Le riflessioni critiche del compagno Franco Galloni prigioniero da 22 anni ininterrotti dello Stato italiano, e militante delle BR-PCC, sono un importante contributo alla chiarezza ed alla discussione politica nel movimento rivoluzionario.

La critica e la demolizione delle ambiguità e contraddittorie presuntuosità degli impianti politici del nPci e del Pcpm, sono utili elementi di arricchimento del quadro necessario alla comprensione delle deviazioni dell’opportunismo.

Per i compagni delle BR-PCC, dunque, e qui ci ritroviamo, nessuna campagna di amnistia può essere correttamente posta fuori dagli obiettivi della strategia rivoluzionaria. Tra l'altro, giustamente, il compagno rivendica comunque l'internità dei prigionieri rivoluzionari al movimento rivoluzionario, pur riconoscendo di esserne "il ventre molle". Per cui non hanno nessun bisogno di "uscire dal carcere per ritornare nel movimento", dato che non sono in carcere per le proprie idee ma in quanto irriducibili nemici della borghesia imperialista che monopolizza e gestisce il potere politico (e non solo quello) nei paesi imperialisti Italia compresa.

Due sono i tratti salienti che rimarca il compagno Galloni nel suo scritto, rompendo una tradizione quasi secolare delle BR che vedeva di rado il dedicare delle righe alle altre posizioni politiche interne al "movimento rivoluzionario":

tratti che rimarca e sui quali vorremmo entrare nel merito:

Ciò che non si spiega, invece, è la tesi, sostenuta dal compagno, secondo cui la “Guerra Popolare Prolungata” è inapplicabile nei paesi imperialisti, e anzi, propone le BR come interna al "marxismo-leninismo-maoismo", e in particolare come “partito fratello” dei Partiti Comunisti che dirigono Guerre Popolari in India, Perù, Kurdistan del Nord, Filippine, Nepal, ecc., dimenticando che l’unico Partito che in Italia può vantare tale titolo è il Partito maoista in Italia, che è interno al processo di costruzione della nuova Internazionale Comunista avviato nel 1984 dal Movimento Rivoluzionario Internazionalista, ed al quale il compagno Galloni non fa riferimento alcuno.

Il compagno Galloni si limita a ricordare su questo aspetto, la espulsione dei "liquidazionisti" della 2a posizione dimenticando che chi promuovette tale espulsione solo due anni dopo stava nelle TV di Stato a propagandare la soluzione politica, e che questi "liquidazionisti", se lo furono dopo, lo furono a titolo di prigionieri, dopo che la organizzazione che avevano costruito, la Unione dei Comunisti Combattenti, si era misurata sul terreno della pratica della guerra di classe, con concezioni meno "rigidamente bibliche" di quelle dell'opuscolo n.20 delle BR-PCC.

Sulle differenze di strategia e tattica tra la proposta delle BR-PCC e la linea politica dei maoisti italiani sarà Partito maoista in Italia, se lo riterrà, ad entrare nel merito, ma una cosa è certa. La linea affermata dal compagno Galloni è tuttora impregnata dal suprematismo occidentale. Innanzitutto usciamo allo scoperto sulla situazione del MPC e della classe operaia mondiale.

Revisionismo, classe operaia mondiale, guerra popolare fino al comunismo, sono termini che sfuggono ai compagni BR-PCC. In tutta la lettera aperta del compagno Galloni non vi è manco una volta il termine “revisionismo”. Non si cita il compagno Stalin, né i revisionisti che hanno distrutto l’URSS. Non si cita la rivoluzione culturale proletaria cinese, né i revisionisti maledetti infami che hanno spodestato il maoismo dopo la morte del Presidente Mao Tse-Tung. Non si cita il fatto che la controrivoluzione ha dimostrato capacità e modulazione altissimamente superiori a quelle banali dei media italiani, anche in lontani e “periferici” paesi come il Perù. Noi comprendiamo che i compagni delle BR-PCC sono esseri umani, e possono anch’essi compiere degli errori. Soprattutto perché ne abbiamo conosciuti assai. Ma questo non toglie che la loro linea non li porterà certo più lontano di dove il Proletariato saprà arrivare guidato dal marxismo-leninismo-maoismo che anche oggi in Italia ne incarna e pratica le necessità e limiti in questa fase, per una fase superiore della lotta di classe.

In ultima analisi l’errore dei compagni delle BR-PCC non è nel criticare gli opportunisti dogmatici e quelli “di sinistra”, ma nel non considerare che Guerra Popolare è schieramento ed articolazione del Proletariato nella Rivoluzione, e non impossibile passaggio “di tutta la classe” sullo stesso piano pratico e concettuale-ideologico, della “guerra di classe”.

Saluti comunisti

Redazione di “Guardare Avanti !”

Ottobre 2010

 

 

Breve intervento sulla "Insurrezione"

Ma siamo poi così sicuri che la insurrezione generale sia impossibile alla classe operaia ed alle masse lavoratrici, donne, giovani, oppressi, democratici interni alle istituzioni ?

Il problema verte in particolare sull'obiettivo.

Certamente noi pensiamo che la guerra popolare, che non è "terrorismo" né feticcio della "lotta armata" come unico metodo di lotta, anzi come "strategia", che la guerra popolare dicevo sia la strada delle lotte popolari che prendono ed acquisiscono maturità e che vengono dirette in un progetto politico da un Partito Comunista che è di fatto, se autenticamente posto e rispettoso dei metodi e dei livelli e del rispetto per le masse, l'unica garanzia Democratica di un paese.

Noi non feticizziamo la "metropoli", la metropoli ci fa schifo, è inumana ed inutile, un complesso di organizzazione e strutture che non è utile né necessario.

Noi rivendichiamo la lotta e l'autorganizzazione come necessari ed attuabili, rivendichiamo la possibilità di lottare delle masse, attraverso diritti che per quanto erosi sono stati conquistati dalle masse stesse e dal loro Partito che diresse la Guerra di Resistenza ANTIFASCISTA del 1943-1945.

Per questo noi rivendichiamo i Tre Strumenti della Rivoluzione, e anche se non abbiamo molto tempo per leggere a menadito ogni riga di Marx, di Lenin e di Mao Tse-Tung, ne siamo i continuatori, noi marxisti-leninisti-maoisti NON riconosciamo valida ed attuale la strategia delle BR-PCC.

Lavoriamo per il Partito Comunista, per il Partito Comunista maoista ! Un Partito Comunista che è costituito dall'avamposto della classe operaia !

Uniamo le forze e costruiamo il nuovo potere delle masse e della classe operaia.

E non escludiamo nulla per il futuro.

Nemmeno la possibilità che in Italia sia una nuova Insurrezione, come nell'aprile 1945, a rimettere le cose al loro posto, innanzitutto a delineare ed attuare il rispetto dei fondamentali Principi Costituzionali.

Perché non è più vero che ciò che produce la borghesia sia necessario e sia volano di progresso e che quindi la nostra "critica delle armi" sia l'unica fondamentale problematica che vada risolta, sempre che sia stato in questi termini vero in passato.

Paolo Dorigo

26 ottobre 2010