FURBETTI DEMOCRATICI

“Europa”, il quotidiano del Pd quota DL, nell’edizione del 18 ottobre titola - pagina 2, pezzo a firma di Gianni Del Vecchio - “L’avanzata a sinistra del Pd manda in sofferenza Sd, che vuole una Cosa rossa ma senza movimenti”; per chiarire meglio ci viene in soccorso il sommario dove si trovano le dichiarazioni di Massimo Brutti (“sinistra” Pd) e Fabio Mussi (leader di Sd).

Il primo, artefice della lista “A sinistra per Veltroni” - questa sì che è una bella dicotomia, visto che il candidato di “sinistra” alle primarie non era certo lui, ma semmai Rosy Bindi! - smentisce di fare campagna acquisti nelle file dei suoi ex colleghi diessini «ma chi vuole rientrare è benvenuto» (ma rientrare dove, visto che i DS non esistono più? Semmai si tratterebbe di aderire al Pd); il secondo, invece, invoca una «accelerazione dell’unità a sinistra».

Brutti, già sostenitore della mozione Angius al congresso di scioglimento dei DS aggiunge: «non mi dispiacerebbe avviare un dialogo con la costituente socialista».  Guarda caso Angius ha da poco lasciato Sd per contribuire alla nascita del Ps: se non è un tentativo di campagna acquisti, ci assomiglia molto.

Per quanto attiene Sd, occorre precisare che Famiano Crucianelli, sottosegretario agli Affari esteri, a proposito dei movimenti afferma che «sono importanti per le istanze di cui si fanno portatori, ma sarà poi compito del soggetto unitario tradurle in azioni di governo»: parrebbe persino inutile rimarcare il fatto che i movimenti non possono - per loro natura - diventare parte di un soggetto politico che fa della lotta parlamentare la propria identità, ma - tant’è - il pennivendolo democristiano non rinuncia a rimarcare le differnze - vere o presunte non importa - all’interno della cosiddetta “sinistra radicale”.

Stefano Ghio

Torino, 18 ottobre 2007