Capitolo 1
Quando cominciarono i ros a rompere i coglioni seriamente ?
premessa
Ero già stato imputato (e lo ero ancora) nell'ambito del processo 7 aprile (perquisito allorquando fu arrestato negri e compagni) ma rispetto ai CPV di Venezia e Mestre Marghera, non vi erano stati arresti. I compagni arrestati infatti a Venezia e zone limitrofe NON appartenevano ai CPV. Precedentemente e successivamente, dal 1978, ogni anno mi facevano una perquisizione in occasione di un fatto saliente (es.1978 incendio rettorato Ca'Foscari, 1979 7 aprile, 1980 omicidio Gori, 1980 fermo subito dopo l'omicidio Albanese). Iniziai a lavorare e ad essere relativamente assente da Mestre, nel 1980. Milano, Oderzo, Padova. Ma ancora attivo politicamente. Avevano altri cazzi cui pensare. Se ne accorgono nel 1982, ci identificano a Pordenone (Digos) in occasione di una mostra in piazza del Comitato familiari proletari prigionieri fatta con alcuni amici dei compagni arrestati a Codroipo. Nell'ottobre 1983 Craxi primo ministro traditore del socialismo di Nenni e Lombardi, che era stato egli stesso garantista durante il sequestro Moro, decreta nella lettura della relazione sull'attività dei servizi segreti, che va colpita l'area dei familiari e degli amici dei prigionieri politici. Una linea riconfermata dai "36" magistrati nella primavera 1984 con l'ammissione che va effettuata opera di "contrasto" nell'area del "terrorismo brigatista" onde mettere anche zizzania al loro interno.
parte prima
Tra il 1982 (ottobre, sciopero della fame di Cerica, e inizio del dibattito di fondazione del Coordinamento Veneto-Friuli contro la repressione, con modalità mafiose interne all'area autonoma a Mestre da parte di padovani e sandonatesi di area Cocori e soluzionisti dei CPV, a cui mi oppongo e ce ne andiamo con altri compagni; di questi, uno finisce ben presto "fotografo" nel Pci, un altro consigliere dei Verdi in altra provincia) e il 1985 si sedimenta un'area marxista-leninista di matrice autonoma operaia a Marghera, nella quale rilanciamo sia i contenuti del Comitato Operaio del Petrolchimico sia quelli del più netto internazionalismo proletario.
parte seconda
L'area soluzionista dell'autonomia (da non confondere con quella dei CPT di Padova, che tuttavia ingresseranno nel Coordinamento dei comitati contro la reperssione, solo dal 1986 in poi) a Mestre si qualifica per un "terrore" del "terrorismo brigatista" e di conseguenza con una attività sbirresca tra Mestre e Padova nei nostri confronti, che da marxisti-leninisti conseguenti non intendiamo associarci alla presa di distanze da azioni che pur non appartenendoci, non sono affatto estranee al patrimonio rivoluzionario del proletariato (per tutte, l'azione di omicidio verso Leamon Hunt, generale SS.UU.A. in Italia, responsabile dell'applicazione degli accordi di camp David, febbraio 1984). Di conseguenza si respira un clima di due diversi movimenti, uno, solidale verso i prigionieri e rivoluzionario verso la classe operaia, e un'altro, di sostegno velato alla dissociazione, internismo alla questione del processo Taliercio in maniera opportunista (la campagna contro l'"aula bunker" per nascondere questo sostegno velato alla dissociazione: già nel 1984 la Calusca di Padova inviava pacchi di libri ai dissociati di "prima linea"). I carabinieri (rapporto Ganzer del 30 aprile 1984) decidono di attaccare noi.
In quel contesto, un carabiniere di Mestre interviene per fermare tre compagni che stanno tracciando, nel maggio 1984, una grande scritta sul muro della stazione di Mestre, in piena serata per evitare le pattuglie più frequenti nottetempo. Il carabiniere, che tale si qualifica, è in borghese, armato e alla guida di un Alfa romeo scura. Viene atterrato da uno sgambetto proletario, arma alla mano, ed i tre si danno alla fuga. La scritta diceva "VIVA LO SCIOPERO GENERALE"
parte terza
Tra l'ottobre 1984 (uscita del terzo numero, corposo, di Guardare Avanti ! diffuso in oltre 300 copie in Veneto e Friuli e bloccato dalla censura in diverse carceri) e il febbraio 1985 si esplica la campagna di "contrasto" dei ros dei carabinieri: minacce tramite familiari (un membro del CDML di Marghera che si dà negativo alle riunioni ed incontri per circa un mese con scuse assurde), gomme di auto bucate a membri del CDML di Marghera (3 auto tra dicembre e gennaio) PROPRIO nei giorni in cui i CC non stilano agli atti alcun rapporto (doppio livello), osservazione permanente (furgone bianco in via ______ perpendicolare alla sede in piazza Rossarol del CDML certamente con mezzi di registrazione audio, e appostamento anche, a dispetto, davanti alla sede stessa, forse per ottenere risposta alla provocazione), controllo geoposizionale dell'auto Ford Escort rossa di Paolo Dorigo (riscontrato nel furto, tra la fine di febbraio e la fine di marzo 1985, di parti dell'impianto elettrico dell'auto dopo che Paolo era stato arrestato, all'interno del giardino di via Coletti a Marghera dove abitava la sua fidanzata e compagna).
QUINDI GIA' NEL 1984-1985, con la scusa di "individuare" il garage - "base clandestina" del gruppo di Marghera, "individuato" come componente organica delle BR-PCC (rapporti dei CC del 1984), si effettuava, peraltro infruttuosamente (SIC), controllo dei movimenti di Paolo Dorigo e forse anche di altri, per mezzo di strumenti tecnologici.
Tuttavia Paolo, che di tale garage non faceva alcun uso segreto, ricorda di aver visto passare per quella zona proprio quel membro del CDML, in bicicletta, un mese prima, ma, non avendogliene mai parlato, non gli contestò nulla.
Forse il "furto" nell'impianto elettrico a casa della fidanzata, serviva a "far pensare" a Paolo ad altro, come se Paolo dovesse preoccuparsi ancora di altro, oltre che delle assurde accuse che il duetto Ferrari-Dalla Costa gli aveva confezionato, a lui ed ai compagni del Coordinamento dei comitati contro la reperssione.
Forse sì e forse no. Ma del furto esiste la testimonianza riportata dalla fidanzata a colloquio e quindi registrata, del cugino della fidanzata, che abitava nella casa, al primo piano, e che mette in fuga, nella notte, "un uomo coi baffi che sembrava proprio un carabiniere".
CONTINUA...