Lettera del Capogruppo spoletino di Rifondazione comunista al Sindaco

I
Sig. Sindaco
in queste ultime settimane il Centro Giovanile “Bobby Sands” ha portato alla ribalta il caso di Paolo Dorigo un “militante comunista” condannato a tredici anni di carcere per un attentato compiuto dalle BR nel 1993 (lancio di una bomba a mano e sparo di alcuni colpi di pistola contro la recinzione della base americana di Aviano).

Paolo Dorigo, che fin dal primo giorno del suo arresto si è sempre dichiarato innocente, ha già scontato dieci dei tredici anni ai quali è stato condannato ed è attualmente detenuto presso il carcere di Maiano di Spoleto.

Dorigo è stato arrestato e condannato sulla base di una testimonianza resa in carcere da un pentito il quale, nel corso del processo, si è però avvalso della facoltà di non rispondere.

Proprio a causa dell’impossibilità della difesa di contro interrogare il testimone, nel 1998, la Corte Europea di Strasburgo, riscontrando una palese violazione dell’art. 6 della Convenione dei diritti dell’uomo: “ogni accusato ha il diritto di interrogare o fare interrogare i testimoni dell’accusa”, ha riconosciuto il mancato rispetto nel procedimento delle norme sul “giusto processo”.

Nonostante il legale di Dorigo abbia subito avanzato una richiesta di revisione la questione è rimasta irrisolta poiché il testo di legge che avrebbe dovuto superare il problema dei processi ritenuti non conformi esclude l’ipotesi di revisione in caso di reati di terrorismo e di mafia.

L’italia è rimasta perciò inadempiente di fronte alla Corte Europea e Dorigo è rimasto in carcere senza la possibilità di un nuovo processo.

In dieci anni di carcere Dorigo ha denunciato ripetutamente di essere stato sottoposto a torture e persino all’impianto sul proprio corpo di micro chip che servirebbero a controllarne le reazioni impedendogli di condurre una vita normale.

A Dorigo sarebbe stato anche impedito di effettuare indagini teste a dimostrare la veridicità di questa denuncia.

Benchè il caso di Dorigo sia stato ripreso da diversi organi di informazione: Il Manifesto, Liberazione, Il Corriere della Sera, Il Messaggero on line, La Nuova, ANSA, ecc.., la situazione non si è però modificata.

Dorigo ha così deciso di mettere in atto uno sciopero della fame che, giunto al venticinquesimo giorno, fa ormai temere per la sua stessa vita.

Per capire il carattere di Dorigo, e la sua determinazione, è utile ricordare come continui a rifiutare i benefici della Legge Gozzini, che pure gli spalancherebbero le porte del carcere restituendogli la libertà.

Tutto ciò premesso, in qualità di consigliere comunale del Partito della Rifondazione Comunista chiedo alla S.V. di voler intervenire presso il Giudice di Sorveglianza, la Direzione del Carcere di Maiano di Spoleto ed il Ministero di Grazia e Giustizia affinchè vengano immediatamente messe in atto misure che inducano Dorigo a sospendere lo sciopero della fame, quali la possibilità di sottoporsi a quegli accertamenti sanitari che egli ha richiesto, unitamente alla possibilità di giungere ad un nuovo, giusto processo.

Invito infine la S.V. e tutti i consiglieri comunali appena eletti a partecipare il 28 giugno .c.a., alla manifestazione che si terrà alle ore 15.00 davanti al carcere di Maiano di Spoleto, una dimostrazione che dovrebbe servire per assumersi la responsabilità di una battaglia fino ad ora combattuta, quasi esclusivamente, dal solo Dorigo che potrebbe così decidere di tornare ad alimentarsi.


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