminoso” (nome mediatico del        PC del Perù che 
		guida la guerra popolare), che gli organi di sicurezza di USA ed UE 
		responsabili dell’aberrazione giuridica e storica (crimine contro 
		l’Umanità) delle “Liste nere” delle organizzazioni “terroristiche” 
		giudicano appunto “terroristi”. Alla Rivoluzione peruviana ed alla 
		guerra popolare ho dedicato molto tempo nel mio lavoro di traduzione e 
		studio in questa carcerazione per la sua importanza che secondo me è 
		storicamente provata come lotta di liberazione popolare da regimi 
		dittatoriali e filo-imperialisti, vendipatria e responsabili di crimini 
		contro l’Umanità. 
		
		Questo perché 
		nel giugno del 2002 allorquando fui trasferito da Livorno, mi furono 
		sottratti con l'inganno che mi sarebbero stati spediti dopo, e che non 
		potevo portare nulla oltre le due borse di ordinanza (quando ben 
		sapevano che la traduzione era straordinaria e che ero tradotto solo io 
		e che quindi lo spazio nel furgone c'era, e quando spesso a livello EIV, 
		il DAP dà ordine alle guardie di farci portare tutto con noi) dei 
		documenti contenuti in due cartelle che erano depositate in magazzino, e 
		ciò avvenne stranamente in un giorno feriale pochi minuti prima delle 8.
		
		Contemporanemante da Biella 
		si iniziarono i preparativi dei pacchi con 150 miei libri, riviste ed 
		altro; arrivò tutto meno una cartina geografica 
		politica e artistica 
		del Perù che avevo fatto 
		riportando le località ove avvenivano azioni riportate dalla stampa, 
		che doveva servire al libro che ho scritto sulla guerra popolare tra il 
		2001 e il 2002.
		
		E nelle perquisizioni a casa 
		di mia madre e mia del marzo 2002, non a caso andarono a sequestrare 
		delle vecchie lettere dell'esule peruviano L.A.Borjia con cui avevo in 
		passato collaborato al suo giornale, 
		“El Diario Internacional”.
		
		 
		
		10.    
		Questa 
		questione dei miei rapporti  “internazionali” è stata oggetto di astuta 
		ed oscura demonizzazione da parte del regime sin dal mio arrivo nel 
		carcere di Biella e successivamente, contestualmente all’inizio della 
		tortura ai miei danni nella primavera-estate 2002, coincidente con la 
		messa in isolamento del compagno e combattente arabo prigioniero in 
		Francia Georges Abdallah aderente alla Piattaforma 19 giugno 1999, e dei 
		prigionieri spagnoli del Grapo e del Pce( r ) aderenti alla Piattaforma 
		19 giugno 1999 sino al novembre 2001; il trattamento di tortura ai miei 
		danni è iniziato nel maggio 2002, dopo nemmeno un paio di mesi da due 
		appelli pubblici di solidarietà con le prigioniere palestinesi di un 
		carcere israeliano; i miei torturatori mi danno regolarmente scosse 
		elettriche via radio alle pareti dentali ed altri disturbi in 
		particolare quando penso o parlo o scrivo “male” degli USA o di 
		“Israele”. Evidentemente esistono 
		dei contatti extralegali tra organi investigativi e carceri, attorno 
		alla mia persona, anche per quanto riguarda i semplici rapporti di 
		solidarietà con prigionieri politici di altri paesi. Che sono l’aspetto 
		più colpito dalla censura nei miei riguardi dopo il maggio 2002 e quindi 
		dopo la Lista UE contro “il terrorismo” (che dovrebbe comprendere, oltre 
		ad Al Qaeda, solo ed esclusivamente gli USA e i paesi responsabili di 
		bombardamenti su popolazioni civili, in primis Israele e Turchia).
		
		La montatura sul “Corriere della sera” 
		del 25.3.2004 (“fuga di notizie gravisima” secondo Alfredo Mantovano di 
		A.N., forse per coprire il fallimento di questa montatura), riguardante 
		le calunnie di un detenuto tunisino, Jelassie Riadh, riguardano in 
		realtà un altro aspetto biellese, la mia amicizia, dal giugno al 
		settembre 2002, con Mokhtar Bouchoucha, con cui studiavo grammatica e 
		socializzavo. L’indicare, enfatizzandoli, i miei sentimenti 
		nell’immediato della prima notizia generica e senza dettagli, del primo 
		aereo sulle due torri, serve ora ad attaccarmi per impedire alla mia 
		lotta di acquisire l’importanza che ha per la stessa democrazia nel 
		nostro paese, questa sì attaccata da un golpe strisciante dei ROS e 
		delle forze dell’ordine speciali, che non hanno mancato di ripetere 
		montature e provocazioni contro l’avvocato che ha inteso difendere la 
		mia lotta e le mie denunce. Forse questo “fatto” servì al direttore 
		Linguaglossa di Biella a giustificare la sua provocatoria frase su Bin 
		Laden (cui ho risposto anche politicamente e pubblicamente sin dal 
		comunicato n.8 del 11.4.2003 in cui ricordavo tutta una serie di episodi 
		legati alle torture che subisco) e il successivo trasferimento di 
		Mokhtar a Nuoro con gran gioia (ma celata) di alcuni confidenti e spioni 
		detenuti comuni in quella sezione. 
		
		Questi indizi coincidenti con 
		sequestri riguardanti il Perù e la questione internazionale possono 
		essere stati collegati ad 
		ulteriori provocazioni, oppure sono stati guidati da interessi oscuri 
		poiché è noto universalmente sia il ruolo di Israele, sia che Fujimori e 
		Montesionos sono criminali di guerra che hanno goduto per 10 anni di 
		tutto l'appoggio necessario contro la guerra popolare da parte sia degli 
		USA sia dei carabinieri italiani che hanno lavorato a consulenze sulle 
		terribili carceri peruviane e sui metodi controrivoluzionari, anche dopo 
		il 1986 (stragi dei prigionieri in coincidenza con il congresso 
		dell'Internazionale socialista a Lima) e anche dopo il 1991 (avvento del 
		boia Fujimori al potere). Coincidenza vuole che l'ex carabiniere 
		confidente appoggiato dallo Stato nella sezione per prigionieri 
		rivoluzionari di Biella pareva fosse molto "incazzato" con me perché 
		sostenitore del PCP, dato che sembrerebbe che costui, dal passato certo 
		non pacifista oltre che essere un grandissimo fascistone, era stato 
		amico di una spia del regime, prete italiano, caduta durante una azione 
		dell'Esercito Popolare di Liberazione del Perù. Così come coincidenza 
		vuole che Biella sia città gemellata ad una importante città peruviana e 
		che l'episcopato biellese sia spesso "all'opera" in quel paese dove da 
		sempre la chiesa cattolica collabora con le dittature, diversamente da 
		altri paesi come il Salvador, la Colombia, il Guatemala ecc., dove i 
		preti, appoggiando le lotte sociali e i rivoluzionari, vengono 
		assassinati dai gruppi paramilitari.
		
		Questo sesto filone di 
		coincidenze mi è sembrato alla luce della concatenazione degli eventi e 
		del trattamento che subisco, importante da segnalare a futura memoria 
		qualora io non riesca a condurre questa lotta contro il sistema di 
		tortura e controllo mentale, da vivo, fino alla vittoria.
		
		11.    
		
		Allucinanti offese e stravolgimenti circa la famiglia della mia 
		ex-moglie e i miei rapporti sentimentali (con corredo di cazzate circa 
		la da loro asserita scomparsa di una compagna mia ex convivente, con cui 
		non abbiamo più rapporti da 2 anni). Che non a caso hanno trovato una 
		conferma nella provocatoria uscita di “Repubblica” a dicembre 2003 che 
		attribuiva falsamente a lei la decisione di divorziare (mentre sono 
		stato io a proporglielo) costrinbgendo il comune avvocato a far 
		pubblicare immediata smentita. A che scopo questa provocazione, se non 
		per causare ricadute sulla mia credibilità politica e umana in ambito 
		carcerario e forse istituzionale mentre insistevo a Biella per questa 
		perizia con il sintonizzatore universale ? L’archiviazione del GIP 
		biellese è del 15.1.2004.
		
		12.    
		
		Vari aspetti e stravolgimenti inerenti miei presunti “reati” e processi 
		passati, che potrebbero interessare seriamente solo a dei folli che si 
		illudessero di potermi “ricattare” o a dei giornalisti free-lance che si 
		illudessero di fare qualche “scoop” o più probabilmente a dei manigoldi 
		abbastanza ignoranti di politica che avessero in appalto queste torture 
		ai miei danni allo scopo di costringermi alla resa. (Che beninteso un 
		ispettore di Spoleto mi aveva proposto –rischiando seriamente una mia 
		reazione fisica- nel novembre 2002 allorquando –poi ammise- “uno 
		stupido” gli aveva detto di chiedermi se volevo essere “trasferito in 
		una sezione di tipo diverso”; aspetto che denunciai a direttore e 
		magistrato di sorveglianza, che potrebbe dimostrare che in coincidenza 
		dell’inizio del mio uso dello sciopero della fame per avere gli 
		accertamenti che chiedo da 2 anni, settori deviati dello Stato o uomini 
		dei servizi o dell’UGAP inseriti qui a Spoleto, avrebbero voluto 
		verificare se il mio sciopero della fame aveva natura principalmente 
		conflittuale o vittimistica. Verifica effettuata con la mia dura 
		risposta immediata, che, anche a seguito del colloquio del 2.12.02 con 
		il Magistrato di sorveglianza, che si disse disponibile a concedermi 
		alcuni accertamenti, (all’epoca si parlava di RMN specifica –venne fatta 
		generica il 28.2.03- e di potenziali evocati –che non vennero 
		effettuati-), vide la montatura contro Pegna (anche all’epoca si parlò 
		di “inchiesta bruciata” da parte di alcuni “investigatori” 
		controrivoluzionari) con il tentativo di criminalizzare ulteriormente la 
		mia persona forse per impedirmi questi accertamenti, come ora con la 
		montatura su “Al Qaeda”.  
		
		13.    
		
		Nei giorni immediatamente precedenti le operazioni controrivoluzionarie 
		contro la organizzazione rivoluzionaria proletaria BR-PCC, a 
		torto storico definita “terroristica” dagli USA, le “voci” battevano 
		e ribattevano il chiodo dei miei rapporti “milanesi” augurandosi invano 
		che io pensassi qualcosa di negativo per qualcuno di questa città (in 
		pratica nominavano ripetutamente un amico che mi veniva a trovare a 
		colloquio ed alcuni altri compagni della solidarietà). Il 22 ottobre, 
		avveniva c.v.d. un “blitz” di sole perquisizioni a compagni ed aree del 
		movimento dei centri sociali di quella città, poi ridimensionato dagli 
		inquirenti e giustificato con la necessità di “non archiviare” 
		un’inchiesta su di una azioncina incendiaria fallita alla sede Cisl di 
		Milano di 3 anni e passa prima !  Negli stessi giorni veniva arrestato 
		il mio avvocato Trupiano da agenti mascherati ROS-DIA. Trupiano veniva 
		poi scarcerato dal GIP all’inizio di novembre 2003, per totale 
		insussistenza di indizi. Queste coincidenti operazioni, contemporanee a 
		quella contro le BR-PCC, avrebbero dovuto servire nella mia analisi, a 
		queste spie infami, a costruire una repressione nei miei confronti, 
		privo di difensore, se solo fosse stata trovata qualche carta 
		“compromettente” a cui alludevano questi cani malati (in particolare 
		“cercavano” di sapere se e dove fosse reperibile il mio documento sulla 
		campagna controrivoluzionaria del 1993-1994 su Aviano, “A proposito 
		delle chiacchiere di un coccodrillo infame attorno alla azione 
		antimperialista contro la base USAF di Aviano del 2.9.1993” del 1998, 
		che non è in mio possesso). In questo senso anche la “lettera” che 
		questo “coccodrillo infame” ha inviato al “Manifesto” sull’articolo del 
		2.9.2003, pubblicata proprio nei giorni immediatamente precedenti (il 
		18.10.2003) con un debito commento dell’articolista. Tali “carte” 
		avrebbero dovuto servire nelle loro “mire” a mettermi “in cattiva luce” 
		(chissà perché, se le ho scritte io) con il movimento, orchestrando una 
		operazione coperta da una operazione più pesante. Ma non avrebbero 
		trovato nulla. Questi cani fanno spesso esplicito riferimento nelle loro 
		provocazioni cicliche, ad un mio documento che circolò internamente al 
		movimento nel 2002, passando la censura, e venendomi sequestrato con 
		TUTTI i miei scritti il 20.3.2002 subito dopo l’azione Biagi 
		(restituitomi in copia ex art.258 cpp solo nel giugno 2003 con quasi 
		tutte le altre carte in copia), forse allo scopo di cercare di 
		“drammatizzare” psicologicamente la mia persona con queste infamie degne 
		dei peggiori inquisitori della Vandea. Le varie operazioni nel merito 
		sono fallite, tuttavia l’attacco a Trupiano, teso sostanzialmente a 
		farlo desistere dal difendermi in questa battaglia che porto avanti 
		contro le torture elettroniche, si è ripetuto in alcune occasioni e lo 
		ho qui contestualizzato in quanto coincidente a questo “inizio 
		autunno” da cappa di piombo della borghesia al servizio degli interessi 
		della borghesia e della guerra imperialista della borghesia.
		
		 
		
		 
		
		Altri 'indizi' del 
		trattamento di tortura, distruzione di identità, alterazione del 
		pensiero, istigazione al suicidio, ecc., che subisco ininterrottamente a 
		livello subliminale, ritengo dall'operazione del 10.1.1996 e dalla 
		successiva sospetta da me attivazione da parte di una presunta signora 
		'psicologa' della protesi audiologica o della microspia innestatami 
		fraudolentemente, e a livello esplicito dal maggio 2002 (episodicamente 
		con 'preparazioni' sin dal dicembre 2001), li ho menzionati in vari 
		scritti. Mi riprometto di proseguire il lavoro di ricostruzione mentale 
		di questa enorme provocazione indegnissima di un paese civile (quale 
		infatti l'Italia non è certo più se mai lo è stato) qualora nel 
		movimento di classe emerga la necessità che io faccia dei resoconti più 
		dettagliati di quali pensieri strani ed in quali occasioni e con quali 
		coincidenze mi furono innestati e 'registrati' da questi torturatori.
		
		
		 
		
		LA 
		SOLIDARIETA' È UN'ARMA DI LIBERAZIONE DEGLI OPPRESSI E DEGLI SFRUTTATI.
		
		LA VERITA' 
		È RIVOLUZIONARIA ED È INFINITAMENTE CONOSCIBILE DALLE MASSE.
		
		Saluti 
		comunistiPaolo Dorigo, 
		
		militante 
		comunista marxista-leninista-maoista prigioniero, 
		
		CR 
		Spoleto, EIV, 
		
		01.02.2004 - 04.04-2004
		 
		 
		 
		 
		 
		 
		 
         
        
          
           
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