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LIBERTA' PER IBRAHIM ABDALLAH FATHAYER PORTATO IN CPT A ROMA DOPO 20 ANNI DI CARCERE E 3 DI SOGGIORNO OBBLIGATO A PERUGIA !

LIBERTA' PER MICHELE FABIANI !    MAURO ROSSETTI BUSA LIBERO ! 

9 maggio 2008 Perugia Presidio per dire no all'estradizione di Avni e Zeynep  APPELLO (pdf) INTERVENTO (pdf)

19 giugno 2007 il volantone diffuso di fronte al carcere di Venezia sabato 16 a firma del SRP Venezia (attuale mail: srpveneto@mirarossa.org ) ci scusiamo per non esserci accorti che vermi bastardi dopo essersi impossessati ns. precedente mail avevano rimesso questa in questa pagina anziché la precedente. Il Popolo farà giustizia dei bastardi aguzzini che giocano con l'informatica così come con le carceri, la giustizia, la vita stessa delle persone

dal 12 settembre 1992 DIFENDERE LA VITA DEL PRESIDENTE GONZALO 

La giornata dell'eroismo: Il nostro volantone nazionale per il 19 GIUGNO 2006

I compagni e le compagne del Soccorso Rosso Proletario, costituito il 19 giugno 2003, dopo anni di lavoro del Comitato per la liberazione dei prigionieri rivoluzionari, e di quotidiano impegno tra le masse proletarie, a costruire coscienza e sensibilità verso non solo la repressione quotidianamente vissuta nel conflitto di classe, ma anche quella di chi ha perduto la libertà per il suo coerente impegno rivoluzionario, vedono nelle guerre popolari nel mondo (Nepal, Perù, Turchia, India, Filippine, ed altri paesi), così come nelle lotte di liberazione dei popoli oppressi ed i cui territori sono occupati od attaccati dalle truppe militari dei paesi imperialisti (Palestina, Iraq, Afghanistan, Libano, Medio Oriente, ecc.) un riferimento irrinunciabile di allineamento del proletariato dentro il quadro della solidarietà di classe, fuori da opportunismi e logiche di schieramento che sui principi non vi possono essere.  Per questo la giornata dell'eroismo, nella quale 300 prigionieri-e politici e di guerra del Partito Comunista del Perù e dell'Esercito Guerrigliero Popolare (poi EPL) dettero la vita per la rivoluzione, colpiti dalle cannonate della marina militare peruviana e dalle armi dei soldati, nei carceri di El Fronton, Lurigancho e Santa Barbara, dove resistettero per due giorni con le armi che si erano costruiti, riveste per noi una importanza fondamentale quale più fulgido esempio di dedizione alla causa. Così come la liberazione dei prigionieri politici nelle guerre popolari, che in questi paesi avviene spesso grazie alle forze combattenti del popolo, ci interessa anche in Italia e nell'Europa imperialista, quale obiettivo del movimento di classe, perché è punto di programma della lotta e non delle mediazioni di ceti politici oramai corrosi dal potere della borghesia.

Altrettanto ci interessa rivendicare la difesa del Presidente Gonzalo e la sua apparizione in pubblico (gli negano persino di prendere la parola nei processi, che si svolgono ancora oggi a porte chiuse) perché questo dirigente rivoluzionario, al cui pensiero si ispira il Partito ed il popolo del Perù, è stato colpito non solo con la repressione più feroce, ma anche con una serie di montature infami, la prima delle quali è stata articolata dalla CIA e dai servizi segreti peruviani sin dal 1993 (il genocida tiranno Fujimori all'ONU) con il sostegno in questo dei maggiori media occidentali, e l'ultima consistente nel cercare di attribuire al PCP la responsabilità dei genocidi praticati dai militari, nonché di gonfiare le cifre dei caduti nel popolo a causa del conflitto rivoluzionario di classe iniziato nel 1980, montature che cercano in questo modo di limitare la diffusione della conoscenza sul reale spessore e sulla diffusione della guerra popolare in Perù. Questa montatura avvenne nel momento alto della crescita della guerra popolare, quando l'equilibrio strategico pareva oramai raggiunto, e scioperi armati di massa e campagne distruttive militari della guerra popolare lasciavano attonita la reazione.

Se in Perù la crescita delle basi d'appoggio non ha ancora stabilizzato la conquista stabile di una parte maggioritaria del del territorio, ed ha sedimentato anche una profonda esperienza sui metodi di conduzione della guerra popolare anche nelle grandi città e in particolare in una delle maggiori megalopoli del mondo (Lima), in Nepal la guerra popolare ha oramai conquistato l'80% del territorio nazionale, e diretta, come in Perù, da un pensiero-guida fondato sul marxismo-leninismo-maoismo, il pensiero Prachanda, dal nome del suo Presidente. Questo non significa che la repressione delle truppe monarchiche filo-imperialiste ed alleate alla borghesia imperialista indiana ed all'imperialismo americano, non abbia esercitato le usuali tecniche dell'annientamento, del genocidio improvviso sulle zone liberate (utilizzando come in Perù e in Turchia, anche elicotteri militari dotati di armi pesanti), della carcerazione e della tortura. Senza parlare anche in questo caso delle mistificazioni praticate dai media occidentali attaccate più agli interessi delle multinazionali americane che di questo popolo così poco interessante fino a quando non è iniziata la guerra popolare. In particolare, grazie alla condizione politica di cui gode la guerra popolare in Nepal, della sua vicinanza strategica con zone storicamente acquisite alla guerra popolare condotta dai maoisti naxaliti indiani, recentemente unificatisi in un unico Partito, il Partito Comunista dell'India Maoista, e quindi dei rapporti con queste, sono avvenuti anche arresti e catture di molti militanti del PCN(M) in India. Di questi, alcuni dirigenti del Partito Comunista del Nepal (Maoista) subiscono un sequestro giuridicamente illegale, e sono stati a lungo trattenuti in prigionia per impedirgli di svolgere compiti politici. E' il caso dei compagni Gaurav e Kiran, per i quali da tempo è in corso una campagna internazionale di sostegno. La loro liberazione, avvenuta il 30 novembre 2006, è la dimostrazione migliore dei successi del PC del Nepal (M).

 

La necessità delle guerre popolari viene verificata giorno dopo giorno nell'entusiasta adesione popolare, nell'essere strumento di liberazione e di emancipazione insieme.Per questo l'amore rivoluzionario delle masse verso i Partiti che le dirigono è uno dei primi obiettivi della controrivoluzione, oggi unita alla guerra imperialista.  Le donne svolgono nella guerra popolare un ruolo centrale, in lotta come sono contro una doppia oppressione.

Nelle guerre popolari spesso i migliori rivoluzionari cadono in combattimento o in occasione di agguati studiati a tavolino dalla controrivoluzione, la quale pur potendo catturarli vivi, non esita ad assassinarli e seviziarne i corpi. E' quanto è accaduto non solo in innumerevoli stragi genocide in Nepal, in Perù (sotto Balaunde, Alan Garcia e Fujimori), ma anche in Turchia, dove il 16 giugno 2005 sono caduti 17 dirigenti e quadri del Partito Comunista Maoista della Turchia (MKP).

Tra questi-e compagni-e caduti-e, la compagna Rosa, che noi abbiamo conosciuto a Palermo nel 2004.

 Nei giorni successivi questo Partito, tra i partiti fondatori del MRI nel 1984, ha dimostrato quale sia il suo seguito e prestigio tra le masse, in particolare nei funerali di Istanbul.

 

 Le sevizie subite dai compagni maoisti turchi e kurdi del MKP assassinati il 16 giugno 2005, come in altre occasioni (teste mozzate esibite dai soldati), sono state documentate fotograficamente.

I compagni caduti sono qui sotto rappresentati invece in uno striscione delle organizzazioni di massa di solidarietà, insieme alle fotografie dei precedenti 4 segretari generali del Partito caduti in combattimento o sotto tortura (Ibrahim Kaypakkaya, foto al centro). Anche in questa occasione, il MKP ha perduto il suo segretario generale armi in pugno: Cafer Cangoz.

Nel corso del recente Maoist Camp organizzato dai giovani maoisti di Red Block, Soccorso Rosso Proletario ha prodotto mozioni e lettere di solidarietà ai compagni maoisti della Turchia, al compagno libanese Georges Ibrahim Abdallah, ed alle guerre popolari del Nepal e del Perù.  SRP partecipa alle iniziative che il movimento di solidarietà internazionalista porta avanti in Italia verso non soltanto i partiti maoisti ma anche verso i prigionieri rivoluzionari, italiani e stranieri, anche delle guerre popolari condotte da partiti che non aderiscono al MRI, come nelle Filippine.

E' il caso della presenza militante ai presidi per i compagni turchi del DHKC e di Georges, così come in passato sono state fatte numerose mobilitazioni in Italia in diverse situazioni e davanti a numerose carceri, tra le quali quelle verso l'allora prigioniero, il compagno Paolo Dorigo, che oggi come ieri conduce una dura battaglia di denuncia dello stato di polizia e della tortura nelle carceri.

Soccorso Rosso Proletario lavora per la creazione di un soccorso rosso proletario sul piano internazionale che possa supportare l'avanzata della guerra popolare anche nei paesi imperialisti, sostenendo chi viene colpito dalla repressione padronale e statale, di classe e controrivoluzionaria, contribuendo così alla costruzione anche nel nostro paese di una autentica Rivoluzione proletaria inserita a pieno titolo nella Rivoluzione Proletaria Mondiale in corso, ed anticipata alcuni decenni fa dal grande Presidente Mao Tse-Tung durante la ultima e più alta battaglia che lo vide protagonista: la Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, la cui base e motivazioni sono oggi dimostrate dalla crescita della lotta di classe nella stessa Cina preda del potere revisionista.

Anche per questo siamo stati a Parigi dai giovani ribelli delle banlieu parigine, ed abbiamo portato la nostra presenza nello spezzone maoista alla manifestazione del 1°Maggio.


SOCCORSO ROSSO PROLETARIO  VENETO

pagina di documentazione e testi

 
Il nostro volantone nazionale per il 19 GIUGNO 2006 distribuito alla manifestazione antifascista del 17 giugno 2006 per la liberazione degli-delle antifascisti-e arrestati-e il 11 MARZO a Milano

30-12-2006 LA BARBARA ESECUZIONE DI SADDAM NON E' DIVERSA DALLA FUCILAZIONE NAZISTA DEL COMPAGNO THALMANN E DA MIGLIAIA E MILIONI DI ALTRI GESTI DEI POTENTI IMPERIALISTI CAPITALISTI BARBARI ASSASSINI DELL'UMANITA'. INFINE IL POPOLO IRAQI SI LIBERERA' DA QUESTA BARBARIE IMPERIALISTA COME IL POPOLO DEL VIET NAM E TUTTI I POPOLI DEL MONDO. DA OGGI NESSUNO PUO' NEGARE CHE LA CONTRADDIZIONE PRINCIPALE SIA TRA POPOLI OPPRESSI ED IMPERIALISMO, CONGIUNTA A QUELLA FONDAMENTALE TRA CLASSE OPERAIA E PROLETARIATO MONDIALE  CONTRO LA BORGHESIA ED I CAPITALISTI GUERRAFONDAI ASSASSINI.