NEWS DEL 8-6-2005

SOLIDARIETA’ AI COMPAGNI ARRESTATI DELL’ANARCHIA NELL’ULTIMO MESE, A TUTTI I PRIGIONIERI RIVOLUZIONARI, E A GIUSEPPE MAJ E GIUSEPPE CZEPPEL RIARRESTATI DALLA POLIZIA POLITICA DELLA DITTATURA BORGHESE EUROPEA IN FRANCIA

SOLIDARIETA’ A MICHELE PONTOLILLO IN SCIOPERO DELLA FAME CONTRO LA REPRESSIONE E LA SUA COMPAGNA LUCIA RIPPA

 

IN QUESTO FILE INIZIATIVE A TORINO-FIRENZE, INOLTRE LA PAROLA A E SUI COMPAGNI COLPITI DALLE PERSECUZIONI GATTOPARDESCHE DEL REGIME AGONIZZANTE:
 Michele Pontolillo, Marco Bisesti, Stefano Del Moro, Massimo Leonardi, Davide Cremonese e Valentina Speziale, Marco Ferruzzi, un compagno ai domiciliari (Sardegna), anarchici roveretani, articolo su Ratzinger,

 

mail da anarcotico

sintesi

Azioni dirette a Barcellona in solidarietà con gli anarchici arrestati in Italia, da notizie e-mail si viene a sapere di 4 azioni

Contro altrettante auto di poliziotti a Barcellona

 

Mail da anarcotico

Appello per il simposio contro l'isolamento della International Platform Against Isolation (IPAI) - Piattaforma Internazionale Contro l'Isolamento

Ho ricevuto il seguente testo inglese:

Salve
Scriviamo dall'IPAI. L'IPAI è stata fondata dopo un simposio nel 2002 a Nordwijk/Paesi Bassi. Il nostro punto di partenza era il digiuno fino alla morte in corso nelle prigioni turche. Le prigioniere rivoluzionarie e i prigionieri rivoluzionari lottano contro le prigioni cosi dette F-Typ. Sono delle celle d'isolamento inaugurate i modo oltremodo sanguinario. Dal 19 al 22 dicembre l'esercito prese d'assalto 20 prigioni contemporaneamente. Furono massacrate/i 28 prigioniere/i e alcune/i bruciate/i a tal punto da essere irriconoscibili. Sino ad ora sono cadute/i 118 prigioniere/i facendo lo sciopero della fame (noi lo chiamiamo il digiuno fino alla morte). Il digiuno fino alla morte continua. Dal 9 al 12 maggio è partito un altro gruppo del digiuno fino alla morte: Fatma Koyupinar (prigione Gebze), Serdar Demirel (prigione F-Typ Sincan), Faruk Kadioglu (prigione F-Typ Terkirdag).
Se volete inviare manifestazioni di solidarietà, per favore fatelo. Se lo fate lo apprezzeremmo tanto. Lo tradurremmo in turco e lo invieremmo a loro.
Ogni dicembre organizziamo un simposio internazionale contro l'isolamento che dedichiamo alla memoria delle prigioniere ed dei prigionieri massacrate/i. Nel frattempo allarghiamo i temi. Nel primo simposio abbiamo discusso solo delle prigioniere e dei prigionieri e dei problemi collegati. Ora discutiamo sull'isolamento nel senso delle cosi dette liste nere, della guerra, dell'occupazione e delle sanzioni. Invitiamo le organizzazioni e le persone progressiste. Questo anno faremo un simposio straordinario dal 25 al 28 giugno a Istanbul in Turchia.
Non è il nostro unico progetto. Abbiamo una campagna epistolare. Il nostro obiettivo è, che prigioniere e prigionieri di tutto il mondo si mettano in contatto tra di loro. Per questo scopo consultiamo la lista delle prigioniere politiche e dei prigionieri politici. Esiste una barriera linguistica. Tentiamo di superarla con le traduzioni. Tramite la nostra campagna epistolare delle prigioniere e dei prigionieri turchi hanno scritto a delle prigioniere e a dei prigionieri della lista fornitagli da noi.
Hanno scritto a prigioniere e prigionieri di tutto il mondo. Speriamo che nascano delle buone amicizie epistolari.
Alcuni giorni fa abbiamo pubblicato un libricino a fumetti. È stato fatto nelle prigioni F-Typ in Turchia e tradotto dalle donne prigioniere in Turchia. Noi lo abbiamo corretto e stampato.
Ci farebbe piacere condividerlo con te, con una prigioniera/un prigioniero dall'altro lato del mondo. Speriamo che ti piaccia.
L'attività principale dell'IPAI è, come già detto, i simposi annuali. Il prossimo è dal 25 al 28 giugno a Istanbul, Turchia. Quello regolare è dal 17 al 20 dicembre 2005 a Parigi, Francia.
Come prigioniero politico ti vogliamo chiedere se vorresti inviare un messaggio per il simposio a Istanbul? Poi ti chiediamo se vuoi partecipare a uno sciopero della fame simbolico durante il simposio a Parigi di tre giorni. È per ricordare le prigioniere/i prigionieri cadute/i e massacrate/i.
Attendiamo la tua risposta.

IPAI
Rue Stevin 190
1000 Bruxelles
Belgio
Tel.: 0032-2-2300866
Fax.: 0032-2-2802229
Mail: Isolation@post.com

Mail da anarcotico

 

08 giu 2005, 05:03:01

Subject: 

[newsletter] 9-10-11:cena,presidio,concerto+festa


GIOVEDI 9 GIUGNO, ore 21.00
 
CENA BENEFIT
per i compagni colpiti nell'ultimo mese dall'ondata repressiva del 270bis
 
E PROIEZIONE DI:
"MARE NOSTRUM"
film-documentario di S.Mencherini sui C.P.T. e l'immigrazione
 
Gran parte dell'informazione, purtroppo, definisce ancora oggi i CPT "centri di
accoglienza" e ancora pochissimo si sa di quanto accada quotidianamente dentro
questi luoghi (molti sono sotto inchiesta) dove si susseguono rivolte, atti di
autolesionismo e scioperi della fame. Si sa pochissimo anche perché, da oltre
due anni, a tutta l'informazione ne è impedito l'accesso per volere del
Ministro dell'Interno Giuseppe Pisanu. L'unico documento filmato che mostra
queste ed altre drammatiche realtà collegate alle scellerate politiche dello
Stato sull'immigrazione è il film-inchiesta "Mare Nostrum" del giornalista
indipendente e regista Rai Stefano Moncherini. Alcune immagini di questo film
hanno permesso alla magistratura salentina di istruire un processo contro i
gestori di un "Centro di permanenza temporanea" gestito dalla Curia
arcivescovile di Lecce, la Fondazione "Regina pacis". Questo film-documento è
stato rifiutato da tutte le televisioni italiane ed ha subito numerose censure.
 
LeMacerie - baracche ribelli
.Molfetta (BA).
SS 16 BIS USCITA MOLFETTA-TERLIZZI, COMPLANARE EST
 
 
--------------------------------------------------
 
 
VENERDI 10 GIUGNO, ore 19.00
 
Piazza Mazzini (Borgo), Molfetta (BA)
 
...sperando che non piova...
 
PRESIDIO INFORMATIVO su:
 
- Centri di permanenza temporanea per immigrati - C.P.T.
- Articolo 270 bis del Codice Penale - "Associazione con finalità di terrorismo
anche internazionale o di
eversione dell'ordine democratico"
- Repressione - Indagini e arresti in tutta Italia nell'ultimo mese
 
 
--------------------------------------------------
 
 
SABATO 11 GIUGNO, dalle 22.30
 
serata benefit per i compagni colpiti nell'ultimo mese dall'ondata repressiva
del 270bis
 
CONCERTO:
 
Dirty Power Game (crust da ROMA)
Hobophobic (hc da taranto)
Nagasaki Nightmare (crust d-beat da bari-molfetta)
 
a seguire...
 
TEKNO BREAK DRUM N BASS NIGHT:
 
da MILANO...
 
Kekko - Mak _ live set
MNT - Narco _ dj set
Black D _ dj set
 
 
LeMacerie - baracche ribelli
.Molfetta (BA).
SS 16 BIS USCITA MOLFETTA-TERLIZZI, COMPLANARE EST
 
 
--------------------------------------------------
 
 

08 giu 2005, 02:32:03

Subject: 

[newsletter] Pierleone condannato a 7 mesi e 15 giorni


L'anarchico agli arresti domiciliari

Sette mesi e 15 giorni di reclusione, convertiti però in detenzione domiciliare. Pierleone P., l'anarchico arrestato dieci giorni fa per aver tentato di entrare nell'ufficio del sostituto procuratore Paolo de Angelis, sarà costretto a restare in casa a lungo: ieri è stato condannato per resistenza a pubblico ufficiale dal giudice monocratico Maria Cristina Ornano al termine di un'udienza particolarmente tesa. Per ben tre volte, infatti, i lavori sono stati interrotti a causa dell'intemperanza del pubblico. Come da copione anche questa volta P. non era solo: in aula (l'udienza in questo caso non era a porte chiuse) si sono presentati tutti i compagni di P. e in più di un'occasione qualcuno di loro ha gridato «sei un'infame» contro l'ultima testimone chiamata a deporre. La donna è stata interrotta diverse volte mentre raccontava quello che aveva visto quella mattina nel corridoio della procura della Repubblica. Impossibile andare avanti: il giudice è stata costretta a ordinare lo sgombero della stanza. L'udienza è ricominciata dopo alcuni minuti ma non c'è stato nulla da fare. Anche in questo caso le lamentele e le proteste degli anarchici hanno coperto le voci del sostituto procuratore Gaetano Porcu e quelle dell'avvocato difensore assegnato d'ufficio all'imputato. Solo dopo parecchi minuti il pubblico ministero ha potuto proseguire nella sua requisitoria. Il magistrato ha ricordato come Pierleone P., il 30 maggio, approfittando della presenza di un avvocato aveva cercato di introdursi nell'ufficio di De Angelis ma era stato bloccato da un maresciallo dei carabinieri. P., che voleva chiedere al procuratore spiegazioni su arresti e denunce ritenute ingiuste, aveva cercato di liberarsi e a quel punto era stato arrestato per resistenza a pubblico ufficiale. Al termine della requisitoria il pm ha chiesto la condanna di Porcu a una pena complessiva di 8 mesi. Dopo una brevissima camera di consiglio il giudice ha deciso per una reclusione lievemente inferiore: sette mesi e 15 giorni. (an. m.)

L'Unione Sarda
08/06/2005

 

 

BRUBACKER CONTINUA, SEMPRE POVERACCI …

08 giu 2005, 02:48:49 [newsletter] Suicidio a Bollate

 

 


Si suicida in cella
Impiccato nel bagno del carcere. È stato trovato così Andrea Rigardi, 21 anni, detenuto nel carcere di Bollate per detenzione di stupefacenti. Il giovane, che era stato trasferito il giorno prima da San Vittore, doveva scontare ancora sei mesi. L'avvocato Francesco Elia ha annunciato che chiederà che venga predisposta l'autopsia, perché il suo assistito non aveva mai manifestato alcuna tendenza suicida.

Da Il Manifesto

 

 

Mail da anarcotico

07 giu 2005, 11:21:30

Subject: 

[newsletter] DIBATTITO E VIDEO PALESTINA


MERCOLEDI 8 GIUGNO
ORE 17, AULA 11 PALAZZO NUOVO, VIA SANT'OTTAVIO -
TORINO

STOP APARTHEID. ROMPIAMO IL MURO DELLA VERGOGNA

PROIEZIONE DEL DOCUMENTARIO SULL'UNIVERSITA' DI
BIRZEIT IN CISGIORDANIA
A SEGUIRE DIBATTITO CON IL COMITATO DI SOLIDARIETÀ CON
IL POPOLO PALESTINESE

ORGANIZZA IL COLLETTIVO UNIVERSITARIO AUTONOMO

 

Mail da anarcotico

07 giu 2005, 04:37:29

Subject: 

[newsletter] sul 4 giugno a firenze


From: p

Volantino distribuito lunedi` 6 giugno a firenze davanti al tribunale e per la citta`

SABATO 4 GIUGNO LA CELERE CARICA I PARTECIPANTI AD UN CONCERTO ORGANIZZATO SOTTO IL CIRCOLO ANARCHICO DI VICOLO DEL PANICO

Ci eravamo ripresi un pezzo di strada per rispondere alle minacce di sgombero del nostro posto occupato e per raccogliere soldi contro le ultime manovre repressive contro gli anarchici.
Al termine della serata, verso l` una, quando gia` la musica era cessata e stavamo cominciando a sbaraccare, si presenta la celere in tenuta antisommossa, guidata dal prode vice-questore Giancarlo Benedetti. Il diktata e` secco quanto provocatorio: dobbiamo andarcene in dieci minuti, altrimenti caricano. La tensione sale velocemente, e in nemmeno cinque minuti gli sbirri caricano. Quasi tutti riusciamo a rifugiarci dentro al circolo. Purtroppo tre persone vengono prese, riempite di botte, trascinate per terra. Dopo aver passato due giorni in questura, vengono oggi 6 giugno processate per direttissima. Sono accusate di resistenza e lesioni, secondo il classico copione dela repressione poliziesca, che prima picchia, poi arresta e denuncia: fabbrica colpevoli per apparire sempre "innocenti".
Alcune considerazioni al volo:
1) Questi fatti si inseriscono in una politica di tolleranza zero verso ogni manifestazione di vita che non porti profitto e denaro: la mano che ha colpito di fronte a vicolo del panico e' la stessa che quotidianamente arresta e colpisce i venditori detti "abusivi" (come in San Lorenzo), che presidia a vista le piazze e i luoghi di ritrovo (come Santo Spirito), che sottrae la citta` ai suoi abitanti per farne un parco giochi per turisti, ingrassando le tasche di bottegai e speculatori edilizi (come dappertutto).
2) La polizia si e` presentata fin da subito con l`evidente intenzione di caricare, schierandosi in gran parata da combattimento quando il concerto era praticamente gia` finito. Uno sfoggio di muscoli ed una chiara intimidazione: la citta` non ci appartiene, la repressione puo` colpire chiunque incrini il soffocante clima di pace sociale.
3) Questo ennesimo episodio repressivo si inserisce in un clima di caccia all`anarchico tanto caro al ministro Pisanu: da Lecce a Bologna, da Roma a Cagliari, in un mese lo stato ha sequestrato 22 nostri compagni. A loro va tutta la nostra solidarieta` e complicita`.

OGGI 6 GIUGNO LA REPRESSIONE COLPIRA` DI NUOVO, processando per direttissima tre partecipanti al concerto, rei di essere stati presenti e di aver cercato di sottrarsi alla brutalita` poliziesca. Noi saremo con loro sotto il tribunale.
LA SOLIDARIETA` E` UN`ARMA
gli anarchicio di vicolo

POST scriptum:
I tre sono stati condannati con patteggiamento a sei mesi con la condizionale e foglio di via da Firenze della durata di tre anni.

 

 

 

Mail da anarcotico

 

07 giu 2005, 02:11:52

Subject: 

Michele Pontolillo in sciopero della fame


 

Michele Pontolillo

 

ENUNCIAZIONE DEI MOTIVI CHE HANNO INDOTTO IL DETENUTO MICHELE PONTILLO
AD INTRAPRENDERE UNO SCIOPERO DELLA FAME DI PROTESTA E SOLIDARIETA'NELLA CASA CIROCONDARIALE DI LIVORNO

 

co, Casa Circondariale
via delle Macchie, 9
57124 LIVORNO

 

 

 

Che dire dei mali che l'Uomo subisce dall’ uomo come la povertà, la prigionia ,l' infamia la tortura le insidie il tradimento le ingiurie,i processi ?
Non era forse Hobbes che parlava di uomo hominis lupus?
E’ pura follia , non vi è dubbio Il 27 maggio 2005 vengono arrestati a Bologna sette anarchici con l'incredibile accusa di formare una associazione sovversiva con finalità eversiva dell' ordine democratico applicando l' Art 270 bis del Codice Penale che è lo stesso articolo inventato dallo Stato durante il periodo cosiddetto emergenziale fine anni ‘70.
Il potente Stato con le sue inpalcature normative , giudiziarie disciplinarì ausiliato dall'inviso apparato repressiso composto da migliaia di sciocchi mercenari teme che sette fragili individui possano minacciare,anche lontanamente, il suo indissolubile potere.
Non è anche questa follia ?

 

Lo Stato mostra i muscoli . Incapace di risolvere i tanti e gravi problemi che turbano e immiseriscono la popolazione s'inventa il nemico lo produce,gli fa indossare la pelle del leone e gli da la caccia. E’ noto il provebio secondo cui quando una cosa non esiste il miglior sistema è fingere che ci sia.
Non è forse vero che oggi ,quasi come ieri non si sta utilizzando la stanchezza democratica , la nausea di fronte al nulla ,lo sconcerto di fronie al disordine come avallo di una nuova situazione storica di eccezione che richiede un nuovo autoritarismo persuasivo e dissuasivo, unificatore della cittadinanza in clienti e consumatori di un sistema
un mercato, una repressione centralizzata?

 

Ecco che lo Stato sì adopera proficuamente per costruire i clienti del proprio sistema repressivo, del carcere , dei dispositivi di controllo e vigilanza mettendo gabbie là dove ci dovrebbe essere solamente libertà.
 
Ma chi sono questi eversori duramente criminalizzati dallo Stato?
 
Semplici appartenti a quei settori della Società penalizzati dalla precarizzazione salariale, dalla disoccupazione strutturale e dal disagio sociale con in testa e nel cuore una bellissima idea:  l'Anarchia.
 
In modo particolare Lucia RIPPA , madre di due adolescenti e costretta , nella ricca Italia berlusconiana , a svolgere ben due lavori per assicurare vita e dignità ai propri figli ed assistere il marito da nove anni rinchiuso nei GULAG occitdentali.
Ecco la forza dello Stato messa a nudo.
 
Vigliaccamente si accanisce contro i più deboli ed indifesi,contro chi con difficoltà riesce a procurarsi i mezzi dì sostentamento della vita e che non ha certo tempo per dedicarsi a ridicole cospirazioni.
Legulei , ministri procuratori , inquirenii ed inquisitori, con la loro voce asinina ragliano soddisfazione e si compiacciono della loro epica impresa.

 

 CONGRATULAZIONI
 
Avete arrestato una pericolosa mamma lavoratrice.

 

William Faulkner docet allorchè scrisse che proprio a chi non ha fatto niente si può accollare qualsiasi cosa.
Sarà dunque vero che la vita umana non è altro che un gioco della follia?
Lasciamole dunque la parola a questa imperante follia.
Di Fronte a questo ennesimo atto di prepotenza e di lapidariai ingiustizia annuncio che dal giorno 7 giugno 2005 inizierò lo sciopero della fame ad oltranza fino a quando la costruzione fantastica contro la mia adorata moglie  Rippa ed i suoi altrettano fantastici complici non sarà riportata alla realtà delle cose con la unica ed attesa conseguenza di vederlalibera e nuovamentente dedita alla cura dei suoi figli.
Questo mio atto annunciato è particolarmente “ dedicato “ all'esimio Dottor Enrico Di Nicola , procuratore capo della dotta, grassa e colta Bologna che ha probabilmente scambiato la realtà con l' onirico.
Il mio atto di protesta pacifico è altresì diretto ad attirare l'attenzione sulla mostruosità dei reati associativi così come attualmente partoriti dal nostro Codice sanzionatorìo e secondo cui  l'effimero,l'inqualificabile o l'etereo divengono macigni granitici del niente .
Chiedo alla mia Classe , al Proletariato italiano ed internazionale che restauri la Solidarietà di base , recuperi l'unità di Classe ed espella dalle sue procedure i valori imposti dal pensiero neo -liberista ovvero competitività territorializzazione,gerarchia ,falsa morale  sostituendoli con il mutuo appoggio, l'azione diretta e la pratica della Libertà adempiendo con tutto quello che gli ispiri il sentimento dei Diritti,quello della Giustizia e Solidarietà verso gli altri.

 

Occorrono altri argomenti per dimostrare che il paludamento esterno di cui sì veste la Democrazia serve ad occultare il più becero pugno di ferro?
Questo ordine democratico non deve essere sovvertito ma demolito fino alle sue stesse radici per lasciare spazio ad un nuovo contratto sociale . un nuovo patto del consorzio umano,un Mondo differente.

 

Dal Centro d sterminio di Livorno il marito, Il compagno,il padre dei figli di Lucia Rippa -

 

Michele PONTOLILLO

 


livorno. 1 giugno 2OO5

 

 

Mail da anarcotico 07 giu 2005,

04:29:08

Subject: 

[newsletter] RETTIFICA DEL COGNOME DI MARCO


Il cognome del compagno detenuto a Frosinone è BISESTI

Quindi per scrivergli:
MARCO BISESTI
C.C.DI FROSINONE
VIA CERRETO,17
03100-FROSINONE

 

07 giu 2005, 01:01:21

Subject: 

[newsletter] Stefano trasferito a Velletri


E' giunta notizia del trasferimento di Stefano del Moro, il compagno anarchico arrestato il 26 maggio su mandato della procura di Roma, dal carcere di  Regina Coeli alla Casa Circondariale di Velletri.

Ecco il nuovo indirizzo per scrivere a Stefano:

Stefano del Moro
Casa circondariale "Nuovo Complesso" di Velletri
Via Campoleone /Cisterna km 8,600
00049 Velletri (RM)

 

 

Mail da anarcotico

07 giu 2005, 11:29:33

Subject: 

[newsletter] Comunicato di Massimo Leonardi letto al GIP durante l'interrogatorio


Inanzitutto rifiuto l'appellativo di "anarchico insurrezionalista", termine
coniato ad uso e consumo di inquirenti e giornalisti; e di Capo!, per
fortuna non sono che il Capo di me stesso.
Non ho nulla da dire riguardo l'impianto accusatorio che non è altro che un
Teorema costruito ad hoc
dove mi si contestano sospetti e non indizi;
nessuna prova ma tante desumense sulla base di idee: basta leggere le carte
per capire che sono un colabrodo che fa acqua e miseria da tutti i buchi.
Quest' inchiesta tutta è una persecuzione alle idee e quindi è politica.
Ecco perchè non posso che ritenermi ostaggio politico in quanto anarchico.

Con questi arresti preventivi dove altri coindagati sono reclusi da quasi un
anno il  vostro operato è volto a giustificare i milioni di euro spesi per
tutta l'operazione, far fare carriera a giudici, digossini e carabinieri, ma
sopratutto contentare mediaticamente il vostro ministro Pisanu che per
distogliere l'attenzione da precarizzazione e morti sul lavoro, povertà
diffusa, repressione e pestaggi nei Cpt; ripete lo stesso grottesco copione
scordandosi i buchi nell'acqua e l'assoluzione di Massimo Leonardi per i
fatti del 4 ottobre.

Ho parlato a titolo individuale, le associazioni le rispedisco al mittente.
W LA LOTTA DI CLASSE ANTIAUTORITARIA

ONORE E DIGNITA' A TUTTI I COMPAGNI CADUTI
Massimo Leonardi
da Regina Coeli

 

 

Mail da anarcotico

07 giu 2005, 01:00:46

Subject: 

Re: [newsletter] Trasferiti Valentina e Danilo


Anche se non è una bella notizia, ben tornati ai briganti abruzzesi .

Gb
contro potere* stato * camicie nere.

----- Original Message ----- From: "lubrijant" <lubrijant@anarcotico.net>
To: <newsletter@anarcotico.net>
Sent: Monday, June 06, 2005 4:44 PM
Subject: [newsletter] Trasferiti Valentina e Danilo

Trasferiti Valentina e Danilo
All'alba del 4 giugno 2005, a poche ore dal primo colloquio con i loro familiari e dal presidio sotto il carcere di San Donato di Pescara, Valentina e Danilo sono stati trasferiti per "ragioni di sicurezza".
Questa bastardata è la perfetta continuazione del linciaggio mediatico al quale sono stati sottoposti i 2 compagni.
I loro attuali recapiti:
Valentina Speziale
Borgo San Nicola 119
73100 LECCE
Danilo Cremonese
Via Fonte Secco 88
61100 PESARO
Resta invece detenuta nel carcere di Castrogno la compagna Claudia, che abbiamo salutato con un presidio ieri, 5 giugno.
Claudia Cospito
Contrada Ceppata 1
64100 TERAMO
Appena possible informeremo il movimento sull'esito dei ricorsi al tribunale del Riesame.
Un forte abbraccio ribelle
I briganti dell'Abruzzo

 

Mail da anarcotico

07 giu 2005, 02:18:43

Subject: 

[newsletter] da Rovereto


Cosa ci aspetta?

Da Lecce alla Sardegna, da Pescara a Bologna, sono finora 22 gli anarchici incarcerati, un centinaio di indagati e quasi il doppio di perquisizioni. Il tutto nell'arco di due sole settimane. Ma non basta: le veline della Polizia riportate dalla stampa chiamano all'appello, tra il resto, il rimanente nord Italia. L'ondata repressiva non tarderà a lambire l'arco alpino.

Per tutti gli arrestati e per molti tra gli indagati l'accusa è quella di "associazione sovversiva con finalità di terrorismo", in base al famoso e famigerato articolo 270 bis, l'articolo del codice penale che lo Stato sta affibbiando da anni a centinaia di rivoluzionari o semplici dissidenti. Grazie a questo strumento ereditato dal fascismo, non c'è più bisogno di contestare alcun "reato" specifico per rinchiudere in cella scomodi individui. Fino a due anni di carcere preventivo, prima ancora che la faccenda entri in tribunale e senza l'odiosa necessità di dover fornire prove concrete legate a fatti specifici.
Nient'affatto. Molto più semplice sostenere che questi maledetti sovversivi si associano dividendosi in due livelli: uno pubblico e legale, l'altro clandestino e del tutto illegale. Una volta decretato che il secondo, questa sorta di lato oscuro che si nutre di fatti criminosi, benché anonimo è la diretta emanazione del primo, della facciata visibile in piazza, nei volantinaggi e nelle assemblee, .si può procedere con gli arresti. Così, chiunque esprima a voce alta il proprio dissenso, sostenendo l'azione diretta come strumento per poter combattere un presente sempre più totalitario e di farlo autonomamente, utilizzato e utilizzabile da tutti gli sfruttati, chiunque difenda pubblicamente tutto questo è quantomeno complice di quegli anonimi che continuano a colpire le strutture del dominio. Quando non si tratta degli stessi individui. Se tutte le indagini, anni di intercettazioni, pedinamenti e perquisizioni non hanno dato i frutti sperati; se non si trova un qualche infame delatore, nemmeno col ricatto, non resta che arrestarli tutti, questi casinisti.
Alla stampa poi il compito di dipingere i tratti di quelle creature orribili, di infangare la loro storia, di cancellare i loro rapporti, di instillare il dubbio del mostro mascherato da vicino di casa.

Una tale repressione senza mezze misure sta ad indicare che lo Stato ha sempre più paura delle proteste perché la situazione sociale è potenzialmente sempre più esplosiva. Sa che il rincoglionimento mediatico e il recupero istituzionale potrebbero non bastare a gestire la rabbia diffusa. Dal canto nostro, non sarà certo qualche muro in più a farci smettere di lottare contro "il migliore dei mondi possibili"; non sarà certo qualche sbarra in più a trattenere l'espressione del nostro amore per chiunque riconosceremo come compagno di strada.

Ai rimanenti la scelta. Se continuare a far finta di niente, ritagliandosi un'isoletta felice, ignorando miseria e lutto; se continuare a desiderare ciò che si può trovare in qualsiasi centro commerciale; se mantenere il capo chino sui libri di storia e sulle tragedie del Novecento, chiedendosi come poteva la gente non capire, non sapere, non vedere; se proseguire a lamentarsi di uno Stato non propriamente di diritto, ma un po' grezzo e talvolta maldestro. Oppure alzare la testa ed affrontare la realtà in tutto il suo orrore. Cominciare a lottare, ognuno coi propri mezzi, più che per un futuro migliore, semplicemente per avercelo un futuro.
Quando la repressione colpisce ogni dissenso, la domanda reale non è "cosa hanno fatto quei dissidenti?", bensì "cosa sto facendo io per sentirmi al sicuro?". Cosa ho barattato in cambio di una silenziosa, conformista, anonima comodità? Che il desiderio di libertà torni ad essere contagioso. Che tutti gli sfruttati si riconoscano come tali.
Noi abbiamo scelto da che parte stare. Voi?

Solidarietà con gli anarchici detenuti!
Fuori tutti dalle galere!
Fuoco alle carceri!
Liberi tutti!

alcuni anarchici in libertà vigilata

Cosa aspettiamo?

 

Mail da anarcotico

 

07 giu 2005, 05:11:04

Subject: 

[newsletter] Comunicato di Tombolino sulla repressione contro gli anarchici


E' dura svegliarsi e ritrovarsi in una cella, è molto più duro però svegliarsi e sentire il susseguirsi di notizie poco confortanti come in questi ultimi mesi, è assurdo vedersi entrare nella cella 6 energumeni e rovistare dappertutto.
Da Lecce a Cagliari, da Roma a Pescara, da Bologna a Genova, in questo mese di maggio si è avuta, semmai ce ne fosse stata bisogno, la certezza che oramai si vive in uno "Stato di Galera". Varie procure, varie inchieste che si racchiudono sotto un unico comune denominatore: F.A.I.; il ministro Pisanu, oltre che con la bocca vomitare soddisfazione per gli arresti dei pericolosi terroristi, per una volta mi ha quasi fatto piacere che abbia differenziato gli anarco-insurrezionalisti dai no-global e simili, mentre anch'io voglio vomitare merda a chi dice di lottare contro i centri per gli immigrati sventolando bandiere colorate (non c'è bisogno che specifico chi siano queste merde in quanto non ci si può confondere).
Si parte da Lecce dove vengono indagati/e compagni/e per i reati 270-270bis, in 5 vengono arrestati e poi alcuni messi ai domiciliari, le accuse sono "montate", come al solito, da intercettazioni . in seguito alle varie lotte portate avanti contro il c.p.t.: veri e propri lager! Si prosegue con quella di Cagliari, i reati sono i soliti, gli indagati altrettanto, il/le compagni/e posti/e fin da subito ai domiciliari . Perché un codice, il loro, che prevede carcere duro per i reati che ci vengono di solito appioppati, questa volta non viene preso in considerazione dallo stesso potere?
La mattina del 26, come al solito mi alzo di buon mattino, tra l'altro eccezionalmente in compagnia di altri due detenuti, in cella c'è allegria, tranquillità, ci si lava, ci si fa la barba, ci si fa belli tra un caffè e l'altro perché è giorno di colloqui.
Verso le 7,15, sentiamo mettere le chiavi nel blindato e con molto umorismo ci si chiede chi sarà mai, appena aperto c'è la brutta sorpresa nel vedere tanti agenti di P.P. con la brutta compagnia di un maresciallo dei R.O.S., un commissario della D.I.G.O.S. seguiti da altri 4 non specificati sui verbali, ma trattasi della stessa merda!
Vengono fatti allontanare gli altri due detenuti e si procede alla perquisa che dura una mezz'ora, altri 45 minuti per firmare, controllare e sequestrare materiale cartaceo in un altro ufficio. Così alle 8,50 torno nella cella sinceramente anche un po' "divertito" dall'ennesima buffonata comandata dal Vitello.
Questo stato morale mi passa appena purtroppo sento degli arresti tra Viterbo e Pescara, perquisizioni in tutta Italia, rileggendo il mandato di perquisizione, mi rendo conto che la perquisa nei miei confronti è stata fatta in relazione ed in seguito ad un'ordinanza di custodia in carcere non rivolta a me per il reato 270bis, emessa dal G.I.P. di Roma in data 18/05/2005.
Nel mandato si parla che nella cella possano rinvenirsi documenti relativi al gruppo di affinità responsabili: del fallito attentato al C.S.S.A. di Viterbo nell'ottobre 2003, dell'attentato al tribunale di Viterbo avvenuto nel gennaio 2004.
Sempre secondo le loro tesi avrei contribuito, con tale gruppo, fino al mio arresto. Inoltre nel mandato si parla di un'intercettazione ambientale dove un compagno affermerebbe il mio coinvolgimento per quanto riguarda l'invio del plico esplosivo che costo' qualche dita ad un Servo di Stato .
Forse il ridicolo indizio di un disegno che tra l'altro è servito a giustificare il mio arresto 10 mesi fa non è abbastanza per provare la mia responsabilità? Però ciò che più mi interessa dire è che questa mossa nel mettere nomi, date, intercettazioni (vere!) o false che siano, per me è un chiaro segno che vogliono creare tra di noi un forte rancore .
Sappiate che il mio unico rancore sarà sempre verso coloro che cercano di opprimerci ed isolarci, rinchiudendoci nelle loro galere sperando che cessi il forte sogno che vive in noi: L'ANARCHIA!!
Si parla di soldi da destinare per le spese legali del sottoscritto e dell'organizzazione dei vari presidi fuori Poggioreale.
Visto che mi piace essere chiaro, vi elenco e vi prego di rinviarmeli immediatamente, il materiale cartaceo sequestratomi: 2 ricevute di vaglia postale, manoscritto contenente 46 nominativi con indirizzi, il periodico in lingua spagnola "El libertario", opuscolo redatto da Guido Mantelli "Dall'abisso", stesso opuscolo in spagnolo, una foto di un compagno mentre sale e scende da un blindato della P.P., scaricato dal sito "anarcotico", opuscolo "La biblioteca dell'evasione" primavera 2005, opuscolo "La Ramaccia". Ammmmmmazza questo è tutto!! Dimenticavo che si sono fatti la fotocopia della copertina di 2 libri: "Gli anarchici espropriatori" di Bayer e "Corpi estranei" di Pablo Echaurren.
La mattina seguente sento dell'arresto di compagni/e emessi dalla procura di Bologna tra cui un compagno e una compagna arrestati il giorno prima dalla procura di Roma; le solite accuse, le solite indagini e chissà se alla fine convertiranno tutte in un unico processo contro l'idea anarchica, basato sulla presunzione della presumibilità da parte dei nostri inquisitori . Ebbene, penso che ormai si venga condannati non più sulla certezza provata, come dice il loro codice, bensì si è condannati in quanto anarchici che si oppongono con fierezza allo Stato di Potere. Perché non ci arrendiamo vigliaccamente alla vittoria o alla sconfitta, moriremo lottando per essere liberi, senza compromessi, non accontentandoci della "libertà virtuale" che ci viene concessa fuori dalle galere, la lotta contro l'oppressore deve, come ieri, deve essere sempre: presente, esplicita, definitiva! Queste forti sensazioni che provo comunque vada sono il segno di una vita vissuta appassionatamente, non sanno che cosa si perde la maggior parte degli individui che si sente soddisfatta nell'avere: una lavoro, una casa, una famiglia, uno stipendio, un'auto; se ne renderanno conto, forse, troppo tardi, quando si diventa "vecchi" e forse un po' "saggi".
Logicamente esprimo tutta la mia solidarietà e il mio affetto a chi è stato sequestrato dallo Stato, nella speranza di rincontrarci al più presto in situazioni migliori . e vedrete che incontro!! Vi assicuro che tutti/e mi mancate tantissimo, come al solito è con fierezza che vi abbraccio. Tombolino

p.s. : Se si è interrotta la corrispondenza tra di noi è per forza maggiore . quindi, se volete, scrivete.

Marco Ferruzzi
c.c. Poggioreale via nuova Poggioreale 177
Reparto Venezia
80143 Napoli

 

 

 

Mail anarcotico

Come richiesto, diffondiamo il seguente scritto elaborato da un compagno ai domiciliari.

Saluti in rivolta,

Collettivo comunista AgitProp/Jacob - Foggia

 


 

“L’88° GIRO D’ITALIA”

23 arresti. 13 in carcere, 10 ai domiciliari

 

12 maggio 05

L’operazione “Nottetempo”, coordinata dal p.m. Antonio Del Coco della procura di Lecce, porta all’arresto in carcere di 3 compagni e di 2 compagne ai domiciliari e a decine di perquisizioni. Le accuse fanno riferimento a presunti collegamenti tra vari “atti intimidatori” e la lotta ai C.p.t. condotta dai compagni.

 

19 maggio 05

Il p.m. Paolo De Angelis della procura di Cagliari ottiene dal G.I.P. Ermengarda Ferrarese ±50 perquisizioni e 7 arresti domiciliari su un totale di 10: 4 a Cagliari e 3 a Genova, Roma, Foggia. Dei tre superstiti F.P. era già in carcere dal 2001, M.L. sarà arrestato 7 giorni dopo da Vitello e P.L.P. è ai domiciliari dal 31-5 con l’accusa di resistenza a p.u. per aver tentato un colloquio con il p.m. Questi non sarebbe tanto importante se i suoi criminali non fossero tanto pericolosi da stare in galera quindi, il 13 giugno prossimo, impugnerà l’ordinanza del GIP per commutare tutti i domiciliari in carcere.

 

26 maggio 05

Il p.m. Salvatore Vitello e il coordinatore del pool antiterrorismo Franco Ionta della procura di Roma ordinano 5 arresti in carcere, 3 a Viterbo e 2 a Pescara. I sost. procuratori Luca Tampieri e Morena Plazzi della procura di Bologna arrestano 5 persone di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Locri e Napoli (già in carcere per l’operazione Cervantes) a cui si aggiungeranno altre 2 ordinanze ai due compagni di Pescara già arrestati. Saranno almeno un centinaio le perquisizioni.

Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso                              Guy Debord

ALCUNE RIFLESSIONI SUL MAGGIO 2005

La società dello spettacolo esige lo show almeno quanto i giacobini il patibolo.

E il senso rimane lo stesso. Lo stato italiano non può vantare la pena di morte[1][1]

ma la gogna pubblica può riempire le sue galere come le pagine dei giornali

e i titoli allarmistici dei TG, le soap-opera dell’informazione. Sbatti il mostro in prima pagina, dunque.

E chi, se non noi, a fare la parte dei mostri? dei terroristi da mettere in quarantena ?

LA CAGLIARI-BENE

NON SOPPORTA CHE CI SIA ANCHE UNA CAGLIARI-MALE

e altri racconti

 

Riepiloghiamo. Il p.m. De Angelis, successore di Marchetti, sembra voler cavalcare l’idea che il carattere sardo-indipendentista della protesta cagliaritana e sarda possa essere un ulteriore motivo di preoccupazione per l’intellighenzia repressiva, tanto da attirare l’attenzione e i denari del ministero su di lui, misero forcaiolo di provincia. L’arresto del 12 giugno 2004 di tre compagni del centro inasprimento conflitti “Fraria” vuole essere utilizzato come rampa di lancio per avvalorare un coinvolgimento più ampio di altri compagni sardi; e come portale verso un ipotetico mondo clandestino cui il circolo Fraria avrebbe fatto da copertura.

I moventi di questa ultima ondata repressiva vanno ricercati nella esigenza di stroncare le realtà antagoniste che da anni si occupano di tematiche inerenti alla militarizzazione del territorio, alla conseguente comparsa di malattie imputabili alla presenza di rifiuti radioattivi; a un impiego classista e capitalista delle risorse naturali, paesaggistiche, culturali, basato su concetti di progresso, sviluppo, turismo… adeguati a produrre prevalentemente sfruttamento, impoverimento e deculturazione. Stroncare l’antagonismo decapitandolo dei suoi contenuti più radicali per addomesticare la residua offensività sociale, troppo spesso depoliticizzata[1][2].

A questi moventi s’aggiunge il carrierismo dei magistrati, che fa da catalizzatore alla macchina della giustizia. Fame di fama, dunque. Ed effettivamente la risonanza mediatica dell’indagine, enfatizzata prima e dopo da Pisanu come il definitivo colpo inferto ad un centro nevralgico PlutAnarchInsurrezionalBrigatista, ha coperto l’eco della operazione Nottetempo, per poi lasciare la scena alle più blasonate procure di Roma e Bologna.

 

Un distinto ma analogo discorso si può ipotizzare per il p.m. Vitello. Deluso dall’assoluzione di due compagni da lui accusati in relazione ai fatti del 4 ottobre 2003 a Roma, sembra deciso a voler debellare il suo piccolo centro nevralgico dell’eversione. Proseguendo sulla scia dell’operazione Cervantes, che portò nel luglio 2004 all’arresto di 4 compagni ancora detenuti, ipotizza ora una responsabilità molto più allargata rispetto a varie azioni dirette, come quella del tribunale di Viterbo - evidentemente un affronto troppo grave per rimanere impunito. Tanto grave da richiedere un’estrema urgenza nell’evoluzione delle indagini.

L’invio di lettere d’auguri alle piccole e grandi autorità, azioni attribuite alla FAI e alla Fuochi e Affini, rende più allettante il pasto  alle procure di Bologna e Roma, tanto più se si può usare come capro espiatorio un insieme di compagni e compagne impegnati nella solidarietà e nella comunicazione con i detenuti[1][3], isolando ulteriormente l’ambiente carcerario. Compagni e compagne accusati di aver contribuito anche a sfidare le persone e le strutture appartenenti all’organizzazione carceriera dei CPT. Stessa accusa attribuita dal p.m. Del Coco ai compagni di Lecce, ordinando una serie di arresti volti a soffocare le voci sulla presenza e il ruolo dei Centri. Questo filo ispira le indagini sia di Bologna che di Lecce ma non è da escludere - provenendo dalle poste di Milano l’ultima corrispondenza indirizzata al fratello del ministro Giovanardi - che si mobiliti anche il Pool milanese coordinato da D’Ambruoso, “esperto di terrorismo islamico”. Questi, infatti, ha già fatto conoscere il suo tempismo quando, il 18 settembre 2001, ordinava decine di perquisizioni in merito ad una fantomatica “Solidarietà internazionale”, indagini che ipotizzarono collegamenti eversivi con la lotta F.I.E.S. in Spagna in seguito al rinvenimento di un ordigno sul tetto del Duomo.

 

 

LOTTA AL TERRORISMO. LE INDAGINI, GLI “ELEMENTI PROBATORI”, LE FRAGOROSE RISATE

Dal centrodestra al centrosinistra è solo questione formale. La “lotta al Terrorismo”

è un ottimo investimento politico per chiunque voglia ottenere credibilità pubblica

dall’efficienza del proprio lavoro, a qualunque gradino della gerarchia dello stato.

Il “grande” potere (Min.Interno-G.L.A.[1][4], Mass-media) e il “piccolo” potere locale (magistratura, Digos-Ros, mass-media locali) hanno agito coordinati e con molti elementi in comune. Il primo per coprire con un successo repressivo gli insuccessi di governo. Il secondo per ricalcare l’importanza del proprio ruolo con una bella onorificenza e, se ci scappa, anche una promozione. Quanto realmente sia importante che la “minaccia” islamica, brigatista e anarcoinsurrezionalista sia o no in grado di sovvertire gli ordinamenti di questo stato assassino è testimoniato dalla grossolanità del lavoro svolto, dalla consueta volontà di inventarsi un minestrone eversivo.

 

A geografie e realtà diverse ha corrisposto un’unica analisi dei meccanismi organizzativi che insiste sul concetto di Federazione e su quello del Doppio Livello, creando e forzando analogie con gli inquisiti del Processo Marini. La comunicazione tra i gruppi è attribuita all’insieme dei rapporti personali tra compagni e compagne di luoghi diversi, considerati come rapporti organizzativi e operativi. La solidarietà, il rapporto e il sostegno, anche economico, verso i carcerati sono spacciati come vincoli associativi. Infine, i criteri di responsabilità, complicità e appoggio rispetto a fatti avvenuti sono dedotti da intercettazioni manipolate con il metodo taglia e incolla. Discussioni, commenti e riflessioni, penalmente non compromettenti, si trasformano quindi in terrificanti rivendicazioni.

 

Si vuole allora ammettere che è passibile di reato associativo chiunque abbia

un contatto epistolare e di sostegno economico con un carcerato? chiunque esprima la propria visione della realtà pubblicamente, o in privato, magari commentando una notizia fresca di stampa? Quanti milioni di persone commenterebbero soddisfatti

la notizia delle chiappe del premier in fiamme senza esserne responsabili?

 

 Ci perdoni, Vostro Onore. La raccolta degli “elementi probatori” non sembra dimostrare nient’altro che l’esistenza di normali rapporti interpersonali, di un umano impegno nelle problematiche sociali e di una decisa volontà di risolverle. La lettura dei fascicoli di questa inchiesta non può non produrre una ulteriore fragorosa risata. Vi si legge lo sconforto per non aver cavato un ragno dal buco, l’urgenza di chiudere al più presto le indagini con un esito torbido, quel tanto che basta per tenere dentro qualcuno.

Stimolati e incentivati dal ministero, supportati da una fanfara mediatica sproporzionata, i p.m. calcano la mano sguinzagliando gli agenti Digos-Ros con ampi margini di libertà nella scelta dei luoghi e delle persone su cui investigare, nonché nei modi di irruzione nella vita e nelle abitazioni di compagni, compagne, parenti e amici.

 

Ciò che invece rimane evidente è l’importanza delle lotte che al nord, al sud e in Sardegna, hanno ispirato i compagne e le compagne; tanto pesanti e d’intralcio quanto più fitta si fa la maglia repressiva dello stato. Rimane evidente il ruolo delle carceri e dei CPT[1][5] nel sequestro autorizzato di uomini e donne scomodi; il ruolo delle forze dell’ordine, della magistratura e dei mezzi di dominio di massa nel soffocamento e nella criminalizzazione della nostra volontà di riappropriarci delle nostre esistenze. Dal luglio 2001 a oggi siamo consapevoli di ciò che comporta questa volontà,  ma non siamo dissuasi dal continuare a realizzarla.

 

La solidarietà deve continuare a smuovere la rassegnazione di questa società addormentata. L’insieme delle operazioni di questo maggio non dimostra solo la consueta intenzione di mettere al bando le idee e di rinchiudere chi le pronuncia. I tempi coordinati e le analogie lasciano pensare ad una volontà di tenere su una emergenza nazionale, non solo locale. Emergenza che potrà comportare una maggiore pressione della sfera politica su quella giudiziaria, le cui conclusioni non necessiterebbero dell’esistenza di reali e fondati elementi probatori.

La repressione non mette in gioco solo la libertà e l’incolumità di compagne e compagni, ma chiude gli spazi già esigui di ogni seria prospettiva di dissenso, protesta e lotta. Per questo lancio un invito ai compagni e alle compagne di fuori a non escludere che oltre alle manifestazioni locali siano necessarie, se non indispensabili, anche proteste a larga partecipazione sia geografica che politica.

Come sempre, terrorista è lo stato!

 

Saluti Informali

UN COMPAGNO DOMICILIATO



[1][1] Infatti Carlo Giuliani non è stato assassinato dallo stato.

[1][2] In pratica è ovvio che ciò comporta anche l’arresto arbitrario di alcuni compagni. A Cagliari, nel mese di Aprile, in occasione di un sit-in sul tema RITALIN, una compagna è subdolamente condotta in caserma e poi denunciata per resistenza e lesioni a p.u.

Analogo episodio a Sassari dove i carabinieri, per impedire il diffondersi della minacciosa pratica del calcio di strada, malmenano alcuni compagni di cui uno, terzino sinistro della temibile falange anarcoinsurrezionalista, sarà denunciato per gli stessi reati.

[1][3] Croce Nera Anarchica.

[1][4] Gruppo di Lavoro Anarchici. Unirebbe il lavoro  e le informazioni di Digos e Ros, locali e non.

[1][5] Appunti di neolingua: La guerra è pace, La libertà schiavitù, la permanenza temporanea.

 


 

LE INTERCETTAZIONI

Stralci di alcune intercettazioni taglia e incolla.

 

1_Nell’auto sono presenti C. e M., il quale afferma che avrebbe dovuto firmare in questura, ma che andava bene anche la caserma dei CC. I verbalizzanti danno atto che risero entrambi fragorosamente.

Conclusioni: questa ilarità induce a ipotizzare un collegamento con una precedente spedizione di un ordigno alla stessa Benemerita, sulla cui matrice anarchica non vi sono dubbi!

2_In casa sono presenti C., M., L., il quale apre il giornale. Vi si legge qualcosa inerente ad un porco onorevole e qualcuno simula lo sparo d’una pistola: «Pum pum pum, voglio vedere se la punti ad uno al naso».

Conclusioni dei segugi: Il dialogo, apparentemente irrilevante, ha assunto un ben diverso significato perché alcuni giorni dopo, il citato porco fu destinatario di una lettera “minatoria".

3_«Si, però l’azione diretta è l’azione diretta…l’obbiettivo è rompere…Cioè, secondo me l’importante è che le cose continuino a succedere…».

4_«Ti dico la verità, se devo andare a raccogliere le fragole in Danimarca io svaligio una banca…mi farò un po’ di anni ma almeno c’ho provato».

 

 

 

 

PROMUOVIAMO LA FINE DEL PAPATO, ANTICA TRADIZIONE INQUISITORIALE E STRUTTURALMENTE INSITA AL MERITRICIO ED ALLA SCHIAVITU’IMPOSTA AL MONDO DAL POTERE DEL DENARO

 

07 giu 2005, 02:21:29

Subject: 

[newsletter] E' un nome che fa paura: libertà.


07/06/2005

Con le sue dichiarazioni pronunciate in occasione dell'apertura del convegno diocesano sulla famiglia Joseph Ratzinger ha distrutto in un colpo solo tutte le più importanti conquiste del pensiero moderno, laico e illuminista.
La prima uscita pubblica del nuovo papa esprime tutta la carica reazionaria di un inquisitore che si scaglia lucidamente e politicamente contro una visione libera, consapevole e razionale del mondo e della società.
Non ci è sfuggito l'attacco di Ratzinger al concetto di "libertà anarchica" come falsa liberazione dell'uomo: con questa provocazione il papa ha voluto colpire di petto la cultura e la concezione dell'esistenza che si fonda sul riconoscimento pieno e reciproco della massima libertà di ciascuno nell'uguaglianza e nella solidarietà.
Nello svilire e umiliare le unioni di fatto, le unioni tra omosessuali e le libere e consapevoli scelte di maternità e paternità, Ratzinger si dimostra per quello che è: il capo di un'istituzione profondamente nemica delle donne e degli uomini di ogni tempo.
Ratzinger critica il relativismo e cerca di impadronirsi del concetto di libertà annullando e delegittimando tutti quelli che non rientrano nella sua verità rivelata.
Ed è così che il papa fa la sua predica dispensando dogmi e sentenze e fornendo alla classe politica le giuste indicazioni per la realizzazione della "città di Dio".
Come il più consumato dei dittatori, Ratzinger prende in braccio una bambina davanti alla folla osannante e da vero autoritario detta le condizioni per una gestione assolutista della vita umana dal principio alla fine.
Non accettiamo questo scenario oscurantista e teocratico.
Ci rendiamo conto della manovra fondamentalista che questo prete tedesco mette in pratica per minare le conquiste di autonomia ed emancipazione delle donne e degli uomini.
Respingiamo gli attacchi di chi ha paura della libertà e del nostro pensiero, sempre incompatibile e irriducibile ai disegni totalitari e dogmatici di tutte le chiese.

Nucleo "Giustizia e Libertà" della Federazione Anarchica Siciliana
Federazione dei Comunisti Anarchici - Sezione di Palermo
Federazione Anarchica Italiana - Palermo

 

 

23 arresti. 13 in carcere, 10 ai domiciliari

 

12 maggio 05

L’operazione “Nottetempo”, coordinata dal p.m. Antonio Del Coco della procura di Lecce, porta all’arresto in carcere di 3 compagni e di 2 compagne ai domiciliari e a decine di perquisizioni. Le accuse fanno riferimento a presunti collegamenti tra vari “atti intimidatori” e la lotta ai C.p.t. condotta dai compagni.

 

19 maggio 05

Il p.m. Paolo De Angelis della procura di Cagliari ottiene dal G.I.P. Ermengarda Ferrarese ±50 perquisizioni e 7 arresti domiciliari su un totale di 10: 4 a Cagliari e 3 a Genova, Roma, Foggia. Dei tre superstiti F.P. era già in carcere dal 2001, M.L. sarà arrestato 7 giorni dopo da Vitello e P.L.P. è ai domiciliari dal 31-5 con l’accusa di resistenza a p.u. per aver tentato un colloquio con il p.m. Questi non sarebbe tanto importante se i suoi criminali non fossero tanto pericolosi da stare in galera quindi, il 13 giugno prossimo, impugnerà l’ordinanza del GIP per commutare tutti i domiciliari in carcere.

 

26 maggio 05

Il p.m. Salvatore Vitello e il coordinatore del pool antiterrorismo Franco Ionta della procura di Roma ordinano 5 arresti in carcere, 3 a Viterbo e 2 a Pescara. I sost. procuratori Luca Tampieri e Morena Plazzi della procura di Bologna arrestano 5 persone di Bologna, Modena, Reggio Emilia, Locri e Napoli (già in carcere per l’operazione Cervantes) a cui si aggiungeranno altre 2 ordinanze ai due compagni di Pescara già arrestati. Saranno almeno un centinaio le perquisizioni.

 


 

Nel mondo realmente rovesciato, il vero è un momento del falso

                                             Guy Debord

ALCUNE RIFLESSIONI SUL MAGGIO 2005

La società dello spettacolo esige lo show almeno quanto i giacobini il patibolo.

E il senso rimane lo stesso. Lo stato italiano non può vantare la pena di morte[1][1]

ma la gogna pubblica può riempire le sue galere come le pagine dei giornali

e i titoli allarmistici dei TG, le soap-opera dell’informazione. Sbatti il mostro in prima pagina, dunque.

E chi, se non noi, a fare la parte dei mostri? dei terroristi da mettere in quarantena ?

 

LA CAGLIARI-BENE

NON SOPPORTA CHE CI SIA ANCHE UNA CAGLIARI-MALE

e altri racconti

 

Riepiloghiamo. Il p.m. De Angelis, successore di Marchetti, sembra voler cavalcare l’idea che il carattere sardo-indipendentista della protesta cagliaritana e sarda possa essere un ulteriore motivo di preoccupazione per l’intellighenzia repressiva, tanto da attirare l’attenzione e i denari del ministero su di lui, misero forcaiolo di provincia. L’arresto del 12 giugno 2004 di tre compagni del centro inasprimento conflitti “Fraria” vuole essere utilizzato come rampa di lancio per avvalorare un coinvolgimento più ampio di altri compagni sardi; e come portale verso un ipotetico mondo clandestino cui il circolo Fraria avrebbe fatto da copertura.

I moventi di questa ultima ondata repressiva vanno ricercati nella esigenza di stroncare le realtà antagoniste che da anni si occupano di tematiche inerenti alla militarizzazione del territorio, alla conseguente comparsa di malattie imputabili alla presenza di rifiuti radioattivi; a un impiego classista e capitalista delle risorse naturali, paesaggistiche, culturali, basato su concetti di progresso, sviluppo, turismo… adeguati a produrre prevalentemente sfruttamento, impoverimento e deculturazione. Stroncare l’antagonismo decapitandolo dei suoi contenuti più radicali per addomesticare la residua offensività sociale, troppo spesso depoliticizzata[1][2].

 

 

A questi moventi s’aggiunge il carrierismo dei magistrati, che fa da catalizzatore alla macchina della giustizia. Fame di fama, dunque. Ed effettivamente la risonanza mediatica dell’indagine, enfatizzata prima e dopo da Pisanu come il definitivo colpo inferto ad un centro nevralgico PlutAnarchInsurrezionalBrigatista, ha coperto l’eco della operazione Nottetempo, per poi lasciare la scena alle più blasonate procure di Roma e Bologna.

 

Un distinto ma analogo discorso si può ipotizzare per il p.m. Vitello. Deluso dall’assoluzione di due compagni da lui accusati in relazione ai fatti del 4 ottobre 2003 a Roma, sembra deciso a voler debellare il suo piccolo centro nevralgico dell’eversione. Proseguendo sulla scia dell’operazione Cervantes, che portò nel luglio 2004 all’arresto di 4 compagni ancora detenuti, ipotizza ora una responsabilità molto più allargata rispetto a varie azioni dirette, come quella del tribunale di Viterbo - evidentemente un affronto troppo grave per rimanere impunito. Tanto grave da richiedere un’estrema urgenza nell’evoluzione delle indagini.

L’invio di lettere d’auguri alle piccole e grandi autorità, azioni attribuite alla FAI e alla Fuochi e Affini, rende più allettante il pasto  alle procure di Bologna e Roma, tanto più se si può usare come capro espiatorio un insieme di compagni e compagne impegnati nella solidarietà e nella comunicazione con i detenuti[1][3], isolando ulteriormente l’ambiente carcerario. Compagni e compagne accusati di aver contribuito anche a sfidare le persone e le strutture appartenenti all’organizzazione carceriera dei CPT. Stessa accusa attribuita dal p.m. Del Coco ai compagni di Lecce, ordinando una serie di arresti volti a soffocare le voci sulla presenza e il ruolo dei Centri. Questo filo ispira le indagini sia di Bologna che di Lecce ma non è da escludere - provenendo dalle poste di Milano l’ultima corrispondenza indirizzata al fratello del ministro Giovanardi - che si mobiliti anche il Pool milanese coordinato da D’Ambruoso, “esperto di terrorismo islamico”. Questi, infatti, ha già fatto conoscere il suo tempismo quando, il 18 settembre 2001, ordinava decine di perquisizioni in merito ad una fantomatica “Solidarietà internazionale”, indagini che ipotizzarono collegamenti eversivi con la lotta F.I.E.S. in Spagna in seguito al rinvenimento di un ordigno sul tetto del Duomo.

 

 

LOTTA AL TERRORISMO. LE INDAGINI, GLI “ELEMENTI PROBATORI”, LE FRAGOROSE RISATE

Dal centrodestra al centrosinistra è solo questione formale. La “lotta al Terrorismo”

è un ottimo investimento politico per chiunque voglia ottenere credibilità pubblica

dall’efficienza del proprio lavoro, a qualunque gradino della gerarchia dello stato.

Il “grande” potere (Min.Interno-G.L.A.[1][4], Mass-media) e il “piccolo” potere locale (magistratura, Digos-Ros, mass-media locali) hanno agito coordinati e con molti elementi in comune. Il primo per coprire con un successo repressivo gli insuccessi di governo. Il secondo per ricalcare l’importanza del proprio ruolo con una bella onorificenza e, se ci scappa, anche una promozione. Quanto realmente sia importante che la “minaccia” islamica, brigatista e anarcoinsurrezionalista sia o no in grado di sovvertire gli ordinamenti di questo stato assassino è testimoniato dalla grossolanità del lavoro svolto, dalla consueta volontà di inventarsi un minestrone eversivo.

 

A geografie e realtà diverse ha corrisposto un’unica analisi dei meccanismi organizzativi che insiste sul concetto di Federazione e su quello del Doppio Livello, creando e forzando analogie con gli inquisiti del Processo Marini. La comunicazione tra i gruppi è attribuita all’insieme dei rapporti personali tra compagni e compagne di luoghi diversi, considerati come rapporti organizzativi e operativi. La solidarietà, il rapporto e il sostegno, anche economico, verso i carcerati sono spacciati come vincoli associativi. Infine, i criteri di responsabilità, complicità e appoggio rispetto a fatti avvenuti sono dedotti da intercettazioni manipolate con il metodo taglia e incolla. Discussioni, commenti e riflessioni, penalmente non compromettenti, si trasformano quindi in terrificanti rivendicazioni.

 

Si vuole allora ammettere che è passibile di reato associativo chiunque abbia

un contatto epistolare e di sostegno economico con un carcerato? chiunque esprima la propria visione della realtà pubblicamente, o in privato, magari commentando una notizia fresca di stampa? Quanti milioni di persone commenterebbero soddisfatti

la notizia delle chiappe del premier in fiamme senza esserne responsabili?

 

 Ci perdoni, Vostro Onore. La raccolta degli “elementi probatori” non sembra dimostrare nient’altro che l’esistenza di normali rapporti interpersonali, di un umano impegno nelle problematiche sociali e di una decisa volontà di risolverle. La lettura dei fascicoli di questa inchiesta non può non produrre una ulteriore fragorosa risata. Vi si legge lo sconforto per non aver cavato un ragno dal buco, l’urgenza di chiudere al più presto le indagini con un esito torbido, quel tanto che basta per tenere dentro qualcuno.

Stimolati e incentivati dal ministero, supportati da una fanfara mediatica sproporzionata, i p.m. calcano la mano sguinzagliando gli agenti Digos-Ros con ampi margini di libertà nella scelta dei luoghi e delle persone su cui investigare, nonché nei modi di irruzione nella vita e nelle abitazioni di compagni, compagne, parenti e amici.

 

Ciò che invece rimane evidente è l’importanza delle lotte che al nord, al sud e in Sardegna, hanno ispirato i compagne e le compagne; tanto pesanti e d’intralcio quanto più fitta si fa la maglia repressiva dello stato. Rimane evidente il ruolo delle carceri e dei CPT[1][5] nel sequestro autorizzato di uomini e donne scomodi; il ruolo delle forze dell’ordine, della magistratura e dei mezzi di dominio di massa nel soffocamento e nella criminalizzazione della nostra volontà di riappropriarci delle nostre esistenze. Dal luglio 2001 a oggi siamo consapevoli di ciò che comporta questa volontà,  ma non siamo dissuasi dal continuare a realizzarla.

 

La solidarietà deve continuare a smuovere la rassegnazione di questa società addormentata. L’insieme delle operazioni di questo maggio non dimostra solo la consueta intenzione di mettere al bando le idee e di rinchiudere chi le pronuncia. I tempi coordinati e le analogie lasciano pensare ad una volontà di tenere su una emergenza nazionale, non solo locale. Emergenza che potrà comportare una maggiore pressione della sfera politica su quella giudiziaria, le cui conclusioni non necessiterebbero dell’esistenza di reali e fondati elementi probatori.

La repressione non mette in gioco solo la libertà e l’incolumità di compagne e compagni, ma chiude gli spazi già esigui di ogni seria prospettiva di dissenso, protesta e lotta. Per questo lancio un invito ai compagni e alle compagne di fuori a non escludere che oltre alle manifestazioni locali siano necessarie, se non indispensabili, anche proteste a larga partecipazione sia geografica che politica.

Come sempre, terrorista è lo stato!

 

Saluti Informali

UN COMPAGNO DOMICILIATO



[1][1] Infatti Carlo Giuliani non è stato assassinato dallo stato.

[1][2] In pratica è ovvio che ciò comporta anche l’arresto arbitrario di alcuni compagni. A Cagliari, nel mese di Aprile, in occasione di un sit-in sul tema RITALIN, una compagna è subdolamente condotta in caserma e poi denunciata per resistenza e lesioni a p.u.

Analogo episodio a Sassari dove i carabinieri, per impedire il diffondersi della minacciosa pratica del calcio di strada, malmenano alcuni compagni di cui uno, terzino sinistro della temibile falange anarcoinsurrezionalista, sarà denunciato per gli stessi reati.

[1][3] Croce Nera Anarchica.

[1][4] Gruppo di Lavoro Anarchici. Unirebbe il lavoro  e le informazioni di Digos e Ros, locali e non.

[1][5] Appunti di neolingua: La guerra è pace, La libertà schiavitù, la permanenza temporanea.

 


 

LE INTERCETTAZIONI

Stralci di alcune intercettazioni taglia e incolla.

 

1_Nell’auto sono presenti C. e M., il quale afferma che avrebbe dovuto firmare in questura, ma che andava bene anche la caserma dei CC. I verbalizzanti danno atto che risero entrambi fragorosamente.

Conclusioni: questa ilarità induce a ipotizzare un collegamento con una precedente spedizione di un ordigno alla stessa Benemerita, sulla cui matrice anarchica non vi sono dubbi!

2_In casa sono presenti C., M., L., il quale apre il giornale. Vi si legge qualcosa inerente ad un porco onorevole e qualcuno simula lo sparo d’una pistola: «Pum pum pum, voglio vedere se la punti ad uno al naso».

Conclusioni dei segugi: Il dialogo, apparentemente irrilevante, ha assunto un ben diverso significato perché alcuni giorni dopo, il citato porco fu destinatario di una lettera “minatoria".

3_«Si, però l’azione diretta è l’azione diretta…l’obbiettivo è rompere…Cioè, secondo me l’importante è che le cose continuino a succedere…».

4_«Ti dico la verità, se devo andare a raccogliere le fragole in Danimarca io svaligio una banca…mi farò un po’ di anni ma almeno c’ho provato».