La verità nascosta dalla controrivoluzione, dai soluzionisti e dagli arresi: In Italia sin dal 1982 NON vi sono stati altri cosiddetti "pentiti" nella lotta armata. Non a caso, si sono maggiormente serviti di infiltrati e della malavita.

Al massimo si è trattato di persone manipolate mentalmente che non hanno voluto ammettere o denunciare questi trattamenti di tortura "bianca".

Allo scopo di diffamare la lotta armata e di incutere timore nei giovani, avevano bisogno non solo di smantellare le organizzazioni ancora operative e in via di ricostruzione, ma anche di dare un esempio negativo, di INCIDERE CULTURALMENTE sulla via rivoluzionaria, di FAR CREDERE ai giovani che la violenza rivoluzionaria sia perdente e non attuabile. "Rifondazione" comunista è servita principalmente a questo; tutto il resto, sono stata riproduzione del revisionismo, scoppiazzatura della CGIL nei "sindacati di base", annacquamento della POLITICA in "impegno", "solidarismo", ecc., per poi affossare definitivamente quanti più militanti ed iscritti possibile. Per quanto riguarda la sorte successiva del PdCI uscito da "Rifondazione", la differenza è solo in un tentativo abbastanza pacchiano di ritorno al P"C"I degli anni sessanta. Solo che nella base dei vari partiti, è rimasto AMORE per Marx, Engels, Lenin, Stalin e Mao Tse-Tung, di per cui comunque hanno fallito.

MA avevano bisogno di rovinare quanto più possibile. Per questo alcune aree di soluzionisti, sostenitori di Curcio e Guagliardo, avevano bisogno di apparire antagonisti (uso della calunnia e della violenza di gruppo verso altre componenti), perché comunque, essendo entrati nelle Istituzioni con loro rappresentanti a vario titolo, e senza maschere, nel Partito dei Verdi (quelli di Pecoraro Scanio per capirci), avevano già rovinato e distrutto quanto più possibile anche loro, con l'interesse privato in atti pubblici come prassi.

La "POLITICA" non è quella delle Istituzioni Locali, a casa del Movimento comunista ed operaio, la prassi è sempre stata quella dello scontro e vertenzialità con le istituzioni anche locali, NON della compartecipazione delle responsabilità e delle quote di profitto "sociale".

Nel campo della lotta armata, avevano comunque bisogno di fare ulteriori "Blitz" per poter spegnere sul nascere le possibilità di iniziative rivoluzionarie. Come ad Aviano 1993 e a Padova 2007, a questo scopo, hanno utilizzato dei malavitosi o a degli infiltrati, per creare dei "pentiti ad hoc", che compagni, ideologicamente e come storia di vita e prassi, non erano. Ma che a tal fine venivano comunque dipinti dai giornali, a perenne disposizione dei servi dello stato di turno (o a vita, come Mastelloni, che in realtà servo dello stato NON è perchè allo Stato, il che vale anche per altre persone come Ganzer,  nel campo della lotta armata,  ha creato solo danni di immagine e sostanza).

Il caso di Angelo Dalla Longa, come quello del "pentito" del blitz del 12 febbraio 2007, è eclatante. Mentre nel caso della Banelli (2003, gruppo della Lioce), si ha una corruzione attraverso una vincita alla lotteria 6 mesi prima dell'arresto, e successivo "convincimento", e peraltro nemmeno troppo leggeri come condanne, nel caso di Angelo Dalla Longa si ha una falsificazione strutturale. Il fatto che uno passi degli anni in carcere con dei prigionieri politici, chiunque essi siano, non autorizza nessuno a "trasformarlo" in militante rivoluzionario".

Mastelloni, in una intervista dell'ottobre 1993 a "Repubblica", si tradisce, perché sostiene che il sottoscritto (senza nominarlo) ha sempre creduta possibile questa trasformazione. Confonde volutamente situazioni contingenti (es.una evasione organizzabile in carcere tra soggetti diversi per un LIMITATO e comune obiettivo, la libertà, dopo di che ognuno per la sua strada), con una "impostazione" (quella "Nappista" secondo lui), diffamando peraltro anche i NAP, che infatti sono sorti come nuclei "misti" solo per la controrivoluzione, in quanto la problematica sociale e di contesto in cui lavorarono i militanti di Lotta continua - commissione carceri a Napoli, era ben diversa e ben diversi i tempi di maturazione e soprattutto, ben diversi i proletari e sottoproletari che compivano reati all'epoca, da quelli dell'era dell'eroina e della cocaina.

Ma circa Mastelloni, quello che conta è il tentativo fatto dal pm Antonello Maria Fabbro in sede di udienza preliminare a Pordenone il 31.3.1993, sventato dal sottoscritto, di inserire nel contesto processuale del reato fatti e situazioni che nulla avevano a che vedere con esso, con il "tecnico" tentativo, NON SUPPORTATO DA ALCUN DATO PROCESSUALE VISIBILE AI DIFENSORI, di anteporre il reato (azione di Aviano 2.9.1993 e precedente rapina di autofinanziamento in Pordenone), AL 1984. Tentativo rigettato (non poteva altrimenti) dalla pur collaborativa gip Monica Boni. Che qualcosa non quadra lo capiscono anche gli Stati Uniti d'America, tanto che pur presenti con proprio difensore come parte civile il 31.3.1994, RINUNCIANO poi alla parte civile in sede processuale.

Angelo Dalla Longa infatti era un "palo" da rapina ed uno sfruttatore della prostituzione. Stette in carcere tra il 1977 e il 1986, e nei primi anni '80 era anche a Porto Azzurro. Alla metà degli anni '80 era a Cuneo, dove si pensa sia riuscito a conquistarsi la fiducia di due militanti, ma non delle Br-Pcc, i quali successivamente, delegarono su concessione della Magistratura competente, alla sua moglie Francesca Cilurzo, telefonista dell'ospedale di Pordenone, la loro "tutela legale". Ma non basta: Repubblica, alla fine di ottobre del 1993, pubblica una "smentita" della Cilurzo: suo marito NON è stato mai arrestato "per droga". La falsità della Cilurzo è documentabile senza difficoltà dall'arresto del 29.9.1993 confermato il 2.10.1993, per possesso di 80 gr. e di 600 gr. di eroina, mentre era in auto con Ivan Laera e Paolo Zanchetta. La condanna con patteggiamento, nel "gruppo di procedure" svolte avanti il GIP a maggio 1994, è ad una pena modesta visto il quantitativo, 4 anni e 6 mesi. Ma non basta: l'avvocato Mazzarella, difensore del Dalla Longa, lo presenta ai media locali come "uno che paga per le sue idee" (!!!), e tace di essere compagno di studio legale della moglie del pm dell'inchiesta pordenonese, Antonello Maria Fabbro. Tutte queste cose erano certamente ignorate nel 1995 da "Rifondazione comunista" e dalla Banda Bassotti, che inserisce il nome di Dalla Longa e di altri suoi amici tra i prigionieri rivoluzionari, in una canzone, escludendo il sottoscritto ? (E meno male che i 99 Posse correggono l'errore del mondo artistico musicale, due anni dopo, inserendo i nominativi di quanti erano in carcere per questi fatti senza essersi arresi al nemico borghese, dall'unico elenco credibile dell'epoca,  preso dal Bollettino dell'ASP).

Il coinvolgimento di "Rifondazione" è progressivo, perché nel negare a Martino Dorigo, deputato per due legislature e molto amato nella classe operaia veneziana, la presentazione in lista nel 1996, in quanto mio fratello, nel frattempo stanno dando lavoro nel Comune di Venezia assessorato alla casa, a due infami professionisti controrivoluzionari, Michele Galati ed Antonio Savasta.

Angelo Dalla Longa NON era un irriducibile, né un appartenente ai Comitati di lotta che facevano le rivolte alla fine dei '70. Di lui, vari militanti brigatisti del carcere di Novara NON avevano alcuna fiducia. Ciò nonostante qualcuno ne era amico, e qualcuno gli aveva dato della fiducia, o pensava di usarlo. Solo che ne è uscito danneggiato, e il Dalla Longa ha comunque potuto essere "star", pentito con precedenti importanti tanto da essere paragonato a Scalzone sulla stampa locale pordenonese nel 1994.

Niente di meglio di un calunniatore che si fa pentito e che è al contempo bruciatore seriale di mezzi economici a favore di canali di racket camuffando alcune azioni per terrorismo con una sigla simile a quella di un gruppo m-l belga (CCC) inattivo sin dal 1985, e che al contempo è guardiaspalle di alcuni spacciatori di eroina collegati ad una banda siciliana.

QUINDI, o signori, è negativa la risposta alla domanda: Dopo Savasta ci sono stati degli "autentici pentiti" ?  (Posto che sarebbe da indagare anche sulla bontà del "pentito" Savasta, ma diamogliela buona nel contesto 1980-1982, che erano giovani, senza accusarli ORA di essere stati ALLORA degli infiltrati E OGGI degli AGENTI controrivoluzionari) SI LA RISPOSTA E' NEGATIVA. La vicenda di Aviano 1993 e le successive dimostrano che una organizzazione rivoluzionaria in Italia o un processo costruttivo di una organizzazione rivoluzionaria in Italia, SONO POSSIBILI, A PATTO DI TENERE ALTISSIMO IL LIVELLO IDEOLOGICO E DI CHIAREZZA POLITICA, IL QUALE FA DA OVVIA SCREMATURA E PREVENZIONE VERSO Banelli, Dalla Longa e Rosin di turno !  DI CONSEGUENZA QUANTI BLATERANO DI IMPOSSIBILITA' DEL PROCESSO RIVOLUZIONARIO IN ITALIA SONO COLLABORAZIONISTI DELLA BORGHESIA LA QUALE HA IL MONOPOLIO (diessino, margheritino, forzaitaliotino o fascista) DELLA MAGISTRATURA, LA QUALE NON RISPETTA I REATI PER NUMERO MA PER QUALITA' ED INTERESSE POLITICO DELLA CLASSE DA CUI DIPENDE, IL CHE E' DIMOSTRATO E DIMOSTRABILE ANCHE SOLO A GUARDARE I FATTI SINDACALI NOTI AL MOVIMENTO OPERAIO, ILVA IN TESTA !!!

Ce n'è abbastanza per dire ai signori giornalisti: FINO AL PROCESSO, TACETE, NON PUBBLICATE LE CAGATE CHE VI PASSANO I PM, per favore: a dirlo è il Popolo Italiano, per bocca e penna di

Paolo Dorigo

11.1.2009