SEMPRE PEGGIO!

Quello della metà di giugno non è un bel periodo per la sinistra parlamentare: il loro principale mentore, Ciccio Papero, viene spernacchiato ovunque vada, e la coalizione è in fermento per cercare di ricomporre gli equilibri interni. A proposito dell’Unione, in questi giorni ci sono importanti novità: la candidatura a futuro leader del Pd del sindaco di Roma - Walter Veltroni - rischia di scompaginare ulteriormente le carte. Infatti l’ala di Sd che fa capo a Gavino Angius potrebbe rientrare nel grande contenitore neo democristiano - lo dice apertamente Alberto Nigra e lo fa capire Franco Grillini (si veda “il manifesto” del 22 giugno, pagina 4, articolo di Andrea Fabozzi), rinunciando di fatto all’ancoraggio al socialismo europeo per diventare succubi di Pane e Cicorie e dei suoi corrèi, a loro volta servi dei poteri forti: yanqui, Confindustria e Vaticano.  Ma non è solo Sd a subire il fascino del kennediano storico; vista la situazione, anche Rc-Se tentenna nelle sue scelte e decide - manca solo l’ufficialità - di anticipare il proprio congresso a gennaio 2008, per cercare di rispondere alla doppia offensiva che la investe, sia da destra che da sinistra: da una parte il pressing dei veltroniani ha una certa presa su una fetta consistente dell’elettorato rifondarolo, dall’altra occorre registrare (lo fa “la Repubblica”, a pagina 15 dell’edizione del 20 giugno) l’interessamento, da parte del Partito di Alternativa Comunista del trockijsta cremonese Francesco Ricci - minuscolo gruppetto nato nell’aprile del 2006 da una parte dell’ex “Progetto Comunista - sinistra del Prc” - per un’altra fazione trockijsta, la Sinistra Critica di Salvatore Cannavò e Gigi Malabarba, alla quale viene chiesto di uscire «subito dal Prc e partecipare con noi alla costruzione di un nuovo partito comunista! Siamo convinti che la nuova Cosa Rossa che può nascere a sinistra del cantiere Mussi-Bertinotti può raggiungere elettoralmente una forza del 10 per cento come è avvenuto per la sinistra trotzkista in Francia nel 2002» lusingandola con l’offerta della segreteria nazionale attraverso la «rinuncia ad eventuali diritti di primogenitura».

Per tutti resta solo un ‘piccolo’ problema: le masse; siamo certi che, andando avanti di questo passo, i proletari capiranno sempre di più la vera natura di queste formazioni economiciste ed opportuniste, e di conseguenza tenderanno a disertare sempre maggiormente gli appuntamenti elettorali e ad unirsi all’autorganizzazione di classe.

Stefano Ghio

Torino, 22 giugno 2007