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a proposito di un articolo controrivoluzionario apparso su L'Unità il 19-1-2010

GIU' LE MANI DALLA LIBERTA'

Luigi Cancrini prende ancora una volta posizione in maniera pacata ma confusa, sulla materia del "terrorismo". La stessa terminologia con cui anni fa, quando su L'Unità aveva un paginone ogni lunedì, qualificava le organizzazioni rivoluzionarie turche e kurde sottoposte al bestiale sistema brutale della tortura poliziesca nei commissariati e carceri turche, la ritroviamo ora, il 19 gennaio, in un articolo a conclusione di un paginone sugli arresti di altri due compagni presunti militanti di una parte delle "nuove" Br (cfr. in http://www.paolodorigo.it/poverebierre.htm ).

Di fatto, lo sperpero di denaro pubblico e l'enormità ed abnormità dei mezzi tecnologici usati per torturare i prigionieri e condurli alla resa od alla morte come nel caso di Diana Blefari  (cfr. in http://www.paolodorigo.it/Dianaestataassassinata.htm ), non interessa il Cancrini, che opera nel mondo delle "neuroscienze" in genere con garbato senso dell'equilibrio.

Viene in mente Sabino Acquaviva che scriveva sull'arresto della Balzerani nel 1985 sul fogliaccio del regime Corrierone nazionale (produrremmo a breve se ne troviamo il tempo un testo di allora su questa spregevole operazione mediatica, che mantiene la sua spregevolezza al di là delle successive spregevoli scelte della compagna di allora), o le schedine che venivano pubblicate nei quotidiani al tempo della "solidarietà nazionale", o quelle uscite al tempo degli arresti per l'azione di Aviano (ottobre 1993).

Qui infatti il Cancrini compie una provocazione antiproletaria, molto pesante, infatti mette sullo stesso piano il padre di un compagno arrestato, che appunto fu al tempo (il padre è deceduto nel 1999) militante tra i fondatori delle Br a Milano, con il padre di una normalissima borghese anch'ella di Milano, figlia di un giornalista che a causa della sua propensione a denunciare gli operai che combattevano contro il sistema qualificandoli di essere "fiancheggiatori" (gravissimo reato degli anni '70-primi anni '80 che costava anche 4-5 anni di galera, poi ridottisi dopo gli scandali della tortura e di Tortora, ad 1-2- anni), venne ucciso da un gruppo armato nel 1980 a Milano.

Vicenda quest'ultima su cui il cinema stesso (apice della bombarderia di regime quotidiana) si è dedicato, e su cui si scrivono fiumi di parole, in quanto le corporazioni (come quella dei giornalisti che lavorano nelle Questure) difendono se stesse.

Il Cancrini tuttavia non lavora nelle Questure, ma a contatto con il "disagio psichico", quello che per noi proletari è il sapore del pane amaro che quotidianamente dobbiamo combattere per sopravvivere, e che per loro, "neuroscienziati", è materia di studio, esperimentazioni e anche di svago (ma forse non è quest'ultimo il caso del Cancrini).

Per gli "inquirenti" "antiterrorismo", essere di certe idee è materia di indagine, di controlli, perquisizioni, sequestri, galera.

Per il regime, nulla di meglio: il reato di ESSERE, il reato di PENSARE e socializzare, esiste davvero. Mussolini non aveva fatto di meglio. Con Gramsci ed altri nelle galere era arrivato a questo, a pensare a come controllare il pensiero, ora che lo fanno, pensare lo stesso in maniera al regime indipendente, è un "reato". capiamoci: non lo è formalmente, occorre far passare la cosa.

Ed ecco il reato di "scrivere con le stesse modalità" tecniche un documento a distanza di 3 anni da un altro ! (una delle motivazioni dell'arresto di Manolo Morlacchi).

Cancrini tuttavia va oltre: nel paragone tra Benedetta Tobagi e il compagno arrestato, qualifica di "bene" il padre della Benedetta, e di "male" il padre del compagno. Definisce "moralità equilibrata ed armoniosa" la persona figlia del giornalista, donna, e "antisocialità terroristica", dell'uomo che si muove con accortezze per evitare controlli, il comportamento di vita (qui Cancrini sarebbe anche denunciabile per violazione della privacy, in quanto in Italia si dovrebbero semmai perseguire i reati e non le particolarità del comportamento sociale delle persone, che afferiscono alla "privacy", così importante quando si tratta di borghesi di importanti famiglie, e così poco importante quando si tratta di proletari e di figli di persone che hanno rotto il culo al sistema ai loro tempi).

Dovrebbe sapere Cancrini che in ogni periodo storico vi sono classi al potere e classi subalterne, e dovrebbe sapere che ove c'è il potere c'è polizia politica e necessità di difendere il pensiero sottraendosi alle infamie della polizia politica. La quale tuttavia è oltretutto ANTICOSTITUZIONALE come ANTICOSTITUZIONALI sono certe leggi come la Legge Kossiga difesa anche in un referendum a furor di popolo con l'adesione del Pci, nel quale il 20% circa degli italiani ne riconosceva la natura liberticida. Ma se fosse solo una questione di maggioranza, Cancrini, allora Berlusconi avrebbe ragione NO ? A far fuori anche Voi ! Visto che il popolo è addormentato, ipnotizzato, o meglio, terrorizzato dai debiti cui è stato costretto dal sistema da Voi stessi del Pci-Pds-Pd per nulla messo in discussione ! Un sistema liberticida, infame, in patria, e guerrafondaio e stragista, oltreconfine.

E' come per i figli dei nemici degli Stati Uniti, la figlia di Castro va bene perché s'è redenta, il figlio del "terrorista" di turno no, perché esprime idee e proposte che non sono compatibili.

Ossia analizza quello che definisce il "padre interno", ma con un pregiudizio. Un pregiudizio che si accampa il monopolio del termine "morale", "moralità". Cancrini infatti non arriva a definire "immorale" il senso che lui definisce di "appartenenza" all'identità paterna, del compagno, ma il senso è quello.

Ahimé Cancrini quanto bisogno avreste tutti voi di una bella ripassata di Storia !

Di che poca Umanità è fatta oggi la sinistra, che si arricchisce sulle disgrazie dei proletari, e ne cerca sempre più la subordinazione, pensando di accampar diritto al monopolio dell'esercizio della "Politica" nelle mani degli "Illuminati" !!!

(25.1.2010)