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Sent: Wednesday, July 20, 2005 9:31 PM

 

Il caso T.C.         

TESTIMONIANZA N.7  INTERVISTA A MURATORI (MORTO ALCUNI ANNI FA)

From: T.C.

To. 20 luglio 2005

 

Scusate l'invasione, ma questo e' l'ingegniere che mi consiglio' di non escludere I FENOMENI ESOTERICI.

Con un mio carissimo amico che abita a B. in provincia di Ferrara sono andata a trovarlo proprio nell'ufficio menzionato nell'articolo.

Ne' io, ne' il mio amico avevamo accennato al mio ginocchio mandato in frantumi, il "signore" che affiancava Muratori mi disse:

*PER OTTENERE LA DEVASTAZIONE DELLA CAPSULA DEL GINOCCHIO CI VUOLE UN COLPO MOLTO VIOLENTO, LEI LO HA SUBITO?

Io e M. ci siamo guardati, ho risposto che si avevo subito un'urto violento, ma ero li per avere spiegazioni sulla nanometria e sue applicazioni.

Sui materiali intelligenti biocompatibili e sul metodo ENDO che permette (una volta inseriti nel corpo) di generare una ipotermia che spinge il portatore a coprirsi anche con 40* fino a generare il calore occorrente per spostarli la dove si vuole.

Le grandi ghiandole come

FEGATO,

MILZA

PANCREAS

sono interessati per nascondere, la composizione spugnosa del fegato e' l'ideale.

LO STOMACO come sede del motore, infatti, nel periodo che comunicavo con loro senza aprire bocca (la TECNICA DEL VENTRILOQUO) avvertivo le vibrazioni che partivano dallo stomaco e salivano fino alle corde vocali.

Ma solo dopo mi sono posta la domanda:

ERO IO CHE RISPONDEVO O DOPO AVERMI SPIATA IN SILENZIO INSERIVANO UNA RISPOSTA PRECONFEZIONATA SULLA BASE DEL MIO MODO D'ESSERE    ?

Non mi sono applicata a cercare gli appunti di quel periodo, lo faro' ma con calma.

T.C.

 

L’intervista che riproduciamo dal suo sito, porta come data articolo de “Il giornale”, il

1 gennaio 1990, ora il 1 gennaio è poco plausibile perché in quella data i giornali non escono,

però magari è un errore di trascrizione. Ci limitiamo quindi a riportare il titolo ed il

contenuto “Intervista a Giuseppe Muratori – Nel regno della spia”

 

Il raggio di un laser viaggia per cinque chilometri, rimbalza su di un vetro e torna indietro modulato da tutto quello che si è detto dietro la finestra. Ecco però che il fischio di un rivelatore all'interno della stanza segnala la presenza di spie in ascolto. Spionaggio, fantascienza? Macché, è il pane quotidiano di Giuseppe Muratori, direttore dell'Istituto ricerche comunicazioni sociali di Torino. Un'organizzazione che, precisa Muratori, "effettua ricerche avanzate, teoriche ed applicate, nei campi della microelettronica per la difesa delle informazioni, con particolare riferimento alle comunicazioni e alle radiazioni elettromagneriche". Allunga il collo e controlla il taccuino: "lo scriva bene mi raccomando, e scriva anche che non abbiamo fini di lucro". E intanto ci porta negli uffici di via Giulia di Barolo 22, nella vecchia Torino. Cinque stanze in tutto, piene di marchingegni che vengono presentati come gioielli di spionaggio e controspionaggio. Entrambe le cose. Perché è vero che l'Istituto si occupa, secondo la definizione voluta da Muratori, di costruire congegni per neutralizzare le macchine di spioni industriali e militari. Ma è anche vero che le "macchine per spiare" se le costruiscono da soli. Sapere dove non è dato: "quelli che vede sono solo gli uffici, le nostre apparecchiature vengono costruite dai nostri scienziati in un'area protetta che per ragioni di sicurezza viene tenuta segreta". Chi ci lavora? "Non glielo posso dire".
Però ci conduce volentieri a vedere il "campionario". E così ecco in un angolo un prototipo del raggio laser che spia dietro ai vetri. Accanto c'è in bella mostra il suo antidoto, che va sotto la sigla Ranger 5025 USA. L'ingegner Muratori ne è fiero e ne parla volentieri: "Ranger è stato progettato per costruire e rivelare le intrusioni delle radiazioni emanate da un laser di potenza, nelle quali i fotoni hanno tutti la stessa fase, la stessa direzione e lo stesso piano di polarizzazione. Basta tararlo e poi passarlo lentamente sul vetro e lo strumento segnala in tempo reale l'intrusione laser".
Del suo campionario fa parte anche Invader, uno strumento che permette di rubare i dati in elaborazione su di un computer, riproducendoli sul monitor ed eventualmente videoregistrarli. Il suo funzionamento è semplice, e tanto collaudato che pare sia diventato uno strumento obbligato nelle mani delle organizzazioni  [ASSOCIAZIONI MAFIOSE, DICO IO] che si occupano della cattura e rivendita di informazioni riservate. Posto nelle vicinanze di un computer, diciamo nel raggio di 150 metri, riesce a captare le onde elettromagnetiche che lo schermo ed ogni componente interno irradiano, per poi decodificarle. A fianco troneggia Shield, frutto della fatica degli uomini di Muratori. Permette di crittografare le radiazioni elettromagnetiche emanate dall'elaboratore e dalle sue periferiche mediante un particolare algoritmo. Secondo Muratori è uno strumento praticamente indispensabile, dal momento che "oltre a creare un ombrello protettivo contro gli Invader, immunizza i computer dai virus elettronici e impedisce il sabotaggio".
È prodigo di particolari sul funzionamento dei suoi congegni, ma non c'è verso di farlo parlare sugli aspetti "istituzionali" della sua ricerca. Non le converrebbe muoversi in maniera più discreta, invece di emettere comunicati stampa, incontrare giornalisti? "Vede, il fatto è che la ricerca costa cara, e i finanziamenti non sono certo molti". Chi sono i finanziatori? L'ingegner Muratori saltella da un lato all'altro del laboratorio e riesce a defilarsi con inusuale scaltrezza ad ogni domanda insidiosa. Ha già in mano un'altro gioiellino, tanto per cambiare discorso. Vuole metterlo alla prova. "Ecco vede, lo collego al telefono e a un registratore. Lei ora, dall'altra stanza, provi a fare il numero di telefono di questa linea e a parlare mentre sente i segnali di libero dall'altra parte. Dica quello che vuole". Alla fine, il registratore ha registrato tutto, senza che il telefono sia stato alzato. Un apparecchietto ideale per sentire quello che dice la persona dall'altra parte del filo mentre si attende che rispondano al telefono. "Ma questo è solo un giochino", minimizza mentre ci accompagna alla porta. Uscendo dobbiamo stare attenti ad una specie di altoparlante piazzato sul pavimento. "Oh, quello è un proiettore di coni di sofferenza. Se lei dovesse rientrare qui la notte, davanti a questo apparecchio proverebbe la stessa sensazione di girare cento volte al secondo su se stesso".  [E SIAMO NEL 1990]